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Comunicati stampa 2020

Comunicati Stampa

1990 – 2020. L’ANNIVERSARIO

Dal primo Rettore, Attilio Alto a Francesco Cupertino, ha rappresentato, in breve tempo, simbolo e concretezza di sviluppo della Puglia in Italia e all’estero, in linea con il suo slogan: “sempre alla ricerca del futuro”.  Intanto, una grande mostra per raccontarsi e per tracciare gli scenari futuri, con una serie di altri eventi aperti al territorio, accompagnerà il prossimo anno accademico

Bari, 28 settembre 2020 - Una chiamata per la raccolta di contributi a tutta la comunità accademica, ma anche ai professionisti, gli imprenditori, i rappresentanti delle istituzioni civili e religiose, della politica, dei sindacati e delle associazioni: in una parola, il Territorio in tutte le sue sfaccettature. Il Politecnico di Bari si prepara a festeggiare il trentesimo anniversario della sua istituzione, avvenuto con una legge del 1990 e, in occasione dell’evento, vuole coinvolgere la città e la regione nel progetto di una grande mostra “tra passato e futuro”, che si terrà nella prossima primavera.
L’obiettivo è raccontare, attraverso i contributi più significativi - le fotografie, i documenti e le testimonianze che saranno raccolti, e che si integreranno con l’archivio già in possesso del Politecnico - 30 anni di formazione d’eccellenza, di ricerca scientifica, di rapporti con le istituzioni e di sostegno ai processi di innovazione delle imprese.
Una serie di altri eventi accompagnerà la celebrazione dell’anniversario per tutto il prossimo anno accademico e coinvolgerà la comunità accademica (studenti, ricercatori, docenti e personale tecnico e amministrativo) e i partner istituzionali e privati del Politecnico. Tutte le iniziative saranno identificate con l’hashtag #Happy30Poliba e raccolte in un contenitore virtuale all’indirizzo internet happy30.poliba.it, in costante aggiornamento.
«Celebriamo il passato guardando al futuro - dice il rettore, Francesco Cupertinoe vogliamo farlo insieme alla città e alla regione, perché la nostra è la storia di un progetto ambizioso che si è rivelato strategico per lo sviluppo del territorio, è cresciuto con esso e ancora vuole crescere e farlo crescere».
Oggi, infatti, il Politecnico è una eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale, con ottima reputazione didattica e scientifica e livelli di occupazione dei suoi laureati anche sopra la media nazionale, in grado di attirare sempre più imprese attraverso i laboratori misti pubblico – privati, nei quali si fa ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie nei settori più sviluppati e promettenti dell’economia, dall’aerospazio all’automazione, dall’informatica alle energie rinnovabili. 
«Il 2020 sarà ricordato in generale come l’anno della pandemia – aggiunge il rettore Cupertino – e il quadro sanitario sembra ancora incerto, tuttavia il Politecnico di Bari ha affrontato bene la situazione fin dall’inizio, convertendo tempestivamente tutti i servizi in modalità digitale e, oggi, con grande ottimismo, riapre in sicurezza e ricomincia a pianificare nuove collaborazioni con grandi aziende e multinazionali, progetta una strategia di sostegno alle piccole e medie imprese e un piano di sviluppo per Taranto sui grandi temi dell’ambiente, dell’energia e della mobilità»
Il punto di partenza, nel ripercorrere i primi 30 anni del Politecnico, è la legge n.245 del 1990 – “Norme sul piano triennale di sviluppo dell'università e per l'attuazione del piano quadriennale 1986-1990”, pubblicata il 7 agosto di quell’anno ed entrata in vigore il 5 settembre successivo. Il provvedimento previde l’istituzione del Politecnico di Bari, insieme con altre università italiane e ciò premiò lo sforzo dei padri fondatori, che ne avevano perseguito tenacemente il progetto.
Il Politecnico di Bari, tutt’ora unico politecnico nel Sud Italia, venne dunque istituito con le ex facoltà di Ingegneria e Architettura, che ereditò dall’Università di Bari e dalle quali venne trasferita tutta la dotazione di personale, mezzi e beni immobili. Il 1991/1992 fu il primo anno accademico del Politecnico di Bari.
Ben presto, il nuovo ateneo iniziò a crescere, sia sul piano numerico in termini di iscritti, docenti e dipendenti tecnico amministrativi, sia su quello della reputazione scientifica, in parallelo all’espansione immobiliare della sede principale, il campus universitario e, via via, delle altre sedi a Valenzano, a Japigia e in via Amendola, così come a Foggia dove, attualmente, il Politecnico è presente con un corso di laurea in Ingegneria dei sistemi logistici per l’agroalimentare, interateneo con l’Università di Foggia.
Anche Taranto, prevista come sede della Seconda Facoltà di Ingegneria, riveste da sempre un ruolo centrale fin dall’atto costitutivo ed è tutt’ora ben presente nelle strategie di governance e nei progetti di sviluppo del Politecnico. Oggi il Politecnico di Bari conta circa 10mila iscritti, con 2.000 nuove matricole all’anno e 1.900 laureati.

Comunicato stampa.

XXVIII° edizione. Legambiente e Politecnico di Bari venerdì scorso, 25 settembre

Bari, 27 settembre 2020 – Anche il Politecnico di Bari ha aderito alla XXVIII° edizione nazionale “Puliamo il mondo”, promossa da Legambiente. 
Il gruppo di lavoro del  “Laboratorio per la Sostenibilità” del Poliba, ha infatti organizzato lo scorso venerdì, 25 settembre, una pulizia del tratto di spiaggia barese compreso tra “Pane e Pomodoro” e “Torre Quetta”. 
E così, 25 volontari, tra studenti, dottorandi, docenti, tecnici e amministrativi dell'Ateneo, coordinati dal delegato del Rettore alla sostenibilità, prof. Michele Dassisti, muniti di guanti, cappellino e pettorina, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza previste dal protocollo covid-19 di Legambiente, ha raccolto i rifiuti sparsi sul tratto di spiaggia. Tra questi: plastiche (soprattutto bottiglie) polistirolo (cassette portapesce), siringhe, rifiuti vari.
La giornata ecologica è stata l'occasione per la comunità accademica, di condividere una intera mattinata fuori dalle aule, a stretto contatto, con l’ambiente urbano che si caratterizza per la sua ricca e sorprendente bellezza al fine di sensibilizzare i cittadini sulla pericolosità dei rifiuti sui litorali.
L’iniziativa rientra nelle azioni promosse dal gruppo di ricerca del Laboratorio con il fine di migliorare la sostenibilità dell’Ateneo, membro dal 2015 della Rete Università Sostenibili (RUS).

Comunicato stampa.

Domani. Anche il Poliba con Legambiente per la campagna nazionale, “Puliamo il Mondo”

Bari, 24 settembre 2020 – “Puliamo il mondo” arriva al Politecnico di Bari.
L’Ateneo ha aderito alla campagna nazionale “Puliamo il mondo”, la prima grande iniziativa di volontariato ambientale in programma in tutta Italia attraverso la quale Legambiente, insieme ai suoi volontari, lancerà un messaggio di speranza e futuro sostenibile al Paese. 
A tal fine, il Politecnico di Bari su impulso del Rettore, prof. Francesco Cupertino, ha inteso aderire alla manifestazione, giunta alla XXVIII edizione, in programma da domani 25 settembre, sino a domenica, 27 con l’obiettivo di contribuire a rendere puliti luoghi delle Città.
Per l’occasione, il gruppo di lavoro “Laboratorio della Sostenibilità”, coordinato dal prof. Michele Dassisti, ha organizzato una pulizia del tratto di spiaggia compreso tra “Pane e Pomodoro e Torre Quetta” per venerdì, 25 settembre dalle 10.00 alle 13.00.
Il ritrovo dei volontari del Poliba: studenti, docenti, tecnici ed amministrativi è previsto per domani, 25 settembre, alle ore 10,00 presso l’ingresso della spiaggia barese di “Pane e Pomodoro”, dove saranno distribuiti ai partecipanti i kit e l’attrezzatura. Il gruppo dei volontari saranno divisi in sottogruppi per poter raggiungere tutte le aree del tratto di costa.
L’iniziativa rientra nelle azioni promosse per accrescere e migliorare l’attenzione alla sostenibilità del Politecnico di Bari, membro dal 2015 della Rete Università Sostenibili (RUS). 
L’Ateneo barese che in questi anni si è attivato con diverse iniziative e progettualità per migliorare la propria sostenibilità in ambito ambientale, economico e sociale, auspica con la partecipazione a “Puliamo il mondo” di avviare una proficua e costante collaborazione con i circoli di Legambiente.

Comunicato stampa.

 RUS-Poliba. L’indagine nazionale della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile 

Ripresa post lockdown. Sarà il trasporto pubblico a subire il maggior calo in termini percentuali in caso di rischio sanitario ancora alto. A dirlo è uno studio della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, oggi diffuso in tutta Italia, a cui partecipa anche il Poliba, che ha analizzato il comportamento di 85.000 persone rappresentative della popolazione accademica italiana.

Bari, 23 settembre 2020 - Una persona su tre si sposterà con un proprio mezzo motorizzato nel caso di una nuova ondata pandemica.  Una crescita di otto punti percentuali rispetto al periodo pre-Covid. A dirlo è il report “Indagine nazionale sulla mobilità casa-università al tempo del Covid-19” realizzato dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), a cui aderisce anche il Poliba, che ha analizzato il comportamento di 85.000 persone rappresentative della popolazione accademica.
L’indagine, avviata lo scorso luglio e ancora in corso presso alcune università, si è basata su un questionario somministrato on-line agli studenti, ai docenti e al personale tecnico-amministrativo di 44 atenei italiani (tra questi il Poliba), cui si aggiungeranno i risultati di altre 13 università. Due gli scenari ipotizzati nel questionario: il virus è pressoché debellato e i contagi sono ridotti; il virus è ancora pericoloso, il contagio è rallentato ma prosegue.   
Il campione preso in esame dal Gruppo di Lavoro Mobilità della RUS coinvolge la comunità accademica di riferimento ed è composto per il 79 per cento da studenti, l’11 per cento da docenti o ricercatori e il 9,6 per cento da personale tecnico-amministrativo.
La frequenza in università post-lockdown: cosa cambia? Il 66 per cento delle persone che ha risposto al questionario continuerà a recarsi in università, per ragioni di lavoro o di studio, se il rischio sanitario sarà minimo. Scenario che cambia totalmente in caso di un quadro più pessimistico: se il virus tornasse ad aggredire come nei mesi scorsi, il 61 per cento delle persone intervistate si recherebbe nel proprio ateneo solo quando strettamente necessario. La distribuzione percentuale delle risposte rimane uniforme nelle quattro aree geografiche prese in esame (nord-ovest, nord-est, centro, sud e isole), suggerendo che la percezione del rischio è molto sentita e non differisce in modo significativo all’interno del Paese.
I cambiamenti di abitudine negli spostamenti. Il trasporto pubblico è il mezzo che subirà il maggior calo in termini percentuali, probabilmente anche a causa del ridotto coefficiente di riempimento dei mezzi imposto dai provvedimenti governativi al fine di garantire il distanziamento sociale (60 per cento dello spazio a disposizione al momento della rilevazione, attualmente innalzato all’80 per cento). Tuttavia, secondo le previsioni, in uno scenario di ridotto rischio sanitario, la domanda verso il trasporto pubblico si riduce di soli quattro punti percentuali; il calo diventa più significativo (-10 per cento) nello scenario più pessimistico. In entrambi i casi, il mezzo che sceglierebbero gli intervistati in sostituzione del trasporto pubblico sarebbe l’automobile privata e in misura più marginale la mobilità attiva (a piedi, in monopattino o in bici).
Anche nella classificazione per area geografica, le differenze di comportamento pre-Covid alquanto rilevanti tra le aree del Paese si mantengono nelle previsioni di ripresa, anche se in termini relativi la quota che userà l’auto si incrementa di più al Nord, dove era più bassa grazie a servizi di trasporto pubblico più capillari e frequenti, ma anche dove la crisi sanitaria è stata più drammatica.
Se osserviamo più nel dettaglio, come si prevede, cambieranno le abitudini di viaggio sul percorso casa-università per l’anno che sta iniziando nei due scenari ipotizzati è possibile prevedere che nella stragrande maggioranza dei casi coloro che si recavano in università a piedi e in bicicletta continuerà a farlo. Così come quella di coloro che lo facevano con l’automobile privata. I cambiamenti più significativi si avranno tra gli utenti del trasporto collettivo: nello scenario più critico circa un 20 per cento degli utenti del trasporto pubblico cambierà scelta modale, passando all’uso dell’auto propria nel 13,3 per cento dei casi e alla mobilità attiva nel 6 per cento. «È su queste quote che le politiche di mobilità devono e possono incidere - afferma Matteo Colleoni, Coordinatore del Gruppo di Lavoro Mobilità della RUS -, sia incentivando un più ampio ricorso alla mobilità attiva, che limitando, con adeguate misure di aumento dell’offerta e gestione dei mezzi, l’abbandono del trasporto pubblico».
Il Laboratorio Sostenibilità del Politecnico di Bari. “Il Politecnico di Bari ha aderito con entusiasmo all’iniziativa, nella convinzione che le informazioni raccolte saranno preziose per la governance dell’Ateneo nonché per l’accessibilità alle sedi universitarie; a breve saranno disponibili anche i risultati locali, dopo l'anteprima nazionale presentata oggi" - dichiara il referente di Ateneo per la mobilità Sostenibile, prof. Michele Ottomanelli, ordinario di “Trasporti”, che aggiunge: “la piccola riduzione, nell’uso del trasporto pubblico è giustificata dal fatto che esso rappresenta per molti cittadini una scelta obbligata dettata da motivi di natura economica, nonostante al Sud la qualità del servizio non sia elevata e il rischio sanitario assunto negli scenari proposti. Questo implica che è necessario intervenire sia sul sistema di trasporto pubblico, migliorando l’offerta, e sia con soluzioni alternative ed innovative che tengano conto delle problematiche di natura economica che la crisi post Covid ha accentuato. Da questo punto di vista, il Laboratorio Sostenibilità del Politecnico di Bari, di recentissima istituzione, ha avviato un percorso condiviso che vede partecipe l’intera comunità del Politecnico per contribuire all’individuazione di possibili soluzioni per la mobilità di studenti e personale del Politecnico e, in generale, per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dettati dall’agenda 2030 delle nazioni unite.”

Comunicato stampa.

XXX° Premio SACU. Al concorso del Seminario internazionale e Premio di Architettura di Camerino

I progetti di riqualificazione, valorizzazione urbana dell’area esterna alla zona monumentale di Alberobello e di un’area periferica di Trani si distinguono tra le 64 proposte in concorso al premio SACU. Tema dell’edizione 2020: “Città futura: Progetti di rinnovamento urbano”

Bari, 19 settembre 2020 – Ben tre riconoscimenti, su nove, sono stati attribuiti ad altrettanti progetti elaborati dagli studenti di architettura del Poliba, in gara alla XXX edizione del Premio SACU di Camerino (MC).
Lo ha decretato l’apposita commissione che ha passato in rassegna ben 64 proposte in concorso nella corrente edizione 2020 su tema: “Città futura: Progetti di rinnovamento urbano”.
Alberobello, città famosa in tutto il mondo per i suoi trulli, patrimonio UNESCO, simboli della Puglia, non è solo il quartiere monumentale, quello più cercato, più fotografato. C’è un’altra Alberobello, meno conosciuta e valorizzata, cerniera dell’intorno ai trulli monumentali, costituita da abitazioni, palazzi storici, strade piccole e grandi come quella principale che dalla piazza del Municipio conduce al sagrato della chiesa dei S.S. Medici.
“Alberobello e la murgia dei trulli” è anche il titolo della tesi di ricerca della laurea selezionata al Premio SACU di Camerino che ha coinvolto i neo architetti: Roberta Occhionigro e Maria Pia Tridente di Bisceglie (BT), Antonella Roma di Carovigno (BR), Emma Sabatelli di Turi (BA), Ilaria Stea di Sannicandro di Bari (BA) e Raffaele Tarallo di Deliceto (FG). Relatori: proff. Matteo Ieva e Loredana Ficarelli con il team di docenti: proff. Ignazio Carabellese, Gian Paolo Consoli, Antonio Labalestra, Domenico Pastore, Nicola Scardigno.
Premessa. La storia di “Alboris Belli” è relativamente recente. Proprietà e feudo della contea degli Acquaviva d’Aragona di Conversano, a cui deve la fondazione ad inizio 1600, si sviluppa e diviene “Universitas” solo nel 1797 e Comune più tardi con Giuseppe Bonaparte e Murat. La condizione amministrativa autonoma, lo sviluppo della comunità portano ad una espansione della città oltre la parte antica. Materiali e tecniche costruttive vengono in parte utilizzate per nuove e più grandi volumetrie, l’impiego della calce nell’ottocento a cui si sostituisce il cemento in pieno novecento accelera il processo di espansione in molti casi proponendo, nelle aree più periferiche, soluzioni architettoniche e urbanistiche talvolta incongrue.
La tesi di ricerca prende in esame quella parte del territorio di Alberobello prossima alla chiesa dei S.S. Medici, ponendosi come obiettivo la riqualificazione del contesto storico e, allo stesso tempo, si concentra sulla progettazione di una “porta urbana”. Nonostante le prescrizioni UNESCO siano concentrate sui rioni monumentali, si riconosce l’importanza del centro storico ambientale anche ai fini di una possibile evoluzione concettuale del tipo del trullo, modificato e adattato alle mutate esigenze abitative.
L’analisi tipologica effettuata sul tessuto urbano storico ha consentito di individuare gli elementi componenti e i relativi sistemi aggregativi, utili alla definizione di linee guida per il restauro urbano e per il progetto. La tesi studia le tecniche e i materiali tradizionali impiegati al fine di tracciare linee guida per preservare il carattere storico dell’area e delle tipologie architettoniche esistenti. Tali previsioni operative proposte nel lavoro di ricerca hanno lo scopo di indirizzare gli interventi ammissibili e correggere le operazioni svolte in maniera non conforme.
La proposta progettuale riguarda invece un’area periferica e inedificata della città, in cui si colloca un mulino dismesso. L’intervento prevede la realizzazione di edilizia residenziale monofamiliare di piccolo taglio, in rispetto della vocazione del luogo e al carattere del tessuto esistente, di cui ne aggiorna la concezione. L’ex mulino, recuperato in quasi tutta la sua volumetria e considerato come importante risorsa per la comunità, viene trasformato in museo della cultura della Valle d’Itria.
Nuove forme dell’abitare: edificazione di un’area periferica di Trani invece, è il progetto degli studenti del secondo anno di Architettura: Alessia Biagiotti di Taranto, Martina De Cosmo, Valenzano (BA), Francesca Fariello, Trani (BT), sviluppato nel corso del Laboratorio di Progettazione Architettonica 2, dei proff. Matteo Ieva e Nicola Scardigno - DICAR.
Lo studio propone la trasformazione di un’area della periferia di Trani, nel quartiere Sant’Angelo, compresa tra via Grecia, viale Germania e via Austria.
Lo scopo della ricerca progettuale è la realizzazione di un piccolo complesso di residenze ed edifici pubblici concepiti nel pieno rispetto della sostenibilità con una equilibrata condivisione degli spazi e delle attività di coloro che abitano il quartiere.
Lo studio individua in Via Grecia il percorso attualmente più importante e da questi impianta altre percorrenze che definiscono una precisa gerarchia e organicità dell’insieme. Riprendendo la tradizione delle tipologie edilizie moderne aggiornate con le istanze contemporanee, si prevede di collocare in prossimità di un Liceo Scientifico due edifici pubblici a servizio dell’intera comunità tranese: una biblioteca e un auditorium. Il tessuto urbano che si viene a configurare definisce una maglia ortogonale con strade carrabili e spazi pedonali che permettono la fruizione in tutti gli isolati.
Anche la proposta progettuale di “rinnovamento urbano” delle studentesse Maria Giovanna Pansini e Dorotea Tattoli di Molfetta (BA), è riferita alla stessa area periferica in cui compaiono due grandi infrastrutture: la S.S. 16 bis a sud e la stazione ferroviaria a nord. L’intervento consegue il fine di “ammagliare” il tessuto disorganico esistente attraverso un sistema costituito da due grandi blocchi, divisi dall’attuale via Grecia, organizzati in residenza collettiva e monofamiliare e in centro interreligioso dedicate alle tre religioni monoteiste. Il progetto prevede inoltre l’inserimento di aree a verde soprattutto nella parte più a nord dell’intero complesso.
Le proposte progettuali, made in Poliba, presentate allo storico concorso, organizzato dal Centro studi del Seminario di Architettura Cultura Urbana dell’Università di Camerino, dall’Archeoclub d’Italia e dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori saranno pubblicate nel prossimo numero della rivista specializzata “Architettura & Città”.

Comunicato stampa.

 

 

Domani, 10 settembre, presso la sede del Rettorato la firma dell’accordo quadro

Bari, 9 settembre 2020 – Domani, 10 settembre, alle ore 10.00, il prof. Francesco Cupertino, Magnifico Rettore del Politecnico di Bari e il Generale di Squadra Aerea Aurelio Colagrande, Comandante del Comando Scuole dell’Aeronautica Militare/3ª Regione Aerea di Bari, si incontreranno presso la sede del Rettorato, Sala del Consiglio (via Amendola, 126/b), per siglare un accordo quadro tra il Politecnico e l’Aeronautica Militare finalizzato a sviluppare sinergie nell’ambito dei rispettivi compiti d’istituto, attraverso rapporti di collaborazione, attività formative e di ricerca in settori di reciproco interesse.
Il protocollo d’intesa è finalizzato a consolidare la collaborazione tra il Politecnico di Bari e l’Aeronautica Militare nell'ambito delle attività di formazione, ricerca e sperimentazione, in particolare del settore aerospaziale, con riferimento alle tematiche del volo umano spaziale.
In una prospettiva di completa sinergia, con il protocollo d’intesa, le parti si impegnano a stipulare specifici accordi attuativi che riguarderanno il settore scientifico e le attività di ricerca, consulenza e/o formazione.  L’accordo è volto anche all’accrescimento ed all’elevazione dell’immagine e delle professionalità delle due organizzazioni coinvolte nell’ambito di eventuali progetti comuni, in una prospettiva di sistema Paese.
La collaborazione tra il Politecnico di Bari e l’Aeronautica Militare si concretizzerà nell’organizzazione di workshop, seminari, lezioni a favore di studenti, dirigenti, funzionari ed operatori e di lectio magistralis di alti rappresentanti delle parti ed eventi similari rivolti a tematiche di interesse comune. Saranno sviluppati, inoltre, progetti formativi e iniziative di job placement, tirocini pratici e stage a favore di studenti o di dipendenti che avranno come oggetto l’acquisizione della conoscenza di realtà produttive diverse dalla propria al fine di completare il percorso formativo accademico o professionale.

Comunicato stampa congiunto.

NOTA PER LE REDAZIONI:
I giornalisti e le troupe televisive che desiderino documentare l’evento, potranno accedere alla sede del rettorato del Politecnico di Bari muniti di tutti i dispositivi di protezione previsti dall’attuale stato emergenziale.

Ricerca. Il Laboratorio pubblico-privato “IoT 4.0” produce già i primi risultati

La presentazione dei due progetti avrà luogo mercoledì, 9 settembre nell’aula magna “Attilio Alto” alla presenza del Rettore del Poliba e dei vertici aziendali di “Elettric 80 spa”e “SM.I.LE 80 srl” di Reggio Emilia e del centro di ricerca, ISIRES di Torino

Bari, 7 agosto 2020 - Settembre 2019. Una delegazione dell’azienda, “Elettric80 S.p.A.”, leader mondiale nell’automazione industriale, “SM.I.LE80 S.r.l”, curatrice di software per l’automazione, entrambe con sedi a Viano (RE), e ISIRES, istituto di ricerca torinese, visita il Politecnico di Bari per definire possibili dinamiche di una collaborazione. L’incontro si dimostra proficuo. 
Gennaio 2020. Viene sottoscritto un accordo di partnership quadriennale, rinnovabile, tra il Politecnico di Bari(Rettore Francesco Cupertino), ISIRES (Presidente Giorgio Perona), Elettric80 (Presidente Enrico Grassi), SM.I.LE80 (General Manager Stefano Cavirani), per la realizzazione nel Poliba del Laboratorio pubblico-privato “IoT 4.0” con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di attività scientifiche di base, innovazione e ricerca industriale nell’ambito dell’applicazione dell’internet of Things alla logistica integrata, valorizzando i giovani talenti attraverso assegni di ricerca e l’erogazione di borse di studio e di dottorato. 
In particolare, attraverso il nuovo laboratorio, “Elettric80” e “SM.I.LE80” intendono sviluppare progetti innovativi in ambito logistico, attraverso l’ottimizzazione della gestione automatizzata dei pallet di picking, della pianificazione automatica dei trasporti e, più in generale, di alcune attività logistiche attraverso l’impiego di tecnologie di realtà aumentata, sistemi IoT industriali ed algoritmi avanzati di controllo. 
Responsabile e referente del Laboratorio “IoT 4.0” ne diventa il prof. Alfredo Grieco del Poliba. Con queste premesse e per dare attuazione all’atto costitutivo “Elettric80 spa” e “SM.I.LE80 srl”, investono nelle attività di ricerca 380.000,00 € per finanziare i primi 2 anni e sostenere i giovani ricercatori del Poliba. Cinque borse di ricerca consentono il lavoro di altrettanti neo laureati e laureandi, che coordinati dai docenti del Poliba e in linea con le aspettative aziendali, ottengono in breve tempo brillanti risultati e realizzano due progetti dedicati alla logistica interna ed esterna di Elettric80. 
I giovani ricercatori, made in Poliba, sono: Giulia Tresca, ingegnere, 24 anni, di Barletta (BT); Virginia Montaruli, ingegnere, 25 anni, di Siracusa; Pierpaolo Petruzzi, ingegnere, 29 anni, di Rutigliano (BA); Giovanni Walter Mele, laureando in ingegneria, 24 anni, di Bernalda (MT); Martino Bruno, laureando in ingegneria, 27 anni, di Bitritto (BA). 
I progetti, riscuotono il plauso da parte dei vertici aziendali e del Politecnico perché ben presto, troveranno applicazioni all’interno dell’azienda di Viano. 
Il primo progetto,“Picking”, è dedicato alla “Gestione intelligente della logistica di magazzino” e riguarda l’ottimizzazione della composizione del carico dei prodotti sui pallet, attraverso l’esecuzione di fasi di lavoro e lo studio e l’applicazione di appositi algoritmi.
Il secondo progetto, “YMS/TMS” invece, riguarda “l’organizzazione dei mezzi sul piazzale e integrazione con i sistemi di trasporto” attraverso la localizzazione di asset e trailer all’interno del piazzale di carico, facendo ricorso a dispositivi che usano in maniera combinata la localizzazione satellitare e la tecnologia di comunicazione per una gestione ottimizzata del piazzale all’intero sistema di trasporto.
I progetti, i giovani protagonisti, le attività del Laboratorio pubblico-privato, “IoT 4.0” e l’esempio fruttuoso di collaborazione con il Politecnico di Bari saranno presentati mercoledì, 9 settembre, ore 9.30 nell’aula magna “Attilio Alto” del Poliba alla presenza del Rettore, Francesco Cupertino, dell’AD di Elettric 80 spa, Vittorio Cavirani; del Presidente di SM.I.LE 80 srl, Stefano Cavirani e di ISIRES.

Il programma. Ore 9,30. Saluti. Francesco Cupertino, Rettore Politecnico di Bari; Vittorio Cavirani, AD Elettric 80 spa; Stefano Cavirani, SM.I.LE 80 srl. 
Ore 9,40      Sintesi attività svolte e presentazione programma lavori; 
Ore 10.00 Presentazione Progetto “Picking” a cura dei borsisti: Giulia Tresca e Martino Bruno;
Ore 11.00 Presentazione Progetto “YMS/TMS” a cura dei borsisti: Pierpaolo Petruzzi; Virginia Montaruli; Giovanni Walter Mele
Ore 11,45   Dibattito;
Ore 14.30    Visita al Laboratorio di Telematica sede del Laboratorio Pubblico Privato “IoT4.0”; 
Ore 15.00    Presentazione Progetti e nuovi ambiti di collaborazione.

Ecco chi sono i giovani borsisti di ricerca del Poliba, autori dei due progetti, “Picking” e “YMS/TMS”

Giulia Tresca, 24 anni, di Barletta (BT)
2020. Laurea magistrale in Ingegneria Informatica al Poliba. Voto: 110/110 e lode
2018. Laurea triennale in Ingegneria Informatica e dell’Automazione al Poliba. 
2015. Maturità scientifica presso il Liceo scientifico “Carlo Cafiero” di Barletta (BT).

Virginia Montaruli, 25 anni, di Siracusa

2020. Laurea magistrale in Ingegneria Gestionale al Poliba. Voto: 110/110
2017. Laurea triennale in Ingegneria Gestionale al Poliba. 
2014. Maturità commerciale, presso I.T.C. “Principe di Napoli  - Insolera” di Siracusa. 

Pierpaolo Petruzzi, 29 anni, di Rutigliano (BA)

2019. Laurea magistrale in Ingegneria delle Telecomunicazioni al Poliba.  Voto: 108 /110
2016. Laurea triennale in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni al Poliba. 
2010. Maturità scientifica presso Liceo scientifico “Ilaria Alpi” di Rutigliano. 

Giovanni Walter Mele, 24 anni, di Bernalda (MT) 

2020. Laureando magistrale in Ingegneria dell’Automazione - Percorso Robotics (erogato in lingua inglese) al Poliba
2018. Laurea triennale in Ingegneria Informatica e dell’Automazione al Poliba. Voto:    110/110 e lode
Maturità scientifica presso il Liceo scientifico,”M. Parisi” di Bernalda (MT). 

Martino Bruno, 27 anni, di Bitritto (BA)

2020. Laureando magistrale in Ingegneria Informatica e dell’Automazione – indirizzo Sistemi produttivi al Poliba
2018. Laurea triennale in Ingegneria Informatica e dell’Automazione. Voto 85/110.
2012. Maturità commerciale presso I.T.C. “Tommaso Fiore” di Modugno (BA). 

Comunicato stampa. 

NOTA PER LE REDAZIONI:

I giornalisti e le troupe televisive che desiderino documentare l’evento, potranno accedere al Politecnico di Bari presso l’aula magna “Attilio Alto” muniti di tutti i dispositivi di protezione previsti dall’attuale stato emergenziale.

NOTA PER IL PUBBLICO:

All’evento si accede, solo su invito, muniti di tutti i dispositivi di protezione previsti dall’attuale stato emergenziale.

55 anni dopo. Dal Mar Grande al Mar Piccolo a vele spiegate

Il LIC - Laboratorio di Ingegneria Costiera del Poliba, con le due stazioni meteoceanografiche in Mar Grande e Mar Piccolo ha fornito al veliero le informazioni richieste, utili al transito a vela nel canale navigabile

Bari, 28 agosto 2020 – 14 maggio 1965. Taranto, Mar Piccolo, mattino. La secca tramontana, rara sorpresa per il luogo, soffia tra le vele della nave-scuola, “Vespucci”, ammiraglia della marina militare italiana che staziona nel mezzo del piccolo mare. A bordo, il Capitano di vascello, Agostino Straulino, comandante, asso della vela italiana, fiuta il vento e scruta lo sbarramento dell’unica via d’acqua, tra castello Aragonese e città. E’ in attesa del momento propizio, per osare contro l’improponibile. Tutti a bordo sono tesi, concentrati all’unisono, pronti al segnale, per una manovra mai tentata. Il ponte girevole si apre. Un fischio a bordo. Ecco il segnale. Le vele si gonfiano. Il Vespucci si allinea, il vento è a poppa. La prora punta senza indugio il canale navigabile. Lo scafo solca silenzioso il blu, tra vento e schiuma di mare e tutto d’un fiato attraversa con i pennoni che sfiorano la terraferma e gli applausi della gente, il canale per il grande respiro nella rada del Mar Grande. 
A 55 anni da quella straordinaria impresa velica, l’Amerigo Vespucci al comando del Capitano di vascello,Gianfranco Bacchi, esperto velista, con a bordo 106 corsisti dell’accademia militare di Livorno è tornato a Taranto il 22 agosto scorso per onorare e ripetere l'impresa, unica nella storia, che compì l’Ammiraglio, Agostino Straulino di Lussinpiccolo, campione mondiale di vela.
Per consentire le operazioni del passaggio a vela del “Vespucci”, classe 1931, questa volta dal Mar Grande al Mar Piccolo, e delle sue quattromila tonnellate per gli oltre cento metri di lunghezza e un albero maestro di 56 metri, è stato necessario un piano organizzativo e attendere naturalmente le condizioni meteomarine necessarie. 
Questa impresa infatti, ha necessitato dei giusti elementi meteo-oceanografici, considerando che Nave Vespucci può navigare a vela solo con il vento proveniente dai settori poppieri e che risente molto, a causa della struttura dello scafo e del suo pescaggio di circa 7 m, dell’effetto di deriva delle correnti lungo la colonna d'acqua.
Per pianificare l'operazione, il Capitano di Corvetta Ottavio Patulli, docente di oceanografia fisica presso l'Accademia Navale di Livorno, imbarcato sulla Nave Scuola, ha condotto un'analisi statistica sui dati meteorologici ed oceanografici registrati negli ultimi anni per evidenziare se, per il mese di agosto, questi potessero essere favorevoli all’impresa. In quest’ottica c’è stata la collaborazione con il LIC – Laboratorio di Ingegneria Costiera del DICATECh del Politecnico di Bari (responsabile scientifico il prof. Michele Mossa), che ha fornito i dati anemometrici, correntometrici e ondametrici delle due stazioni meteomarine in Mar Piccolo e Mar Grande.
Fatto questo, non isolato. La consolidata collaborazione del Politecnico a Taranto con la Marina Militare si era espressa già il 7 dicembre 2018 in occasione del delicato passaggio nel canale navigabile della maestosa portaerei, “Cavour”.
Il LIC e Taranto. Il Politecnico, sin dalla sua istituzione, vanta una trentennale e consolidata attività con la città di Taranto nei settori della ricerca, della didattica. Tra i grandi laboratori che operano a Taranto si annovera il LIC – Laboratorio di Ingegneria Costiera del Politecnico di Bari, che dispone di due stazioni meteo-oceanografiche che in tempo reale misurano e comunicano un ampio ventaglio di dati sulle acque dei due mari, utili al monitoraggio dello stato di salute dei due bacini e alla navigazione. La stazione nel Mar Grande è stata realizzata nell'ambito delle attività del progetto bandiera RITMARE (Ricerca Italiana per il Mare) e con finanziamento PON R&C 2007-2013. La stazione, operativa dal dicembre 2013, consta di un profilatore correntometrico acustico Doppler, un ondametro, un fluorimetro, un torbidimetro e di sensori meteorologici. La stazione in Mar Piccolo, invece, operativa dal 2014, consta di un profilatore correntometrico acustico Doppler e un ondametro e da un mareografo a ultrasuoni (quest’ultimo operativo dell’anno 2015).
Tali stazioni sono utilizzate per attività di ricerca nel campo dell’idraulica marittima e costiera, ma sono anche di grande utilità per il territorio tarantino per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto e, con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, per le attività connesse alle operazioni di monitoraggio e di dragaggio del Porto di Taranto e, in generale, per collaborazioni con enti pubblici e privati.

Comunicato stampa.

Architettura lancia un ponte verso la Cina

Bari, 26 agosto 2020 - Il Corso di Studi in Architettura del Politecnico di Bari abbraccia, da trent’anni, il Mediterraneo. La solida tradizione di studi, condotta in seno al Dipartimento DICAR, assume sia le tematiche specifiche del territorio di appartenenza, sia quelle di tutti i Paesi bagnati dal Mare Nostrum, ricoprendo, in questo ambito geografico, un ruolo di assoluta protagonista. Le linee di ricerca, a cui corrispondono altrettante aree di apprendimento, affermano la centralità del progetto nel processo di formazione e riguardano tre focus tematici: Architettura e Patrimonio, Architettura e Città, Architettura e Costruzione.
Negli ultimi anni, la Scuola si è aperta, in maniera sempre più incisiva, alla dimensione internazionale, con uno sguardo costantemente più lungo, che si spinge sino al mondo asiatico, riconoscendo nel “Grande Drago” uno dei più “agguerriti” attori mondiali, nel campo dell'alta formazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico. Frequenti sono gli appuntamenti annuali che vedono protagoniste la Cina e l’Italia in un dialogo interdisciplinare teso al consolidamento di una cooperazione per l’innovazione scientifica. Ne costituiscono due esempi recenti e contestuali, a cui l’ateneo barese ha preso parte come interlocutore attivo, confrontandosi con la domanda del mondo produttivo ed economico cinese, la X edizione della settimana Cina-Italia della scienza, della tecnologia e dell’innovazione - svoltasi a Pechino dal 25 al 29 novembre 2019 - e il XIII Sino-Italian exchange event. Occasioni che si sommano ai numerosi incontri con differenti delegazioni cinesi giunte in visita, in questi ultimi anni, presso il Politecnico di Bari, durante le quali è apparso evidente il desiderio di stringere rapporti di amicizia e collaborazione, tesi a valorizzare i sistemi di impresa e ricerca, ad acquisire know-how italiano nei seguenti campi: intelligenza artificiale e fabbrica Intelligente, ICT di nuova generazione, aerospazio, energia e tecnologie pulite per l’ambiente, smart city ed urbanizzazione sostenibile, biomedicina e tecnologie della salute, agricoltura di precisione ed agroalimentare, industrie creative e design, tecnologie per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale.
In particolare, il Politecnico di Bari ha accolto i primi studenti cinesi, all’interno dei propri Corsi di Laurea, a partire dal 2018, attraverso il Progetto “POLIBA2CHINA”, selezionato dalla Regione Puglia e finanziato mediante il Fondo Sociale Europeo. Da questo momento, si è attivato un processo di costruzione di rapporti bilaterali con atenei della Repubblica cinese, con cui si iniziano a condividere - oltre che mobilità di studenti, in ingresso e in uscita - tesi di dottorato, di laurea, workshop, seminari, mobilità di docenti.
È in questa cornice che si colloca l’attività di ricerca di un gruppo di tredici studenti del Corso di Studi in Architettura che, grazie ad una borsa di studi per tesi di laurea all’estero finanziata dall’ateneo di origine, hanno scelto come tema di indagine il problema del recupero, della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio architettonico che punteggia i paesaggi rurali cinesi, nella regione del Fujian, dove hanno svolto il loro tirocinio curriculare. La loro è una storia lunga un anno, come quella di tutti i laureandi in Architettura del Poliba. Un anno, quello di tesi, intenso e appassionato, fatto di studio e di ricerca, interamente vissuto tra le mura del piccolo atelier di Dipartimento, prima; tra gli splendidi paesaggi della Cina, durante la missione; per finire, tra le mura domestiche, nei difficili mesi del lockdown che, pochi giorni prima, li aveva costretti ad un rientro anzitempo dalla Terra del Dragone, spezzando l’entusiasmo di una tanto attesa esperienza di studi all’estero. Così, di quarantena in quarantena, costantemente supportati dai loro docenti, attraverso la nuova pratica della didattica a distanza, con grande tenacia e dedizione, i laureandi hanno portato a termine il loro percorso formativo: sono stati i precursori delle tanto agognate lauree in presenza del Poliba, che hanno fatto addirittura scuola in tutta Italia.
La neo-laureata Eleonora Capobianco ci offre la sua testimonianza:
La pianificazione del nostro percorso di tesi ha presentato diverse difficoltà sin dalla scelta ambiziosa del tema di progetto, che prevedeva lo studio di alcuni villaggi del Sud della Cina, nel corso di tre mesi. I preparativi, volti ad intraprendere un viaggio di una tale durata, ad una tale distanza, avevano già richiesto, di per sé un grande impegno a partire dalla preparazione della documentazione, fino all'organizzazione di tutto il materiale per l'attività in loco. Non avevamo idea che una serie di eventi al di fuori del nostro controllo, avrebbero annientato i nostri sforzi: raggiunto finalmente il lontano Oriente, dopo poche settimane di permanenza, siamo stati costretti ad un affrettato e angosciante rientro in patria, causa emergenza Covid. Nonostante tutto questo abbia, senza dubbio, generato notevole sconforto e frustrazione, abbiamo portato avanti il lavoro di tesi con forza e determinazione grazie al sostegno dei nostri relatori e docenti. Con gli strumenti informatici fornitici dal Poliba non è stato difficile adattarsi allo studio in via telematica: progettare, confrontarsi con i professori durante le revisioni settimanali e organizzare il lavoro tra di noi è stata un’esperienza del tutto nuova e particolare, che si è rivelata ugualmente efficace a dispetto della distanza. Non abbiamo mai smesso di sperare e lottare, tuttavia, affinché la seduta di laurea si svolgesse in presenza, non soltanto perché avrebbe costituito un momento importante delle nostre vite e delle nostre carriere universitarie, ma soprattutto perché la nostra è una Scuola nella quale le idee, i pensieri e il lavoro di gruppo che viene condotto durante la tesi, trova espressione principalmente nella rappresentazione grafica e nelle tavole di progetto. Per questo, laurearci in presenza per noi significava prima di tutto dare onore al nostro lavoro e sostanza ad un’esperienza di studi indimenticabile.
Così, anche in pieno clima Covid, il Politecnico di Bari riesce a conquistare un posto di primo piano nello scenario internazionale, accogliendo le nuove istanze formative dei giovani talenti, intercettando le esigenze del mondo produttivo, favorendo una crescita fondata sull’assoluta circolarità dei saperi, in uno spazio geografico senza confini, dilatato e fluido. In particolare, quella di Architettura è una Scuola accogliente e aperta, legata al territorio e, al contempo, fortemente rivolta al Mediterraneo, alla Grecia classica, al mondo romano, al Medioriente, sino all’India e alla Cina; una Scuola in cui ricerca e didattica si nutrono l’uno dell’altra, in un rapporto di fecondo scambio tra docenti e studenti, favorito proprio dalla peculiare articolazione dei laboratori di laurea. Unici, nel loro genere, non riscontrabili in nessun ordinamento di altri Corsi di Studi, coincidono con l’intero quinto anno del percorso formativo: si presentano come strutture didattiche dedicate alla preparazione dell’esame di laurea, consistente in una tesi di ricerca, nell’elaborazione di un progetto di architettura, da essa derivato, e in un tirocinio di raccordo tra progetto e ricerca.

L’ex-studente Bartolo Pavone afferma:
Per noi studenti di Architettura la tesi non viene vista come un fatto fine a se stesso, ma come un’esperienza da vivere con degli amici, più che con dei colleghi, grazie alla supervisione costante e attenta di un collegio di docenti. Viviamo quei quattro anni canonici sognando l’auletta: il nostro piccolo atelier dedicato, all’interno della Scuola; uno spazio autogestito dai laureandi che, per un anno intero, lavorano alacremente, gomito a gomito, condividendo entusiasmi, paure, forti emozioni.  E dopo diversi anni, finalmente, anch’io ho varcato la soglie della tanto bramata “auletta”: la numero 1.24, per essere precisi. Se dovessi trovare un momento che, in tutto questo difficile periodo emergenziale, mi ha fatto star male, è stato quando, dopo aver sognato l’auletta per tutti gli anni universitari, mi sono ritrovato lì, dopo la seduta di laurea, con uno scatolone in mano, pieno di libri e materiali, ma vuoto di ricordi. Il lockdown cinese e poi quello italiano, le continue quarantene, ci hanno consentito di vivere la nostra esperienza di studio e di lavoro in team solo per brevissimi periodi nel nostro spazio dedicato all’interno del Dipartimento DICAR: è questo ciò che più mi è mancato durante l’anno del Covid.  
Lo studente di Architettura viene accompagnato sino al conseguimento di un titolo riconosciuto a livello europeo, attraverso un percorso che ha scelto di conservare il corso quinquennale e l’organizzazione annuale degli studi, per garantire una formazione di qualità ai propri allievi, ponendosi come rara eccezione nel panorama italiano. Un percorso capace di superare gli specialismi e i settorialismi, in nome di una formazione “generalista”, improntata alla flessibilità e alla capacità di adattamento ai continui e rapidi cambiamenti delle tecnologie e del mercato del lavoro. Un percorso che insegna agli studenti l’esercizio del progetto della forma costruita; il valore della permanenza e della conoscenza approfondita di una tradizione che guarda al futuro, come volano per promuovere innovazione tecnologica.

Chiediamo al Coordinatore del Corso di Studi, Prof.ssa Loredana Ficarelli: perché studiare Architettura al Poliba?
L’Architettura è una disciplina stimolante e variegata che traduce pensieri e desideri in spazi concreti; che sviluppa la capacità di dialogare con le forme, di comprendere il potenziale iconografico del reale e del virtuale, di risponde a bisogni dell’uomo, nel tentativo di realizzarne la felicità. Si pone in un crocevia dove soffia, da una parte, il vento della cultura umanistica, dall’altra, quello della cultura scientifica e dell’innovazione. Al Politecnico di Bari è possibile imparare ad amare l’Architettura - come direbbe Gio Ponti - anche grazie ad un’offerta didattica integrativa, ricca e dinamica, che mette al centro di un’esperienza immersiva lo studente, protagonista attivo del proprio percorso: programmi innovativi, esperienze Erasmus, laboratori di tesi, stage all’estero, missioni di scavo, scuole-cantiere, viaggi studio, mostre e workshop internazionali costituiscono alcune delle opportunità offerte dal nostro CdS, che prevede anche, per chi volesse proseguire nel proprio percorso formativo, la possibilità di un Dottorato di Ricerca in “Conoscenza e Innovazione nel progetto per il Patrimonio”; di un Dottorato di Ricerca intrateneo in “Patrimoni archeologici, storici, architettonici e paesaggistici mediterranei: sistemi integrati di conoscenza, progettazione, tutela e valorizzazione”; di una Scuola di Specializzazione in “Beni architettonici e del Paesaggio”.

Quali competenze acquisisce lo studente iscritto al CdL in Architettura?
Il Corso di Studi ha come obiettivo la formazione specifica dell’architetto quale figura professionale in grado di cogliere i rapporti tra uomo, creazioni architettoniche e ambiente, di tenere in conto gli aspetti strutturali e costruttivi, l’utilità degli edifici, le implicazioni sociali ed economiche dell’abitare e di creare progetti architettonici. Il nucleo didattico centrale è costituito dalla cultura della progettazione, basata su saperi di natura storico-scientifica come le matematiche, la storia e le tecnologie, e su procedimenti di natura tecnico-estetica, come l'attività di progettazione applicata ai campi dell'architettura, della città, del restauro, dell'urbanistica e del paesaggio che include il calcolo delle strutture, l’uso delle tecniche di rappresentazione e di analisi dei costi. In aggiunta agli obiettivi strategici generali, l’articolazione in diversi piani di studio è finalizzata a fornire competenze specifiche quali, ad esempio, quelle nel settore dei beni archeologici e monumentali del mondo antico e medievale in area mediterranea.

Ed ancora, quali sono gli sbocchi professionali previsti?
Oltre che svolgere la libera professione, i laureati in Architettura possono trovare impiego nei seguenti ambiti:
- costruzione, trasformazione, conservazione, restauro degli edifici;
- valorizzazione e nella pianificazione delle città e del territorio;
- settori produttivi (imprese di costruzione, aziende di settore, ecc.);
- istituzioni ed enti pubblici e privati (amministrazioni locali e nazionali, Soprintendenze, istituti di ricerca).
- attività di conoscenza e valorizzazione del patrimonio architettonico, ambientale e archeologico;
- attività di ricerca e attività di insegnamento.

La selezione e le immatricolazioni al Corso di Laurea magistrale a ciclo unico in Architettura del Poliba, per il prossimo anno accademico 2020-2021, è regolata da un apposito bando di concorso che ne prevede modalità, tempi e procedure (http://bit.ly/bando_arch_2020).
I posti disponibili sono 150, di cui 3 riservati agli studenti non comunitari, ivi compreso 1 posto riservato esclusivamente agli studenti della Repubblica Popolare Cinese partecipanti al Progetto “Marco Polo”.
Le iscrizioni di partecipazione si concluderanno il prossimo 2 settembre. La prova di concorso, denominata TEST-ARCHED e redatta da CISIA sulla base dei programmi dell’Allegato 1 al DM 216/2020, si svolgerà l’8 settembre, a partire dalle ore 14:00.
Sarà possibile effettuare il TEST-ARCHED in presenza, presso le aule del Politecnico, oppure presso il proprio domicilio (TEST-ARCHED@CASA).

Anno Accademico 2020-21. Il TAI, Test di Ammissione ad Ingegneria standard

Con un tasso di occupazione di oltre il 92% a tre anni dal titolo, ingegneria è la laurea che garantisce le migliori performance occupazionali e di reddito. Le domande di partecipazione al test di ammissione ad uno dei nove corsi di laurea scadono il 25 agosto. Il test, on line o in presenza, dal 1° settembre

Bari, 22 agosto 2020 – Studi diversi generano lauree diverse per prospettive diverse: lavoro, retribuzione, soddisfazione, carriera,. E allora, come orientarsi nel frastagliato mondo della formazione universitaria? Passione o convenienza? Ragione o sentimento? Oppure un ponderato equilibrio? Certo non è facile scegliere la migliore formazione in un mondo che cambia sempre più velocemente e che riverbera le sue necessità con la richiesta di nuove professionalità e capacità. Difficile pertanto, fare previsioni sul mondo che verrà fra 5-6 anni per comprendere quali saranno le nuove figure o le professioni richieste dalla società. Un mezzo per orientarsi verso un futuro prossimo però c’è: è la storia supportata dalla statistica e dallo studio delle tendenze già in atto.
Dal 1994 il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, una delle migliori fonti italiane, studia e propone risultati e ricerche su studenti universitari, laureati, università italiane, lavoro. L’ultimo report 2019, diffuso a giugno 2020, racconta e riassume alcuni indicatori utili alla scelta universitaria e, contestualmente, proietta lo stato di salute degli atenei italiani.
Cosa dicono i recenti dati? Dal punto di vista lavorativo le lauree scientifiche hanno una marcia in più rispetto a quelle umanistiche. In questa speciale classifica: facilità di impiego/reddito a tre e a cinque anni dalla laurea, primeggia il settore di formazione  sulla sicurezza informatica (100% occupazione per quasi 2000 euro mensili) seguito immediatamente dopo dalla galassia dell’ingegneria e delle sue diramazioni con percentuali medie attorno al 94% e reddito tra i 1500 e i 1800 euro. L’indagine AlmaLaurea (https://www.almalaurea.it/universita/occupazione/occupazione18/volume) ha coinvolto circa il 90% di tutti i laureati degli atenei italiani.
In questo contesto e in linea con i dati nazionali di AlmaLaurea, si confermano anche per quest’anno i dati positivi sui corsi di laurea di Ingegneria del Politecnico di Bari. Ingegneria in Puglia è il titolo che consente la più alta percentuale per il lavoro e reddito. Con un tasso di occupazione medio, a tre anni dal titolo, pari ad oltre il 92%, (mentre la media nazionale si attesta all’84%) i corsi di laurea in Ingegneria del Poliba confermano la loro qualità. Qualità formativa che proviene da una consolidata tradizione formatasi a partire dal lontano 1944.
Ma quali sono le caratteristiche che richiedono gli studi di ingegneria del Poliba per un proficuo studio? Risponde il prof. Sergio Camporeale, delegato del Rettore per la didattica, coordinatore del corso di laurea magistrale in Ingegneria Meccanica, ordinario di Macchine a Fluido. “Lo studente di ingegneria deve sicuramente avere una predisposizione verso le materie scientifiche, in particolar modo, matematica, fisica e chimica. Ciò significa che deve provare interesse verso tali discipline e quindi piacere ad approfondirne gli argomenti. All’ingegnere, quale che sia la specializzazione, è richiesto di mettere insieme le proprie conoscenze con la sua capacità di inventiva (di qui il senso della parola “ingegnere” che deriva dal latino “ingenium”) per creare cose nuove attraverso la stesura dei progetti. E’ sicuramente la parte più bella della professione dell’ingegnere che deve saper coniugare conoscenze e creatività. Lo studente che intraprende gli studi di ingegneria sa che ha di fronte a sé un percorso di studi impegnativo, per il quale servono buona volontà e senso di sacrificio. Studiare Ingegneria è un investimento sul proprio futuro. Rispetto ad altre professioni, la laurea in ingegneria ripaga gli sforzi compiuti con una possibilità di occupazione molto elevata e ottime prospettive di carriera”.
I corsi di Ingegneria del Poliba sono tutti a numero programmato. Per potervi accedere è necessario il superamento di una prova, TAI (Test Ammissione Ingegneria) che si svolge nella forma anticipata (quest’anno giugno e luglio) e standard in programma dal prossimo 1 settembre. Quest’ultima, raccoglie la disponibilità dei posti ancora liberi per l’immatricolazione all’anno accademico 2020-21 per le sedi di Bari e Taranto. Il TAI è un test di venti domande che si svolge, secondo richiesta, in presenza o online, di matematica su argomenti di logica, teoria degli insiemi, algebra, analisi matematica, geometria, trigonometria. Il superamento del Test (punteggio minimo 2/20) e il posizionamento utile in graduatoria consente di immatricolarsi al corso di laurea prescelto.
Ecco i corsi con i rispettivi posti disponibili per l’anno accademico 2020-2021 (tra parentesi quelli riservati a studenti extra EU): Ingegneria Edile, 97 (7); Ingegneria Gestionale, 50 (6); Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni, 101 (3); Ingegneria Elettrica, 109 (3); Ingegneria Civile ed Ambientale, 150 (8); Ingegneria Informatica e dell’Automazione, 125 (3); Ingegneria Meccanica, 68 (6); Ingegneria dei Sistemi Aerospaziali, 56 (6); Ingegneria Sistemi Medicali, 9 (3).
Il corso di Ingegneria dei Sistemi Aerospaziali si svilupperà solo nella sede di Taranto del Poliba mentre quello di Ingegneria Civile ed Ambientale riguarderà oltre Taranto anche la sede di Bari. Termine scadenza domande per partecipare al TAI di settembre: martedì, 25 agosto. Tutte le informazioni necessarie sono presenti sul sito del poliba, http://www.poliba.it/didattica/test-di-ammissione

Comunicato stampa.

MATERA. Il Politecnico di Bari partner del progetto approvato e finanziato dal MISE

Prototipo in Italia e con una dote di 15 milioni di euro, si propone come volano di sviluppo del territorio ed esempio nazionale. Tra i temi di studio per possibili applicazioni: intelligenza artificiale, IoT, blockchain, realtà aumentata, 5G. Gli altri partners: Comune di Matera (responsabile); CNR, Università della Basilicata. Il Poliba in campo con i Dipartimenti di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione; Meccanica, Matematica, Management; Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura

Bari, 17 agosto 2020 – Matera all’alba della storia dell’uomo; Matera del neolitico, greca e romana; Matera immobile nel tempo, invisibile, dimenticata; Matera simbolo della civiltà contadina; Matera che commuove il presidente, De Gasperi; Matera abbandonata e riscoperta; Matera capitale europea della cultura; Matera e le nuove tecnologie emergenti; Matera, dove passato e presente mescolano il futuro.

La fucina delle idee, della sperimentazione, dell’innovazione, del futuro, ha un nome, che è anche progetto: “La casa delle tecnologie emergenti di Matera”. La prima in Italia, pioniera di un nuovo sviluppo. La sua missione è quella di contaminare, partendo proprio dalla città dei Sassi (che diventa laboratorio nazionale), nuove possibilità di sviluppo per il territorio locale e nazionale attraverso le nuove tecnologie digitali.

Gli strumenti per proporre il nuovo cambiamento sono: una nuova creatività unita alla sperimentazione e all’uso delle tecnologie emergenti: intelligenza artificiale, robotica avanzata, sistemi IoT (internet delle cose), blockchain, applicazioni 5G, realtà aumentata, tecnologie di ripresa 3D capaci di sviluppare prodotti e servizi innovativi.

Una “casa” che accoglie le imprese e le loro esigenze, che punta a migliorare i servizi pubblici, che propone e sperimenta ricerca scientifica, didattica e formazione, supporta progetti di ricerca, start-up e produce soprattutto trasferimento tecnologico.

Il progetto, redatto dal Comune di Matera a fine 2019, in collaborazione con CNR, Politecnico di Bari, Università della Basilicata, è stato approvato e finanziato in pari anno dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). Con una dotazione di 15 milioni di Euro, ha trovato nell’atto formale, sottoscritto dalle parti nella sede del Municipio di Matera lo scorso 4 agosto la fase d’avvio. Presenti, per la circostanza: il sindaco di Matera, Raffaello de Ruggeri e l’assessore, Gianpaolo D’Andrea; il Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, la Rettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole; la componente della segreteria del Presidente CNR, Marta Rapallini e la coordinatrice del Centro Interdipartimentale, Gelsomina Pappalardo.

Ai partners di progetto il Comune di Matera riconoscerà: 3 milioni 203 mila euro al CNR; 1 milione 476 mila euro al Poliba e 1 milione 770 mila euro a UNIBAS.

Prototipo in Italia, vero centro di trasferimento tecnologico, supporterà progetti di ricerca e sperimentazione verso le piccole e medie imprese grazie allo sforzo congiunto di cooperazione degli attori firmatari. La Casa delle Tecnologie emergenti avrà un suo luogo fisico e uno virtuale gemello per proporre simulazioni e sperimentazioni. Il fabbricato (400 mq) avrà anche un’area scoperta (6000 mq) “giardino delle tecnologie” e sorgerà a Matera in via Ettore Maiorana. Con un costo di 1,8 milioni euro, sarà pronto tra sette mesi. Il centro sarà connesso agli altri nodi tecnologici della città, aziende, startup nazionali ed internazionali; nel centro sarà realizzata una infrastruttura tecnologica urbana che fornirà un sistema di supporto alle innovazioni nelle città italiane e favorirà la creazione di nuove competenze a livello nazionale; saranno condotte sperimentazioni atte a sviluppare servizi e progetti innovativi volti al trasferimento tecnologico, usando come laboratorio l’intera città; coinvolgerà scuole e cittadini della città per promuovere la formazione delle professioni del futuro.

Il Politecnico di Bari e il Progetto della Casa delle Tecnologie emergenti di Matera. “Per il Politecnico di Bari assume particolare rilievo la partecipazione al progetto in qualità di partner scientifico” – dice il Rettore del Poliba, Francesco Cupertino. “In esso – continua - sono racchiusi compiti istituzionali e strategici che perseguiamo da tempo, costantemente: ricerca, formazione, trasferimento tecnologico. La partecipazione alla Casa delle tecnologie emergenti di Matera rappresenta una ulteriore testimonianza della qualità scientifica riconosciuta al nostro ateneo. Il Poliba ha intrapreso da tempo un percorso di collaborazione e sostegno alle piccole e medie imprese del territorio attraverso il supporto scientifico e il trasferimento tecnologico. Le nuove tecnologie rappresentano delle importanti opportunità di sviluppo territoriale. Per queste ragioni intendiamo offrire le nostre capacità scientifiche e per queste ragioni ho proposto ai partner di progetto anche l’istituzione di un apposito dottorato di ricerca interateneo dedicato all’iniziativa”. Proposta ben accolta.”

L’accordo prevede tempi, temi e modalità di partecipazione delle parti al progetto. Per parte Politecnico il coordinatore scientifico è il prof. Tommaso Di Noia, ordinario di "Intelligenza Artificiale e Machine Learning". Il progetto prevede il coinvolgimento scientifico dei Dipartimenti di Elettronica e dell’Informazione (DEI); Meccanica, Management, Matematica (DMMM); Ingegneria Civile e dell’Architettura (DICAR). I contributi di docenti e ricercatori del Poliba riguarderanno le tematiche relative alla Extended (Augmented/Virtual/Mixed) Reality, Robotica e stampa 3D, applicazioni del 5G, Industria 4.0, Quantum Computing, imprenditorialità e innovazione.

I temi – sottolinea il prof. Di Noia - avranno come elemento chiave e trasversale l’Intelligenza Artificiale identificata oramai come volano per la nuova rivoluzione industriale in corso. Le competenze e i laboratori già presenti all’interno del Politecnico di Bari diverranno una estensione di quanto si andrà a costruire ed allestire nella città di Matera. Nei fatti, i laboratori del Politecnico andranno a complementare l’offerta tecnologica per la progettazione e sperimentazione di nuovi prodotti e applicazioni incentrate sulle tecnologie emergenti mentre l’ampia competenza dei docenti e ricercatori permetterà una più agile ed efficace identificazione di bisogni e soluzioni “provenienti dal” e “suggerite al”  mondo industriale e, più in generale, imprenditoriale.

Grazie alla Casa delle Tecnologie Emergenti della città di Matera, verrà data la possibilità a una nuova generazione di ricercatori di cimentarsi con tecnologie e tematiche che sono alla frontiera tra la ricerca e l’industrializzazione attraverso assegni di ricerca e nuove posizioni da ricercatore pensati ad hoc per lo sviluppo del progetto nella sua globalità.

 

Il progetto della Casa delle Tecnologie Emergenti prevede apposite verifiche dei risultati nel corso della sua attuazione. La sua conclusione è prevista, come da accordi sottoscritti, entro il 10 dicembre 2024.

 

 

Comunicato Stampa.

Bilancio. Il Consiglio di Amministrazione del Poliba approva il bilancio consuntivo 2019

Bari, 1° agosto 2020 – Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione del Politecnico di Bari, presieduti dal Rettore, il 30 e 31 luglio 2020, all’unanimità, hanno dato il via libera al Bilancio di esercizio 2019, manifestando soddisfazione per gli importanti risultati gestionali registrati.
Sul più importante documento amministrativo, che fotografa annualmente la situazione reale di funzionamento del Poliba, anche i Revisori dei Conti, lo scorso 29 luglio, avevano espresso parere favorevole.
Conti in ordine, bilancio sano e soprattutto in attivo costituiscono gli elementi portanti e positivi del Politecnico anche sul piano gestionale. Il conto economico in particolare, evidenzia un utile di esercizio di circa 4 milioni di euro.
Dallo Stato patrimoniale si rileva, inoltre, un patrimonio netto di circa 67 milioni di euro, comprensivo delle riserve vincolate, mentre il patrimonio immobiliare e mobiliare ammonta a circa 134 milioni di euro.
Un traguardo non affatto scontato, se confrontato ad altre amministrazioni universitarie. Il Politecnico, dunque, propone un modello amministrativo-gestionale d’esempio, che gli consentirà una più energica ed efficace programmazione per il futuro.
Anche il Fondo di Finanziamento Ordinario evidenzia un trend in costante crescita, passando da un’assegnazione di 37,1 mil. di euro del 2014 a 43,8 mil. di euro del 2019.
Questi lusinghieri risultati trovano conferma negli indicatori di sostenibilità economico finanziaria certificati dal Ministero, anch’essi in costante miglioramento negli ultimi anni, come di seguito evidenziato nella sottostante tabella.

I predetti indicatori hanno consentito di programmare 34 concorsi, per la maggior parte destinati al reclutamento di nuovi ricercatori di tipo b) o per attrarre nuovi docenti, che saranno a breve banditi, cui si aggiungono 32 ricercatori a tempo determinato di tipo a), che sarà possibile reclutare grazie al contributo regionale (Refin), così potendo arricchire la didattica e la ricerca con nuovi giovani docenti.
Sarà possibile, altresì, programmare interventi a favore degli studenti, anche attraverso l’erogazione di borse di studio, così consentendo di mitigare le difficoltà delle famiglie, alle prese con la crisi determinata dall’emergenza epidemiologica, e del personale tecnico amministrativo e bibliotecario.
“Il Bilancio di esercizio - dice il Direttore Generale, Sandro Spataro - evidenzia una solida struttura economico-finanziaria, frutto di una gestione oculata e al tempo stesso attenta ai bisogni della propria Comunità. Oggi – continua - il Politecnico di Bari può proiettarsi con fiducia verso nuovi investimenti di miglioramento delle condizioni degli studenti e della ricerca”.
“Lo studente resta sempre al centro delle nostre attenzioni”, dice il Rettore, Francesco Cupertino. “Con l’inizio del nuovo anno accademico miglioreremo ancor più i servizi ai nostri studenti: intendiamo utilizzare parte degli utili di bilancio per favorire borse di studio, finanziare progetti di didattica innovativa e rafforzare i laboratori didattici. Ci piacerebbe che gli studenti e le loro famiglie leggessero la nostra chiara carta d’identità amministrativo-contabile-gestionale, quale è il bilancio di una università, come un modello organizzativo efficiente, trasparente, capace di supportare efficacemente il cammino di formazione di chi affida nelle nostre mani il proprio futuro”.

Comunicato stampa.

Immatricolazioni Poliba. 120 posti disponibili. Le domande per la selezione fino al 25 agosto

In continua ascesa, è stata classificata dal rapporto Censis 2020 al terzo posto in Italia

Bari, 29 luglio 2020 – Cronologicamente, nella trentennale storia del Politecnico, alla corposa offerta didattica della ancor più remota Ingegneria e successivamente di Architettura, Disegno Industriale, ha rappresentato una risposta formativa di rilievo, adeguata ai tempi e di completamento in un campo, quello del design, poco esplorato nelle regioni meridionali.
Istituito nell’anno accademico 2002-2003, e con accesso a numero strutturato (inizialmente 50 studenti), trova le sue radici nella Facoltà di Architettura del Poliba.
Ma chi è il designer oggi? E’ una figura moderna, in evoluzione. E’ sicuramente un mediatore tra il settore scientifico e quello umanistico. Capace di trovare una sintesi tra l’ideazione e la realizzazione di un prodotto, di un oggetto, che guarda l’estetica, l’ergonomia, la funzionalità, la produzione e commercializzazione. Molteplici sono le forme in cui trova applicazione: navale, interni, grafica, moda, comunicazione, sostenibilità. 
Queste ragioni duttili e creative, adatte ai tempi, hanno dato a Disegno Industriale del Poliba impulso e riscontro sul piano delle scelte degli studenti. Lo confermano i dati. Nell’ultimo quinquennio ha registrato rilevanti incrementi: dai 292 partecipanti alla selezione dell’anno accademico 2015-16 ai 353 del 2018-19 per 120 posti messi a concorso. Ciò in linea con l’incremento generalizzato delle immatricolazioni al Politecnico di Bari degli ultimi sei anni con un + 38% e in controtendenza con quanto accade in molti atenei italiani.
Andamento  di qualità stigmatizzato anche dalla recentissima classifica CENSIS 2019-20 che pone il corso di laurea triennale in Disegno Industriale del Poliba al terzo posto assoluto in Italia, dopo lo IUAV di Venezia e l’Università di Ferrara, prima dei Politecnici di Torino e Milano.
Su questo rilevante risultato si esprime la coordinatrice del corso di Disegno Industriale del Poliba, prof. Annalisa Di Roma: “il Censis rileva l’efficacia del corso di laurea sia in termini di carriera accademica sia in termini di ricaduta occupazionale. Studiare Design nel Politecnico del sud Italia significa avere garanzia di una formazione seria e robusta, eredità dei corsi di Ingegneria ed Architettura; garanzia di una adeguato bilanciamento tra le aspettative di apprendimento e le performance di carriera, grazie alla guida dei suoi docenti; garanzia di condividere la passione per il Design della comunità scientifica e dei professionisti, attraverso i workshop, le lectures ed i seminari organizzati”. 
Gli chiediamo: il corso di Disegno Industriale è relativamente giovane, eterogeneo, in continua evoluzione, ma preferito dagli studenti. Chi è il nuovo designer che intende formare il Poliba?
La sfida intrapresa dal corso di laurea sin dalla sua istituzione è quella di formare progettisti in grado di coniugare tradizione e innovazione: la tradizione di un contesto socio culturale aperto e inclusivo, profondamente radicato nella propria storia e nelle proprie radici culturali; l’innovazione tecnologica e tecnica che caratterizza le imprese del territorio, player importanti del contesto nazionale ed internazionale.
Il Designer del Politecnico di Bari ha una solida formazione scientifica ed una profonda cultura umanistica: è in grado di riconoscere e trarre valore tanto dai processi artigianali quanto dagli standard avanzati nel contesto digitale dell’industria contemporanea, mettendo al centro l’uomo e l’ambiente.

Qual'è il rapporto del corso di laurea con il territorio? E la spendibilità del titolo?
Il corso di laurea è cresciuto negli anni attraverso la collaborazione costante con le imprese nel territorio: mobile imbottito e arredo, tessile e confezione, calzature di sicurezza e abiti da lavoro, ceramica ed ebanisteria, imprese tecnologiche fornitrici di servizio, enti ed istituzioni pubbliche. In particolare, il corso ha saputo costruire il dialogo tanto con la dimensione artigianale delle piccole botteghe, quanto con i grandi player industriali, i distretti e le agenzie territoriali.
Il rapporto con il territorio ha, nel tempo, contribuito alla credibilità e l’autorevolezza del Design made in Puglia. Il designer del Poliba è riconosciuto come portatore di valore aggiunto in tutti i contesti a cui apre il titolo di laurea triennale sia della formazione magistrale sia professionale.

Intanto, per la selezione e le immatricolazioni al Corso di Laurea triennale in Disegno Industriale del Poliba per il prossimo anno accademico 2020-2021, un apposito bando di concorso ne prevede modalità, tempi e procedure. 
I posti disponibili sono 120, di cui 1 per studenti non comunitari residenti all’estero e 1 per studenti cinesi (contingente Marco Polo). Per partecipare al concorso è necessaria una iscrizione, mediante il portale “Esse 3” del Politecnico. Le iscrizioni di partecipazione si concluderanno il prossimo 25 agosto. La prova di selezione avrà inizio il 14 settembre e avrà una durata di sessanta minuti. Questa, su scelta del candidato, potrà avvenire in presenza  presso le aule del Politecnico o da remoto tramite software Webex e browser SEB - Safety Exam Browser.
La prova di ammissione consisterà in una serie di cinquanta quesiti a risposta multipla, di cui una sola esatta tra le cinque indicate, così suddivise: 18 per l’argomento di Disegno e Rappresentazione; 18 di Storia dell’Arte; 7 per Logica e Cultura generale; 7 per Matematica e Fisica. 
Il punteggio della prova verrà così calcolato: 1,25 punti per ogni risposta esatta ad un quesito di Disegno e Rappresentazione; 1,15 punti per ogni risposta esatta ad un quesito di Storia dell’Arte; 0,5 punti per ogni risposta esatta ad un quesito di Matematica, Fisica, Logica e Cultura Generale. Verrà attribuita una penalizzazione pari a -0,25 punti per ogni risposta sbagliata; Il valore attribuito ad una risposta non data sarà pari a 0 punti. 
Per superare la prova bisognerà raggiungere almeno 10 punti. Avranno diritto all’immatricolazione i candidati utilmente collocati nella graduatoria finale, entro il numero di posti disponibili.

Date riassuntive di riferimento

DATA DI INIZIO DELLE  PROVE

ISCRIZIONI AL TEST

PUBBLICAZIONE CALENDARIO TURNI

DATE DI IMMATRICOLAZIONE

Dal 14 settembre

15 luglio -25 agosto

7    settembre  2020

24 settembre - 1 ottobre 

 

 

Comunicato stampa.

Ricerca. Sottoscritto il finanziamento al dottorato di ricerca interateneo “Industria 4.0”

Di durata triennale, sarà dedicato alla realtà virtuale e aumentata, applicata in particolare alle attività di manutenzione e assistenza degli impianti produttivi

Bari, 27 luglio 2020 – “Memento Audere Semper” (ricordati di osare sempre). In questa locuzione latina di d’annunziana memoria, declinata ad imprese straordinarie, si è riconosciuta la ultratrentennale storia della Masmec S.p.A. di Bari e del suo fondatore, l’ing. Michele Vinci. 
“Audere”, attraverso l’innovazione, è stata la chiave strategica, che ha portato Masmec a distinguersi nel panorama nazionale e internazionale. L’innovazione, l’unica strada per creare valore, sempre, anche nei momenti di crisi come l’attuale, distingue Masmec anche oggi. Con un giro di affari di 35 milioni di euro e il 15% del suo fatturato destinato in ricerca e sviluppo, Masmec continua a “osare” sull’innovazione come volano per la creazione di valore. 
Nata come azienda di progettazione si è specializzata nella realizzazione per le multinazionali dell’industria automotive di macchine automatiche personalizzate per assemblaggio e collaudo di componenti quali: iniettori, cambi, frizioni, motori, pompe e molto altro ancora. Pezzi unici, frutto della ricerca continua nell’ambito della più avanzata tecnologia di precisione, della robotica e della meccatronica. Ed è proprio la specializzazione nelle tecnologie di precisione e la robotica che hanno indotto Masmec dieci anni fa a fondare anche la divisione Masmec Biomed, specializzata nella realizzazione di dispositivi medicali e biotech finalizzati alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie. 
Membro dell’Organo di Coordinamento e Gestione del Cluster Fabbrica Intelligente, Masmec S.p.a. oggi conta 250 dipendenti: il 55% è laureato; 100 di questi (40%) provengono dal Politecnico di Bari. Con un trend in ascesa, Masmec forte dei suoi 25 brevetti, e una media di due all’anno, propone due sfide dal sapore antico ma fortemente attuali: una produzione personalizzata ancora più spinta e di alta specializzazione e la valorizzazione delle competenze dei propri collaboratori.
Per sostenere i nuovi confini dell’esplorazione scientifica, Masmec, forte di un antico rapporto con il Politecnico ha inteso finanziarie un nuovo dottorato interateneo di ricerca, denominato, “Industria 4.0” attivato a maggio 2020 dallo stesso Poliba. “Il nuovo Dottorato in “Industria 4.0” – dice la coordinatrice del dottorato, Mariagrazia Dotoli, ordinario di Automatica del Politecnico di Bari – erogato congiuntamente dal Politecnico e dall’Università di Bari, è incentrato sul paradigma dell’industria 4.0 ed in particolare sulla convergenza e integrazione tra tecnologie di produzione e della informazione. Si tratta di un percorso di alta formazione orientato al trasferimento tecnologico, basato su un confronto continuo e proattivo con il mondo industriale, in particolare regionale. Gli ambiti riguardano: produzione avanzata, additive manufacturing, realtà aumentata, simulazione e digital twin, integrazione horizzontale/verticale, internet of things industriale, cloud computing, cybersecurity, big data”. 
Per queste ragioni, Masmec e il Politecnico di Bari hanno formalizzato e rafforzato la reciproca collaborazione lo scorso venerdì, 24 luglio presso la sede dell’azienda con la sottoscrizione del finanziamento della borsa “Virtual Maintenance and Technical Assistance” destinata a sostenere il dottorato di ricerca “Industria 4.0”, XXXVI ciclo.
Dopo una visita aziendale a cui ha partecipato anche il fondatore della Masmec, ing. Michele Vinci, sono stati sottoscritti gli accordi dal rettore del Poliba, Francesco Cupertino e dall’amministratore delegato di Masmec, Daniela Vinci che, a margine dell’incontro, hanno così commentato. Daniela Vinci: “Lo scambio continuo di esperienze con gli attori della ricerca e dell’innovazione permette a chi fa impresa di ampliare la visione strategica e di agire con maggiore consapevolezza in un contesto in continua evoluzione. Più volte, come azienda, abbiamo attinto alla più alta formazione universitaria per supportare innovazioni e diversificazioni, sia in termini di prodotto che di business. Abbiamo trovato nel Politecnico di Bari un partner sensibile e lungimirante, oltre che un eccellente incubatore di talenti.” 
Francesco Cupertino: «Siamo convinti che questo investimento nella ricerca da parte del nostro Ateneo e di aziende di riferimento per il territorio come Masmec in settori strategici per la regione quale è Industria 4.0 sia un significativo contributo alle possibilità di carriera dei nostri Ingegneri. Rispetto ai laureati, tutte le più recenti indagini occupazionali mostrano che i dottori di ricerca hanno migliori prime retribuzioni, tassi di occupazione più alti e più contratti a tempo indeterminato. Ciò è tanto più rilevante in un momento difficile come quello attuale, in cui diviene lungimirante buttare il cuore oltre l’ostacolo, investendo nelle competenze del Paese e nel futuro dei nostri giovani.»
Il dottorato di ricerca, “Industria 4.0” è incardinato nel Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione, in collaborazione con il Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management del Politecnico, con il Dipartimento Interateneo di Fisica e con tre dipartimenti dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari: Chimica, Informatica, Farmacia. Esso si colloca tra le numerose iniziative messe in campo dal Politecnico per avvicinare la ricerca alle esigenze reali dell’industria.

Comunicato stampa.

Didattica. Dopo le Biblioteche, da domani, 14 luglio rush finale per 500 laureandi

Bari, 13 luglio 2020 – Il Politecnico verso la normalizzazione. Dopo l’apertura delle Biblioteche, lo scorso 9 luglio, anche le sedute di laurea, seppur con le massime precauzioni, tornano in presenza a Bari e Taranto per tutta la prossima seconda metà del mese di luglio.
Circa 500 laureandi, con una media giornaliera di 50 aspiranti dottori, popoleranno da domani, martedì, 14 luglio sino al 31 del corrente mese, il campus universitario di Bari, mentre il 16 coinvolgerà la sede di Taranto. Sono previste parallelamente anche sedute di laurea on-line per coloro, che per ragioni logistiche sono impossibilitati a raggiungere le sedi di Bari e Taranto perché, ad esempio all’estero.
Le modalità. Sono due i turni giornalieri, a partire dal 14 luglio: ore 8.30 e ore 16.00. Per la sede di Taranto invece, si comincia alle ore 11.00 (16 luglio).
I laureandi dovranno presentarsi al punto di accesso al campus nel giorno ed orario comunicato dalla segreteria studenti con un apposito modulo compilato in ogni sua parte e sottoscritto, contenente l’eventuale indicazione di massimo quattro nominativi di persone facenti parte del proprio gruppo familiare che saranno presenti alla seduta di laurea. Al momento dell’accesso avverrà il controllo della temperatura e, nel caso di necessità, la distribuzione di mascherine.
Il Poliba conserverà per 15 giorni il modulo con i nominativi dei parenti così come previsto dalla normativa. Senza il modulo sottoscritto i parenti dei laureandi non potranno entrare. Gli ospiti seguiranno la seduta di laurea in un area attrezzata presso la piazzetta coperta “Cherubini” del Poliba su maxischermo, mentre il laureando si accomoderà nell’aula indicata. E’ prevista comunque anche la diretta streaming.

Ecco il programma completo delle lauree in presenza:

Sedute di Laurea del 14 Luglio

Aula Magna Attilio Alto, ore 8.30

INGEGNERIA ELETTRICA
INGEGNERIA ELETTRONICA E DELLE TELECOMUNICAZIONI
INGEGNERIA DEI SISTEMI MEDICALI

Aula Magna Attilio Alto,  ore 16.00

INGEGNERIA INFORMATICA E DELL’AUTOMAZIONE

Sedute di Laurea del 16 Luglio - sede di Taranto – ore 11.00

INGEGNERIA DEI SISTEMI AEROSPAZIALI
INGEGNERIA MECCANICA

Sedute di Laurea del 17 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

LAUREA INGEGNERIA MECCANICA 

Aula Magna Attilio Alto – ore 16.00

LAUREA INGEGNERIA MECCANICA

Sedute di Laurea del 20 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

ARCHITETTURA

Aula Magna Attilio Alto – ore 16.00

INGEGNERIA EDILE

INGEGNERIA DEI SISTEMI EDILIZI

Sedute di Laurea del 21 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

ARCHITETTURA

Aula Magna Attilio Alto – ore 16.00

INGEGNERIA CIVILE
INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE

Aula Magna di Architettura – ore 16.00

INGEGNERIA CIVILE
INGEGNERIA PER L'AMBIENTE E IL TERRITORIO

Sedute di Laurea del 22 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

ARCHITETTURA

Aula Magna Attilio Alto – ore 16.00

INGEGNERIA MECCANICA

Aula Magna di Architettura – ore16.00

INDUSTRIAL DESIGN

Sedute di Laurea del 23 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

INGEGNERIA GESTIONALE

Aula Magna Attilio Alto – ore 16.00

INGEGNERIA ELETTRONICA
INGEGNERIA ELETTRICA
INGEGNERIA DELL'AUTOMAZIONE
INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI
INGEGNERIA INFORMATICA

Aula Magna di Architettura – ore 16.00

ARCHITETTURA

Sedute di Laurea del 24 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

INGEGNERIA GESTIONALE

Aula Magna Attilio Alto – ore 16.00

INGEGNERIA GESTIONALE

Sedute di Laurea del 27 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

DISEGNO INDUSTRIALE

Sedute di Laurea del 28 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

DISEGNO INDUSTRIALE

Sedute di Laurea del 29 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

DISEGNO INDUSTRIALE

Sedute di Laurea del 30 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

DISEGNO INDUSTRIALE

Sedute di Laurea del 31 Luglio

Aula Magna Attilio Alto – ore 8.30

DISEGNO INDUSTRIALE.

Comunicato stampa.