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Comunicati stampa 2020

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Risorse idricheIeri, 30 gennaio, nell’aula magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari

Bari, 31 gennaio 2020 - In un’epoca storica segnata da un crescente timore per i cambiamenti climatici, il tema del riutilizzo delle acque reflue pone diversi interrogativi alla comunità scientifica e alla società civile. Il progresso tecnologico in tal senso avanza di pari passo con nuove e crescenti sfide: quali sono le applicazioni concrete del riuso degli effluenti? Come rispondere alle esigenze di sicurezza per la salute dell’uomo e dell’ambiente circostante? Per provare a rispondere ai tanti quesiti sul tema, giovedì 30 gennaio il Politecnico di Bari ha tenuto il seminario “Riuso delle acque reflue: innovazioni tecnologiche e condizionamenti sociali e gestionali”. L’evento scientifico si inserisce nell’ambito del progetto INTERREG GREECE-ITALY “Re Water”, coordinato da AQP spa come partner capofila di un consorzio internazionale sulle due sponde del Mar Adriatico.
Le sfide poste dal riutilizzo delle acque reflue richiede un approccio sempre più multidisciplinare, che passa dagli studi di fattibilità tecnica all’analisi del contesto socio-economico in cui operare. Per far questo, il Politecnico ha riunito esperti provenienti da diversi enti pubblici, accademici e delle associazioni di categoria.
Dopo i saluti istituzionali di Francesco Cupertino, Rettore del Politecnico di Bari, Umberto Fratino, Direttore del DICATECh, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica, Politecnico di Bari, Nicola Di Donna, Responsabile Ricerca, Sviluppo e Attività Internazionali AQP, Vitantonio Amoruso, Consigliere Delegato dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari, Paolo Campanella, Responsabile Regionale dell’Associazione Ingegneri Ambiente e Territorio e Alberto Ferruccio Piccinni, Politecnico di Bari, Chairman, la sezione tecnica è stata aperta dall’Ing. Andrea Zotti, dirigente della Sezione Risorse Idriche della Regione Puglia. Nel corso del suo intervento Zotti ha sottolineato i principali vantaggi del riuso per la collettività, che vanno dalla riduzione dell’impatto ambientale al recupero di aree dalla notevole valenza ambientale. In tal senso la Puglia ha già un piano di investimenti, nell’ambito del POR 2014-2020, per poter avviare sistemi di recupero e riutilizzo delle acque reflue urbane depurate. I vantaggi sono potenzialmente tanti, sia in termini economici che ambientali: dall’abbattimento dei costi direttamente connessi alla risorsa idrica, a quelli legati ad esempio alla concimazione in campo agricolo. Le acque prodotte, infatti, sarebbero già ricche di composti azotati necessari in campo agricolo.
L’ing. Marta Barile, rappresentante del Consorzio di Bonifica Terra di Apulia, ha evidenziato come lo sfruttamento delle acque di falda abbia già raggiunto il limite di stress fisiologico, e che già dagli anni ’90 si svolgono interventi infrastrutturali per il riuso ambientale. Tuttavia, molto spesso le opere realizzate non sono in funzione: gli operatori agricoli e commerciali locali dimostrano spesso una certa reticenza verso l’utilizzo delle acque prodotte. Le cause, conclude Barile, sarebbero da ricercare nei limiti troppo restrittivi imposti dalla legislazione italiana, così come nella necessità di ulteriori interventi da operare sugli impianti mai entrati in esercizio.
La Dott. Alessandra Scardigno, membro dell’Istituto Agronomico Mediterraneo (IAM) di Bari, concorda sull’incidenza degli aspetti socio-economici sulla reticenza nei consumi: diversi studi internazionali dimostrano una critica mancanza di supporto da parte della società civile in tal senso. Le motivazioni sarebbero insite ad esempio nella percezione negativa sulla qualità dell’acqua utilizzata, o nella mancanza di consapevolezza dei benefici apportati dal riutilizzo delle acque trattate. Tale scenario si propone anche in ambito locale, nonostante la diffusa percezione del problema della scarsità idrica. Un possibile miglioramento per questo scenario, ha concluso la ricercatrice, è da ricercare in un metodo partecipato che risponda ai bisogni concreti degli utilizzatori e che dimostri sul campo la fattibilità del riutilizzo.
Secondo il Prof. Emanuele Tarantino (Università di Foggia) le indagini sul campo rivelano come le aziende manifestino l’esigenza tecnologica di gestire e valorizzare i reflui prodotti. In questo senso, il valore fertilizzante delle acque affinate è importante in campo agricolo almeno quanto l’acqua stessa. Il riutilizzo può rappresentare una risorsa di importanza strategica, ha affermato Tarantino, ma occorre garantire l’affidabilità degli impianti, controlli e monitoraggi ambientali costanti.
Un altro ambito dagli scenari promettenti è quello del Managed Aquifer Recharge (MAR), ovvero quelle misure per una ricarica controllata della falda. L’interesse verso l’argomento è cresciuto costantemente nel corso degli anni, come dimostrato dall’aumento di pubblicazioni scientifiche durante gli ultimi cinquant’anni. Le sperimentazioni condotte dimostrano che tali tecniche, al netto delle criticità ancora da risolvere, permetteranno nel futuro di contrastare fenomeni climatici intensi come la siccità, e di migliorare e proteggere la qualità delle acque nelle falde idriche sotterranee.
I lavori sono stati conclusi dagli interventi dell’Ing. Fabrizio Dell’anna (AqP) e del Prof. Danilo Spasiano (PoliBA), che hanno relazionato rispettivamente sugli interventi e sulla tecnologia sperimentati nell’impianto di affinamento di Gallipoli. nel comune Salentino i partner del progetto Re Water stanno sperimentando un sistema che combina raggi UV e acqua ossigenata per la rimozione avanzata dei cosiddetti composti recalcitranti; l’utilizzo di tale tecnologia permetterà in una successiva fase pilota l’impiego delle acque trattate per il lavaggio delle strade.
L’evento di oggi ha dimostrato come il percorso per un efficace riutilizzo delle acque reflue sia ancora costellato da interrogativi e sfide tecnologiche. Nonostante questo, le ricerche e le sperimentazioni degli ultimi decenni dimostrano che in un futuro non troppo lontano sarà possibile un utilizzo sempre più razionale delle nostre preziose risorse idriche. L’obiettivo ambizioso, e neanche così utopistico, è di poter avvicinarsi quanto più possibile alla chiusura del ciclo dell’acqua.

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Dottorato di ricerca. Finanziato e riservato a giovani laureati vede il pieno coinvolgimento del Politecnico di Bari e dell’Università di Bari “Aldo Moro”
Gli studi favoriranno ricadute e applicazioni nei settori: telecomunicazioni ottiche, bio-fotonica, sviluppo di materiali innovativi

Bari, 10 febbraio 2020 – La fotonica e la sensoristica avanzata, con inevitabili risvolti e applicazioni nei campi delle telecomunicazioni ottiche, della bio-fotonica e dello sviluppo di materiali innovativi saranno oggetto di studio di un apposito e avanzato progetto di ricerca europeo congiunto.  
OPTAPHI, questo è il nome, è un progetto di dottorato di ricerca ed è finanziato dal programma di ricerca “Horizon 2020 - Marie Skłodowska-Curie”. Come si ricorderà, i progetti “Marie Skłodowska-Curie” costituiscono uno dei programmi di finanziamento più competitivi nel programma quadro Horizon 2020 e ad oggi, il progetto OPTAPHI è l’unico progetto, “Marie Skłodowska-Curie”, tra quelli finanziati nel 2019, in cui figurano università del sud Italia. 
Dei quattordici dottorati di ricerca previsti e finanziati dal progetto, otto coinvolgeranno i futuri dottorandi del Politecnico di Bari e dell’Università di Bari “Aldo Moro” (quattro per parte). 
Gli studenti di dottorato, selezionati da apposito bando, progetteranno e svilupperanno sensori ottici avanzati con applicazioni nei settori del rilevamento ambientale, dell'agroalimentare e del monitoraggio di processi industriali, settori chiave questi, per lo sviluppo futuro di una società moderna. 
Il progetto mira infatti, a rendere i sensori compatti ed a basso impatto energetico da poter essere montati su drone, aprendo nuove frontiere di indagine in ambito industriale, ambientale e di sicurezza.
Il bando. Per poter partecipare è necessario essere in possesso di laurea specialistica nelle discipline Fisico-Chimico-Ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni. 
Ogni studente selezionato intraprenderà un innovativo programma di ricerca condiviso tra due università partner, permettendogli di conseguire un dottorato di ricerca valido in entrambe le sedi. Le attività di ricerca e formazione comprenderanno estesi periodi di ricerca presso industrie selezionate, seminari e partecipazione a scuole estive e congressi internazionali. Lo stipendio mensile previsto per ogni studente supera i 3000 euro.
Le università coinvolte nel progetto, OPTAPHI sono: Cork Institute of Technology (Irlanda), coordinatore, Politecnico di Bari (Italia), Università degli Studi di Bari, “Aldo Moro” (Italia), Technical University di Vienna (Austria), Università di Montpellier (Francia).
Tutte le informazioni per poter partecipare alle procedure di selezione sono contenute nel sito web del progetto www.optaphi.eu
 "Aver ricevuto questo tipo di finanziamenti - sostengono i proff. Spagnolo Vincenzo e Marco Grande, coordinatori del progetto, OPTAPHI per gli atenei di Bari del Politecnico e dell’Università “Aldo Moro” - ci consentirà di attrarre anche giovani brillanti dall’estero e creare un contesto di ricerca internazionale, in sinergia con le principali aziende europee operanti nel campo della fotonica e sensoristica ottica".

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Interreg Grecia-Italia, Re-WaterIl 30 gennaio, al Poliba, risultati e novità sulle ricerche 

Una ricerca innovativa, condotta nella sede di Taranto del Politecnico, consentirà in primavera una sperimentazione su scala pilota, presso il depuratore AQP di Gallipoli, della rimozione dei contaminanti emergenti

Bari, 27 gennaio 2020 – I cambiamenti climatici in corso, caratterizzati da ripetuti e perduranti periodi di siccità, contestualmente all’aumento delle necessità idriche per uso civile, agricolo e industriale, hanno inevitabilmente portato le organizzazioni statali a ridisegnare le politiche di gestione del bene idrico per favorire comportamenti consapevoli e responsabili. 
Oggi, studi e innovazioni tecnologiche, consentono di razionalizzare l’utilizzo delle acque, secondo le varie necessità, evitando lo spreco di un uso indiscriminato.  
Il recupero delle acque reflue o di scarico, se opportunamente trattate da moderni depuratori può rappresentare una risorsa in grado di tamponare il sovra-sfruttamento delle riserve idriche.
Su questo fronte, la comunità scientifica mondiale è fortemente impegnata e gli studi condotti negli ultimi decenni hanno determinato rilevanti innovazioni nel settore tecnologico ed infrastrutturale. 
In Puglia, l’Acquedotto Pugliese gestisce già dieci depuratori dotati di linee di trattamento in grado di rendere riutilizzabili, generalmente in ambito agricolo, le acque reflue urbane. 
Come accade nel resto del Paese, sebbene la qualità dei reflui affinati da AQP sia elevata, ci sono ancora problematiche politiche, gestionali e sociali che ne limitano il riutilizzo. Inoltre, se da un lato sono necessari interventi di pianificazione e di regolamentazione del riuso, dall’altro bisogna proseguire studi e ricerche per aumentare lo standard qualitativo degli reflui da riutilizzare. 
Il Politecnico di Bari, in collaborazione con Acquedotto Pugliese, è da tempo impegnato in studi riguardanti il riuso delle acque reflue. 
Il recente e finanziato Progetto europeo, INTERREG GRECIA-ITALIA “RE WATER” ha messo insieme, in qualità di partner, per offrire il massimo sforzo su studi, ricerche e sperimentazioni sul riuso delle acque reflue l’Acquedotto Pugliese, il Politecnico di Bari, il Comune di Gallipoli, il Comune e l’Università di Patrasso, l’Impresa comunale di approvvigionamento idrico e della rete fognaria di Patrasso e la sezione Risorse Idriche della Regione Puglia.
Tale progetto punta a facilitare l’introduzione di tecnologie e processi ecosostenibili nella gestione delle acque reflue, favorendo l’attuazione di contrasto contro l’inquinamento delle acque marine tramite una migliore gestione e successivo riutilizzo degli scarichi urbani.
Ed ecco alcuni risultati della ricerca ottenuti dal Poliba. Nel 2017, presso la sede di Taranto del Politecnico, un gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica ha condotto uno studio sperimentale sulla rimozione di contaminanti emergenti: antibiotici, anti-infiammatori, droghe, ormoni, microplastiche dagli effluenti dell’impianto di affinamento del depuratore di Gallipoli tramite un trattamento di ossidazione avanzata che sfrutta la radiazione emessa da lampade UV combinata con piccole dosi di acqua ossigenata. I risultati derivanti da questa sperimentazione favoriranno la costruzione in primavera di un impianto pilota presso il depuratore AQP di Gallipoli per testare la tecnologia messa a punto dal Politecnico. Al termine delle attività di monitoraggio, l’impianto in scala pilota produrrà l’acqua necessaria alla pulizia delle strade del Comune di Gallipoli. 
I risultati di questo e di altri studi, condotti oltre che dal Poliba, dall’Università di Foggia, da AQP, dalla Regione Puglia e da associazioni di categoria, saranno oggetto del seminario tecnico, “Riuso delle acque reflue: innovazioni tecnologiche e condizionamenti sociali e gestionali”. 
L’evento scientifico, organizzato dal Politecnico di Bari, in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari (OIBA) e l’Associazione Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio (AIAT), si inserisce nella serie di workshop tematici svolti dal partenariato internazionale per diffondere i risultati delle proprie ricerche. Il focus, in particolare, sarà dedicato alle più recenti innovazioni tecnologiche riguardanti la depurazione delle acque oltre che sugli aspetti sociali, economici e gestionali che limitano il riutilizzo degli effluenti dei depuratori.

Il workshop si terrà giovedì, 30 gennaio, ore 9.00, presso l’Aula Magna “Attilio Alto” (campus universitario) secondo il presente programma: 

Saluti. Francesco Cupertino, Rettore del Politecnico di Bari, 
Umberto Fratino, Direttore del DICATECh, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica, Politecnico di Bari, 
Nicola Di Donna, Responsabile Ricerca, Sviluppo e Attività Internazionali AQP, 
Vitantonio Amoruso, Consigliere Delegato dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari, 
Paolo Campanella, Responsabile Regionale dell’Associazione Ingegneri Ambiente e Territorio,
Sezione TECNICA, ore 9.25, Alberto Ferruccio Piccinni, Politecnico di Bari, Chairman,
Andrea Zotti, Regione Puglia: “Pianificazione regionale del riuso: stato di avanzamento e opportunità future”
Marta Barile, Consorzio di Bonifica Terra di Apulia: “La gestione del riuso delle acque reflue”
Alessandra Scardigno, IAM-Bari: “Il riuso di acque reflue per l’irrigazione: Aspetti socio/economici”
Emanuele Tarantino, Università di Foggia: “Aspetti agronomici degli effluenti dei depuratori”
Michele Vurro, IRSA-CNR: “MAR (Gestione della ricarica degli acquiferi) utilizzando risorse idriche alternative (Water Reuse) per lo stoccaggio nel sottosuolo”
Fabrizio Dell’Anna, AQP S.p.A.: “Tecnologie di affinamento: pregi e difetti”
Danilo Spasiano, Politecnico di Bari: “Trattamenti innovativi per il riuso degli effluenti dei depuratori”
Ore 13.30 Dibattito. Ore 14.00 Chiusura dei Lavori.
La partecipazione al workshop permetterà l’acquisizione di n.3 crediti formativi professionali presso l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bari.

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XVI° edizione. Trenta posti disponibili. Scadenza del bando: venerdì, 17 gennaio
Selezione per titoli e colloquio per accedere al Master annuale di II livello in “Pianificazione Territoriale e Ambientale”

Bari, 13 gennaio 2020 – C’è tempo fino al prossimo venerdì, 17 gennaio per partecipare al bando di selezione del Master annuale di II° livello in “Pianificazione Territoriale e Ambientale” del Politecnico di Bari. 
Unico in Puglia, XVI° edizione, trenta posti riservati a laureati, longevo e consolidato, rappresenta la risposta formativa specialistica del Politecnico di Bari alla crescente domanda di qualità ambientale, sicurezza del territorio, gestione sostenibile delle risorse. 

Il suo progetto didattico-scientifico infatti, mira a trasferire conoscenze e capacità, votate alla tutela e valorizzazione del territorio e dell’ambiente e risponde all’esigenza di formazione specifica nel campo della pianificazione territoriale e ambientale. Ciò si coniuga alla consistente espansione della domanda istituzionale di valutazioni ambientali registratasi negli ultimi anni. La necessità di una professionalità specifica nel campo della pianificazione è sottolineata infatti, dal progressivo diffondersi a livello europeo di competenze sufficientemente standardizzate nel campo, che richiedono conoscenze e capacità tecniche sempre più avanzate.

Per rispondere a tali sfide sociali e organizzative il master in “Pianificazione Territoriale e Ambientale”(coordinatrice prof. Angela Barbanente) offre un percorso formativo con approccio interdisciplinare e chiaro orientamento ambientale, comprendendo discipline quali: biologia ambientale, selvicoltura, idraulica ambientale e territoriale, economia ambientale, sistemi organizzativi, geomatica e sistemi informativi territoriali.  

Il percorso formativo è suddiviso in due semestri, per un totale di 12 unità didattiche e 60 Crediti Formativi Universitari complessivi (1500 ore). Ad esso possono partecipare i possessori di uno dei seguenti titoli: laurea specialistica conseguita ai sensi del D.M. 509/99; laurea magistrale conseguita ai sensi del D.M. 270/04; laurea conseguita secondo gli ordinamenti previgenti il D.M. 509/99; titolo rilasciato all’estero riconosciuto idoneo in base alla normativa vigente, dal Consiglio Scientifico del corso.

Gli ammessi saranno tenuti a seguire le attività di didattica frontali, di laboratorio, di studio guidato e di didattica interattiva, sostenendo tutti gli esami previsti dal percorso formativo. L’esame finale consisterà nella discussione di una dissertazione scritta su una o più materie del percorso formativo. A conclusione del percorso formativo il Politecnico di Bari rilascerà il titolo di Master Universitario di secondo livello in "Pianificazione Territoriale e Ambientale".

Per agevolare la partecipazione dei professionisti, le lezioni del Master si terranno in due pomeriggi alla settimana, nei giorni concordati con i partecipanti e di solito evitando i rientri pomeridiani delle Pubbliche Amministrazioni.

La sede di svolgimento sarà il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica del Politecnico di Bari (Campus Universitario). 

Sito di riferimento del bando: http://www.dicatech.poliba.it/index.php?id=369

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