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Comunicati stampa 2021

Comunicati Stampa

Ambiente & sviluppo. Sottoscritto l’Accordo quadro di collaborazione scientifica

L’intesa, di medio-lungo periodo, da continuità e forza ad una alleanza strategica. La Puglia sarà un laboratorio privilegiato per sperimentare modelli di sviluppo sostenibile. Il caso Taranto ha dimostrato come il precedente modello di sviluppo sia finito, ma allo stesso tempo rappresenta una grande opportunità per cambiare passo   

Bari, 12 febbraio 2021 - Ricerca scientifica, studi per la prevenzione e la tutela ambientale, soluzioni tecnologiche innovative applicabili presso gli insediamenti produttivi regionali al fine di prevenire e ridurre l’inquinamento, didattica e formazione, borse di studio, tesi di laurea, stage e tirocini formativi per studenti e neo laureati, sono gli ingredienti che caratterizzeranno la collaborazione strategica tra il Politecnico di Bari e l'Arpa Puglia, l'Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell'Ambiente, per i prossimi sei anni.
L'intesa, contenuta in un apposito accordo quadro, è stata sottoscritta questa mattina nella Sala del Consiglio del Poliba dal rettore del Politecnico, Francesco Cupertino e dal direttore generale dell'Arpa Puglia, Vito Bruno.
Sono intervenuti inoltre, i docenti del Poliba: Massimo La Scala, Giovanni Mummolo, Vito Gallo, Umberto Fratino, Nicola Martinelli, e per l'Arpa Puglia il direttore scientifico Vincenzo Campanaro, il direttore del Dipartimento di Taranto, Vittorio Esposito, la dirigente dell’Unità operativa semplice (Uos) Servizio Tecnologie della Sicurezza e Gestione dell’Emergenza Emanuela Laterza, il direttore responsabile del Centro Regionale, Nicola Ungaro e  la responsabile del settore Attività formative, Michela Elia.
Il Politecnico di Bari e l’Arpa, per lo svolgimento delle attività di ricerca, sviluppo tecnologico ed innovazione, intendono attuare, con la firma dell'accordo quadro, forme di collaborazione sempre più aderenti alle esigenze del territorio regionale con particolare riferimento alle problematiche ambientali degli insediamenti industriali presenti in Puglia.
Il Poliba, che ha tra i propri fini istituzionali la formazione, la ricerca, il trasferimento tecnologico al sistema socio-economico del territorio favorirà e potenzierà tale collaborazione anche attraverso progetti di ricerca in partnership nazionali ed internazionali. In particolare Politecnico e Arpa Puglia prevedono iniziative di ricerca di base ed applicata sugli elementi dell’ambiente fisico sui fenomeni di inquinamento, sulle condizioni generali di rischio ambientale nel corretto uso delle risorse naturali e sulle forme di tutela dell’ecosistema.
«Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti – commenta il rettore del Politecnico, Francesco Cupertino – in cui la tecnologia e l’innovazione avranno un ruolo sempre più determinante nella società e la Puglia è una regione ricchissima di risorse, un laboratorio privilegiato per sperimentare modelli di sviluppo sostenibile. Il caso Taranto – aggiunge il rettore – ha dimostrato drammaticamente come il precedente modello di sviluppo sia finito, ma allo stesso tempo rappresenta una grande opportunità per chi ha imparato la lezione e vuole cambiare passo. Per queste ragioni – conclude Cupertino – collaboriamo con Arpa Puglia, un punto di riferimento per la tutela dell’ambiente nel Territorio, intorno al quale potremo aggregare istituzioni, enti, imprese e associazioni che condividono gli stessi obiettivi e che hanno compreso il valore di un ecosistema fondato sull’innovazione».
L'accordo quadro, a cui seguiranno specifici accordi attuativi su materie di studio e progetti, instaura un rapporto di collaborazione strategico di lungo termine, rinnovabile, nel quale le attività condotte dal Politecnico di Bari si integreranno con le corrispondenti attività e servizi erogati dall’Arpa dedicate soprattutto alla prevenzione e tutela ambientale, alla salute dei cittadini, al corretto uso delle risorse naturali e tutela dell'eco-sistema.
Questa iniziativa – ha dichiarato Vito Bruno, direttore generale di Arpa Puglia -  rientra nell'ambito delle attività promosse dalla Direzione generale dell'Agenzia, per consolidare e rafforzare la capacità di fare sistema con soggetti pubblici della ricerca così da integrare la funzione tipica di controllo dell’Agenzia con l’attività di studio e ricerca orientate verso tecnologie innovative finalizzate al monitoraggio delle varie matrici ambientali. Un’Arpa rinnovata e proattiva nella transizione verso la sostenibilità, proiettata verso nuovi traguardi, in sinergia con il Politecnico di Bari”.

La collaborazione scientifica tra Politecnico e Arpa consentirà anche di riversare le esperienze maturate al Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (Snpa) del quale l’Arpa Puglia è parte integrante.

Comunicato stampa.

Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali Poliba-Uniba
In programma domani, 9 febbraio, ore 16,30, il terzo seminario dedicato spazio.  Ospite e relatore, Giulio Avanzini, ordinario di Meccanica del Volo e Progetto di Aeromobili a Unisalento

Bari, 8 febbraio 2021 - L’uso dell'energia elettrica da fonti rinnovabili per la propulsione di veicoli aerei e spaziali è una delle sfide tecnologiche del XXI° secolo. 
Nell’ambito del volo atmosferico, piccoli droni a propulsione elettrica sono ormai una realtà consolidata in molte applicazioni civili e militari, ma la propulsione elettrica può essere una soluzione per decarbonizzare il trasporto aereo?
Nell’ambito delle applicazioni spaziali, propulsori elettrici a bassa spinta sono ormai utilizzati in diverse missioni, il loro impiego rende il progetto di missione molto più complesso e, per quanto riguarda il controllo di assetto, un sistema basato solo su attuatori elettrici pone diversi problemi. Rover mossi da motori alimentati da batterie ricaricate con pannelli solari hanno lavorato con successo per anni sulla superficie di Marte, ma lo sviluppo di veicoli di grandi dimensioni per il trasporto di grandi pesi (magari dei primi astronauti su Marte!) risulta decisamente più complesso.
Giulio Avanzini, ordinario di meccanica del volo e progettazione di aeromobili presso l'Università del Salento, si occupa da tempo di trasporto aereo e mezzi spaziali.  
Il prof. Avanzini sarà ospite e relatore del terzo seminario del programma, “Rediscovering the Space - challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors”, iniziativa organizzata e curata dal Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali Poliba-Uniba. Partendo proprio dalle sue esperienze e dalle sue attività di ricerca, il seminario evidenzierà le sfide da vincere per arrivare a elettrificare su larga scala il trasporto aereo e i mezzi spaziali, sottolineando come siano necessari cambiamenti radicali delle configurazioni, lo sviluppo di nuovi metodi di dimensionamento e progetto, e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche nuove per batterie e pannelli solari. Al tempo stesso saranno sottolineati i vantaggi (per ora solo potenziali) non solo in termini di riduzione della carbon footprint che una “rivoluzione elettrica” porterebbe con sé.
L'iniziativa è in programma domani, 9 febbraio, ore 16,30 sulla piattaforma http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_february_9 e disponibile anche sul canale youtube del Poliba, http://bit.ly/Youtube_Poliba
Moderatore, prof. Giuseppe Pascazio (Poliba). Coordinatore, prof. Marco Donato de Tullio (Poliba).

Il relatore. Giulio Avanzini insegna Meccanica e Dinamica del Volo e Progetto di Aeromobili presso l’Università del Salento. Consegue la Laurea in Ingegneria Aeronautica con lode e il Dottorato di Ricerca in Meccanica Teorica e Applicata presso l’Università di Roma La Sapienza. Nel 1997 diventa tecnologo presso l’Istituto Nazionale per Studi ed Esperimenti in Architettura Navale (INSEAN-CNR) e poi, nel 1998, ricercatore in Meccanica del Volo presso il Politecnico di Torino. Dal 2011 è professore ordinario di Meccanica del Volo dell’ateneo salentino. Fra il 2004 e il 2012 trascorre diversi semestri come visiting professor alla Glasgow University, in Scozia, dove ha insegnato dinamica del volo spaziale, e alla University of Illinois at Urbana-Champaign, USA, come docente di dinamica del volo dei velivoli flessibili. All’inizio della carriera i suoi interessi di ricerca erano focalizzati sull’applicazione di metodi di analisi non-lineare e tecniche di simulazione inversa alla dinamica del volo di velivoli ad alte prestazioni. Ha poi studiato la dinamica e il controllo di velivoli ad ala rotante e problemi legati al controllo di assetto di satelliti, soprattutto in condizioni di attuazione ridondante o incompleta. Ha fornito contributi per modellizzazione, progetto e controllo di droni in configurazioni non convenzionali, per lo studio del volo in formazione di satelliti (soprattutto per formazioni tethered) e problemi fondamentali dell’Astrodinamica. In questo ambito ha derivato la prima soluzione del problema orbitale alle condizioni al contorno (il problema di Lambert) in termini di parametri orbitali classici. I suoi interessi di ricerca includono ora veicoli autonomi sottomarini, le prestazioni e il dimensionamento di velivoli elettici e a motorizzazione ibrida e la propulsione elettrica nello spazio.

Comunuicato stampa.

 

 

 

 

Ambiente & Risorse. Il Politecnico di Bari partner del progetto europeo

Anche la Puglia. Un team di ricercatori del Poliba studia la falda profonda dell'acquifero salentino per sviluppare metodi innovativi di valutazione del rischio di salinizzazione degli acquiferi costieri

Bari, 5 febbraio 2021 – Fino alla metà del secolo scorso, gli agricoltori pugliesi, testimoniavano il passaggio delle stagioni scrutando più il cielo, che non il sottosuolo. L'interpretazione, frutto dell'esperienza, riguardava le previsioni meteorologiche prossime. Sicché un inverno piovoso o siccitoso poteva costituire ricchezza o povertà per i campi e i raccolti, oltre che per la disponibilità di riserve idriche per uso civile. 
In Puglia, e in particolare nel Salento, con un clima mediterraneo e un sottosuolo carsico, la disponibilità dell'acqua ha costituito da sempre una priorità. Le acque delle falde superficiali captate da pozzi scavati a mano sin dal XVI° secolo (trozze), assieme a quelle derivanti dal recupero delle precipitazioni, hanno rappresentato per lungo tempo l’unica forma di approvvigionamento idrico per le colture e per i fabbisogni delle popolazioni.
Dagli anni sessanta il progresso tecnologico dei sistemi di trivellazione ha favorito processi di trasformazione dell’agricoltura e dell’economia regionali inducendo una domanda idrica crescente sulle acque sotterranee pugliesi, con conseguente sovra-sfruttamento anche da parte di un numero indefinito di pozzi abusivi. Negli acquiferi carsici (Gargano, Murgia, Salento), in parte o totalmente costieri, il sovrasfruttamento ha provocato il richiamo d’acque salate d’origine marina, causando la progressiva salinizzazione delle acque sotterranee. Tale fenomeno, che è limitato alle fasce costiere nel Gargano e nella Murgia, ha invece interessato la quasi totalità del territorio del Salento. Infatti, in questa area, l’abnorme proliferazione di pozzi trivellati in falda profonda e l’adozione di condizioni d’esercizio determinanti forti depressioni dinamiche hanno favorito un progressivo e diffuso aumento della salinità delle acque. Ciò che accade in Puglia, e più in particolare nel Salento, non rappresenta un fenomeno isolato, ma interessa l'intero Mediterraneo.  
“La salinizzazione delle acque sotterranee negli acquiferi costieri del Mediterraneo si è deteriorata profondamente negli ultimi decenni, non solo a causa dell’incessante pressione antropica ma anche per l’ulteriore sovrapporsi degli effetti del cambio climatico. Il disturbo degli equilibri naturali di tali acquiferi comporta riduzione delle riserve idriche sotterranee d’acqua dolce, mobilizzazione di acque salate prima isolate rispetto al deflusso attivo, attivazione di cortocircuiti nel trasporto degli inquinanti e modifica della qualità̀ del trasporto verso i mari”, afferma la prof.ssa Maria Dolores Fidelibus del Politecnico di Bari, responsabile scientifico del progetto MEDSAL - ”Salinization of critical groundwater reserves in coastal Mediterranean areas: Identification, Risk Assessment and Sustainable Management with the use of integrated modelling and smart ICT tools”.              
Il progetto, avviato a fine settembre 2019 e di durata triennale, è finanziato dall’UE nell’ambito del programma PRIMA 2018 (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) per un valore complessivo pari a 1.390.000 mila euro, di cui 240.000 al Poliba. MEDSAL vede coinvolti 8 partner di 6 nazioni: Soil and Water Resources Institute, Hellenic Agricultural Organization (Grecia, coordinatore), Politecnico di Bari (Italia), Center for Research and Technology (Grecia), Information Technologies Institute (Grecia), Technische Hockschule Lübeck (Germania), Cyprus University of Technology (Cipro); Faculty of Science of Tunis (Tunisia), Mersin University (Turchia). 
L’obiettivo del progetto MEDSAL è sviluppare un quadro integrato per il monitoraggio, la protezione e la gestione delle riserve di acque sotterranee costiere soggette a intrusione marina e altre fonti di salinizzazione. Il progetto prevede attività di campo in 5 acquiferi costieri del Mediterraneo (Boufichia–Tunisia, Rodhope-Grecia, Salento-Italia, Samos-Grecia, e Mersin-Turchia), diversi per dimensioni, caratteristiche climatiche, geologiche e pressioni antropiche.
Il team del Politecnico di Bari, che fa capo al Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica, ha selezionato quale area di studio l’acquifero carbonatico carsico costiero del Salento, sede della cosiddetta “falda profonda”. La numerosità e la tipologia dei dati storici di monitoraggio, la tipologia delle Rete di Monitoraggio e le caratteristiche di complessità fanno sì che l’acquifero mesozoico del Salento abbia un ruolo chiave di riferimento nell’ambito dell’intero progetto. 
MEDSAL ambisce ad avere un impatto rilevante sulle pratiche di gestione della quantità e della qualità delle risorse idriche sotterranee attraverso l’identificazione e la definizione di strategie e misure adeguate alla protezione dal fenomeno di salinizzazione delle falde acquifere costiere. Le attività di progetto mirano a fornire criteri di riconoscimento dei vari tipi di salinizzazione delle acque sotterranee applicando metodi innovativi, con attenzione ai territori con scarsa quantità di dati e anche ad ambienti carsici complessi. Questi risultati saranno raggiunti attraverso un‘integrazione di dati isotopici, idro-geochimici e ambientali, con modelli di flusso e di trasporto delle acque sotterranee e di geostatistica avanzata. Si cercherà di sfruttare il potenziale dell'intelligenza artificiale e dei metodi di Deep Learning al fine di migliorare la rilevazione di pattern in dati idro-geochimici e isotopici multi-dimensionali. Ciò permetterà di valutare il rischio dovuto alla salinizzazione delle acque sotterranee, oltre ad elaborare piani di gestione del rischio su misura basandosi sulle previsioni di salinizzazione e sugli scenari del cambiamento climatico. I risultati del progetto MEDSAL saranno disponibili su una piattaforma pubblica WebGIS, utile per il monitoraggio, l'allerta, il supporto decisionale e la gestione delle risorse idriche sotterranee costiere dell’area del Mediterraneo.
“Le risorse idriche sotterranee di questi acquiferi sono a tutt’oggi una risorsa molto importante anche ai fini del soddisfacimento della domanda idropotabile e vanno adeguatamente protette”- sostiene la prof.ssa Gabriella Balacco del Poliba, co-responsabile scientifico. 
Intanto, il Poliba ha già dato avvio ad alcune attività di campo. Tra queste, quelle per il monitoraggio periodico della zona di transizione tra acque dolci e salate nell’acquifero salentino attraverso profili di temperatura e conducibilità elettrica.
Alcuni pozzi di monitoraggio (pozzi-spia) della Rete di Monitoraggio regionale, messi a disposizione del Poliba dalla Regione Puglia, sono unici nel panorama mediterraneo perché raggiungono le acque salate sotterranee. Nel mese di luglio 2020, in un pozzo-spia ubicato nel territorio comunale di San Pancrazio Salentino sono state installate una sonda dotata di sensori di pressione e temperatura in acqua dolce e due sonde, ciascuna con sensori di temperatura e conducibilità elettrica, in corrispondenza della sommità e della parte più depressa dell’interfaccia salina; queste sonde saranno in opera per tutta la durata del progetto. I dati raccolti presso tale stazione di monitoraggio saranno utili per la definizione di un innovativo approccio metodologico riguardo la tridimensionalità dei processi di salinizzazione.
Nell’autunno 2020, il team di ricerca del Politecnico ha anche realizzato un primo campionamento delle acque sotterranee su 25 pozzi appartenenti alla Rete di Monitoraggio del Salento; un secondo campionamento è previsto per la primavera del 2021. Su tali campioni saranno condotte analisi chimiche e isotopiche. I risultati di progetto, in considerazione del valore che rivestono le opere di captazione di acque sotterranee destinate all’uso potabile, supporteranno e favoriranno i contenuti della Direttiva CE/2000/60, che, con inizio nell’anno 2000, indica l’orizzonte temporale del 2024 per la definizione completa di uno “Schema di Protezione delle Acque Sotterranee”. 

Urbanistica. Lo ha deciso l'assemblea dei soci lo scorso 29 gennaio

Subentra nell'incarico al prof. Valentino Castellani, già Sindaco di Torino

 

Bari, 3 febbraio 2021 – Il prof. Nicola Martinelli, ordinario di Urbanistica presso il DICAR – Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari è il nuovo Presidente dell'associazione nazionale, “Urban@it - Centro nazionale di studi per le politiche urbane”. Lo ha deciso l'Assemblea dei Soci lo scorso 29 gennaio. Subentra nell'incarico al prof. Valentino Castellani, già Sindaco di Torino.
Costituita nel 2014, sede a Bologna, “Urban@it – Centro nazionale di studi per le politiche urbane”, è un’associazione composta da 16 Università italiane: Università di Bologna, Politecnico di Milano, Università Milano Bicocca, Università Luigi Bocconi di Milano, Università Iuav di Venezia, Università di Firenze, Università La Sapienza di Roma, Università Roma Tre, Università Federico II di Napoli, Politecnico di Bari, Politecnico di Torino, Università della Basilicata, Università Aldo Moro di Bari, Gran Sasso Science institute, Università di Genova, Università di Torino e dalla Società Italiana degli Urbanisti (SIU).
Mission. Il Centro si candida – dice il prof. Martinelli - a costruire e consolidare un rapporto forte e di reciproca alimentazione tra il mondo della ricerca, delle istituzioni, della produttività e della cittadinanza attiva attorno al tema delle politiche urbane. Esso aspira a qualificarsi come centro qualificato al servizio delle città e della pubblica amministrazione, proponendosi di convogliare la ricerca, universitaria e non, al fine di alimentare programmaticamente l’innovazione nelle politiche pubbliche.
La Puglia. “Urban@it” è attualmente impegnata nel territorio regionale in qualità di consulente scientifico con il Progetto di Adisu Puglia, “Puglia regione universitaria: studiare e vivere in città accoglienti e sostenibili”. Il Progetto prevede che i quattro Atenei Pugliesi: Poliba, Uniba, Unisal, Unifg, approfondiscano dei temi di ricerca osservandoli a partire dalla realtà delle città universitarie pugliesi al fine di ricostruire il rapporto università e città in tema di Diritto allo Studio e proporre, nel concreto azioni, politiche e progetti tra quelli di competenza dell’Assessorato regionale all’Istruzione e dell’Adisu. 
Urban@it, inoltre, con l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile (ASviS) è impegnato per la realizzazione del progetto “Strategie sostenibili per un’Agenda metropolitana” con la Città Metropolitana di Bari (progetto finanziato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).
Attività editoriale. Urban@it, pubblica da 2015 ogni anno un “Rapporto” dedicato alle città. Il prossimo 6 marzo sarà pubblicato il VI° Rapporto dal titolo: “Le città protagoniste dello sviluppo sostenibile”. Curato da Nicola Martinelli, Edoardo Croci e Mariavaleria Mininni, sarà presentato a Bari, proseguendo un calendario di presentazioni avviato a Bologna e che proseguirà a Venezia, Taranto, Ancona, Milano, Roma.
Il prof. Martinelli, nel corso del suo mandato, sarà affiancato dall’arch. Mariella Annese, docente a contratto di Urbanistica presso il Dicar del Poliba, in qualità di Direttrice esecutiva.

Comunicato stampa.

Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali Poliba-Uniba

Giuseppe Acierno, Fondatore e Presidente del Distretto Tecnologico Aerospaziale pugliese, ospite e relatore al Poliba 

Bari, 25 gennaio 2021 – “Il sistema aerospaziale pugliese: sfide e strategie” è il tema del secondo appuntamento di gennaio con l'aerospazio contenuto nel programma, “Rediscovering the Space - challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors”.
L'evento, in programma, domani, 26 gennaio, ore 17.00, online, evidenzia il forte impegno del Politecnico per il settore aerospaziale attraverso il Dottorato di ricerca interateneo in “Ingegneria e Scienze Aerospaziali” Poliba-Uniba e punta a coinvolgere temi, esperienze, persone di spicco di settore coinvolte a vario titolo sulla “risorsa” spazio. 
Dopo l'incontro d'esordio dello scorso 12 gennaio con Gianluca Dettori, Fondatore e Presidente di Primomiglio SGR, il secondo seminario (dei 14 previsti), in lingua inglese, vede la partecipazione di Giuseppe Acierno, presidente e fondatore del Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA) pugliese.
Nell’ultimo decennio il Distretto Aerospaziale ha messo in campo una strategia di rafforzamento e crescita delle capacità del sistema aerospaziale pugliese concentrandosi ed operando per creare le condizioni per aumentare il tasso di innovazione e di tecnologia nei prodotti e servizi delle imprese pugliesi. E, a distanza di 10 anni, il Distretto può fotografare un sistema aerospaziale pugliese dotato di una propria e rinnovata identità industriale, non più concentrata sulle sole costruzioni e manutenzioni aeronautiche, oltreché un crescente e robusto ecosistema della ricerca e dell’innovazione frutto di una vincente collaborazione tra accademia ed industria. L’avvento della new space economy da un lato e lo sviluppo del digitale e dell’automazione dall’altro costituiscono oggi una straordinaria opportunità di ulteriore crescita e valorizzazione della strategia messa in campo dal DTA al servizio della Puglia e del Paese.
Il relatore. Giuseppe Acierno, laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna e specializzato in relazioni internazionali presso la SIOI di Roma, ha ricoperto negli anni numerosi ruoli e svolto diverse funzioni in società pubbliche e private italiane oltreché in enti pubblici. Nel campo aerospaziale ha maturato esperienze diffuse: dalla amministrazione di società di gestione di infrastrutture aeroportuali all’amministrazione di società quotata per la gestione e controllo del traffico aereo, dalla fondazione e guida  del Cluster tecnologico nazionale aerospaziale, alla guida e direzione di società pubblico-private. 
E’ Presidente fondatore e, dal 2018, Direttore generale del Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA) scarl, componente dell’organo di Governo distrettuale del CTNA (Cluster Tecnologico Nazionale dell’Aerospazio), Presidente altresì del distretto produttivo aerospaziale, già amministratore Unico di Aeroporti di Puglia SPA e componente del CdA di ENAV spa.
Coordinatore dell'incontro, prof. Marco Donato de Tullio, Poliba. Moderatore: prof. Francesco Giordano, Uniba.
“Rediscovering the Space, challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors” è un ciclo di seminari, in lingua inglese, in programma da gennaio a luglio prossimi, focalizzati su diversi aspetti scientifici, tecnologici, economici e sociali del settore aerospaziale. Essi vogliono essere fonte di ispirazione e stimolo per i nuovi dottorandi degli atenei baresi, ma anche per studenti e docenti stranieri e un'occasione di aggiornamento sulle relative tematiche per le aziende ed enti del territorio coinvolti.

L'evento potrà essere seguito collegandosi ai seguenti indirizzi: http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_january_26

http://bit.ly/Youtube_Poliba

Comunicato stampa.

Automotive. Sottoscritto un accordo triennale con la sede di Bari-Modugno

La società, del colosso americano, “Magna Internazional Inc.”, leader mondiale nel settore automobilistico, ha rilevato la tedesca “Getrag” nel 2016. La sua produzione è dedicata ai sistemi di trasmissione. La sede pugliese conta 900 dipendenti

Bari, 22 gennaio 2021 - Nel mondo, due auto su tre, posseggono a bordo prodotti o sistemi realizzati dalla Società canadese, “Magna Internazional Inc.”, leader mondiale nel settore automobilistico le cui origini risalgono al 1957. 
Grazie all'apporto dei suoi 344 stabilimenti di produzione e 93 centri di sviluppo, distribuiti in 27 paesi di tutti i continenti, “Magna International Inc.”, sede centrale a Toronto, oggi è l’unico fornitore al mondo con esperienza in tutto il veicolo: dall'elettronica alla carrozzeria, alla trasmissione e alla produzione completa dei veicoli. 
La sua espansione coinvolge l’Italia e, nel 2016, rileva la sede di Bari-Modugno della tedesca “Getrag”. Importanti investimenti potenziano il polo pugliese, denominato, “Magna PT S.p.A”, Gruppo Powertrain. Unico in tutto il sud Italia raccoglie l’esperienza di “Getrag” nella meccanica e diventa, con i suoi 900 dipendenti, presidio d’eccellenza per la produzione di cambi (sistemi di trasmissione) automatici a doppia frizione per le più importanti case automobilistiche, quali: Daimler, Ford, Nissan e Renault. 
La ricerca non si ferma. La presenza di realtà scientifiche di ricerca di alto profilo come il Politecnico di Bari, con le sue affinità e competenze nel campo dell'ingegneria industriale, ha condotto “Magna PT S.p.A.” e Poliba ad individuare un percorso di collaborazione scientifica. 
L'intesa è stata recentemente sottoscritta dal Rettore del Politecnico, Francesco Cupertino, da Aldo Cirilli e Gabriele Ghirelli, rispettivamente Amministratore Delegato e Co-Amministratore Delegato di “Magna PT S.p.A.”. Essa è un accordo quadro, che in realtà raffigura un piano triennale generale, rinnovabile, di collaborazione su progetti mirati, attività di ricerca, sviluppo tecnologico ed innovazione, attività di didattica e formazione, servizi a supporto delle attività di ricerca.
Diverse sono le tematiche previste sulle quali “Magna” e Poliba concentreranno il loro know-how: dalla progettazione di componenti ai sistemi meccatronici; dalla progettazione ed ottimizzazione di prodotti e processi produttivi ad alta precisione alle nuove tecnologie di produzione; dall'applicazione dell'intelligenza artificiale ai processi produttivi, all'uso dei big data in ambito manufacturing; dallo sviluppo di applicazioni Industria 4.0 all'ottimizzazione dei flussi dei materiali e delle informazioni, alla robotica avanzata, ai sistemi energetici per il risparmio energetico. “Operando nel settore automobilistico, potremmo definire l'accordo tra “Magna PT Spa” e il Politecnico di di Bari come una trasmissione innovativa ad alte prestazioni – dice Sandro Morandini, Senior Vice President Transmission system, Magna Powertrain. In un mondo in cui il bisogno di innovazione è sempre più evidente - prosegue - possiamo definire tale collaborazione un asset fondamentale per il futuro, un percorso comune tra chi sviluppa nuove conoscenze e chi è in grado di portare i benefici dell'innovazione al cliente finale. Lo sviluppo di progetti comuni e lo scambio di competenze, conoscenze e risorse diventerà una storia di successo, consentendo all'azienda di diventare più competitiva, perché supportata da solide basi accademiche, e rendendo entrambe le componenti più attrattive”.
Il Politecnico di Bari favorirà il supporto alla Società nello sviluppo di progetti di nuovi prodotti e tecnologie anche attraverso l’attribuzione di tesi di laurea, borse di studio; lancio di iniziative di sperimentazione e casi pilota, incluse commesse di ricerca; la partecipazione congiunta a programmi di ricerca nazionali e/o internazionali. “Magna” favorirà tirocini a studenti e/o neolaureati del Politecnico; visite e stages didattici indirizzati agli studenti; conferenze, seminari. Inoltre, finanzierà assegni di ricerca e borse di studio per percorsi di dottorato di ricerca erogati dal Politecnico su temi concordati con la Società.
«Le necessità di innovazione tecnologica di Magna PT S.p.A – commenta il rettore Cupertino – sono in linea con i grandi obiettivi della nostra ricerca scientifica applicata. La mobilità, che dovrà essere sempre più sostenibile, è infatti uno dei settori strategici per la ripartenza sociale ed economica – aggiunge Cupertino – e il Politecnico di Bari vuole dare un contributo importante al Territorio e al Paese. Lo sviluppo di nuove soluzioni, che siano all’altezza dei grandi cambiamenti in atto, richiede grandi investimenti e capacità di visione, insieme a conoscenze e competenze di alto livello. Ben vengano, quindi, le collaborazioni come questa – conclude il rettore del Politecnico – che mettono insieme le esigenze di business del mondo produttivo con quelle istituzionali delle università». 
Sul piano operativo, il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Matematica, Management del Poliba curerà la collaborazione con “Magna PT Spa”” mediante il responsabile scientifico, prof. Luciano Afferante. Responsabile scientifico di “Magna PT SpA” è invece l'ing. Ettore Camarda. 
L'accordo triennale, “Poliba-Magna PT S.p.A” è già esecutivo.

Comunicato stampa.

ACCORDO PER LA FORMAZIONE, LA RICERCA E I SERVIZI AI PROFESSIONISTI E ALLE PMI 

Il vertice dell’Associazione disegno industriale ha incontrato il rettore Cupertino 
Gli obiettivi: innovazione digitale, internazionalizzazione e tutela del made in Italy 

Bari, 20 gennaio 2021 - Il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino e il presidente di Adi – Associazione per il Disegno industriale – di Puglia e Basilicata, Guido Santilio, hanno firmato, nella sede dell’amministrazione centrale dell’ateneo, un accordo di collaborazione per attività di formazione, ricerca, sviluppo tecnologico e servizi di consulenza per i professionisti, gli studiosi e le piccole e medie imprese del territorio.
L’obiettivo comune è favorire l’innovazione digitale nel settore Design e utilizzarla come acceleratore dello sviluppo e dell’internazionalizzazione di un comparto con grandi potenzialità. La convenzione prevede una serie di attività che potranno essere messe in campo, sulle tre direttrici della diffusione della cultura del progetto: tutela e rispetto della proprietà intellettuale; promozione del made in Italy. In particolare si potranno realizzare:

  • studi e ricerche congiunte, tesi di laurea, borse di studio;
  • iniziative di sperimentazione e casi pilota, incluse commesse di ricerca industriale;
  • consulenze tecnico-scientifiche su temi specifici e problemi attuali;
  • partecipazione congiunta a programmi di ricerca nazionali e internazionali;
  • tirocini per studenti e neolaureati del Politecnico;
  • visite e stage didattici per studenti, conferenze, dibattiti e seminari; 
  • finanziamento di assegni di ricerca e borse di studio per dottorati di ricerca. 

In materia di formazione, l’accordo tra Politecnico e Adi prevede anche l’organizzazione sul territorio di corsi post lauream specialistici e mirati, negli ambiti di interesse dell’Associazione per il Disegno Industriale in base alle necessità più attuali del comparto design. 
«Mettiamo a disposizione le nostre conoscenze e competenze per sostenere un settore che ha tutte le caratteristiche per svolgere un ruolo importante nella ripartenza del Territorio e del Paese» commenta il rettore Cupertino. «Sostenere, accompagnare e accelerare l’innovazione tecnologica, soprattutto quella digitale – aggiunge – è una delle grandi sfide a cui siamo chiamati e di cui sentiamo particolarmente la responsabilità, come unico Politecnico del Sud ItaliaQuello del Design Industriale – prosegue Cupertino –  è uno dei settori trainanti dell’economia del Paese, che maggiormente ha contribuito all’affermazione del made in Italy nel mondo. La collaborazione con Adi – conclude il rettore –  conferma la nostra attenzione verso le piccole e medie imprese del territorio e il desiderio di accompagnare il nostro tessuto produttivo nei processi di trasformazione per migliorarne la competitività, anche a livello internazionale. Dimostra anche – conclude il rettore – la costante attenzione del Politecnico di Bari verso le sue studentesse e i suoi studenti, perché questo accordo ci consentirà di innovare costantemente l‘offerta formativa e di migliorare ulteriormente le possibilità di realizzazione professionale dei laureati».

«Il Design, inteso come cultura del progetto, più che ossessione per l’oggetto, può rappresentare un potente veicolo di trasferimento tecnologico, facilitando i processi d’innovazione anche all’interno delle imprese di minori dimensioni o più tradizionali» commenta il presidente Adi, Santilio. «Una delle sfide – aggiunge – sarà aiutare le aziende a mettere alla prova la loro capacità di accogliere le proposte all’innovazione derivanti dall’esterno del loro perimetro aziendale senza, per questo, dover sconvolgere drasticamente i propri modelli produttivi». 

LADI riunisce in tutta Italia progettisti, imprese, ricercatori, insegnanti, critici, giornalisti sui temi del design: progetto, consumo, riciclo, formazione. Il suo scopo è promuovere e contribuire ad attuare, senza fini di lucro, le condizioni piu appropriate per la progettazione di beni e servizi, attraverso il dibattito culturale, l'intervento presso le istituzioni, la fornitura di servizi.
https://www.adi-design.org/associazione.html

Il design ha raggiunto, nel 2018, le 217mila imprese attive nel settore, con l’Italia a quota 33.800 attività, che incidevano per il 15,5% dell’intero sistema del design comunitario e si colloca saldamente al primo posto per numero di imprese. 
(fonte “Design Economy 2020 – Il punto sul sistema design Italiano”, il più autorevole report di settore redatto da Fondazione Symbola. Nelle prossime edizioni sarà analizzato l’impatto causato dalla pandemia).

Comunicato stampa.

La rivista «Scientific Reports». Pubblicata la ricerca di un team di ricercatori pugliesi

E' il primo studio condotto in condizioni controllate su piante di olivo. Individuate le sostanze che subiscono le alterazioni a causa dell’infezione. Gli studi per la diagnosi con il telerilevamento. Il contributo scientifico del Poliba

Bari, 19 gennaio 2021 – Uno studio scientifico, condotto da un team di ricercatori pugliesi, pubblicato lo scorso 13 gennaio sulla rivista internazionale “Scientific Reports, gruppo, «Nature Research», propone un nuovo approccio allo studio della Xylella fastidiosa.
L’articolo, “A non-targeted metabolomics study on Xylella fastidiosa infected olive plants grown under controlled conditions” (Analisi metabolomica su piante di olivo infettate da Xylella fastidiosa coltivate in condizioni controllate) raccoglie gli studi, le osservazioni e le sperimentazioni in laboratorio degli ultimi due anni e propone un percorso mirato, efficace, dedito alla diagnosi precoce per una più facile cura della malattia. che ormai da anni devasta gli ulivi in tutta la Regione Puglia.
La ricerca descrive gli effetti dell’infezione da Xylella fastidiosa sul metabolismo di giovani piante di olivo della varietà “Cellina di Nardò”. Si tratta del primo studio condotto in condizioni controllate. Alle piante, sane e selezionate, allevate in serra presso Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes (CIHEAM) di Bari fu iniettata artificialmente la Xylella per comprendere i mutamenti biologici. Gli alberi infettati dopo due anni hanno manifestato i classici segni della presenza della malattia. 
Nel frattempo, è stato possibile individuare le sostanze che subiscono alterazioni a causa dell’infezione. Si è visto, infatti, che le piante infettate da Xylella presentano un contenuto maggiore di acido malico, acido formico, mannitolo e saccarosio e un contenuto minore di oleuropeina. La conoscenza di tali sostanze consentirà di valutare il grado di tolleranza delle diverse cultivar di olivo alle infezioni e di creare sistemi rapidi e affidabili per la diagnosi precoce (oggi solo con la risonanza magnetica) tramite telerilevamento, anche con l’ausilio di droni. Quest’ultima applicazione verrà messa a punto nell’ambito del progetto AGREED (Agriculture, Green & Digital), appena avviato e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e vede impegnati nuovamente il Politecnico di Bari e CIHEAM di Bari in partnership con altri soggetti industriali e di ricerca.
La pubblicazione si inserisce nel Progetto europeo “XF-ACTORS - Xylella Fastidiosa Active Containment Through a multidisciplinary-Oriented Research Strategy”
Gli autori della ricerca pubblicata “Scientific Reports”. A firmare l’articolo è il prof. Vito Gallodel Politecnico di Bari, supportato dai colleghi Anna Maria D’Onghia, Stefania Gualano e Franco Santoro del Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes (CIHEAM Bari), Maria Saponari dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR Bari, Leonardo Varvaro del DAFNE - Università degli Studi della Tuscia, Franco Nigro del DiSSPA – Università degli Studi di Bari e Piero Mastrorilli del Politecnico di Bari, Asmae Jlilat (DAFNE – Università della Tuscia, CIHEAM Bari), Rosa Ragone (Politecnico di Bari) e il supporto di Stefano Todisco, Antonio Rizzuti, Biagia Musio (Politecnico di Bari), Franco Valentini, Giuseppe Cavallo (CIHEAM Bari), Giuseppe Altamura (CNR-PSP).

L’articolo “A non-targeted metabolomics study on Xylella fastidiosa infected olive plants grown under controlled conditions” è disponibile al link: www.nature.com/articles/s41598-020-80090-x

Comunicato stampa.

Emirati Arabi. Nella competizione internazionale, “Cool Abu Dhabi Challenge”

La proposta progettuale prevede l'uso della sabbia del deserto in stampa 3D, quale materiale da costruzione  

Bari, 18 gennaio 2021 - Gli architetti Maurizio Barberio, Micaela Colella,  giovani laureati in architettura e dottori di ricerca del Poliba, hanno ottenuto la menzione d’onore, nella competizione internazionale, “Cool Abu Dhabi Challenge”, con il Progetto, “Urban Dunes”, una copertura sostenibile stampata in 3D il cui materiale da costruzione è la sabbia del deserto.
Alla competizione di architettura, promossa dal Dipartimento dei Trasporti di Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi, sul tema: raffrescare gli spazi urbani in modo efficace ma sostenibile, hanno risposto studi di progettazione da 62 Paesi.
La proposta degli architetti pugliesi, arricchita dalla partecipazione del loro collega, Angelo Figliola, è caratterizzata da una innovativa copertura voltata, costituita da blocchi stampati in 3D che utilizza un materiale povero ed economico, ma abbondantemente disponibile: la sabbia del deserto. Grazie alla tecnica del binder jetting, utilizzando un legante, è possibile rendere solidali i granelli di sabbia tra loro, permettendo la fabbricazione di blocchi di grandi dimensioni con un alto livello di precisione. Il progettio, in particolare, prevede un sistema voltato con sistemi di raffrescamento passivi, a bassa tecnologia e basso costo, in grado di raffrescare senza l’impiego di energia elettrica. La copertura, “Urban Dunes” infatti, è una volta complessa, caratterizzata da una serie di archi che permettono l’ingresso nello spazio pubblico. La principale strategia di raffrescamento consiste nell’elevata inerzia termica della copertura in sabbia stampata in 3D e di ulteriori accorgimenti aggiuntivi quali: verde, correnti d'aria, acqua.
I progetti selezionati dalla giuria, tra i quali quello dei tre architetti pugliesi, sono al vaglio dell’amministrazione di Abu Dhabi e costituiranno la base per la definizione di nuovi modelli di copertura per ombreggiare e raffrescare gli spazi pubblici della città.
Pensando alla loro terra, la Puglia, sono convinti che un progetto simile potrebbe essere messo a punto utilizzando gli scarti di lavorazione del settore lapideo o altri materiali poveri disponibili in loco. Insomma, un’architettura 4.0 a km 0.

Comunicato stampa.

Breve descrizione tecnica
Urban Dunes è un progetto elaborato in occasione del concorso internazionale denominato Cool Abu Dhabi Challenge, in cui è stato richiesto di progettare una copertura urbana in grado di mitigare efficacemente l’effetto isola di calore negli spazi pubblici della città degli Emirati Arabi Uniti, caratterizzata da un clima desertico caldo. Le strategie che hanno guidato il progetto di Urban Dunes partono dallo studio del contesto climatico e della conoscenza dell'architettura tradizionale di Abu Dhabi e, più in generale, dell’architettura araba, sia del passato che della recente modernità. La suggestione architettonica alla base del progetto è quella di sollevare idealmente uno spesso strato di sabbia al fine di creare attraverso delle dune artificiali un’oasi urbana, in grado di unire sistemi passivi e attivi a bassa tecnologia in modo da massimizzare il comfort termico esterno, calcolato utilizzando l’indice UTCI.
La volta è composta da diversi blocchi stereotomici realizzati attraverso non più una tecnica di fabbricazione sottrattiva, ma attraverso l’addizione di materiale (fabbricazione additiva). La fabbricazione dei blocchi è prevista utilizzando la tecnologia di stampa del binder jetting, impiegando la sabbia locale come materiale primario. Il binder jetting, utilizzando un legante, è in grado di rendere solidali i granelli di sabbia tra loro e di permettere la fabbricazione di blocchi di grandi dimensioni con un alto livello di precisione. L'uso di una volta stampata in 3D, con uno spessore minimo di 55 cm, consente di evitare il surriscaldamento dello spazio urbano grazie all'elevata inerzia termica propria del guscio, fungendo da principale strategia passiva. Infatti, le architetture costruite con materiali di massa elevata hanno un'inerzia termica elevata, che ritarda il passaggio del calore generato dall’irraggiamento solare di diverse ore tra la superficie estradossale (esterna) ed intradossale (interna). La volta in sabbia stampata in 3D quindi, come dimostrato dalle analisi ambientali effettuate, è in grado di proteggere e ombreggiare adeguatamente lo spazio. Oltre ciò, la sabbia è mescolata con cool pigments termoriflettenti in grado di aumentare la riflessione superficiale e ridurre l'accumulo di calore superficiale. La temperatura della volta è ulteriormente abbassata dalla presenza di una serie di tubi di piccole dimensioni attraverso i quali scorre un fluido di raffreddamento, posizionati all’interno di una doppia calotta estradossale priva di una funzione strutturale.  La temperatura costante proveniente dal sottosuolo può essere utilizzata per raffreddare passivamente il fluido.
Il microclima urbano che si crea sotto la copertura è migliorato dall’utilizzo di un dispositivo di ombreggiamento e ventilazione naturale ripreso dalla tradizione, la mashrabiyya. Infatti, il vento che incontra la superficie traforata della mashrabiyya aumenta la sua velocità a causa dell'effetto Venturi. Questo flusso d'aria si raffredda incontrando e lambendo la superficie fredda dei bacini di acqua sottostanti le aperture, diffondendo un senso di freschezza (mentale e fisico) all’interno dello spazio pubblico. In seguito alle analisi climatiche preliminari, sono state posizionate quatto torri di captazione dei venti prevalenti che, attraverso l’impiego del sistema a bassa tecnologia degli earth pipe permettono il raffrescamento passivo dell’interno. Con questo sistema, l’aria entra attraverso le torri di captazione e passa sottoterra attraverso tubi interrati ad una profondità di 3 metri, cede il calore al terreno, raffreddandosi di conseguenza, ed infine esce attraverso le quattro colonne traforate posizionate al di sotto della copertura. Dai fori superiori delle stesse colonne, un impianto integrato di brumizzazione nebulizza acqua ad alta pressione che, evaporando istantaneamente, è in grado di ridurre in modo significativo la temperatura dell'aria circostante (fino -20° C). Anche la presenza di due fontane a cascata ha lo scopo di raffrescare lo spazio attraverso l’evaporazione dell’acqua. Le goccioline d’acqua che cadono evaporano grazie al calore dell'aria circostante, contribuendo ad abbassare la temperatura interna. La sensazione rinfrescante è psicologicamente rafforzata dalla vista dell’acqua che scorre e dalla presenza di un gruppo di palme libere di crescere e oltrepassare l’altezza della volta, attraverso un oculo posto al centro della copertura. Mescolando i sistemi attivi e passivi descritti è possibile raggiungere un UTCI di 26° C durante il mese di agosto (il mese più caldo), temperatura percepita come confortevole in uno spazio all’aperto in un clima di questo genere.  I risultati dell'analisi dimostrano che l'utilizzo di queste strategie di progettazione, consentono di ridurre la quantità di radiazione solare che incide sullo spazio urbano, mantenendo in ombra lo stesso riducendo l’effetto isola di calore.   

Crediti
Progetto Architettonico: Barberio Colella Architects (Maurizio Barberio, Micaela Colella)
Analisi e progetto ambientale: Angelo Figliola

Astronomia. Coinvolto il Dipartimento interateneo di Fisica di Poliba e Uniba

Oggi, 14 gennaio 2021, la pubblicazione sulle prestigiose riviste internazionali: Nature, Nature Astronomy

Bari, 14 gennaio 2020 - Il 15 aprile 2020, un breve lampo di luce di alta energia emesso 10 milioni di anni fa ha attraversato la nostra Galassia “Via Lattea” ed infine il Sistema Solare, per essere captato da differenti satelliti in orbita attorno alla Terra. Dopo mesi di attenta analisi dei dati, diversi team scientifici internazionali hanno concluso che l'esplosione proveniva da un stella “super magnetizzata” nota come “magnetar”, situata nella vicina galassia “dello Scultore”, denominata NGC 253. Questa scoperta conferma l’ipotesi che alcuni lampi di raggi gamma (GRB) - esplosioni cosmiche rilevate nel cielo quasi quotidianamente - siano in realtà potenti bagliori provenienti da magnetar relativamente vicine.
Gli studi che analizzano tutti i diversi aspetti e le sue implicazioni di questo fenomeno sono stati pubblicati il 14 gennaio 2021 sulle prestigiose riviste “Nature” https://www.nature.com/articles/s41586-020-03077-8, “Nature Astronomy” https://www.nature.com/articles/s41550-020-01287-8, due articoli dedicati alla scoperta che hanno visto il coinvolgimento di un gruppo di ricercatori del Dipartimento Interateneo di Fisica dell’Università e del Politecnico di Bari, e della Sezione di Bari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).
“Le magnetar sono stelle di neutroni con i campi magnetici più potenti conosciuti, fino a mille miliardi di volte più intensi rispetto a quelli generati dal campo magnetico terrestre”- commenta la Dott.ssa Elisabetta Bissaldi, ricercatrice del Politecnico di Bari, e responsabile della pubblicazione su Nature. “Talvolta, nelle magnetar si verificano enormi eruzioni o “brillamenti” giganti che producono raggi gamma, la forma di luce di più alta energia. Solo 2 delle 29 magnetar catalogate nella nostra galassia, la Via Lattea, hanno mai prodotto tali brillamenti. L'evento più recente, che risale al 2004, ha prodotto cambiamenti misurabili nell'atmosfera della Terra!”
Tra i vari strumenti che hanno registrato la radiazione gamma prodotta dall’esplosione del 15 aprile 2020, ci sono anche i due rivelatori a bordo del satellite NASA Fermi, il Gamma-ray Burst Monitor (GBM) e il Large Area Telescope (LAT). I due rivelatori sono gestiti da grandi collaborazioni scientifiche internazionali, in cui, oltre all’INFN, sono coinvolti anche l’INAF, l’ASI e varie Università italiane.
"I brillamenti nella nostra galassia sono talmente intensi da accecare i nostri strumenti, non permettendoci di studiare i loro segreti", spiega il Prof. Francesco Loparco dell’Università di Bari, responsabile locale dell’esperimento Fermi. "Per la prima volta, poiché l’evento era molto lontano da noi, in un’altra galassia, i nostri strumenti a bordo di Fermi sono stati in grado di catturarne con chiarezza ogni caratteristica, permettendo così di esplorare queste potenti eruzioni con un dettaglio senza precedenti. L’evento dello scorso 15 aprile è stato il primo brillamento gigante verificatosi dal lancio di Fermi nel 2008, e la capacità del Fermi-GBM di osservare variazioni su scale temporali fino al miliardesimo di secondo si è dimostrata fondamentale. Le osservazioni rivelano più impulsi, con il primo che raggiunge il suo massimo in soli 77 microsecondi - circa 13 volte più veloce del flash di una fotocamera!”
Nell’identificazione della posizione della magnetar ha svolto un ruolo fondamentale anche lo strumento LAT a bordo del satellite Fermi - sottolinea il Dott. Nicola Mazziotta della Sezione INFN di Bari, responsabile nazionale dell’esperimento Fermiè stato decisivo per confermare l’associazione spaziale dei fotoni di alta energia osservati dal satellite con la lontana galassia NGC 253.”

Comunicato stampa.

Formazione specialistica. Master in Pianificazione Territoriale e Ambientale, XVII° edizione

Annuale, di secondo di livello, aderente alle nuove necessità di tutela e valorizzazione territoriale e ambientale, è il più longevo master del Politecnico di Bari. Scadenza candidatura di partecipazione: 18 gennaio 2021. Posti disponibili: 30

Bari, 4 gennaio 2021 - Unico in Puglia, a numero chiuso, ha specializzato nelle precedenti sedici edizioni oltre cento laureati, prevalentemente ingegneri e architetti nelle discipline legate alla tutela e valorizzazione del territorio, alla sicurezza e gestione ambientale. E’ il master annuale, di secondo livello in Pianificazione Territoriale e Ambientale. Tale specializzazione rappresenta la risposta formativa del Politecnico di Bari dedicata alla crescente domanda di qualità ambientale, sicurezza del territorio, gestione delle risorse. Il suo progetto didattico-scientifico infatti, mira a trasferire conoscenze e capacità consolidate votate alla tutela e valorizzazione del territorio e dell’ambiente. Capacità indirizzate alla ricerca di soluzioni di promozione e sviluppo di settore; nella riqualificazione e rigenerazione delle aree abbandonate e degradate; nella realizzazione di interventi di risanamento ambientale coerenti con i principi dello sviluppo sostenibile.
L’esigenza di formazione specifica nel campo della pianificazione territoriale e ambientale si basa sulla consistente espansione della domanda istituzionale di piani e programmi territoriali e ambientali a ogni livello registratasi negli ultimi anni e sulla conseguente necessità di adeguare capacità e organizzazioni sia pubbliche che private. La necessità di una professionalità specifica nel campo della pianificazione è sottolineata infatti dal progressivo diffondersi a livello europeo di competenze sufficientemente standardizzate nel campo, come pure dalla nascita in Italia di uno specifico segmento di albo professionale. 
Il master in “Pianificazione Territoriale e Ambientale” è coordinato dalla prof.ssa Angela Barbanente e coinvolge principalmente docenti del Politecnico di Bari.
Il percorso formativo prevede un approccio interdisciplinare e un orientamento ambientale. Sono infatti previsti 12 moduli, per un totale di 60 crediti formativi universitari (CFU) su: Pianificazione della Mobilità e dei Trasporti; Selvicoltura; Idraulica Ambientale e Territoriale; Biologia Ambientale; Economia Ambientale; Ingegneria e Pianificazione Territoriale; Sistemi Organizzativi; Fisica Tecnica Ambientale; Geologia Ambientale; Sistemi Informativi Territoriali; Geomatica; Modelli matematici per l’Ingegneria Ambientale. Le attività didattiche, erogate in modalità remota, sono articolate in due pomeriggi alla settimana, di norma concordati con gli allievi, e suddivise in due semestri; il primo da febbraio 2021, il secondo da ottobre 2021.
 Previsto uno stage facoltativo. Il corso è a numero chiuso per massimo 30 candidati provvisti di qualsiasi laurea specialistica, magistrale o laurea vecchio ordinamento. I candidati laureandi possono essere ammessi “con riserva” a frequentare il Master, a condizione che comunichino tempestivamente l’avvenuto conseguimento della laurea richiesta. Non sono previsti limiti di età e cittadinanza. 
Per verificare la coerenza del profilo dei candidati con le caratteristiche della figura professionale da formare, è prevista una selezione basata su una valutazione curriculare ed un colloquio attitudinale.
I candidati, per poter partecipare alla selezione, dovranno registrarsi al portale Esse3 del Politecnico di Bari (http://poliba.esse3.cineca.it) e pagare la tassa di concorso di € 30,00 entro e non oltre il 18 gennaio 2021. Seguirà il colloquio il successivo 25 gennaio
Le attività didattiche del Master si svolgeranno presso il Politecnico di Bari, Dipartimento diIngegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di  Chimica – Campus Universitario. Al termine del corso è prevista una prova finale per il conseguimento del titolo. 
Il percorso formativo è compatibile con l’erogazione delle Borse di Studio erogate dalla Regione Puglia, nell’ambito del progetto "PASS LAUREATI - Voucher per la formazione post-universitaria".
Per ogni informazione gli interessati potranno rivolgersi al Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica, via Orabona 4. E-mail di riferimento: biagio.palombella@poliba.it. Il bando completo del concorso è disponibile sul sito del Poliba e su quello del Dipartimento organizzatore: www.dicatechpoliba.it/it/dicatech-dottorati-di-ricerca-e-master.

Comunicato stampa