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Comunicati stampa 2021

Comunicati Stampa

Progettazione architettonica. 17 luglio, Castello di Barletta, inaugurazione della mostra

Bari, 15 luglio 2021 – Visioni e suggestioni degli studenti del IV anno di archiettura del Politecnico, ma non troppo. Suggestioni libere da vincoli, stimolanti, capaci di far riflettere, di far “vedere” con l'esercizio didattico della progettazione architettonica angoli, anfratti, paesaggi  straordinari della valle del Fiume Ofanto, spesso oscurati, dimenticati, sfregiati ma che, nonostante tutto, trattengono grandi potenzialità nascoste: dalla foce sull'Adriatico ai monti dell'Irpinia.
“Il Canto dell’Ofanto, Visioni per il Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto”, trova titolo e riassunto in un libro (Edizione, New Fundamentals Research Book) che descrive l’intera attività didattica, sviluppata totalmente in DaD nell’Anno Accademico 2020-2021 del Politecnico di Bari, da oltre 60 studenti impegnati in una intensa attività di analisi ed elaborazioni progettuali su tutto il territorio della Valle dell’Ofanto dopo aver compiuto periodici sopralluoghi, seminari e attività laboratoriali. 
Il tema del corso, coordinato dal prof. Giuseppe Fallacara, docente del Poliba di Progettazione architettonica e responsabile dell'iniziativa, è stato concordato con la Provincia di Barletta Andria Trani in qualità di soggetto incaricato della gestione provvisoria del Parco (delega regionale del 2013). 
Lo studio ha visto, in esito al laboratorio annuale, gli studenti di archiettura del Poliba suddivisi in nove team. A ciascuno è stato fornito un tema differente: 1. osservatorio astronomico; 2. museo della biodiversità; 3. centro di meditazione; 4. eremi; 5. tree houses hotel; 6. ponti; 7. acoustic shell; 8. maneggio e centro benessere; 9. ristorante con serra idroponica. 
La particolarità è che ciascun progetto è stato accompagnato non solo dai tradizionali elaborati tecnici (piante, prospetti, sezioni bidimensionali) su cui, grazie ai precedenti corsi, gli studenti hanno già avuto modo di affinare le proprie capacità, ma anche e soprattutto da rendering e video. 
Il progetto degli studenti, nell'insieme, seppur con il proprio carattere accademico, tende ad inserirsi nella più articolata attività di animazione territoriale, messa in campo dalla Provincia, in particolare attraverso il Contratto di Fiume della Bassa e Media Valle dell’Ofanto, a cui partecipano attivamente sia il Comune di Barletta che il Politecnico di Bari, ma anche attraverso una serie di progetti cruciali di riqualificazione territoriale della Valle dell’Ofanto, tra questi: la Ciclovia dell’Ofanto, l’area umida alla foce e i progetti di riqualificazione fluviale ai recapiti finali di Canosa e San Ferdinado e non da ultimo la prossima adozione del Piano Territoriale del Parco. 
L'inaugurazione della mostra sui progetti, la presentazione del libro, “Il Canto dell'Ofanto, visioni per il Parco Naturale Regionale fiume Ofanto”, la proiezione dell'apposito documentario,  avrà luogo sabato, 17 luglio, ore 10,00, presso il Castello di Barletta. Interverranno: Cosimo Damiano Cannito, Sindaco di Barletta; Bernardo Lodispoto, Presidente Provincia BAT; Santa Scomegna, Dirigente Castello di Barletta; Francesco Cupertino, Rettore Politecnico di Bari; Paolo D'Addato, Presidente Federazione Architetti Puglia; Giuseppe Fallacara, docente Politecnico di Bari, coordinatore del Progetto. Nel corso della inaugurazione seguirà l'esibizione musicale di “Aufidus Ensemble”.
La mostra resterà aperta al pubblico presso il Castello di Barletta sino al 31 luglio prossimo. Ingresso libero.

Comunicato stampa.

Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali

Bari, 14 luglio 2021 – Con il seminario La quantificazione dell'incertezza e l'analisi del danneggiamento nelle strutture aerospaziali”, in programma domani, giovedì, 15 luglioore 16,00sulla piattaforma Cisco Webex, http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_july_15 e sul canale youtube del Poliba si concluderà, “Rediscovering the Space” l'iniziativa scientifica pubblica del Dottorato di Ricerca interateneo in Ingegneria e Scienze Aerospaziali Poliba-Uniba, dedicata al settore aerospaziale.
Nell'ultimo appuntamento parteciperanno gli “specialisti”, proff. Alfonso Pagani e Marco Petrolo, docenti di “Costruzioni e Strutture Aerospaziali” presso il Politecnico di Torino, moderatrice, prof.ssa Maria Cinefra del Politecnico di Bari.
Il tema, certo non facile, ma sicuramente affascinante, pone l'attenzione di partenza alla “quantificazione dell'incertezza” (UQ), un aspetto cruciale per garantire affidabilità nella progettazione delle strutture aerospaziali.
Con lo sviluppo della scienza e della tecnologia infatti, gli ingegneri si sono dedicati sempre più allo sviluppo di strutture aerospaziali avanzate con funzioni e prestazioni più elevate. La progettazione delle strutture aerospaziali deve inevitabilmente fronteggiare molteplici fonti di incertezza derivanti da errori di modellazione, discrepanze nella definizione delle proprietà dei materiali, tolleranze nei processi di lavorazione e variazioni ambientali durante i processi di produzione e servizio delle strutture stesse.
La mancanza di conoscenze o di dati sperimentali, l'accoppiamento tra diversi campi fisici e l’elevato costo computazionale delle simulazioni ad alta fedeltà rendono la quantificazione dell'incertezza e la validazione del modello estremamente impegnative. 
In questo contesto, particolare attenzione è rivolta alla progettazione dei materiali compositi “Variable Angle Tow” (VAT) che, consentendo alle fibre di essere organizzate lungo percorsi curvilinei, offrono maggiori capacità di personalizzazione rispetto ai classici laminati CFRP. Tuttavia, dare una direzione a delle fibre fragili non è esente da difetti e, infatti, è fortemente influenzato dalla stampante 3D. 
Nel seminario, verrà illustrato l’utilizzo di tecniche agli elementi finiti multiscala e di ordine elevato per dimostrare l'importanza dei difetti di fabbricazione sulla risposta meccanica e sulla progettazione ad elevata affidabilità dei laminati compositi VAT.
Inoltre, la modellazione di fenomeni localizzati come la propagazione di danni e guasti mediante approcci classici rimane discutibile poiché tali meccanismi dipendono fortemente dai fenomeni caratteristici delle scale più piccole. Poiché le strutture composite, ampiamente utilizzate in campo aerospaziale, hanno una natura multiscala, la corretta modellazione di una o più scale è decisiva per avere risultati affidabili. Questo seminario si occuperà di macro-, meso- e micro-scala e delle loro interazioni. In primo luogo, verranno delineati i requisiti minimi per una corretta modellazione strutturale per ciascuna scala. Successivamente, verranno descritte le strategie più comuni per implementare un framework multiscala.

Alcune note sui relatori 
Alfonso Pagani
 è professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale, Politecnico di Torino. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Ingegneria Aerospaziale presso la City University di Londra nel 2016 e, in precedenza, un dottorato di ricerca in Fluidodinamica presso il Politecnico di Torino, sotto la supervisione del Prof. E. Carrera. Recentemente, il Dr. Pagani ha vinto un prestigioso progetto di ricerca europeo EU-H2020 ERC – Starting grant per uno studio esplorativo su un nuovo approccio al problema della progettazione, produzione e analisi di materiali compositi a rigidità variabile. Nel 2018, Pagani è entrato a far parte del California Institute of Technology come visiting associate, per lavorare sull'acustica dei metamateriali. Inoltre, ha trascorso periodi di ricerca presso la Purdue University nel 2016, dove ha lavorato sulla micromeccanica dei compositi rinforzati con fibre. E' coautore di circa 120 pubblicazioni. 
Marco Petrolo è professore associato del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino. È stato ricercatore presso la School of Aerospace, Mechanical and Manufacturing Engineering, RMIT University, Melbourne, Australia. Ha conseguito un PhD in Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico di Torino nell'aprile 2012. Petrolo ha trascorso periodi di ricerca presso la San Diego State University (USA) e l'Università del Michigan (USA). La sua attuale attività di ricerca riguarda l'analisi multiscala dei compositi, la micromeccanica e lo sviluppo di teorie strutturali di ordine elevato. Collabora con varie istituzioni, tra cui l'Università della British Columbia, l'Università di Washington, la Deakin University, la Florida Atlantic University e la NASA.
I quattordici appuntamenti con “Rediscovering the Space 2021 - challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors” sono stati coordinati da prof. Marco Donato de Tullio – Politecnico di Bari.

Poliba-AQP.  Questa mattina, 12 luglio, nella sala del Consiglio del “Palazzo dell'Acqua”

L’attività, oggetto di una convenzione, è stata ufficializzata dal Presidente, Simeone di Cagno Abbrescia e dal Rettore, Francesco Cupertino

Bari 12 luglio 2021 - La catalogazione, il progetto di restauro e la conservazione del patrimonio storico-artistico di Acquedotto Pugliese insieme alla quantificazione del valore degli arredi artistici, realizzati da Duilio Cambellotti (1876-1960) per il Palazzo dell’Acqua. È l’obiettivo del protocollo d’intesa sottoscritto tra Acquedotto Pugliese e Politecnico di Bari/Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura, da realizzarsi nel giro di un anno anche attraverso l’attivazione di borse di studio destinate agli allievi.
L’accordo siglato dal presidente di Aqp, Simeone di Cagno Abbrescia, e dal Rettore, Francesco Cupertino, nella sala del consiglio del Palazzo dell’Acqua, impreziosita dagli affreschi di Duilio Cambellotti, s’inserisce nell’intensa e proficua sinergia in atto tra le due istituzioni. Sinergia formalizzata in un apposito accordo quadro che prevede il contributo scientifico del Politecnico in una serie di attività, con l’obiettivo di aggiornare e valorizzare l’identità di Aqp e offrire impulso a una moderna vision aziendale, basata sulla centralità del servizio ai cittadini, nel segno di uno sviluppo sostenibile del territorio. 
“Il protocollo d’intesa con il Politecnico di Bari testimonia quanto l’Acquedotto Pugliese sia attento a potenziare contatti e scambi culturali con una delle principali istituzioni formative del territorio, con cui è già in essere un’intensa collaborazione. La nostra azienda è depositaria di un grande patrimonio storico e artistico, dai documenti alle foto sino agli arredi di Duilio Cambellotti realizzati per il nostro palazzo. Un patrimonio che necessita di una riorganizzazione e valorizzazione, per una migliore e maggiore fruibilità da parte dei cittadini. Un obiettivo per il quale non potevamo non affidarci all’esperienza e alla competenza scientifica del Politecnico”, afferma il presidente di AQP, Simeone di Cagno Abbrescia.
“La Facoltà di Ingegneria, sin dalle sue origini - osserva il Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino - ha sempre avuto uno storico, fondamentale rapporto di collaborazione con Acquedotto Pugliese. Rapporto che si è evoluto, intensificato, arricchito, in tempi più recenti, grazie alle competenze scientifiche apportate dai corsi di Architettura e Design Industriale. Il patrimonio artistico e documentale di AQP è di straordinario valore e trova nell'opera di Duilio Cambellotti, una preziosa sintesi. Tale patrimonio va preservato, documentato con cura, raccontato, perché memoria storica e patrimonio culturale di tutti”.
Ma vediamo cosa prevede nel dettaglio il protocollo d’intesa. L’Acquedotto Pugliese possiede un ingente patrimonio storico, artistico e fotografico: oltre ai 500 pezzi, tra arredi e complementi di arredo, ispirati al mondo dell’acqua e realizzati su disegno di Duilio Cambellotti, nella maggior parte restaurati ed esposti nel museo o utilizzati negli uffici del palazzo, occorre contare le 5.000 lastre fotografiche in vetro, le centinaia di fotografie risalenti agli anni ’50 - ’80, un fondo cinematografico composto da bobine di film in bianco e nero, i numerosi rotoli di progetti su carta lucida, le migliaia di documenti storici cartacei. Un vasto e interessante repertorio di beni che, tutti insieme, descrivono la lunga e luminosa storia di Acquedotto Pugliese: più di cento anni di gloriose pagine di emancipazione e di benessere per le comunità dei cittadini pugliesi. 
Una mole davvero notevole di beni, tra quelli di carattere storico e culturale e gli altri di particolare valore artistico, per i quali il Politecnico dovrà progettare e organizzare l’archivio unitamente alle attività di inventariazione, restauro e conservazione.
Una fitta agenda di interventi che si svolgeranno secondo un dettagliato cronoprogramma di lavoro. A cominciare dai primi sopralluoghi e dalle analisi conoscitive preventive, che saranno svolti già dai prossimi giorni da parte di docenti e formatori del Politecnico presso le sedi di Acquedotto Pugliese. Responsabili per l’esecuzione e la gestione di tutti gli aspetti tecnici e scientifici delle attività oggetto della convenzione sono per il Politecnico, il prof. Gian Paolo Consoli e Ph. D. Antonio Labalestra, e per l’Acquedotto Pugliese, la dott.ssa Caterina Quagliarella.

Comunicato stampa.

Edilizia Poliba.  Il 9 luglio, nel campus universitario, la partecipata cerimonia di intitolazione

Bari, 10 luglio 2021 – Salvatore Marzano (1945-2016) è stato, in ordine cronologico, il quarto Rettore del Politecnico di Bari, dal 2003 al 2009. La sua storia personale si accompagna fortemente a quella professionale di studioso e docente della Facoltà di Ingegneria di Bari. Ed è qui che si svolge l'intera carriera: da studente a Rettore. Laureato in Ingegneria civile (110/110 e lode) nel 1976; borsista e tecnico laureato presso l'Istituto di Scienza delle Costruzioni (1976-1985); professore associato di Scienza delle Costruzioni (1985-1990); professore straordinario nel 1990, ordinario dal 1993.

Nello storico Istituto di Scienza delle Costruzioni, successivamente, Istituto di Scienza e Tecnica delle Costruzioni costruisce tutto il suo percorso di studioso e organizzatore: dà impulso ad una profonda trasformazione e modernizzazione dell’Istituto, nel frattempo divenuto Dipartimento di Ingegneria Strutturale; sviluppa interazioni fra ricerca, industria e territorio; punta fortemente all’internazionalizzazione e promuove una innovativa formazione dei giovani. Divenuto Direttore del Dipartimento, avvia un progetto di sintesi fra le aree di ricerca dell’Ingegneria Civile, fondando il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICA). Si tratta di un nuovo grande Dipartimento, che lo elegge quale Direttore, nel quale confluiscono i settori della Scienza e della Tecnica delle Costruzioni, dell’Idraulica, delle Costruzioni Idrauliche, della Geologia Applicata, della Geotecnica, della Chimica Applicata e della Tecnologia dei Materiali. Il DICA punta fortemente a favorire ed incentivare l’integrazione della ricerca con l’attività di Alta Formazione, realizzata attraverso i corsi di dottorato e post-dottorato, i master, la collaborazione a progetti strategici di ricerca, la cooperazione internazionale. In questo contesto, un punto di eccellenza è costituito dal Laboratorio Ufficiale Prove Materiali “M. Salvati”, primo laboratorio ufficiale per le prove sui materiali da costruzione istituito in Puglia. Da sempre fortemente impegnato a livello accademico,  Marzano contribuisce ad alcune fasi e passaggi cruciali del nascente Politecnico di Bari, come la creazione del polo universitario di Taranto e della Facoltà di Architettura. Al culmine di questa attività, nel 2003 viene eletto Rettore del Politecnico di Bari per il triennio 2003-2006. Viene confermato anche per il successivo 2006-2009. Da Rettore gli è particolarmente cara la riqualificazione delle strutture per i servizi e l'accoglienza agli studenti.  Istituisce la “Agenzia di Sviluppo del Politecnico” che incorpora e anticipa i compiti dell’attuale “Industrial Liaison Office”.Parallelamente ricopre importanti incarichi extra-accademici, tra questi è fondatore e Presidente del MEDIS, il Distretto Meccatronico Regionale della Puglia. Sul piano scientifico è autore di numerosissimi lavori pubblicati su prestigiose riviste scientifiche nazionali ed internazionali. Tra questi ricordiamo il testo, “Elementi di Meccanica dei Continui e Resistenza dei Materiali”, Scienza delle Costruzioni vol. 2 (Torino, UTET), in collaborazione con il prof. Alfredo Sollazzo, suo mentore, adottato presso varie sedi universitarie italiane per corsi di laurea e/o dottorato in Ingegneria e Architettura. 
Il prof. Salvatore Marzano muore, improvvisamente, il 1 settembre 2016.
A questa irripetibile e lungimirante carriera del prof. Marzano, votata allo studio, all'accademia, al Politecnico, il Senato Accademico, nella seduta del 5 dicembre 2017, gli conferisce il titolo di professore emerito alla memoria e nella seduta del 20 novembre 2018, delibera di intitolargli il plesso ex-Dipartimento di Strutture in Palazzina "Salvatore Marzano".
La cerimonia di intitolazione ha avuto luogo, il 9 luglio, nel campus universitario e ha visto la folta partecipazione di docenti e allievi del prof. Marzano, tecnici, amministrativi, studenti del Politecnico ma anche dell'Università di Bari, radice storica della Facoltà di Ingegneria del Poliba. Tra i tanti presenti: la moglie del prof. Marzano, prof. Renata Cotrone, il Rettore del Poliba, Francesco Cupertino, il Presidente dell'ANVUR, ex rettore di Uniba, Antonio Felice Uricchio, la prof. Annamaria, Candela, in rappresentanza del rettore dell'Università di Bari, Stefano Bronzini, il prof. Luciano Rosati, presidente di SISCO, Società Italiana di Scienza delle Costruzioni, il Direttore generale del Poliba, Sandro Spataro, rappresentanti sindacali.
“Ero un ricercatore di ingegneria durante il rettorato di Marzano – ha detto nel suo partecipato intervento di presentazione, il Rettore, Francesco Cupertino. Le sue intuizioni, le anticipazioni, le realizzazioni trovano oggi conferme e sviluppo ulteriore nelle azioni proseguite anche da questo rettorato.”
La scoperta della targa di intitolazione al plesso, la consegna della pergamena di professore emerito alla memoria del prof. Marzano alla moglie, Renata Cotrone, i brevi interventi succedutesi a cui è seguito un caloroso corale applauso hanno concluso la cerimonia.
E così, le idee, le realizzazioni, i segni tangibili di uno dei pionieri del Politecnico trovano riscontro, nuova linfa, si ricordano, vivono, una generazione dopo.  

Comunicato stampa. 

Studenti. Questa mattina, 8 luglio, presso la sede dell'Università del Salento l'atto ufficiale

Sottoscritta la convenzione tra il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria - Provveditorato regionale della Puglia e Basilicata e le Università pugliesi per l’adesione alla “Conferenza nazionale universitaria dei poli penitenziari” istituita dalla CRUI

Bari, 8 luglio 2021 - È stata sottoscritta questa mattina a Lecce, nella sala conferenze del Rettorato dell’Università del Salento, la convezione per il diritto agli studi universitari in carcere tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria - Provveditorato Regionale della Puglia e Basilicata (PRAP) e le Università pugliesi. 
Firmatari: il Provveditore Regionale Giuseppe Martone, il Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice, il Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino; il Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Stefano Bronzini, il Rettore dell’Università LUM “Giuseppe De Gennaro”, Antonello Garzoni e, per il Rettore dell’Università di Foggia Pierpaolo Limone, la delegata professoressa, Anna Maria Campanale. 
Con la firma della convenzione, gli Atenei pugliesi aderiscono alla CNUPP - Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari, istituita dalla CRUI - Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e rappresentata nel corso dell’incontro dal Presidente nazionale Franco Prina. Presenti inoltre i delegati dei Rettori per i Poli Universitari pugliesi per studenti detenuti Ignazio Grattagliano (Università di Bari) e Marta Vignola (Università del Salento).
Obiettivo principale della convenzione è la collaborazione tra le istituzioni firmatarie, che si impegnano a individuare aree di intervento mirate a favorire lo sviluppo culturale e la formazione universitaria: per sostenere i detenuti negli istituti penitenziari della Puglia con l’obiettivo primario del reinserimento; per favorire la formazione universitaria del personale operante nel territorio di competenza del Provveditorato della Puglia; per giungere alla costituzione di un “Polo didattico universitario penitenziario Appulo–Lucano” quale sistema integrato di coordinamento delle attività volte a consentire ai detenuti e agli internati negli istituti penitenziari interessati il conseguimento di titoli di studio di livello universitario, secondo le modalità che saranno disciplinate negli atti regolamentari e le procedure e le condizioni vigenti presso ciascun Ateneo. 
La realtà dei Poli Universitari Penitenziari italiani, iniziata più di venti anni fa a Torino e replicata, pur con differenze locali, in numerose altre sedi universitarie, coinvolge attualmente circa 40 Atenei che operano in oltre 80 istituti penitenziari. Nell’anno accademico in corso sono 1.034 gli studenti detenuti iscritti, dei quali 109 (10,5%) si trovano in regime di esecuzione penale esterna, 549 (53,1%) scontano una pena in carcere in circuiti di media sicurezza, 355 (34,3%) in alta sicurezza e 21 (2,1%) in regime 41bis. Le studentesse sono 64, quindi il 6,2% del totale degli studenti. 
Nel primo triennio di vita della CNUPP - Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari, gli Atenei aderenti con studenti attivi sono passati da 27 nel 2018/19 a 32 nel 2020/21 (con un incremento del 18,5%); gli Istituti Penitenziari in cui operano i Poli Universitari Penitenziari da 70 a 82 (con un incremento del 17,1%); il numero di studenti iscritti da 796 a 1034 (con un incremento del 29,9%). Tra questi dati spicca il notevole incremento della componente femminile, che passa da appena 28 studentesse nel 2018-19 a 64 nel 2020-21, quindi con un incremento del 128,6%. 
La costituzione della CNUPP ha permesso agli Atenei impegnati a garantire il diritto agli studi universitari per le persone private della libertà personale di agire in maniera coordinata e interloquire a una voce sia con il sistema universitario sia con quello penitenziario. Le interazioni avviate con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in particolare con la Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del DAP, competente per le attività formative, ha permesso di siglare nel settembre del 2019 un protocollo d’intesa che definisce le modalità per il confronto permanente tra CNUPP e DAP. A breve saranno emanate delle linee guida condivise per regolamentare le attività di studio universitario all’interno degli istituti penitenziari italiani. 
La costituzione della CNUPP permette inoltre ai referenti delle singole università di confrontarsi continuamente su varie problematiche, scambiarsi buone pratiche, rivolgere istanze al DAP su singole situazioni e affrontare problematiche complesse come, per esempio, i disagi dovuti ai trasferimenti dei detenuti studenti universitari da un istituto penitenziario a un altro. In questi casi la CNUPP funge da network interconnesso, in cui docenti e uffici amministrativi collaborano tra loro e con l’Amministrazione Penitenziaria per facilitare il trasferimento degli studenti da un ateneo a un altro. 
La CNUPP è quindi un esempio di rete istituzionale e inter-istituzionale promossa da Università che ritengono doveroso onorare il proprio ruolo garantendo l’accesso e lo svolgimento degli studi universitari anche a persone private della libertà, che in questo modo esercitano un loro diritto costituzionale. Non solo gli Atenei, ma anche singoli docenti, amministrativi e tutor svolgono la loro attività nell’ambito dei rispettivi ruoli istituzionali e della missione inclusiva che è propria delle Università.
Impegni sono inoltre previsti sul fronte della formazione del personale dell’Amministrazione Penitenziaria (polizia penitenziaria e operatori dell’area trattamentale), nonché sullo sviluppo di attività di ricerca sulle problematiche carcerarie. 
Come sottolineato nel corso dell’incontro, percorsi in sinergia con l’Amministrazione Penitenziaria possono consentire di trasformare la detenzione da un tempo “sospeso” a un periodo fecondo, in cui il cittadino condannato possa intraprendere percorsi formativi anche di alto livello, che gli consentano di investire sul proprio capitale umano - strumento indispensabile per ridurre i rischi di recidiva - con benefici sia per il singolo che per la società. La presenza delle Università nei luoghi di detenzione ha, in questo senso, una profonda valenza culturale per il Paese e per la più ampia discussione sul significato che possono avere la pena e l’esecuzione penale. 

Comunicato stampa.

Ambiente. Poliba e Unibo alla Camera dei Deputati, per presentare i risultati del progetto

In Puglia: Margherità di Savoia, l'ombelico del fenomeno erosivo costiero della Puglia. Monopoli, la ricostruzione sperimentale della spiaggia di Porta Vecchia  

 

Bari, 6 luglio 2021 - Lo sviluppo costiero della penisola italiana e delle sue isole è di quasi 8000 km (circa metà è sabbiosa), un po' meno del Brasile che ne ha quasi 7.500, mentre Spagna o Francia non arrivano a 5000 km. Da queste proporzioni si intuisce quanto siano significative le coste in Italia. 
Nel nostro Paese i cambiamenti climatici, ma soprattutto l'azione antropica continua dell'uomo sul territorio nei ultimi sessant'anni ha accelerato i processi naturali erosivi costieri, soprattutto sabbiosi, moltiplicando gli effetti e i riflessi, a volte di non ritorno. La difesa e la tutela di tale lunga linea di fronte nazionale richiede studi, comportamenti, scelte ed enormi investimenti poco sostenibili economicamente. Necessarie dunque, appaiono le priorità d'intervento per aree geografiche. 
Dopo le regioni Sardegna e Sicilia (che però sono isole) la Puglia è quella con maggiore estensione costiera, ben 870 km! Qui il fenomeno dell'erosione appare evidente e grave in alcuni tratti da nord a sud. Anche l'Emilia-Romagna con i suoi 135 Km di costa, costituita prevalentemente da spiaggia quasi continua bassa e sabbiosa, assegna al fenomeno grande rilievo per i riflessi che produce nel turismo (108 km sono adibiti alla balneazione!).
Due università: quella di Bologna e Bari Politecnico, grazie al Progetto di Ricerca STIMARE (Strategie Innovative per il Monitoraggio e l’Analisi del Rischio Erosione), finanziato del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, hanno studiato e monitorato negli ultimi due anni lo stato del fenomeno erosivo della costa adriatica in quattro siti specifici, Cervia, Riccione, Monopoli, Margherita di Savoia con l'obiettivo di sostenere la salvaguardia e la resilienza del patrimonio ambientale costiero. 
I risultati, le valutazioni sono state presentate dai referenti di progetto: prof. Renata Archetti (Unibo) e prof. Leonardo Damiani (Poliba) alla Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale sen. Assuntela Messina lo scorso 2 luglio in una apposita conferenza stampa presso la Camera dei Deputati. 
Pur manifestandosi in modi e tempi diversi in Puglia e in Romagna, l'erosione costiera, che consiste in un'alterazione dell'equilibrio naturale, si manifesta in perdite di intere aree e del loro relativo valore economico e ambientale. 
Spesso si associa l’idea di coste a spiagge per uso turistico, ma le spiagge sono anche la linea di interfaccia tra mare e terra e la loro corretta gestione ed il loro mantenimento diventano fondamentali nella corretta pianificazione della gestione del territorio sia adesso sia in futuro, tenendo conto delle emergenze da affrontare, come quella dei cambiamenti climatici. 
Il progetto Stimare ha analizzato gli impatti di due tecniche di difesa: drenaggio delle spiagge e eiettori, ha analizzato dati, implementato sistemi di monitoraggio a basso costo, sondato la percezione del rischio di erosione da parte dei cittadini.
In tale contesto, il monitoraggio delle spiagge è risultata un’attività strategica e funzionale nella pianificazione e gestione della costa, per comprendere l’evoluzione costiera a breve e a medio-lungo termine, per condurre analisi sulle dinamiche costiere e valutare l’efficienza delle strategie messe in pratica e da adottare in futuro non per la salvaguardia della spiaggia stessa, ma anche per le inevitabili ricadute sul settore turistico. Perciò, sono state implementate videocamere intelligenti, capaci di rilevare ed interpretare in tempo reale l'evoluzione della linea di riva, anche mediante droni; sono stati realizzati rilievi topografici. La disponibilità dei big data raccolti permetterà, mediante tecnologie digitali (cloud, capacità di calcolo, intelligenza artificiale e analisi dei dati) di realizzare un ‘digital twin’, cioè un ‘gemello digitale’ del sistema mare/costa sul quale ‘testare’ scenari climatici, fattori di stress antropici o strategie politiche del Green Deal. Tutto ciò fornirà misure per migliorare la gestione del rischio di catastrofi, sviluppare piani territoriali, riferire sullo stato dell’ambiente, sulle attività costiere e misurarne l’impatto.
La Puglia. Lo studio condotto nell’ambito del Piano Regionale delle Coste ha evidenziato, attraverso l’analisi della linea di costa riferita agli anni 1992, 2000 e 2005 un arretramento medio del 4,6%, che è un valore inferiore a quello rilevato dall’APAT nel periodo 1950/2000, pari al 21,4%, per scostamenti di linee di costa superiori ai 30 metri. Tali risultati indicano che i fenomeni erosivi più intensi sono intervenuti prima del 1992, con un andamento decrescente nel periodo successivo. Se da un lato, dunque, il trend appare confortante, d’altra parte è da considerare che i tratti ancora oggi in erosione coincidono, in genere, con quelli che hanno già subito precedentemente forti arretramenti, per cui ulteriori azioni erosive, anche se di piccola entità, potrebbero determinare la scomparsa completa dell’arenile. Gli studi condotti nel corso degli ultimi anni confermano, peraltro, lo stato di sofferenza della maggior parte delle spiagge sabbiose pugliesi, imputabile principalmente alla crescente pressione antropica, alle variazioni climatiche che hanno determinato una modifica delle condizioni meteomarine, nonché alla riduzione degli apporti solidi, per la sistemazione di falesie e corsi d’acqua. Gli ultimi studi condotti in riferimento al periodo 2005-2017 mostrano come circa il 33.2 % delle coste sabbiose siano stati interessati da fenomeni erosivi.

Monopoli. Nel luglio 2019 è stato eseguito un intervento di ripristino dell’arenile di Cala Porta Vecchia, a margine del centro storico finalizzato a fronteggiare la scomparsa dei sedimenti sull’arenile ad opera delle mareggiate invernali. L’intervento è consistito nella movimentazione di dei sedimenti sabbiosi (c.a. 2000 m3) prelevati dai fondali antistanti, entro la profondità di chiusura, e ridistribuiti sull’arenile, con conseguente avanzamento della linea di riva di 10 m. Al fine di monitorare l’efficacia e la durabilità di tale tipo di intervento sono stati eseguiti dei rilievi ante e post operam mediante survey topografiche e si è proceduto con l’installazione di un sistema di video monitoraggio per seguire l’evoluzione nel lungo periodo.
Il rallentamento delle attività di campo legato all’emergenza COVID19, non ha consentito di effettuare il rilievo multibeam del fondale emerso e sommerso post-intervento per verificare la movimentazione dei volumi di sedimenti avvenuta a valle delle mareggiate invernali. Comunque, il monitoraggio del sito è stato garantito dalla webcam per un periodo congruo.
Al fine di calibrare i modelli numerici di ricostruzione del trasporto solido e prevedere l’evoluzione nel medio-lungo termine dell’intervento sperimentale, è stata condotta l’analisi del clima meteomarino al largo del paraggio di Monopoli, con particolare riferimento all’analisi degli eventi estremi. A distanza di oltre un anno dall’intervento di ripristino, nonostante una considerevole perdita di sedimenti sulla spiaggia emersa, essa risulta ancora fruibile, a dimostrazione della sostenibilità finanziaria della metodica proposta. Coinvolto, a nord della città, anche lido Pantano.
Margherita di Savoia. Il sito è probabilmente l'ombelico del fenomeno erosivo in Puglia. La lunga e stretta striscia di terra che separa il mare dalle saline e soprattutto la mancanza di difesa naturale rappresentato dal sistema dunale pone grossi interrogativi soprattutto votati al rischio inondazioni. Rischio questo meno percepito rispetto a quello erosivo costiero, ma anche più pericoloso. Anche la presenza della foce del fiume Ofanto interagisce con il fragile rapporto mare-costa-saline. Qui le osservazioni di Stimare potrebbero trovare proposte per apposite soluzioni. La percezione del rischio erosivo infatti, se viene percepito dai cittadini produce una riduzione del rischio stesso proprio per l'attenzione che si riversa al tema.
Le considerazioni. «Il progetto STIMARE è stato stimolante, ricco di argomenti, realmente interdisciplinare e molto coinvolgente – ha detto Leonardo Damiani, docente del Politecnico di Bari, referente di progetto per la Puglia. Abbiamo spaziato dallo studio di nuovi apparati di protezione, con analisi teoriche e sperimentali sia in campo che in laboratorio; abbiamo messo a punto tecniche di monitoraggio a basso costo con installazioni in campo e ragionato di analisi di rischio erosione e valutato la percezione del rischio da parte degli stakeholder. Le numerose interviste in spiaggia (2500) con il coinvolgimento degli studenti, ha consentito di valutare la percezione del rischio da parte di cittadini e concessionari. Inoltre, il progetto ha consentito di fornire alla regione Puglia linee guida. Fondamentale sarà la definizione di una scala di rischio per stabilire le priorità d'intervento regionale. Come accademici abbiamo raggiunto i nostri risultati e le nostre pubblicazioni; ora ci piacerebbe che tutto questo patrimonio non restasse fermo. I cambiamenti climatici possono essere una sfida e un’opportunità da cogliere». 
«I dati e gli strumenti ci sono – dice Renata Archetti, docente dell’Università di Bologna e coordinatrice del progetto. L’aumento delle aree costiere interessate da imponenti processi erosivi, rende impossibile reperire le risorse necessarie per mettere in sicurezza l’intero territorio. Occorre, quindi, uno strumento oggettivo per stabilire le priorità verso cui indirizzare le modeste risorse disponibili. La valutazione del rischio può essere di soccorso a tale esigenza». 
“Tali preoccupazioni sono anche del Governo - 
ha dichiarato la Sottosegretaria, Assuntela Messina.Se è noto che alcuni effetti dei cambiamenti climatici sono di fatto inarrestabili è altrettanto vero che la questione ambientale ha acquisito assoluta centralità nel dibattito pubblico europeo e globale. Sono diversi i consessi a livello comunitario e internazionale in cui si discute sul tema prestando ulteriore attenzione ai segnali di allerta della comunità scientifica. E’ indispensabile l’impegno delle istituzioni, anche in termini economici, per il sostegno alle azioni di tutela e salvaguardia dell’ambiente, del mare e degli ecosistemi. Risorse importanti potrebbero arrivare già da subito, dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 
Non solo, aggiungiamo: importanti finanziamenti europei sono previsti nei prossimi sette anni, sino al 2030, a tutela del territorio, l'ambiente, il clima. 

Il Progetto STIMARE in cifre
Più di 5000 linee di riva estratte da videomonitoraggio 
6 gruppi di ricerca
28 ricercatori coinvolti
43% ricercatrici donne
7 meeting di progetto
4 località prescelte su cui focalizzare lo studio Cervia, Riccione, Monopoli e Margherita di Savoia
2 soluzioni per la difesa costiera
2500 interviste a turisti, residenti, titolari di stabilimenti balneari sulla percezione del rischio 
Più di 50 simulazioni di onde e correnti

3 voli droni
18 rilievi batimetrici

 

 

Comunicato stampa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poliba & Aziende. Si rafforza il rapporto con il mondo del lavoro e delle aziende

La collaborazione con la storica azienda presente in Italia e nel mondo offrirà nuove opportunità di collaborazione su ricerca, didattica, valorizzazione dei talenti. Schneider Electric supporta l’innovazione e la competitività delle imprese dei mercati manifatturieri, del mondo building, dell’energia, delle infrastrutture e dei data center

Bari, 3 luglio 2021 – Prosegue l'opera di potenziamento dei rapporti con le aziende e il mondo del lavoro del Politecnico di Bari. L'ultimo tassello di questo ininterrotto percorso è rappresentato dall'accordo di collaborazione sottoscritto con la prestigiosa e storica azienda “Schneider Electric S.p.A.”, filiale italiana della prestigiosa e storica azienda omonima, leader mondiale nella trasformazione digitale, della gestione dell’energia e dell’automazione. 
L’azienda-madre, fondata nel 1836 dai fratelli Schneider, è presente in tutto il mondo con oltre 130 mila dipendenti. Nel 2020 ha registrato un fatturato di 27 miliardi di euro. Nel nostro Paese dal 1919, Schneider Electric Italia (Presidente e Amministratore Delegato, Aldo Colombi) conta 3000 dipendenti distribuiti nei 5 siti produttivi, 8 sedi commerciali, 2 Innovation Hub e un centro logistico integrato. La sede principale è a Stezzano, in provincia di Bergamo.
L’azienda supporta, facendo leva sui due assi fondamentali della digitalizzazione e della sostenibilità, l’innovazione e la competitività delle imprese dei mercati manifatturieri, del mondo building, dell’energia, delle infrastrutture e dei data center. 
L’accordo tra il Politecnico di Bari e Schneider Electric Italia unirà due realtà con l’obiettivo di sviluppare opportunità di formazione, di collaborazione per la ricerca e la didattica, di valorizzazione dei talenti. Su questi presupposti, Schneider Electric Italia ha dato disponibilità al Politecnico di progettare insieme, sulla base di specifici accordi, multiformi attività: dalla disponibilità di accogliere nei propri siti laureandi e dottorandi per le loro tesi di laurea e di ricerca all’apertura di corsi e seminari di formazione tecnica Schneider Electric per studenti e corpo docente; dall’attività di orientamento per gli studenti ad iniziative per promuovere la partecipazione femminile e delle persone con disabilità nei percorsi di formazione ingegneristica; dai tirocini alle attività di placement. Nuove opportunità potranno riguardare l’innovazione didattica-tecnologica dei laboratori, anche con la realizzazione di aree dimostrative co-progettate a fini didattici e di condivisione con le aziende del territorio. 
L’accordo quadro ha una durata di tre anni. I firmatari dell’accordo sono: Francesco Cupertino, Rettore Politecnico di Bari; Fabio Parmeggiani, Vicepresidente Risorse Umane di Schneider Electric, Gianfranco Mereu, responsabile dei rapporti con le Scuole Tecniche e le Università, Schneider Electric. Il documento sottoscritto indica i rispettivi referenti scientifici: prof. Giuseppe Acciani per il Poliba e Gianfranco Mereu per Schneider Electric.                

Le valutazioni. 
Francesco Cupertino, 
Rettore del Politecnico di Bari. “La collaborazione sottoscritta con Schneider Electric prosegue l’azione di coinvolgimento scientifico e didattico del Politecnico di Bari con realtà imprenditoriali di prestigio internazionale. Le attività, che saranno sviluppate con il presente accordo, mirano ad irrobustire l’ampio bagaglio scientifico sui temi della digitalizzazione e la sostenibilità e creano i presupposti per la realizzazione di progetti condivisi con l’azienda. Si aprono, inoltre, nuove e significative opportunità per i nostri studenti che vogliono affacciarsi a temi di grande attualità, anche attraverso esperienze dirette quali tirocini e tesi di laurea”.
Gianfranco Mereu, responsabile dei rapporti con le Scuole Tecniche e le Università, Schneider Electric. “Schneider Electric da tempo sostiene ed accompagna l’innovazione tecnologica nelle Università italiane attraverso nuovi percorsi formativi, co-progettati con il corpo docente degli Atenei, a completamento delle lezioni accademiche, e laboratori esperienziali che consentano agli studenti di tenersi al passo con le reali necessità del mercato del lavoro.
Per tale ragione, abbiamo siglato un Accordo Quadro con il più importante Politecnico del Sud, quello di Bari, che prevede tutta una serie di attività che porteranno innumerevoli benefici, non solo ai futuri laureati ma anche alle molte aziende che operano nel tessuto pugliese”, ad iniziare dalla Trasformazione Digitale fino alla Sostenibilità
”.

Comunicato stampa.

Ambiente. Domani, 2 luglio, ore 12,00, conferenza stampa presso la Camera dei Deputati

I risultati saranno illustrati alla presenza del Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani e della Sottosegretaria con delega alla Digitalizzazione, Assuntela Messina

Bari, 1 luglio 2021 – I risultati degli studi condotti negli atenei di Bologna e di Bari Politecnico, sul fenomeno dell'erosione costiera, le strategie innovative per il monitoraggio e l’analisi, le proposte per possibili interventi, saranno presentati domani, venerdì, 2 luglio, ore 12,00, a Roma, presso la Camera dei Deputati, in una apposita conferenza stampa a cui parteciperà il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani e la Sottosegretaria di Stato con Delega alla Digitalizzazione, Assuntela Messina. L'evento potrà essere seguito attraverso il link Https://webtv.camera.it/conferenze_stampa
Le ricerche sono state favorite dal progetto di ricerca biennale (2019-2021), “Stimare” (Strategie Innovative per il Monitoraggio e l’Analisi del Rischio Erosione) finanziato dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. Gli studi e le azioni delle due università, tra loro coordinate, si riferiscono a tratti di territorio costiero di particolare significato di quattro comuni: a nord, Riccione e Cervia; a sud, Margherita di Savoia e Monopoli.  
I risultati delle ricerche saranno presentati da Renata Archetti, docente dell'Università di Bologna e coordinatrice scientifica di STIMARE e da Leonardo Damiani, docente del  Politecnico di Bari afferente al Dipartimento Dicatech.

Il Progetto STIMARE in cifre.
Più di 5000 linee di riva estratte da videomonitoraggio. 6 gruppi di ricerca. 28 ricercatori coinvolti. 43% ricercatrici donne. 7 meeting di progetto. 4 località prescelte su cui focalizzare lo studio Cervia, Riccione, Monopoli e Margherita di Savoia. 2500 interviste a turisti, residenti, titolari di stabilimenti balneari sulla percezione del rischio. Più di 50 simulazioni di onde e correnti. 3 voli droni. 18 rilievi batimetrici.

Comunicato stampa.

Poliba & Aziende. Sostegno allo sviluppo economico e alla crescita occupazionale sul territorio regionale 

Bari, 29 giugno 2021 - Il Politecnico di Bari prosegue l'attività di costruzione di partnership con attori pubblici e privati operanti sul territorio nazionale per favorire e sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese ad alto contenuto tecnologico. 
In questa direzione, il Politecnico di Bari e I3P, l'incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino, intendono collaborare per sviluppare e sperimentare nuove pratiche tese a potenziare il trasferimento tecnologico e l’incubazione di imprese.
Gli intenti di tale collaborazione sono contenuti nell'accordo quadro, sottoscritto dal Rettore del Poliba, prof. Francesco Cupertino, e dal Presidente e di I3P, prof. Giuseppe Scellato. 
La collaborazione Poliba-I3P è finalizzata a sviluppare modelli e strumenti per favorire la nascita e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali con un elevato potenziale di crescita e ad alto contenuto tecnologico. Le specifiche attività oggetto della collaborazione saranno di volta in volta definite mediante la stipula di appositi accordi attuativi. La durata della convenzione è di tre anni e potrà essere rinnovata. Sull'accordo con I3P il Rettore, Francesco Cupertino non ha dubbi: «Questa collaborazione rappresenta un nuovo, importante strumento per contribuire allo sviluppo dell’economia e della società, in una fase cruciale per il Paese. Abbiamo l’ambizione di contribuire alla costruzione di una rete nazionale che includa università e imprese e che permetta di condividere conoscenze, competenze ed esperienze. Questo è in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che punta sul trasferimento tecnologico e sull’innovazione per colmare i divari territoriali e rilanciare l’Italia. Siamo lieti di condividere questa missione con interlocutori altrettanto interessati al futuro di tutti noi e a quello delle prossime generazioni».
Così risponde Giuseppe Scellato, Presidente di I3P. “Da sempre I3P si dedica a costruire connessioni tra startup, università, mondo  industriale e finanziario. Siamo orgogliosi di questa nuova sinergia con il Politecnico di Bari per rafforzare una rete che, da Nord a Sud, permetterà lo sviluppo di startup e progetti ad alto contenuto tecnologico. Siamo pronti a mettere a disposizione la nostra esperienza e il nostro network  per supportare e far crescere l’innovazione locale e nazionale, partendo da territori che possiedono una straordinaria capacità imprenditoriale”. 
La scheda I3P. L'Incubatore del Politecnico di Torino, I3P, supporta la nascita e lo sviluppo di startup innovative con elevata intensità tecnologica e potenzialità di crescita, fondate sia da ricercatori universitari e studenti, sia da imprenditori esterni, fornendo servizi di consulenza strategica, coaching, mentoring, supporto al fundraising e spazi. I3P, fondato nel 1999, è una società per azioni partecipata da Politecnico di Torino, Fondazione LINKS, Camera di Commercio di Torino, Finpiemonte, Città Metropolitana di Torino e Fondazione Torino Wireless. La mission dell'Incubatore del Politecnico di Torino è sostenere l'ecosistema dell'imprenditorialità, con l'obiettivo di generare sviluppo economico e occupazione nelle filiere industriali innovative. I3P adotta una strategia di collaborazione con soggetti privati ed istituzioni, impegnati nella ricerca e nell'alta formazione, nei servizi per il trasferimento tecnologico, nel finanziamento dell'innovazione, nell'internazionalizzazione. Nel 2019 I3P ha ricevuto il riconoscimento come il Miglior Incubatore Pubblico su scala globale secondo l’UBI Global World Rankings of Business Incubators and Accelerators 2019 – 2020. www.i3p.it

Lezioni in Cantiere. L'iniziativa è nata dall'accordo quadro, Poliba-Giovani Imprenditori Edili, ANCE Bari-Bat 

Dalle aule universitarie alla pratica per accorciare i tempi di inserimento dei giovani laureati nel mondo del lavoro. Favorevole il riscontro degli studenti e dei giovani imprenditori edili. Il Politecnico si propone sempre più cerniera tra studenti-territorio-aziende. L'iniziativa, dopo quattro visite a differenti cantieri della Puglia, sarà ripetuta 

Bari, 21 giugno 2021 – Dalla strada provinciale 105, a metà tra il centro della città e la collina di San Giorgio Jonico, la piana disegna, a tratti, ordinati filari verdi di vigneto che si alternano a campi gialli di recente mietitura. A distanza, ben visibili, cinque gru emergono, come periscopi, dalle fondazioni e presidiano il cantiere di quello che sarà il più grande ospedale di Puglia: il nuovo ospedale “San Cataldo” di Taranto. 
Ed è qui che lo scorso 18 giugno, si è tenuta l'ultima “Lezione in Cantiere”, l'iniziativa itinerante dedicata agli studenti di architettura (IV e V anno) e ingegneria magistrale dei corsi di laurea in edile, sistemi edilizi e ambiente e territorio del Politecnico, con lo scopo di far conoscere ai futuri professionisti diverse tipologie di cantieri e anche di produzione edilizia per comprendere il loro funzionamento: dalle soluzioni tecniche adottate secondo progetto ai materiali, dalla organizzazione del lavoro all'ottimizzazione  e controllo dei tempi di produzione, dalla sicurezza sul cantiere sino al collaudo.
A Taranto, ad accogliere gli studenti (una trentina) erano presenti i responsabili del cantiere, il Rettore del Politecnico, Francesco Cupertino, la responsabile scientifica dell'accordo Poliba-ANCE Bari Bat, Mariangela Turchiarulo, il Presidente del Gruppo Giovani ANCE Bari BAT, Orfeo Mazzitelli. Presente, tra gli altri, anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, mentre “docente” per l'occasione, è stato l'arch. Luigi De Bartolomeo, Debar Costruzioni Spa, Direttore tecnico del cantiere che, passo dopo passo, ha spiegato ai presenti con partecipazione l'evoluzione, le attività realizzate e quelle in corso, ma anche le soluzioni adottate, i materiali, i tempi, l'organizzazione del lavoro di uno dei più grandi cantieri in attività in Puglia. Il cantiere, aperto lo scorso ottobre, ha espresso il suo potenziale da dicembre. Ragguardevoli le cifre che lo caratterizzano: per garantire 715 posti letto, 70 ambulatori, 28 sale diagnostica, 19 sale operatorie, 2300 posti auto è in corso di realizzazione una superficie coperta, su quattro livelli, di 43 mila mq, per un'area di intervento che misura 350 m di lunghezza e 170 di larghezza. In totale saranno ben 1060 i pilastri da costruzione! L'area destinata a verde attrezzato invece riguarda 81 mila mq per un'area complessiva d'intervento di cantiere pari a 226 mila mq. Per la sua realizzazione sono state adottate tutte le soluzioni tecnologiche e costruttive più avanzate: dall'antisismica ai materiali, dall'impiantistica al controllo della qualità, alla sicurezza, all'impatto con il territorio. Costo di contratto: quasi 123 milioni di euro. L'opera in costruzione è curata dal raggruppamento temporaneo di imprese composto da Debar costruzioni, Consorzio stabile COM, CN Costruzioni SpA, Edilco Srl, Gruppo Mazzitelli e Icoser.
Alla fine del percorso gli studenti hanno potuto coniugare la conoscenza acquisita in aula e sui libri universitari e quella di vita reale lavorativa che include conoscenze e competenze non solo tecniche ma anche relazionali. Il cantiere infatti, è una piccola città con le sue regole, i suoi tempi e i suoi abitanti! Oggi nel cantiere di Taranto sono coinvolte h/24, circa 320 addetti ma la quota è destinata a lievitare, con l'autunno, sino a 700 unità. Si preveda la consegna dei lavori nella prossima primavera mentre la sua inaugurazione potrebbe avvenire nel 2023. 
La visita alla fabbrica del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto chiude il programma “Lezioni in Cantiere”.  «Il ciclo di webinar e le visite in cantiere organizzate dal Politecnico di Bari, grazie alla preziosa collaborazione dei Giovani Costruttori ANCE Bari-BAT – ci dice la responsabile dell'accordo scientifico Poliba-Ance Bari-Bat, prof. Mariangela Turchiarulo -  ha avuto come oggetto opere complesse, di grande rilevanza per il territorio: i lavori di interramento della linea ferroviaria F.A.L. a Modugno; la realizzazione del complesso residenziale PIRP Japigia, a Bari; il nuovo Ospedale San Cataldo di Taranto; il ciclo di produzione degli elementi prefabbricati dell’Azienda Gallo S.r.l. I nostri studenti e le nostre studentesse (circa 350 prenotazioni!) hanno accolto con grande entusiasmo e partecipazione l’iniziativa, chiedendoci a gran voce di trasformare l’eccezionalità dell’evento in una consuetudine. Le abbiamo chiamate “lezioni in cantiere” con l’intenzione di sperimentare un percorso di apprendimento basato sull’esperienza diretta del progettare e del costruire, che vogliamo impegnarci a strutturare nei piani di studio dei nostri corsi: uno strumento imprescindibile e urgente, quale concreta opportunità di integrazione tra teoria e pratica, tra competenza ed esperienza, tra formazione universitaria e professione.» 
Anche Orfeo Mazzitelli, presidente del Gruppo Giovani di ANCE Bari e BAT sostiene che “sia sempre più necessario mettere in contatto le giovani menti brillanti con le importanti realtà economiche della Puglia. Per i giovani imprenditori di ANCE Bari e BAT il successo di questa iniziativa è un pungolo a impegnarsi maggiormente su questa strategia”.
Il Politecnico – conclude il Rettore, Francesco Cupertino - vuol diventare sempre più cerniera di collegamento tra studenti, territorio, aziende. Esso si propone come struttura di riferimento agli studenti per la propria crescita professionale, anche dopo la laurea. ‘Work in progress | Lezioni in cantiere’ è un'esperienza utile e formativa destinata a ripetersi per favorire conoscenza, esperienza e opportunità per promuovere i nostri giovani futuri laureati e per le aziende che operano sul territorio sempre alla ricerca di giovani preparati.”

Comunicato stampa.

 

50°.  Domani, 15 giugno, ore 11,00, l'inaugurazione presso il Museo Diocesano jonico
ll sogno di una città, il sogno dei suoi cittadini e il sogno di Guglielmo e di Giovanni
Apertura al pubblico: 16 giugno - 26 settembre 2021

 

Bari, 14 giugno 2021 – Anni sessanta, Taranto è una città in espansione. La nascita dei quartieri periferici rischia di frammentare l’unitarietà non solo urbana, ma anche spirituale. Guglielmo Motolese (1910-2005) è un giovane prelato: intuisce l’esigenza di una nuova cattedrale, più ampia, accogliente e luminosa, dove poter radunare e incontrare i numerosi fedeli che sentono lontana “l’antica e veneranda Basilica” di San Cataldo.
Giovanni Ponti, detto Gio (1891–1979), è un celebre architetto e designer milanese, fra i più importanti del dopoguerra. Tra Motolese e Ponti si instaura una conoscenza che diventa racconto epistolare, subito operativo (come dimostrano le cospicue corrispondenze), frutto di proposte e suggerimenti volti a definire quello che diventerà “il sogno di una città, il sogno dei suoi cittadini e il sogno di Guglielmo e di Giovanni”.
Ponti, ormai ottantenne, sollecitato da Motolese, mette in atto la sua indiscussa professionalità per un incarico di alta responsabilità. Nel lungo processo creativo: “architettare una visione”, Ponti elabora numerose soluzioni ma solo tre saranno presentate al committente: il Tempio, la Nave e la Vela. Un percorso lungo e tormentato tra suggestioni e ripensamenti con momenti di sconforto e di esaltazione che lo accompagneranno dalla prima pietra alla forma finita della Concattedrale Gran Madre di Dio di Taranto.
Il 6 dicembre 1970, in una apposita cerimonia, la Concattedrale dei “due Mari” viene consacrata. Due giorni dopo, l'8 dicembre, giorno dell'Immacolata, viene celebrata la prima Messa. 
Nel 2019, per commemorare il cinquantenario della Concattedrale, l’Arcidiocesi di Taranto, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto e il Dipartimento di Scienza dell’Ingegneria e dell’Architettura del Politecnico di Bari favoriscono una serie di iniziative. Tra queste, anche con una tesi di laurea in architettura dedicata, "La Concattedrale. Ponti a Taranto: Rilevare la forma, conservare la materia”.Composta da tre tomi e 71 tavole, viene realizzata da cinque giovani neo-architetti del Politecnico.  
L'evento principale delle celebrazioni resta la mostra, “Gio Ponti e la Concattedrale di Taranto 1970-2020. Il sogno di una città, il sogno dei suoi cittadini e il sogno di Guglielmo e di Giovanni”.   
La mostra, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, organizzata dall’Arcidiocesi Metropolitana di Taranto, dalla Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce e dal DICAR del Politecnico di Bari, d’intesa con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia, il CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, Gio Ponti Archives, l’Istituto di Studi Superiori Musicali “G. Paisiello” di Taranto, l’Associazione Chromophobia e Do.Co.Mo.Mo Italia, con il Comune di Taranto sarà inaugurata, domani, martedì, 15 giugno, ore 11,00, presso il Museo Diocesano di Taranto. Per l'occasione è prevista la partecipazione di autorità regionali e della città. Assicurata la presenza dell'Arcivescovo metropolita di Taranto, Filippo Santoro. Per il Poliba interverranno la prorettrice, prof. Loredana Ficarelli e il delegato per il territorio e l'architettura, prof. Carlo Moccia.
L'esposizione, allestita già dal dicembre 2020 e posticipata a causa delle misure di contenimento anti-Covid-19, sarà aperta al pubblico dal 16 giugno al 26 settembre 2021
Nel percorso espositivocurato da Fernando Errico, Gabriele Rossi (Politecnico di Bari), Francesco Simone, con Maria Piccarreta, la Concattedrale si svela al pubblico le fasi cruciali dell’iter progettuale: dal racconto epistolare con la committenza, ai disegni interlocutori, agli studi di dettaglio fino alla redazione degli elaborati esecutivi e l’avvio del cantiere. 
La mostra, suddivisa in cinque sezioni tematiche e arricchita da supporti audio e video, conduce il visitatore alla comprensione graduale del processo ideativo, partendo dalla conoscenza dei due personaggi cardine dell’opera: Gio Ponti, esponente di spicco dell’architettura italiana del Novecento e Mons. Guglielmo Motolese, arcivescovo di Taranto e committente illuminato. 
L’ultima sezione della mostra è dedicata agli aspetti cerimoniali: dall’inaugurazione, alla consacrazione fino alla celebrazione della prima messa l’8 dicembre del 1970. Le riprese video supportate dagli audio originali ampliano la percezione della magnificenza del progetto di Ponti evidente anche nel design della Concattedrale.

Informazioni per il pubblico. Il Museo Diocesano di Taranto, Vico I Seminario (centro storico), è aperto dal martedì alla domenica (chiuso il lunedì) secondo i seguenti orari: dal 16 giugno al 15 settembre 17:30-20:30; dal 16 settembre, 9:30-12:30 | 16:30-19:30.

Comunicato stampa. 

Lavoro. Conferenza nazionale universitaria dei delegati dei Rettori per studenti con disabilità

L'iniziativa è organizzata dalle cinque università pugliesi.  Il mondo accademico, le imprese, le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni del Terzo Settore possono presentare sino al 30 giugno, proposte di intervento su ricerche teoriche, empiriche ed esperienze nazionali ed internazionali 

Bari, 10 giugno 2021 - “Un ponte tra Università e mondo del lavoro per l’inclusione e la vita indipendente” è il titolo del convegno in programma il prossimo 25 ottobre 2021. 
L'evento, promosso dalla Conferenza nazionale universitaria dei delegati dei Rettori per studenti con disabilità e DSA (CNUDD) è organizzato dalle cinque università pugliesi: Politecnico di Bari, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”,  Università del Salento, Università di Foggia, Università LUM “Giuseppe Degennaro”.

“Il convegno – sostiene Floriano Scioscia, docente del Poliba, delegato del Rettore alla integrazione per le persone diversamente abili - intende evidenziare che l’inclusione lavorativa dei laureati con disabilità e DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento) non è solo un indicatore di responsabilità sociale, ma un’autentica opportunità di sviluppo. Per questa ragione si invitano ad inviare i propri contributi di ricerca e di esperienza non solo i rappresentanti del mondo accademico, ma anche delle Imprese, delle Amministrazioni pubbliche e delle organizzazioni del Terzo Settore. Queste realtà, ciascuna con il proprio ruolo e le proprie competenze, possono collaborare per porre al centro dell’attenzione il valore del lavoro dignitoso, per tutte e tutti”.
In vista di questo appuntamento sono invitate tutte le organizzazioni pubbliche e private a presentare, entro il 30 giugno prossimo, ricerche teoriche, empiriche ed esperienze nazionali e internazionali di inclusione. Gli abstract devono avere lunghezza massima di 500 parole e devono essere inviati all’indirizzo e-mail convegnocnudd2021@unifg.it. I contributi saranno selezionati da un comitato scientifico. E' prevista la pubblicazione degli atti in un apposito volume. Il convegno sarà realizzato a distanza e la partecipazione sarà gratuita.

Le aree tematiche delle sessioni del convegno e il modulo per l’invio delle proposte sono disponibili su http://convegnocnudd2021.unifg.it/

L'intervista.  Docente presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione

Bari, 9 giugno 2021 – Del rinnovato e strategico Consiglio Scientifico RSE (Ricerca del Sistema Energetico) a cui fa capo il Gestore dei Servizi Energetici, società per azioni italiana, interamente controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze fa parte il prof. Massimo La Scala, professore ordinario di “Sistemi elettrici per l'Energia” al Politecnico di Bari, recentemente nominato componente del Collegio esterno. 
Il neo Consiglio scientifico per l'RSE, guidato dal Presidente, Alberto Geri, è costituito da un comitato interno e da un collegio esterno composto da esponenti del mondo istituzionale, accademico e industriale, tra i quali il prof. La Scala. Gli altri componenti del Collegio esterno sono: Marcello Capra, Delegato Strategic Energy Technology (SET) Plan, esperto del Cluster Energia del Programma Horizon Europe, del Ministero della Transizione Ecologica; Livio Gallo, già Head of Global Infrastructure and Networks di Enel; Massimo Rebolini, già responsabile del Centro Operativo di Ricerca di Terna, Past President di Cigre Italia e Fellow Honorary Member Cigre Parigi.
“Poliba Chronicle” ha intervistato il prof. La Scala a seguito del nuovo incarico. Professore, quali sono i compiti del Consiglio scientifico di RSE?
“Il Consiglio ha il compito e la responsabilità di valutare le linee di ricerca più innovative proposte dai Dipartimenti di RSE nell’ambito di un confronto interno all’Azienda e, in una logica di Open Innovation, con il contributo di un Collegio esterno composto da esponenti del mondo
istituzionale, accademico e industriale”.

Quali sono le priorità su cui è chiamato RSE in questo particolare momento storico di transizione?
“Il Consiglio Scientifico procederà a effettuare la propria valutazione sulla base di criteri di innovatività e strategicità, aderenza ai principi del Green New Deal europeo, delle Direttive e dei Programmi ricerca europei nonché l’utilizzabilità per gli operatori del sistema energetico e del sistema industriale nazionale anche nell’ottica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

Prof. La Scala, quale contributo intende offrire al Consiglio scientifico RSE?
“Intendo mettere a disposizione del gruppo di lavoro la mia esperienza scientifica nel settore energetico e proporre scelte tese a valorizzare la caratteristica di interdisciplinarietà delle ricerche di RSE poiché lo studio delle interdipendenze tra i vari vettori energetici e delle varie tecnologie associate al loro utilizzo assume un ruolo centrale nella transizione energetica. 
Inoltre, credo che il Consiglio scientifico potrà fornire indicazioni su quelle linee di ricerca di RSE che si possano tradurre in azioni di guida nelle individuazione delle tecnologie che abbiano le maggiori ricadute per il Paese in relazione ai mutamenti tecnologici che impattano tutta la filiera, a partire dalle utilities fino alle ricadute sulle Piccole Medie Imprese, PMI”. 

Intanto Italia, Cina e Regno Unito hanno lanciato lo scorso 2 giugno la Green Powered Future Mission (“Power Mission”). RSE, per conto del Ministero per la Transizione Ecologica, deterrà un ruolo di coordinamento di questa importante iniziativa. La Power Mission punta a dimostrare che entro il 2030 i sistemi di alimentazione in diverse aree geografiche e climatiche saranno in grado di integrare efficacemente fino al 100% di energie rinnovabili variabili, come l'eolico e il solare, in un mix di generazione e di ottenere efficienza in termini di costi, sicurezza e resilienza. 
Cosa è RSE? Nel 2000 a seguito della riforma del sistema elettrico italiano lo storico Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano (CESI)  raggruppa, in un’unica struttura, le competenze di ricerca dei centri di ricerca interni di Enel  diventando punto di riferimento in Italia e in Europa come soggetto primario nelle attività di ricerca sul sistema elettrico ed energetico. Successivamente viene costituita CESI Ricerca SpA, concentrando tutte le risorse (400 ricercatori e tecnici e relativi laboratori) per lo sviluppo di attività di ricerca finanziata in Italia e all’estero.
Da CESI Ricerca e dalle successive vicissitudini del Gruppo nasce Ricerca sul Sistema Energetico - RSE S.p.A. che è una società per azioni italiana, controllata dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE S.p.A.), per lo sviluppo di attività di ricerca nel settore elettro-energetico, con particolare riferimento ai progetti strategici nazionali. La società svolge i propri compiti in conformità con gli indirizzi strategici e operativi definiti dal Ministero della Transizione Ecologica. 

Leonardo Legrottaglie 

Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali

Bari, 7 giugno 2021 - L'osservazione della Terra ha un valore e si sta trasformando. Tale valore si sta spostando dai dati rilevati a intuizioni e informazioni utilizzabili. L'applicazione di ciò (acquisizione dati, elaborazione, selezione, estrazione di informazioni...) potranno essere completamente trasparenti per gli utenti. Questo è lo scenario che i servizi “Spacedge” stanno abilitando, con l'obiettivo unico di avere le informazioni richieste dagli utenti finali al momento giusto e nel posto giusto. E il posto giusto sta diventando sempre più il segmento spaziale, dove la disponibilità di informazioni utilizzabili può cambiare le regole del gioco. Spacedge rende disponibili risorse satellitari e applicazioni di bordo come servizio. I clienti possono prelevare l'applicazione di cui hanno bisogno da un app store, configurarla ed eseguirla sul satellite già in orbita. Il sistema si occuperà di pianificare l'acquisizione dei dati, trasformando i dati in informazioni utilizzabili e generando allarmi quasi in tempo reale quando i servizi lo richiedono. L'ecosistema Spacedge sfrutta un framework di intelligenza artificiale integrato, tecnologie di registro distribuito (blokchain) e calcolo ad alte prestazioni. Spacedge favorisce la transizione da un modello spaziale tradizionale a uno realmente commerciale, riducendo i colli di bottiglia e le barriere, consentendo il fiorire di nuove opportunità di mercato e migliorando l'efficacia dei servizi forniti a terra.
Gli studi condotti in Planetek Italia. Su questi temi verterà il seminario di Cristoforo Abbattista “Head of SpaceStream Strategic Business Unit in Planetek Italia”, in programma domani, martedì, 8 giugno, ore 16.00, ospite della rassegna “Rediscovering the Space” curata dal Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali interateneo, Poliba-Uniba.
Abbattista è un ex studente del Politecnico di Bari. Ha conseguito la laurea magistrale in Ingegneria Elettronica nel 1997, con specializzazione in "elaborazione di immagini e segnali". Dopo aver lavorato per Exprivia, CNR e Accenture, è entrato in Planetek Italia nel 2002 e dal 2012 è “Head of SpaceStream Strategic Business Unit”, le cui principali attività sono legate alla progettazione e sviluppo di sistemi software per l'intera catena del valore di Space System, da software di bordo all'implementazione di sistemi di terra e servizi legati all’osservazione della Terra. Ha prodotto numerose pubblicazioni nel campo dei sistemi satellitari e delle infrastrutture di dati spaziali.

L'evento sarà trasmesso dal canale YouTube del Poliba e dalla piattaforma Cisco Webex, 
http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_june_8 . 
Coordinatore dell'iniziativa di dottorato: prof. Marco Donato de Tullio – PoliBA. Moderatore dell'incontro: prof. Cataldo Guaragnella – PoliBA.

Comunicato stampa.

Studenti. Formazione e servizi.

Bari, 4 giugno 2021 - Lo sviluppo di attività formative e servizi per gli studenti del Poliba costituiscono gli intendi di collaborazione rinnovati e sottoscritti dal Politecnico e dal Collegio Universitario IPE Poggiolevante di Bari, unico Collegio Universitario di Merito maschile in Puglia, riservato a studenti di elevata qualificazione formativa. 

La collaborazione, che si estenderà sino all'anno accademico 2024-25, include l'attività formativa di ASIRID, l'Alta Scuola Internazionale Residenziale per Innovatori Digitali di IPE. L'IPE inoltre, prevede borse di studio a studenti capaci e meritevoli, residenti nel Collegio Poggiolevante, iscritti al Poliba ed è destinatario di posti di studio agevolati previsti da bandi INPS e ENPAM. 

Gli accordi sottoscritti dal rettore, prof. Francesco Cupertino e dal direttore di IPE Poggiolevante, dott. Michele Crudele, prevedono la presenza della prof.ssa Giulia Annalinda Neglia, quale rappresentante eletta del Politecnico nel Comitato Tecnico-Scientifico dell'ASIRID. 

Il Collegio Universitario IPE Poggiolevante di Bari, presenterà domani, sabato, 5 giugno, dalle 17.00 alle 17.30, in diretta su YouTube, o da poggiolevante.it, l'offerta formativa del programma ASIRID, Alta Scuola Internazionale Residenziale per Innovatori Digitali, i servizi destinati agli studenti, le borse di studio, la sede, le modalità per candidarsi per l'anno accedemizo 2021-22.

Comunicato stampa.