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Comunicati stampa 2021

Comunicati Stampa

La nuova sede. Il Comune di Taranto investe sul Politecnico 

Gli storici, Palazzo “Delli Ponti” e Palazzo Galeota, saranno la nuova sede dell'ateneo nel centro della città. I due immobili potrebbero essere disponibili già ad inizio estate

Bari, 16 aprile 2021 – Il Politecnico investe su Taranto. Il Comune di Taranto investe nel Politecnico. La trentennale storia che lega il Poliba a Taranto, sin dalla sua fondazione, troverà nuova e rinnovata luce con gli studenti e i docenti di ingegneria, architettura e design, il personale tecnico-amministrativo che prossimamente popoleranno la città e la nuova sede nel cuore antico, quello più autentico dell'antica TARAS.
Ieri, 15 aprile, in un incontro a Palazzo di Città, il sindaco, Rinaldo Melucci e il Rettore del Politecnico, Francesco Cupertino hanno ancora una volta sottolineato la solida collaborazione tra i due enti e non solo con parole di circostanza. Il Comune di Taranto consegnerà due palazzi storici al Politecnico: Palazzo “Delli Ponti” e il prospiciente Palazzo “Galeota” che appositamente adeguati, diventeranno, a breve, la sede didattica amministrativa e di rappresentanza dell'ateneo scientifico mentre, nell'attuale sede, al quartiere “Paolo VI”, continueranno le attività laboratoriali del Poliba.
La presenza del Politecnico nel centro della città porterà maggiore interazione del mondo universitario con la città e viceversa. Gli studenti beneficeranno di migliori collegamenti con i mezzi pubblici da e per Taranto, vedi la vicinanza con la stazione ferroviaria. Inoltre, la sua presenza nel centro storico rappresenterà un importante tassello e incentivo per conoscere, recuperare e rivitalizzare un grande ed importante centro storico dalla millenaria storia. Ecco come sarà composta la sede destinata al Politecnico dal Comune di Taranto.
Palazzo “Delli Ponti”. E' un complesso edilizio di circa 2.600 mq nel cuore della Città Vecchia, fra le vie Duomo e Di Mezzo. Il Palazzo fu costruito nel 1709 dai fratelli Cataldo e Niccolò Delli Ponti, mediante una complessa opera di accorpamento di due edifici costruiti nel cinquecento e del seicento: palazzo del Marchese Francesco Maria Antoglietta e quello dei Principi di Gaeta. “Delli Ponti” si sviluppa su quattro livelli ed include anche un'area archeologica pluristratificata. Caratterizzato da una serie di ambienti di grande pregio offre ampi spazi interni.
Palazzo “Galeota”. L’edificio è situato nell’Isola Madre di Taranto in via Duomo. Costruito nel 1728 ed espressione dell'architettura napoletana, prende il nome dal nome della famiglia che lo scorso secolo acquistò il palazzo. L'elegante palazzo barocco venne fatto costruire da don Vincenzo Cosa, canonico della cattedrale di Taranto. Alla sua morte, l'edificio passò prima alla famiglia Calò, e successivamente nel 1800 al Sindaco di Taranto Luigi Galeota, del quale si notano ancora le iniziali sul portone. L'edificio è uno dei più rappresentativi dell'edilizia aristocratica del Settecento, ed è il risultato dell'aggregazione di costruzioni minori. Come molti altri palazzi del Borgo Antico, dispone di un cortile interno dal quale è possibile ammirare l'articolazione di tutti gli ambienti. Molte delle soluzioni architettoniche e decorative esterne ed interne, sono di chiara ispirazione napoletana, oltre che influenzate dal barocco leccese. Il Palazzo Galeota si sviluppa su quattro livelli, ciascuno con superficie pari a circa 700 mq eccetto il piano cantinato con superficie pari a circa 450 mq. Sulla porta di accesso al piano nobile è collocata un'iscrizione recante al centro la data di completamento dei lavori, 1728. Nel 1975 il palazzo è stato acquistato dal Comune, che ha provveduto al suo restauro.
Prospiciente a Palazzo “Delli Ponti” é situato Palazzo “Galeota”. Insieme costituiranno la nuova sede del Politecnico a Taranto. Gli immobili - secondo il Sindaco, Melucci - potrebbero essere disponibili già ad inizio estate.

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Sanità. Ricerca, innovazione, nuovi materiali per le emergenze sanitarie

All'iniziativa, cofinanziata dalla Regione Puglia (bando Innonetwork) hanno partecipato otto partners. Di assoluto rilievo il contributo scientifico del gruppo di lavoro di Bioingegneria del Politecnico di Bari per i settori della diagnostica per immagini, la trasmissione dati per la chirurgia, la manutenzione avanzata, l'emergenza COVID 

  Bari, 12 aprile 2021 –  E' mobile e porta con sè, in un concentrato, tutte le capacità e le caratteristiche tecnologiche di intervento e assistenza di un ospedale. Può comporsi di più moduli, costruiti con materiali eco-sostenibili, riconfigurabili, collegati tra loro secondo le necessità. Rappresenta la soluzione di pronto intervento in aree geografiche e in situazioni di necessità o emergenze sanitarie, come quella in corso, eventi straordinari, terremoti, flussi migratori, ecc. Può trovare applicazione nel pronto intervento, diagnosi, chirurgia e post-operatorio. Trae origine da un progetto, denominato, SOS (Smart Operating Shelter) di durata triennale che ha visto la partecipazione di otto partners pubblici e privati. Questi sono: R.I. Group Spa, (Trepuzzi), Politecnico di Bari, ENEA CR Brindisi, consorzio CETMA (Brindisi), Protom Group spa (Bari e Napoli), Ena Consulting srl (Bari), Me.Spo s.n.c. (Castellana Grotte), Kinema srl (Modugno).
Le attività di ricerca e sviluppo hanno riguardato, in particolare, lo studio, la progettazione e lo sviluppo prototipale di una unità operatoria mobile modulare ed ecosostenibile (costruita a Trepuzzi, presso R.I. Group spa), che risponde alla necessità di offrire un presidio fruibile in breve tempo, anche in scenari emergenziali. 
I servizi consentiti direttamente nei luoghi di necessità, anche se lontani dagli ospedali territoriali, sono finalizzati al supporto alla diagnosi clinica e alla chirurgia guidata. Il presidio progettato, se installato nelle prossimità di ospedali, può anche garantire continuità di funzionamento nelle situazioni di momentanea inagibilità degli stessi, oppure in condizioni impreviste di particolare carico di richiesta di servizi alla popolazione, vedi ad esempio l'attuale situazione pandemica. 
La soluzione prototipale realizzata ha come principale caratteristica la mobilità, la riconfigurabilità e la impiantistica di sicurezza che garantisce sin dalle fasi di messa in esercizio della struttura la corretta manutenzione ordinaria, il continuo monitoraggio e il controllo del mantenimento di condizioni di esercizio di tipo ambientale, sanitario, energetico e funzionale. 
Di particolare importanza, per l’innovatività del prototipo realizzato, risultano le soluzioni progettate e implementate direttamente dal gruppo di lavoro del Politecnico di Bari che ha contribuito al progetto con il gruppo scientifico di Bioingegneria coordinato dal prof. Vitoantonio Bevilacqua
Le attività specifiche di questo gruppo hanno riguardato lo studio e la implementazione di tecniche di diagnostica intelligente per offrire servizi innovativi anche per la gestione delle necessità nel mutato contesto della pandemia. Tra queste l'elaborazione di immagini mediche, la diagnostica medica operatoria e la ingegneria clinica funzionale alla struttura. Nello specifico, infatti, le attività di sviluppo di sistemi intelligenti di supporto alle decisioni basati su immagini medicali hanno consentito di poter disporre di servizi abilitanti il teleconsulto, la telemedicina per finalità diagnostiche e operatorie e la progettazione e la implementazione di interfacce specifiche di acquisizione ed elaborazione dati hanno consentito facilmente di proporre non soltanto una nuova cartella sanitaria utile per il triage del sospetto COVID, ma anche servizi di training e manutenzione innovativi. Con particolare riferimento a questo ultimo aspetto, il gruppo di lavoro del Politecnico ha proposto e poi realizzato, in forte sinergia con il partner Protom Group, sia sistemi immersivi basati su realtà virtuale per rispondere velocemente all’implementazione di nuove procedure di sicurezza negli ambienti di lavoro e di training degli operatori sanitari, sia applicazioni basate su realtà aumentata per supportare a distanza le attività di manutenzione anche di personale non specializzato disponibile in loco. 
Le attività del progetto SOS – “Smart Operating Shelter”, cofinanziato dalla Regione Puglia attraverso il Bando Innonetwork, valore del finanziamento: 1,5 milioni di euro, hanno avuto inizio il 19 giugno 2018 e si sono concluse lo scorso 18 marzo 2021. I soggetti beneficiari del finanziamento, costituiti in ATS, hanno competenze multidisciplinari e sono: R.I. S.p.A. (capofila), Politecnico di Bari, Consorzio Cetma, Enea, Protom Group S.p.A., Kinema s.r.l., Ena Consulting s.r.l. e Mespo s.n.c.. Il progetto ha visto la composizione di un comitato tecnico scientifico costituito da: dott. Savino Arbore (Responsabile Scientifico di Progetto), dott. Cosimo Tafuro (R.I. S.p.A), prof. ing. Vitoantonio Bevilacqua (Responsabile Scientifico per il soggetto beneficiario Politecnico di Bari), dott. Ubaldo Spina (CETMA), dott.ssa Vincenza Luprano (ENEA CNR – Brindisi).

Ecco la sua conformazione virtuale.
https://www.youtube.com/watch?v=UunJogQdE6Q

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Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali

Interviene, Luca del Monte, Direttore della Divisione Politica Industriale e PMI dell’Agenzia Spaziale Europea

Bari, 12 aprile 2021 - La Space Economy e la politica industriale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sarà il tema del settimo appuntamento con il Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziale Poliba-Uniba e il programma di incontri quindicinali, “Rediscovering the Space, challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors”.
All'evento parteciperà, in qualità di relatore, Luca del Monte, Direttore della Divisione di Politica Industriale e PMI dell’Agenzia Spaziale Europea.
Il seminario discuterà le principali caratteristiche della space economy, sia a livello europeo sia a livello globale, attraverso la presentazione e discussione di dati e informazioni che permetteranno di tracciarne le principali dinamiche e traiettorie di sviluppo, anche alla luce della recente crisi pandemica e dei suoi impatti. 
Particolare attenzione verrà prestata alle politiche industriali dell'Agenzia Spaziale Europea e al suo ruolo nel sostenere la competitività del comparto europeo nei mercati globali. A tale proposito, verranno discussi e analizzati i principali strumenti, modelli e metriche adottate dall'ESA per supportare le suddette politiche e iniziative strategiche.
Il relatore. Luca del Monte, classe 1969, si è laureato con il massimo dei voti in Ingegneria Aerospaziale all’Università “La Sapienza” di Roma. Comincia la sua carriera con Telespazio S.p.A. a Roma dove ricopre l’incarico di Project Manager per la realizzazione di applicazioni spaziali integrate per pubbliche amministrazioni basate su sistemi di navigazione satellitari. Dopo una parentesi presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti dell’Aja in Olanda, è all’Agenzia Spaziale Italiana. Rappresenta  l'Italia presso i Programme Boards dell’ESA di Navigazione Satellitare e dei Lanciatori. Nel 2002 passa al quartier generale di Parigi dell’Agenzia Spaziale Europea nella Direzione della Strategia. Successivamente, viene incaricato di sviluppare nuovi programmi nel settore della sicurezza e difesa. In questo periodo concepisce e lancia il primo programma Europeo di sorveglianza dello spazio, e il primo centro di cybersecurity spaziale europeo. Dal 2014, viene incaricato di sviluppare il polo di Space Economy dell’ESA in collaborazione con l’OCSE. Nel nuovo incarico concepisce una serie di iniziative volte a favorire il coinvolgimento di industrie non spaziali, e la promozione di startup innovanti, come il Global Space Economic Forum e ESA Grand Challenge. Più recentemente, si occupa di nuove piattaforme per il credito agevolato alle PMI, in collaborazione con la Banca Europea degli Investimenti. I
Il seminario con Luca del Monte è in programma domani, martedì, 13 aprile, ore 17.00, sul canale Youtube del Poliba e attraverso il link http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_april_13
Coordinatore: prof. Marco Donato de Tullio  - PoliBa. Moderatore: prof. Antonio Messeni Petruzzelli – PoliBa.

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Space Economy,  Sottoscritto l'accordo quadro di collaborazione di durata triennale

Bari, 1 aprile 2021 – Il Politecnico di Bari e Primomiglio SGR annunciano un accordo triennale di collaborazione per sviluppare gli investimenti in spin-off e tecnologie sviluppate nell’ambito accademico del Poliba sulla ricerca e sulle attività di trasferimento tecnologico. 

Primomiglio SGR SpA, sede a Milano, è una società di Gestione del Risparmio iscritta presso l’Albo della Banca d’Italia. Gestisce oltre 120 milioni di Euro di venture capital specializzati in due settori: il campo digitale e quello spaziale. Il Politecnico, di suo, vanta delle eccellenze in entrambi i due settori, nonché distretti industriali nei due mercati molto vivaci. L’obiettivo è generare investimenti in nuove aziende a forte vocazione tecnologica, attirando sul territorio capitali ad alto impatto in grado di creare occupazione ad alta specializzazione.
In questa ottica e per dar vita agli intenti, la società Primomiglio e il Politecnico di Bari hanno sottoscritto, nei giorni scorsi, un accordo quadro di collaborazione scientifica di durata triennale, rinnovabile. 
Il documento, ufficializzato dall'Amministratore delegato di Primomiglio, dott. Antonio Concolino e dal rettore del Politecnico, prof. Francesco Cupertino, prevede lo sviluppo di forme di collaborazione in partnership per lo svolgimento di attività di ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione, didattica e formazione, servizi a supporto delle attività di ricerca, alle attività imprenditoriali con particolare riferimento alla space economy. Altre aree di interesse riguardano la digital economy, la transizione energetica le scienze della vita. Tale collaborazione potrà prevedere, inoltre, lo sviluppo di tesi di laurea, borse di studio, iniziative di sperimentazione e casi pilota, commesse di ricerca, consulenze tecnico-scientifiche, partecipazione congiunta a programmi di ricerca nazionali e/o internazionali. Nell’ambito di tali iniziative Primomiglio potrà finanziare anche assegni di ricerca e borse di studio per percorsi di dottorato di ricerca erogati dal Politecnico su temi di ricerca concordati, ma anche tirocini a favore di studenti e neolaureati del Poliba, visite, stages didattici, conferenze, dibattiti e seminari. Tutte le forme di collaborazione saranno attivate tramite specifici accordi attuativi. 
Gli investimenti nel cosiddetto ‘deep tech’ sono in grande crescita – ha dichiarato Gianluca Dettori, Presidente di Primomiglio SGR – e nei prossimi anni la dimensione dei capitali e la qualità delle iniziative che sono state messe in campo è molto elevata. L’attività di CdP Ventures con l’iniziativa Itatech, e il recente rilancio con il nuovo piano industriale ha creato una serie di attori professionali specializzati sull’investire nell’innovazione prodotta nei nostri atenei. Il lancio di Enea Tech ha aggiunto un impegno di 500 milioni del Governo per investimenti strategici ad alta tecnologia. E’ una grande occasione per il territorio della Puglia al quale speriamo di poter contribuire positivamente. Siamo da anni attivi su questo territorio grazie anche al supporto del nostro investitore Fondazione Puglia e puntiamo a poter restituire sviluppo oltre che rendimenti a chi crede nelle startup Italiane.”
Il Rettore. «La Puglia, con le sue straordinarie risorse naturali e la sua posizione strategica nel Mediterraneo -  sottolinea il Rettore del PoliBa, Francesco Cupertino - deve diventare sempre più attrattiva anche per le opportunità professionali ad alta specializzazione. Per centrare l’obiettivo, dobbiamo incentivare investimenti nei settori più avanzati ed è per questo che la collaborazione tra pubblico e privato si fa sempre più stretta e qualificata, come dimostra la partnership con Primomiglio. Il Politecnico di Bari, unico politecnico del Sud Italia, sta puntando su settori di frontiera come l’aerospazio, nell’ambito del quale abbiamo avviato un dottorato di ricerca in collaborazione con l’Università “Aldo Moro” di Bari e un ciclo di seminari, tuttora in corso, sulla Space Economy, che sta coinvolgendo tanti specialisti del settore. Lo stesso stiamo facendo per la transizione digitale, dove abbiamo avviato progetti importanti come il centro di competenza tra la Puglia e la Campania, con partner pubblici e privati. Per garantire futuro ai nostri giovani, dobbiamo farci trovare pronti ai grandi cambiamenti in corso».
Il Politecnico di Bari ha indicato quale proprio responsabile scientifico della convenzione il prof. Antonio Messeni Petruzzelli. Primomiglio SGR SpA, per parte sua, l’ing. Niccolò Sanarico.
Primomiglio è una SGR specializzata nel venture capital tecnologico early stage, fondata e gestita da un team con forti competenze nel campo del digitale e un significativo track record imprenditoriale. Gestisce tre fondi: Barcamper Ventures specializzato nel campo software, digitale e Internet; Barcamper Ventures Lazio, in collaborazione con Lazio Innova di Regione Lazio per rafforzare gli investimenti sul territorio regionale; Primo Space focalizzato sulla New Space Economy. 

www.primomigliosgr.it

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Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali

Il generale pilota dell'Aeronautica Militare è ospite del Poliba, domani, 30 marzo, ore 17.00. L'evento è in programma sulla piattaforma Cisco Webex e sul canale Youtube del Politecnico di Bari

Bari, 29 marzo 2021 - Nonostante un forte legame tra spazio e aerospazio, i due domini sono profondamente diversi l'uno dall'altro. Infatti, all'aumentare della distanza dalla superficie terrestre, assistiamo a una diminuzione esponenziale della pressione atmosferica. 
Ciò accompagna il passaggio dall'aerotermodinamica, a cui sono legati mezzi di volo, al principio di inerzia (prima legge di Newton) che spiega che un corpo che si muove in moto rettilineo uniforme, in assenza di attrito, continuerà il suo moto all’infinito finchè una forza non lo fermi. Per anni si è commesso l'errore di confondere i due regni fisici, ignorando il potenziale dell'atmosfera nel facilitare l'accesso allo spazio. Ciò ha portato a una progettazione inefficiente dei veicoli spaziali.
La riusabilità dei razzi. Nell’era della nuova economia spaziale, tuttavia, la "riusabilità" dei razzi è diventata un fattore chiave per tantissime applicazioni. Ciò ha spinto la ricerca scientifica ad una fase di concetti innovativi e a relative tecnologie sperimentali che possono essere indicate genericamente come " voli suborbitali”.
Per definizione, un volo suborbitale compie una traiettoria che non raggiunge nemmeno una singola rotazione attorno al nostro pianeta, e quindi è semplicemente una combinazione delle fasi di lancio e di rientro. Il concetto di volo suborbitale può essere ulteriormente rifinito, focalizzandosi sulle tecnologie riutilizzabili che producono un duplice vantaggio: il costo di accesso allo spazio è notevolmente ridotto; i rischi per le aree circostanti il sito di lancio sono mitigati.
Le tecnologie riutilizzabili suborbitali permettono la transizione dal classico razzo "unidirezionale" alla rivoluzione degli aerei che si evolvono in veicoli spaziali e degli aeroporti in porti spaziali. 
L'Italia, la Puglia. L'Italia ha le condizioni perfette, in termini di geografia e clima, per poter ospitare voli suborbitali sperimentali e Grottaglie, in Puglia, uno dei primissimi spazioporti d'Europa, è una dimostrazione del ruolo di primo piano che possiamo avere in Europa.
Su questi argomenti e sul tema, “Volo Suborbitale”, verterà l'incontro promosso dal Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali, Poliba-Uniba, nell'ambito del programma d'incontri quindicinali, “Rediscovering the Space, challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors”. Relatore, Roberto Vittori, Astronauta ESA, Pilota e addetto alla sicurezza in volo dell'Aeronautica Militare Italiana. 
L'evento è in programma domani, 30 marzo, ore 17.00,  sulla piattaforma Cisco Webexhttp://bit.ly/RediscoveringTheSpace_march_30  e sul canale Youtube del Politecnico di Bari. Coordinatore: prof. Marco Donato de Tullio, PoliBA. Moderatrice: prof.ssa Caterina, PoliBA.
Il relatore. Roberto Vittori è pilota, collaudatore e addetto alla sicurezza in volo dell'Aeronautica Militare Italiana, nel grado di Generale di Brigata. Vanta esperienza su più di 50 diversi tipi di velivoli, elicotteri, alianti. È anche astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea con alle spalle tre voli sulla Stazione Spaziale Internazionale, due dei quali a bordo della russa Soyuz (2002 e 2005), e l'ultimo a bordo dello Space Shuttle. Tra i numerosi riconoscimenti, ha ricevuto una medaglia d'oro al valore aeronautico dal Presidente della Repubblica Italiana, una medaglia d'oro per l'esplorazione spaziale dall'Amministratore della NASA e una medaglia speciale dal Presidente della Federazione Russa.

Ricerca & Ambiente. Il progetto europeo Interreg “AweS0Me” vede coinvolto il Politecnico di Bari 

L'iniziativa, finanziata dall'UE, mira a promuovere buone pratiche e lo studio di nuove soluzioni ecocompatibili di economia circolare per la trasformazione degli scarti agricoli in materiali da costruzione ad alte prestazioni

Bari, 27 marzo 2021 - “AweS0Me”, ovvero “Agricultural Waste as Sustainable 0 km building Material” (Scarti agricoli come materiali edili sostenibili a km zero) è un progetto europeo Interreg che coinvolge Italia-Albania-Montenegro e i suoi rappresentanti: CONFIMI, l'Associazione imprenditori italiani in Albania (capofila), il Politecnico di Bari, il Centro per l’innovazione e l’Imprenditorialità “Tehnopolis” del Montenegro e il GAL Molise “Verso il 2000”. 
Lo scopo primario del progetto è quello di promuovere l’utilizzo degli scarti agricoli (potature ma anche scarti di lavorazioni industriali agricole) per la realizzazione di materiali termoisolanti (ad esempio, pannelli) da impiegare per l’efficientamento energetico degli edifici.
Contestualmente il progetto mira ad aumentare la consapevolezza dell’esistenza di materiali edili totalmente sostenibili ottenuti da scarti agricoli, favorendo lo sviluppo di nuovi prodotti, nell’ottica dell’economica circolare, che uniscano al basso impatto ambientale eccellenti prestazioni termoisolanti. 
Inoltre, la disponibilità degli scarti agricoli a distanze contenute e sostanzialmente a km zero, genererebbe la riduzione dell’impatto ambientale legato al trasporto e l’abbattimento dei costi energetici di produzione. Non solo, ulteriori vantaggi ambientali deriverebbero dal sottrarre gli scarti agli usuali processi di smaltimento, basati, nella maggior parte dei casi, sulla loro combustione in campo (con relative emissioni di carbonio), in favore di un processo di riciclo. Solo in Puglia, ad esempio, la raccolta differenziata della frazione verde ammonta a circa 10.775 tonnellate (ISPRA, 2019). Ciò delinea una forte potenzialità sull'uso di tali materiali naturali.
Per favorire l'uso di tali scarti, uniti alle buone pratiche, il progetto promuoverà dei workshop di autocostruzione dei componenti e dei laboratori pilota, aperti al pubblico, in cui saranno impiegate e testate soluzioni tecniche basate sull’impiego di materiali bio-compatibili, allo scopo di dimostrarne le prestazioni per il raggiungimento degli standard energetici nazionali ed internazionali. Ciò favorirà l'obiettivo finale del progetto: la costituzione di un network di stakeholders pubblici e privati, con particolare riferimento alle Pubbliche Amministrazioni delle aree di Programma, per la condivisione di linee guida per la promozione della sostenibilità e l’impiego dei rifiuti agricoli in ambito edilizio. 
L'iniziativa Interreg, promossa e sostenuta dall'UE, sarà presentata, martedi, 30 marzo 2021, ore 15.30. L'evento potrà essere seguito connettendosi al link pubblico: tinyurl.com/awes0meinterreg
La scheda. Il progetto “AweS0Me” è finanziato dall'UE, nell’ambito del secondo bando del Programma Interreg IPA CBC Italia-Albania-Montenegro 2014 - 2020 – Targeted Asse 3, “Protezione dell’ambiente, gestione dei rischi strategia a basse emissioni di carbonio”, Obiettivo specifico prioritario del programma “3.2 Promuovere pratiche e strumenti innovativi per ridurre le emissioni di carbonio e migliorare l’efficienza energetica nel settore pubblico”, con un budget totale di 706.936,09 €. 

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Architettura. Il progetto di un insediamento, di classe ibrida, sulla superficie marziana

Sei studenti del Politecnico di Bari, di cui due di Sarajevo, si laureano in architettura con un progetto di ricerca su un primo insediamento dell'uomo su Marte  

Bari, 16 marzo 2021 - Anno 2066. Località: Hellas Planitia, emisfero sud. Dall'alto la base, geometricamente ordinata in più gruppi di costruzioni a forma di uova puntate verso l'alto, propone un villaggio a blocchi distanziati con tanto di vie di comunicazione sulle quali si muovono alcuni rover. Più in la alcune rampe di lancio e atterraggio. All'esterno, la temperatura scende repentinamente sotto lo zero di molti gradi. La luce obliqua del Sole attraversa una atmosfera sottile che colora tutto di rossastro. Da qui la Terra è un punto luminoso nello spazio, come tanti altri, lontano non meno di 55 milioni di km. Benventuti su Marte, benvenuti a “Hive Mars”.
Sembra fantascienza e invece la visione ha tutti i presupposti per una ipotesi scientifica  accreditata: la realizzazione di uno dei primi insediamenti umani sul pianeta rosso. Lo racconta e lo spiega una tesi di laurea in architettura, “Hive Mars: progetto di un insediamento, di classe ibrida, sulla superficie marziana”, questo il titolo, nata nel Politecnico di Bari, nel Laboratorio di Tesi di Progettazione Architettonica del Dipartimento di Ingegneria civile e dell'Architettura. E' la prima in Italia, dedicata alla Space Architecture. 
Hive Mars (alveare marziano), questo è il nome del villaggio marziano, deriva dalla conformazione geologica del sottosuolo ‘’a nido d’ape’’ del luogo prescelto, “Hellas Planitia’’; dal principio di aggregazione dei moduli abitativi che riprendono la figura geometrica esagonale, tipica di un alveare, e nel principio fondativo del design dei rovers automatizzati che si ispira agli insetti terrestri, in particolare alle api. 
Al progetto di tesi di laurea si sono dedicati sei studenti del Politecnico di Bari: Alessandro Angione di Molfetta (BA), Federica Buono, Valenzano (BA), Ivana Fuscello e Isabella Paradiso, Andria (BT), Mirha Vlahovljak e Hana Zečević di Sarajevo (Bosnia ed Erzegovina). Relatore: prof. Giuseppe Fallacara. Correlatore: arch. Vittorio Netti – Poliba. In particolare, Mirha Vlahovljak e Hana Zečević, provenienti dall'Università di Sarajevo hanno scelto di proseguire e concludere il loro percorso accademico come studentesse del Politecnico di Bari, dopo aver trascorso due anni da studentesse Erasmus del corso di laurea in architettura. 
L'idea di base dei neo dottori in architettura deriva dall'utilizzo delle risorse e dei materiali (regolite) presenti su Marte. Ciò infatti, rappresenta la capacità fondamentale per la progettazione e costruzione di strutture permanenti e semipermanenti sul pianeta rosso, ma anche sulla Luna. Il team denominato “Archimars”, nel lavoro di tesi, propone un progetto fattibile, permanente ed autosufficiente, per un avamposto ibrido di classe 2 (strutture al di fuori della superfice) e classe 3 (integrato con elementi gonfiabili e solidi prefabbricati, sia per elementi pressurizzati che per infrastrutture). 
La tesi di laurea esplora il concetto di integrazione di strutture prefabbricate e abilitate per creare un'infrastruttura scalabile in grado di supportare la vita umana in superficie. L'esercizio accademico ipotizza una data ponderata per vedere l'opera in fase di allestimento: 2066, tenuto conto che la prima missione spaziale dell'uomo su Marte è prefigurabile attorno al 2030.
Per ridurre i costi di missione e il carico di lancio dalla Terra – e scritto nella tesi - diversi roverautomatizzati prepareranno l'area del sito prima dell'arrivo dell'equipaggio. Dopo la fase di esplorazione del sito i robot di superficie automatizzati procederanno con la raccolta del materiale, la lavorazione e la costruzione delle principali infrastrutture, comprese le piste e le strade. Il primo nucleo di habitat è composto da tre cupole autoportanti e interconnesse, costruite con regolite marziana mediante produzione additiva, e dotate di un nucleo gonfiabile e pressurizzato che ospita i Sistemi di controllo ambientale e di supporto vitale (ECLSS) preintegrati e l'infrastruttura interna. Uno skylighttronco-piramidale,  posto sulla sommità del nucleo prefabbricato, garantisce la giusta quantità di luce naturale proteggendo l'habitat interno dalle radiazioni e dagli impatti dei micro-meteoriti.
Sulla tesi di laurea è prevista la pubblicazione di un libro e il canale YouTube ‘’Archimars’’ vuol favorire la conoscenza e il dibattito sulla Space architecture su scala internazionale.  

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NASA Jet Propulsion Laboratory. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali

Evento, fuori programma, dell'iniziativa, “Rediscovering the space”, il Poliba incontra gli specialisti dello spazio 

Bari, 10 marzo 2021 – Sabato, 6 marzo 2021, fondo del cratere “Jezero”: il robot, il rover “Perseverance”, della missione “Mars 2020”, percorre 6,5 metri in 33 minuti. L'evento avviene ad oltre 55 milioni di chilometri, dopo un viaggio di 8 mesi. Il robot, delle dimensioni di un auto, ha inviato sulla Terra l'impronta delle sue ruote lasciate sul suolo marziano. E' il primo test-drive per il rover della NASA e per i suoi ingegneri è un vero successo, una pietra miliare del progetto. Il robot nel prosieguo del programma spaziale favorirà gli obiettivi primari della missione, ovvero studiare l'abitabilità di Marte, investigare sul suo passato, cercare tracce di vita biologica, definire il clima, preparare le future missioni umane che si prefigurano attorno al 2030.
Su ciò e sul tema dell'esplorazione marziana il Dottorato di Ricerca interateneo in Ingegneria e Scienze Aerospaziali - Politecnico di Bari - Università di Bari “Aldo Moro” in collaborazione con la NASA Jet Propulsion Laboratory hanno  organizzato un apposito seminario dal titolo, “Esplorazione marziana: sistemi robotici alla scoperta del pianeta rosso”.  
L'evento rappresenta un fuori programma dell'iniziativa “Rediscovering the Space. Challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors”. Iniziativa in corso, con cadenza quindicinale, che punta a coinvolgere temi, esperienze, persone di spicco di settore coinvolte a vario titolo sulla “risorsa” spazio.
Il seminario, in programma venerdì, 12 marzo, ore 17.30, presenterà alcuni aspetti scientifici e ingegneristici del sistema robotico sviluppato presso il NASA-JPL (Jet Propulsion Laboratory) per esplorare e studiare il pianeta rosso. Per l'occasione interverranno alcuni degli italiani che al JPL hanno svolto un ruolo fondamentale nella progettazione, simulazione, test e funzionamento di queste incredibili macchine. 
La dott.ssa Cinzia Zuffada, Associate Chief Scientist del JPL e Presidente dell'ISSNAF (Italian Scientists and Scholars in North America Foundation), aprirà l’evento con una sintesi delle opportunità di ricerca degli studenti italiani negli Stati Uniti. 
Cinzia Zuffada, laureata in Ingegneria Elettronica presso l'Università di Pavia, ha un ruolo chiave nella pianificazione strategica della ricerca e sviluppo in ambito scientifico e tecnologico al JPL e nella gestione degli investimenti istituzionali interni in R&S. Inoltre, supervisiona una serie di programmi per supportare le collaborazioni tra JPL e la comunità accademica. E’ presidente della “Italian Scientists and Scholars in North America Foundation” (ISSNAF), un'organizzazione no-profit, la cui missione è connettere, potenziare e celebrare la diaspora intellettuale italiana in Nord America, in rappresentanza di oltre 3000 studiosi, ricercatori e tecnologi in Nord America. Ha ricevuto il “Magellan Award for Outstanding Senior Management” presso JPL, la “NASA Medal for Outstanding Leadership”, il Cavalierato al Merito della Repubblica Italiana e il premio alla carriera dal Collegio Ghislieri di Pavia.
Alessandro Buscicchio, JPL Robotics Electrical Engineer, presenterà una panoramica delle missioni Mars2020 e Mars Sample Return e il suo contributo alla campagna di test del rover Perseverance. La robotica ha consentito l'esplorazione e lo studio scientifico del pianeta rosso. Questo seminario presenta il Mars2020 Perseverance Rover, il Sample and Caching System e la missione Mars Sample Return.
Alessandro Buscicchio ha conseguito la laurea in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Bari e in Ingegneria Meccatronica presso il Politecnico di Torino. Attualmente è dottorando in Ingegneria e Scienze Aerospaziali presso il Politecnico di Bari. Dal 2015 lavora presso JPL come Robotics Electrical Engineer e ha contribuito allo sviluppo di diversi progetti di ricerca e volo: PUFFER (Pop-Up Flat Folding Explorer Robot), CADRE (Cooperative Autonomous Distributed Robotic Exploration), DARPA SubTerranean challenge , Mars2020 SCS (Sample and Caching System) e Mars Sample Return.
Paolo Bellutta condividerà i suoi 15 anni di esperienza come pilota di molti rover marziani del JPL. Movimentare un veicolo su un altro pianeta dove la comunicazione interattiva non è possibile è ancora un misto di ragionamento scientifico ed esperienza pratica. La modellazione del suolo marziano è ancora agli inizi e spesso questo porta a eventi inaspettati. Scopri come gli operatori affrontano il rischio e l'incertezza.
Paolo Bellutta è nato a Rovereto (TN). Lavora per JPL da più di 20 anni, 15 dei quali guidando rover su Marte. Ha una vasta esperienza nella guida su terreni molto complessi e ha ricoperto ruoli chiave in diverse anomalie del rover. Ha partecipato alla selezione del sito di atterraggio del Mars Science Laboratory, dove ha modellato i costi di attraversabilità. Ha sviluppato da zero MARCO (Mars Analysis and Routing with Cost Optimization) uno strumento per valutare numericamente la difficoltà del terreno e trovare il percorso meno costoso tra gli obiettivi scientifici.
Infine, Stefano Cappucci, JPL Thermal Engineer, parlerà del suo ruolo di responsabile del sistema termico per la missione Mars Helicopter. L’elicottero marziano Ingenuity è una dimostrazione tecnologica condotta durante la missione Mars 2020. L'obiettivo principale della missione è quello di realizzare diversi voli di 90 secondi, dimostrando la fattibilità di un volo con un mezzo più pesante dell'aria su Marte, e catturare immagini nella luce visibile tramite telecamere. Il lavoro presentato è relativo al progetto e test di un sistema di controllo termico per l'elicottero, al fine di mantenere ogni componente entro i limiti di temperatura consentiti e sopravvivere al duro ambiente di Marte.
Stefano Cappucci si è laureato in ingegneria aerospaziale presso il Politecnico di Torino. È “thermal fluid system engineer“ presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA. Stefano ha iniziato il suo percorso al JPL nel 2017 e ha lavorato a diversi progetti di volo della NASA come Mars2020, NISAR e Mars Helicopter. Fa anche parte del team “thermal technology “al JPL, dove si occupa dell’avanzamento della tecnologia in ambito termico per l'esplorazione spaziale. Attualmente è responsbile del sistema termico per la missione Mars Helicopter. 

L'evento potrà essere seguito attraverso la piattaforma Cisco Webex http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_JPL oppure sul canale Youtube Poliba.
Coordinatore evento: prof. Marco Donato de Tullio – PoliBA. Organizzatore: dott. Alessandro Buscicchio  - PoliBA.

Comunicato stampa.

Pensare l'architetturaLa lezione di uno dei più grandi architetti italiani al Poliba

Da mercoledì, 10 marzo, il primo, di nove incontri monografici, dedicati all'architettura

Bari, 8 marzo 2021 – Gli appassionati di architettura, i cultori della materia, e soprattutto gli studenti di architettura non possono perdere l'occasione di ascoltare il pensiero di uno dei più grandi maestri viventi dell'architettura moderna italiana, Franco Purini. “L’architettura – sostiene Purini - è la forma fisica e insieme simbolica delle società e nello stesso tempo la società stessa è il prodotto primario dell’architettura”. L'architetto e docente universitario sarà il primo ospite del ciclo di incontri (ne sono previsti nove), “Pensare l'architettura”, organizzati dal Politecnico di Bari - Dipartimento di Scienze dell'ingegneria civile e dell'architettura. 
“L'architettura e il ruolo dell'architetto” sarà il tema che Purini svilupperà nel corso dell'incontro previsto per mercoledì, 10 marzo, ore 15,30. L'evento potrà essere seguito attraverso la piattaforma CiscoWebex e il canale YouTube del Politecnico di Bari. 
Il relatore. Franco Purini, nasce nel 1941 a Isola del Liri (FR).  Si laurea in Architettura a Roma nel 1971, con Ludovico Quaroni, mentre frequenta contemporaneamente l’ambiente artistico romano e gli studi, prima di Maurizio Sacripanti, poi, di Gino Pollini e di Vittorio Gregotti. Già Professore ordinario di Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura “Valle Giulia” dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", ha insegnato a Reggio Calabria, Ascoli Piceno, Milano, Venezia. Ha tenuto lezioni e conferenze nei maggiori Paesi del mondo. Tra i principali riconoscimenti: il Premio Internazionale "Controcampo Culturale" del 1980, il "Leone di Pietra" alla Biennale di Venezia del 1985, il "Premio Nazionale Inarch" del 1991, il Premio "Grotta di Tiberio" del 2003, il Premio "Sebetia Ter" del 2008. Accademico di San Luca dal 1989, e Accademico delle Arti del Disegno di Firenze dal 2000, ha ricevuto nel 2013 la Medaglia d’Oro dalla Presidenza della Repubblica e, nel 2015, la nomina di Professore Emerito.
Nel 1966 fonda, con Laura Thermes, lo “Studio Purini-Thermes” dando vita a un lungo e produttivo sodalizio segnato da un’intensa attività progettuale fortemente votata alla sperimentazione ed espressa in un numero consistente di progetti di concorso e di committenze, in parte realizzate. I suoi scritti sono apparsi sulle principali riviste internazionali e i suoi disegni e progetti, celebrati nelle principali mostre di architettura.

 

Comunicato stampa. 

Automotive. Il Poliba e VW Zentrum Bari sottoscrivono un accordo quadro di collaborazione

Bari, 27 febbraio 2021 - Il modello futuro delle case automobilistiche non sarà più basato sul paradigma dell’auto di proprietà bensì sul concetto di servizio di mobilità (Mobility as a Service) che vedrà sempre più presenti nuovi modelli di business per i servizi di mobilità, come ad esempio il car sharing o il nolo a lungo termine o, in generale, la fornitura di un servizio di spostamento on demand. Questi temi sono di interesse sia del tessuto produttivo che della ricerca nel tentativo di individuare le innovazioni tecnologiche e organizzative per supportare il comparto automotive in questa fase di transizione verso il modello della post-car society. Con queste premesse trova sintonia l'accordo quadro di collaborazione scientifica che il Politecnico di Bari e VW Zentrum Bari hanno sottoscritto ieri, 26 febbraio presso la sede del rettorato.
Il Politecnico di Bari e VW Zentrum Bari, rappresentati dal Rettore, prof. Francesco Cupertino e dal dott. Giuseppe Moramarco, intendono, con questo accordo e per i prossimi due anni, rinnovabili, promuovere il tema della mobilità sostenibile attraverso attività ed eventi divulgativi, tirocini e tesi di laurea oltre a possibili interazioni a livello di ricerca e didattica.
Da subito, VW Zentrum finanzierà quattro borse-premi di studio destinate a studenti dei corsi di laurea magistrale del Politecnico che intenderanno svolgere una tesi di laurea in materia di mobilità sostenibile. Un apposito bando, di prossima pubblicazione, indicherà tempi e modalità. Gli studenti interessati dovranno proporre il tema che si impegneranno ad affrontare nella tesi di laurea e che verrà valutato da una commissione.
L'accordo Poliba-VW Zentrum, consentirà il coinvolgimento anche della casa madre tedesca, Wolksvagen che si è dichiarata interessata alla collaborazione con il Poliba.
Responsabili scientifici della convenzione sono: per il Politecnico di Bari il prof. Michele Ottomanelli, mentre per la Zentrum Bari il dott. Fabrizio Resta.

Bari, 25 febbraio 2021 – Snam, tra le principali aziende di infrastrutture energetiche al mondo, ha donato al Politecnico di Bari sei borse di studio di durata triennale e magistrale da assegnare a giovani studentesse iscritte alla facoltà di Ingegneria dell’ateneo nell’anno accademico 2020/21.
L’iniziativa rientra nell’impegno di Snam in favore della parità di genere ed è finalizzata ad avvicinare le ragazze allo studio delle discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). I corsi di studio, selezionati dal Politecnico di Bari, hanno rilevato una presenza femminile inferiore al 20% sul totale delle iscrizioni negli ultimi tre anni accademici.
Secondo dati Save the Children, oggi in Italia solo il 16,5% delle studentesse sceglie di laurearsi in discipline scientifiche e tecnologiche, e solo il 5% delle quindicenni aspira a studiarle. In generale, soltanto uno studente STEM su 4 è donna, valore che diminuisce ulteriormente nelle facoltà più in linea con i profili richiesti dal mondo professionale (dati Osservatorio Fondazione Deloitte).
In questo contesto, la scuola e l’università rappresentano preziose leve per la diffusione di una cultura delle pari opportunità e per la lotta al gender gap. La collaborazione con il Politecnico di Bari segue di pochi mesi la donazione di altre tre borse di studio per studentesse STEM da parte di Snam al Politecnico di Milano.
“La parità di genere è per noi innanzitutto una questione di cultura. Come unico Politecnico del Sud Italia, siamo molto impegnati in attività di informazione e orientamento sui nostri corsi di laurea e le prospettive di lavoro; al continuo investimento in nuovi servizi e strutture che garantiscano uguali opportunità di accesso e, soprattutto, ad incentivare sempre il merito – ha dichiarato il Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino –. Ben vengano, quindi, le iniziative come questa di Snam, che premiano le migliori studentesse in ambiti di studio nei quali c’è bisogno di aumentare la presenza femminile. Nonostante i numeri, ancora insufficienti, il trend degli ultimi anni è in aumento e puntiamo a farlo crescere ulteriormente nei prossimi anni, in vista delle grandi sfide tecnologiche che ci attendono”. 
“Le discipline e le competenze STEM saranno centrali in gran parte dei mestieri del futuro – ha dichiarato Marco Alverà, amministratore delegato di Snam – e sono strategiche per accelerare processi quali la digitalizzazione e la transizione ecologica. Creare sinergie tra il mondo dell’impresa e quello dell’istruzione, dell’università e della ricerca può contribuire in modo significativo alla promozione dell’equilibrio di genere. Iniziative come quella avviata con il Politecnico di Bari rientrano nell’impegno di Snam per favorire una maggiore presenza femminile nelle facoltà scientifiche”.
La collaborazione fa inoltre seguito a un accordo di ricerca e sviluppo firmato da Snam e dal Politecnico di Bari nel 2020 e finalizzato alla realizzazione di un innovativo prototipo di rete energetica autonoma a idrogeno verde.
A partire da oggi, attraverso il portale informatico dell’università, è possibile presentare la domanda di partecipazione al bando  http://www.poliba.it/it/didattica/borse-di-studio/bando-di-concorso-studentesse-stem per l’assegnazione delle borse di studio, che resterà aperto fino al 31 marzo 2021. Le vincitrici, selezionate secondo criteri di merito, saranno premiate nel corso di una cerimonia ufficiale.

Per ulteriori informazioni

Contatti Politecnico di Bari  
Ufficio Stampa: 320 1710528                                                          
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Sito internet: www.snam.it   

Ambiente & Ricerca. Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature-Scientific Reports”  

E' la prima ricerca multidisciplinare che propone un modello concettuale del sistema marino contaminato di indirizzo per la gestione del rischio ambientale e per la scelta di soluzioni di mitigazione sostenibili. Le concentrazioni dei contaminanti, le ragioni della loro distribuzione e la loro disponibilità a muoversi sono alcuni punti nodali della ricerca, volta a fornire le basi scientifiche per gli interventi di messa in sicurezza e risanamento ambientale più sostenibili

Bari, 23 febbraio 2021 - I risultati della prima ricerca multidisciplinare dedicata al recupero ambientale del Mar Piccolo di Taranto sono stati pubblicati il 17 febbraio sulla prestigiosa rivista internazionale, «Nature - Scientific Reports».
Le attività scientifiche, durate tre anni, hanno rappresentato l'azione corale del Politecnico di Bari (Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica e Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell'Informazione), dell'Università “Aldo Moro” di Bari (Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali e Dipartimento di Biologia) e del CNR (IRSA, sedi di Taranto e Bari), e sono state coordinate e sostenute dal Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto (2014-2020), coautore dell’articolo con alcuni componenti del suo staff.
Il contributo scientifico, dal titolo, “A geo-chemo-mechanical study of a highly polluted marine system (Taranto, Italy) for the enhancement of the conceptual site model” (Uno studio geo-chemo-meccanico di un sistema fortemente contaminato - Mar Piccolo Taranto, Italia - per la definizione di un avanzato Modello Concettuale di Sito), racchiuso in 53 pagine, presenta i risultati scientifici del lavoro dell'ampio gruppo di ricercatori di diverse aree scientifiche, e identifica un modello di indirizzo per la gestione del rischio ambientale.
Il lavoro, infatti, presenta una diagnosi avanzata delle condizioni di contaminazione del Mar Piccolo, sito di interesse nazionale (SIN), di elevata complessità ambientale e sede di dinamiche di mobilità dei contaminanti che sono fonte di pericolo per la società civile e di degrado del pregiato ecosistema che il sito ospita.
L’elevato tenore scientifico dei risultati dello studio è stato riconosciuto dall’importante rivista scientifica internazionale del Gruppo Nature, “Nature - Scientific Reports”, che li ha pubblicati; Sci Rep 11, 4017 (2021).  www.nature.com/articles/s41598-021-82879-w
Il Mar Piccolo, oggetto delle attività di ricerca, è infatti, il cuore pulsante dell’Area di crisi ambientale di Taranto, una delle più grandi d’Europa. Questo sito, che rappresenta un unicum nel suo genere per la compresenza di una riserva naturale di specie protette, di attività di coltivazione di mitili, di strutture di manutenzione navale e di una base navale strategica, è stato aggredito negli ultimi decenni da alte concentrazioni di metalli pesanti e di contaminanti organici.
Nell’ottica di una gestione sostenibile, è stata condotta, dal 2014 al 2017, un’attività diagnostica metodologicamente innovativa, in quanto multiscalare e fortemente multidisciplinare, per l’oggettivazione della distribuzione nei sedimenti di contaminanti potenzialmente tossici e della loro disponibilità alla migrazione verso diverse matrici ambientali.
I risultati del lavoro rappresentano un benchmark nel campo di studi scientifici finalizzati alla messa in sicurezza di siti contaminati complessi, di cui il Mar Piccolo di Taranto rappresenta uno straordinario laboratorio a cielo aperto. Infatti, da un punto di vista tecnico—scientifico, è stato utilizzato un approccio innovativo rispetto a quello delle indagini tradizionali per i siti contaminati, in cui viene solitamente svolta una caratterizzazione chimica dei contaminanti nei sedimenti e nella colonna d'acqua, che ne permette la conoscenza in termini solo di concentrazione e distribuzione. La metodologia adottata in questo studio è stata invece volta a caratterizzare anche tutti i fattori del sistema che possono condizionare la mobilità del contaminante, con l'obiettivo di stimare in che termini esso possa passare da una all'altra delle matrici ambientali del sistema, fra cui quella biologica, diventando fonte di danno per l'uomo. Infatti, la previsione del danno che un contaminante può indurre, dunque del rischio da contaminazione di un sito, deve includere non solo la conoscenza della concentrazione e della distribuzione del contaminante, ma anche la stima del suo destino nel tempo.
Per perseguire questo obiettivo, sono state condotte indagini multidisciplinari, integrando diverse competenze per caratterizzare tutte le grandezze, sia fisiche che chimiche, che influenzano la mobilità dei contaminanti. Si è così giunti a valutare le concentrazioni dei contaminanti, le ragioni della loro distribuzione e la loro disponibilità a muoversi, nonché le fonti di mobilità su cui basare l’identificazione degli interventi di messa in sicurezza più sostenibili
La nuova strategia di indagine ha evidenziato l'origine litogenica di alcuni dei metalli pesanti presenti nei sedimenti e la necessità di rivisitare i limiti normativi del sito, sulla base della variabilità geochimica sito-specifica. È stata inoltre verificata la bassissima consistenza dei sedimenti superficiali, anche connessa alla presenza di grandi quantità di materia organica, evidenziando la propensione dei sedimenti a subire processi di rimaneggiamento e risospensione che incidono sul rischio e condizionano la progettazione delle soluzioni di mitigazione. Il modello del sito ha messo in luce, altresì, l'influenza della contaminazione sulle proprietà idro-meccaniche dei sedimenti, trascurate prima d’ora nelle proposte di misure di mitigazione del rischio.
I risultati ottenuti dimostrano quanto le misure di mitigazione siano calibrabili nell’ottica della sostenibilità (Sustainable Development Goals – SDGs - Agenda 2030 delle Nazioni Unite) se viene preventivamente acquisita una conoscenza esaustiva dei processi attivi nel sistema, che possono coinvolgere le diverse forme di contaminazione.
I risultati prodotti, e in parte discussi nella pubblicazione, sono altresì stati messi a base della procedura innovativa per l’instaurazione di un partenariato per l’innovazione, ai sensi dell’art. 65 D.Lgs. n 50/2016, da aggiudicare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 95 del D.Lgs. n. 50/2016, per l’Affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva e della realizzazione degli interventi di risanamento ambientale e messa in sicurezza dei sedimenti nelle aree prioritarie del Mar Piccolo di Taranto, Primo seno, mediante dimostrazione tecnologica (importo complessivo dell’appalto presunto € 32.276.250,00).

Ecco chi sono gli autori dell’articolo pubblicato su “Nature - Scientific Reports”

Per il Politecnico di Bari, i Professori Federica Cotecchia, Claudia Vitone e Michele Notarnicola, i Dottori Matilda Mali e Francesca Sollecito, e diversi altri autori afferenti al DICATECh e al DEI.
Per l’Università di Bari, i Professori Giuseppe Mastronuzzi, Massimo Moretti, Emanuela Schingaro e Agata Siniscalchi e diversi ricercatori del DISTEGEO, ed il prof. Angelo Tursi ed alcuni ricercatori del Dipartimento di Biologia.
Per il CNR-IRSA (sedi di Bari e Taranto), i Dottori Vito Felice Uricchio, Giuseppe Mascolo, Nicola Cardellicchio, Antonella Di Leo e diversi ricercatori.
Inoltre, sono autori dell’articolo alcuni membri dello staff del Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto (2014-2020), dott.ssa Vera Corbelli, che, quale coordinatrice dell’intero studio, è ultimo autore dell’articolo.

Comunicato stampa.

Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali

Ospite e relatore, Giuseppe Cataldo, Lead Mission & Instrument Systems Engineer - NASA Goddard Space Flight Center

Bari, 22 febbario 2021 -  Destò meraviglia al Doge di Venezia, Leonardo Donati quando nell'agosto 1609 Galileo Galilei lo invitò a “vedere da vicino le cose lontane” attraverso un nuovo strumento da lui messo a punto. A  quello  strumento venne attribuito il nome di telescopio da Giovanni Demisiani nel 1611 in occasione dell’ingresso di Galilei nell’Accademia dei Lincei.
Da allora tanta strada è stata fatta. Occhi sempre più potenti, puntati verso l'alto, hanno scrutato le profondità del cielo consentendo agli scienziati di svelare molti dei misteri dell'universo. 
A questi strumenti, al loro uso per le missioni spaziali, è dedicato il quarto incontro, “Telescopi spaziali: nuovi occhi per esplorare l'universo”. L'evento è una iniziativa del Dottorato di Ricerca interateneo Poliba-Uniba in Ingegneria e Scienze Aerospaziali ed è previsto dalla rassegna in corso dedicata allo spazio, “Rediscovering the Space”.
Al seminario, in programma domani, martedì, 23 febbraio, ore 17,00, parteciperà Giuseppe Cataldo, Lead Mission & Instrument Systems Engineer - NASA Goddard Space Flight Center.
Nell'incontro verranno presentate le attuali missioni in ambito astrofisico, sia operative che in fase di sviluppo, con particolare enfasi sul Telescopio spaziale James Webb. In particolare, verranno descritte le sfide ingegneristiche legate alla costruzione del più potente telescopio spaziale mai realizzato fino ad oggi. Il seminario si concluderà con una panoramica sulle sfide future per l'astronomia e l'astrofisica.
L'evento potrà essere seguito collegandosi su: 
http://bit.ly/Re discoveringTheSpace_february_23 
http://bit.ly/Youtube_Poliba.
Coordinatore: prof. Marco Donato de Tullio, PoliBA. Moderatore: prof. Francesco Loparco, UniBA.

Il relatore.
Giuseppe Cataldo, di origine tarantina, è ingegnere capo della missione EXCLAIM della NASA e della telecamera nel vicino infrarosso per il telescopio PRIME, di cui ha la responsabilità tecnica e per cui gestisce due gruppi di circa 65 persone. L'esperienza di Cataldo riguarda la progettazione e l’ottimizzazione di sistemi spaziali per l'astronomia e l'astrofisica, nonché la modellazione di sistemi complessi, alla grande scala e multidisciplinari. Ha lavorato per diverse missioni, inclusa quella relativa al telescopio spaziale James Webb. Nel 2017, grazie ai suoi contributi al Webb Telescope, ha ricevuto la “Early Career Public Achievement Medal” e il “Group Achievement Award”.
Giuseppe Cataldo è entrato a far parte della NASA nel 2009, fortemente sponsorizzato dall'Agenzia spaziale europea (ESA), come uno dei due studenti europei selezionati per la NASA Academy, il principale programma di leadership della NASA per studenti di talento. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca presso il Massachusetts Institute of Technology e ha conseguito diversi titoli presso ISAE-SUPAERO, Politecnico di Milano e Torino.

Comunicato stampa.

 

ESA_Lab@PoliBa. La tavola rotonda è in programma, lunedì, 22 febbraio, ore 17.30            

Bari, 19 febbraio 2021 - Il ruolo delle politiche di cooperazione, le pratiche di trasferimento tecnologico, le strategie di open innovation, il ruolo dei venture capital e del private financing, i nuovi modelli e dinamiche di business che stanno caratterizzando la space economy, il contesto nazionale, saranno oggetto di confronto della tavola rotonda, “Nuove Dinamiche Imprenditoriali nella Space Economy: un Focus sull'Italia”.
L'evento, organizzato nell’ambito delle attività dell’ESA_Lab@PoliBa, il laboratorio nato dalla collaborazione tra l'Ente Spaziale Europeo (ESA) e il Politecnico di Bari, è in programma, lunedì, 22 febbraio, ore 17.30, sulla piattaforma Webex, https://poliba.webex.com/poliba/onstage/g.php?MTID=eac42f6dae6efac71b961d09775c9f06d  e sul canale youtube poliba, http://bit.ly/Youtube_Poliba
L'iniziativa vuole discutere, attraverso il coinvolgimento di esperti del settore, sui principali cambiamenti che stanno caratterizzando le dinamiche imprenditoriali della cosiddetta New Space Economy.
La tavola rotonda sarà presentata dal rettore, prof. Francesco Cupertino. Interverranno, dott. Giuseppe Acierno (Presidente del Distretto Tecnologico Aerospaziale della Puglia), dott. Anilkumare Dave (Esperto di Trasferimento Tecnologico dell’Agenzia Spaziale Italiana), ing. Luca del Monte (Head of Industrial Policy and SME Division presso l’European Space Agency), dott. Gianluca Dettori (Fondatore e Presidente di Primomiglio SGR), dott.ssa Chiara Pertosa (Presidente di Sitael S.p.A.). Moderatore, prof. Antonio Messeni Petruzzelli, docente di “gestione dell’innovazione” presso il Poliba.

Comunicato stampa.

Al Poliba. Il seminario dell'ing. Matteo Parlamento, capo Stress Unit Ferrari squadra corse

Bari, 14 febbraio 2021 – Nelle auto da Formula 1 tutto è spinto al massimo: la velocità, la tenuta, l'aerodinamica, i dispositivi della vettura, i materiali che la compongono così come i piloti dai nervi d'acciaio che devono essere supportati da una folta schiera, tra progettisti, collaudatori, staff organizzativo-gestionale. Il tutto di altissima qualità con lo sguardo alla massima sicurezza e all'ottimizzazione dei consumi massimi previsti e nell’ambito dei regolamenti. In questo scenario, la Ferrari è il marchio, diventato mito, più conosciuto al mondo; è una eccellenza italiana. I miti però vanno curati, coccolati, coltivati con passione e dedizione per non “invecchiare” mai. Il Cavallino rampante mantiene quell'energia grazie ad uno staff di primissimo piano e, in quel team, alcuni provengono dal Politecnico di Bari.
La Ferrari nella Formula 1. La progettazione strutturale del veicolo è fondamentale. Sul tema è in programma al Poliba un apposito seminario dal titolo, “Esperienze del calcolo strutturale nelle Ferrari di Formula 1”. Relatore d'eccellenza, l'ing. Matteo Parlamento, Head Stress Unit, Ferrari squadra corse Formula 1. L'ing. Parlamento proporrà una panoramica di alcune applicazioni del calcolo strutturale in ambito strutture veicolo di F1. Ciò mostrerà l’importanza di una applicazione di queste tecniche in un ambiente competitivo dove riuscire a portare al limite il design dei componenti, pur garantendo l’affidabilità e la sicurezza, è di primaria importanza. L’applicazione del calcolo strutturale infatti, non può prescindere, per poter dare efficacemente i suoi frutti, dall’essere completata da technical e soft skill più generali che aiutano l’ingegnere progettista a valorizzare il suo contributo alla prestazione della vettura.
Il seminario, organizzato dal Dipartimento di eccellenza di Meccanica, Matematica, Management,  del Poliba, appendice al corso “Costruzione veicoli terresti”, docente prof. Michele Ciavarella, in collaborazione con l'associazione studenti, AUP, si terrà domani, lunedì, 15 febbraio, ore 16,10. L'evento è aperto agli studenti, ex-studenti, docenti, assegnisti e dottorandi del Poliba, ma anche ai fan della Formula 1.
Gli interessati dovranno però, entro le ore ore 16,00 di domani, lunedì, 15 febbraio procedere  alla registrazione con autodichiarazione sulla chat teams (nome, cognome, qualifica) che non faranno foto né video dell’evento, né interviste all’ing. Parlamento dopo l’evento. L'iniziativa inoltre, non sarà possibile condividerla su canali esterni come youtube, etc.  Sarà invece possibile proporre domande tecniche dopo la relazione. Ecco il link per potersi prenotare.

https://teams.microsoft.com/l/channel/19%3ab78ace36c3a54bacb3ea3370317b22a4%40thread.tacv2/Generale?groupId=d27e4c6e-ab65-409a-94a0-7d284bf9054d&tenantId=5b406aab-a1f1-4f13-a7aa-dd573da3d332

Il programma prevede: ore 16.10: Saluto del Magnifico Rettore prof. Francesco Cupertino e del Direttore del Dipartimento di Meccanica Matematica, Management, Giuseppe Carbone. Introduzione, prof. Michele Ciavarella, ordinario del corso in “Costruzione veicoli terrestri”.
Ore 16.30 – 17.30: Webinar, ing. Matteo Parlamento “Esperienze del calcolo strutturale nelle Ferrari di Formula 1”.
Ore 17.30 – 18.30:  discussione tecnica con domande da parte di docenti ricercatori e dottorandi nonché studenti Poliba, sul tema trattato, sul futuro di Ferrari in F1, e su come si può costruire un Curriculum Vitae allettante per poter aspirare a lavorare in Ferrari F1, il sogno di ogni ingegnere meccanico.

Breve curriculum del relatore, ospite del Poliba, ing. Matteo Parlamento, Ferrari Corse
1997-2002: Laurea in Ingegneria Meccanica, indirizzo Veicolo, Università di Modena e Reggio Emilia, 110/L; 2002-2003: Master in Ingegneria del Veicolo, Università di Modena e Reggio Emilia, 110/L; 2003-oggi: Ferrari F1 Racing Team (GeS); 2003-2008:       Engine Structural Engineer; 2008-2012: Structural Engineer, Vehicle Structure Dept.; 2012-2014: Senior Stress Engineer – Car Front End, Vehicle Structure Dept.; 2014-2019:          Head of Stress – Vehicle Structures Manager; 2019-oggi: Head of Structures and Systems Simulation Area.