Form di ricerca

Comunicati Stampa 2018

Poliba & USA. Questa mattina è stato formalizzato l’accordo presso la sede del rettorato

Bari, 21 aprile 2017 - Il Politecnico di Bari e l’azienda americana, “Thorlabs Inc.” con sedi in tutto il mondo, hanno formalizzato questa mattina, 21 aprile, presso la sede del rettorato, un accordo di collaborazione decennale.
Il contratto, da quest’oggi operativo, dà l’avvio alla realizzazione presso il Dipartimento Interateneo di Fisica (Poliba-Uniba), direttamente coinvolto, al Laboratorio pubblico-privato, “PolySense”, dedicato alla sensoristica e all’ottica.
Il Laboratorio sarà realizzato sul modello già collaudato negli USA con il MIT di Boston e costituirà l’avamposto dell’azienda in Europa. Previsti investimenti di “Thorlabs Inc” per 2 milioni di euro per i prossimi dieci anni e la fornitura delle attrezzature di laboratorio per un valore di circa 500 mila euro. L’intesa apre nuove possibilità di lavoro per ricercatori, dottorandi, laureandi del Poliba.
Il Laboratorio avrà sede presso il Dipartimento di Fisica, nel campus universitario.
In allegato le foto della sottoscrizione degli accordi. Le firme: per il Politecnico di Bari, il Rettore, Eugenio Di Sciascio; per “Thorlabs Inc.”, Katrin Kunitz, manager ricerca e sviluppo.

Comunicato stampa.

Ricerca & Industria. L’accordo del Politecnico con l’azienda leader americana “Thorlabs Inc”

Seguendo il modello del laboratorio già realizzato dall’azienda americana con il MIT di Boston, quello con il Politecnico di Bari svilupperà studi sui sensori ottici ultra sensibili per la rivelazione di tracce gassose per applicazioni biomedicali, ambientali, di sicurezza e controllo dei processi industriali.

Previsti investimenti per oltre 2 milioni di euro per i prossimi 10 anni e la dotazione delle attrezzature scientifiche.  Nuove opportunità per giovani ricercatori.

 

La presentazione e la firma del contratto, venerdì, 21 aprile, presso la sede del Rettorato

Bari, 19 aprile 2017 – Gli innovativi risultati della ricerca scientifica conseguiti nel Dipartimento Interateneo di Fisica (Poliba-Uniba) nello sviluppo di sensori ottici ultra sensibili per la rivelazione di tracce gassose hanno suscitato l’interesse della grande azienda americana di settore, “THORLABS Inc.”.
Leader al mondo nell’opto-meccanica e fotonica, sede principale a Newton, New Jersey (Stati Uniti), “THORLABS Inc.” conta luoghi di ricerca e di produzione in altri stati USA e all’estero: Canada, Giappone, Cina, Brasile, Regno Unito, Germania, Francia, Svezia, per oltre 1400 dipendenti che producono un catalogo di oltre 20.000 prodotti, ed un fatturato annuo di quasi mezzo miliardo di dollari.
Le ricerche condotte dal gruppo di ricerca guidato dal prof. Vincenzo Spagnolo del Politecnico di Bari, afferente al Dipartimento Interateneo di Fisica e le potenziali applicazioni infatti, non sono passate inosservate negli States.
“THORLABS Inc.”, che a Boston, con il Massachusetts Institute of Technology (MIT), una delle più importanti università di ricerca del mondo, ha realizzato un laboratorio pubblico-privato, dedicato al settore dell’ottica (attualmente guidato dall’inventore della Tomografia Ottica (OCT) prof. Fujimoto), ha proposto al Politecnico di Bari la realizzazione di un’analoga struttura, secondo il modello costruito con il MIT.
Il sì del Poliba non si è fatto attendere. “THORLABS Inc.” investirà per la sua realizzazione, nei prossimi dieci anni, oltre 2 milioni di euro, fornirà le attrezzature necessarie per un valore di altri 500 mila euro e creerà posizioni per ricercatori a tempo determinato, assegnisti post-doc e studenti di dottorato, che lavoreranno in stretto contatto con personale THORLABS proveniente dalla sede di Monaco (Germania).
Il laboratorio pubblico-privato si chiamerà “POLYSENSE” (derivazione dalle parole Politecnico-Sensore) e sarà realizzato presso il Dipartimento Interateneo di Fisica di Bari “Michelangelo Merlin”.
Le attività di ricerca saranno inizialmente focalizzate sullo studio e realizzazione di sensori ottici innovativi per la rivelazione di gas, da utilizzare in diverse applicazioni in ambito industriale, biomedicale, ambientale e di sicurezza.
I sensori da realizzare utilizzeranno una delle tecniche più sensibili per la rivelazione di tracce gassose: la spettroscopia fotoacustica a diapason di quarzo. “Questa tecnica si basa sull’effetto fotoacustico, scoperto da Graham Bell nel 1880, per cui – spiega il prof. Spagnolo – quando le molecole di un gas sono illuminate con luce laser intermittente si scaldano e raffreddano, producendo onde sonore. Nella tecnica da noi sviluppata, la luce laser viene focalizzata tra i denti di un diapason di quarzo, simile a quelli presenti negli orologi e smartphone. Se la frequenza di intermittenza del laser è pari a quella di risonanza del diapason, esso comincia a vibrare. Grazie alle proprietà piezoelettriche del quarzo, queste vibrazioni generano un segnale elettrico che risulta proporzionale alla concentrazione delle molecole di gas da rilevare”.
Il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Vincenzo Spagnolo è composto dai dott. Pietro Patimisco, Angelo Sampaolo e Marilena Giglio ed è leader al mondo nel campo della rivelazione di gas mediante spettroscopia fotoacustica a diapason di quarzo. Esso, detiene il record mondiale di sensibilità per questa tecnica (rivelazione di 1 molecola su 20 miliardi) ed è l’unico ad utilizzare questa tecnica con laser ad emissione nell’intervallo spettrale del Terahertz.
Recentemente, ha realizzato un sistema capace di amplificare di oltre duecento volte la luce laser che passa tra i denti del diapason e, di conseguenza, il segnale fotoacustico, mediante specchi altamente riflettenti. Potenzialmente quest’ultima tecnica renderebbe possibile rivelare concentrazioni fino a poche parti per biliardo, ovvero rivelare poche decine di molecole su un milione di miliardi di altre. Con “THORLABS Inc.”, si lavorerà alla realizzazione di sensori da utilizzare sul campo ed in tempo reale in diversi tipi di applicazioni, tra cui: analisi del respiro, misura delle dei gas di scarico delle auto, controllo di processi industriali, misura di perdite e rivelazione di precursori di esplosivi o gas altamente tossici, di possibile utilizzo ai fini anti-terroristici.
“Il neo-laboratorio, pubblico-privato, ‘PolySense’ rafforza il rapporto del Politecnico con il mondo delle imprese di alto profilo – sostiene il Rettore, Eugenio Di Sciascio. Esso si aggiunge a quelli già avviati con Bosch (automotive); Openwork (informatica) e altri ancora, sul modello, rivelatosi un successo, del primo esperimento, avviato qualche anno fa con Avio Aero di General Electric, denominato, ‘Energy Factory  Bari’”.
La presentazione del nuovo laboratorio “PolySense” e la relativa firma dell’accordo di collaborazione del Politecnico di Bari con “Thorlabs Inc.” è in programma, venerdì, 21 aprile, ore 10:30, presso la sede del Rettorato del Politecnico di Bari (via Amendola, 126/b).

Partecipano: prof. Eugenio Di Sciascio, Rettore Politecnico di Bari;
prof. Salvatore Vitale Nuzzo, Direttore Dipartimento Interateneo di Fisica Poliba-Uniba;
dr. Katrin Kunitz, THORLABS R&D;
prof. Vincenzo Spagnolo, Dipartimento Interateneo di Fisica Poliba-Uniba;
prof. Nicola Giglietto, Dipartimento Interateneo di Fisica Poliba-Uniba;
prof. Giuseppe Carbone, Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management Poliba;
prof. Vittorio Passaro, Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell'Informazione Poliba.

Comunicato stampa.

Studenti. Formazione Innovativa nel Corso di Laurea in Architettura al Politecnico

Bari, 14 aprile 2017 - Un’innovativa attività di formazione permetterà agli studenti del corso di laurea in Architettura del Politecnico di Bari di giungere a valutare sperimentalmente la capacità di resistenza di un manufatto, progettato e realizzato in scala, con un materiale estremamente fragile. 
Gli studenti del corso del Laboratorio 2A di Costruzione dell’Architettura, afferente al Dipartimento di Scienze di Ingegneria e Architettura (DICAR), potranno partecipare, fino al prossimo, 16 maggio al concorso, “Spaghetti Bridge Competition”. Curiosamente, come indica il titolo, la materia prima che sarà utilizzata dai partecipanti per la realizzazione dei modelli in competizione sarà la comune pasta alimentare da cucina di vario tipo (nell’edizione 2016 furono utilizzate delle comuni cannucce in plastica da bibita). Nella fase esecutiva, le loro idee dovranno tener conto delle problematiche e delle regole della progettazione di uno spazio architettonico.
Dopo la prima consegna (16 maggio), i gruppi partecipanti presenteranno le proprie idee con una serie di poster che rimarranno esposti per una settimana nella hall dell’aula magna di Architettura “Domus Sapientiae” (campus universitario).
In ogni poster verranno indicate le caratteristiche generali della soluzione tipologica adottata e la verifica delle condizioni al contorno richieste dal cliente (in questo caso indicate nel concorso).
Dopo questa fase, gli studenti realizzeranno un plastico che riprodurrà il progetto architettonico esposto nel poster. Il 7 giugno il modello in scala ridotta verrà consegnato ed esposto insieme ai poster. Infine, si procederà, in un incontro pubblico, il 15 giugno, alla realizzazione di prove di carico distruttive di ciascun modello strutturale in scala ridotta.
La struttura prescelta sarà quella che verificherà tutte le condizioni imposte nel concorso e che, durante la fase di prova nel Laboratorio “Michele Salvati” del DICAR, otterrà il rapporto più elevato tra carico applicato e proprio peso.
In tal modo si verificherà la idoneità tipologica della soluzione adottata e la componente di sostenibilità ambientale della struttura, che con minore quantità di materiale è in grado di sopportare carichi più elevati.
I vincitori non solo avranno modo di dimostrare che il loro progetto è il migliore da un punto di vista strutturale, ma avranno migliorato le loro abilità di formazione nella pratica collaborativa e in tutte le attività che rispondono a precise esigenze dei clienti. Ciò comporterà inoltre un significativo incremento del voto finale relativo alla materia oggetto d’esame.
L’iniziativa è curata e coordinata dalla prof.ssa Dora Foti del Poliba, con la supervisione del visiting professor, Salvador Ivorra, dell’Universidad de Alicante (Spagna).

Comunicato stampa.

Diventano più strette, e soprattutto operative, le relazioni tra il Politecnico di Bari, Bosch-Tecnologie Diesel S.p.A. e Bosch-Centro Studi Componenti per Veicoli S.p.A.

Modugno, 12 aprile 2017 – Da ieri, 11 aprile, sono diventate più strette, e soprattutto più operative, le relazioni tra il Politecnico di Bari, e la sede di Modugno (Bari) di Bosch-Tecnologie Diesel S.p.A. e Bosch-Centro Studi Componenti per Veicoli S.p.A.
Un apposito accordo, di durata triennale, rinnovabile, infatti, regolerà e rafforzerà le collaborazioni già in corso. Il contratto consentirà la definizione di una road map strategica per i prossimi tre anni con sistematica verifica annuale delle attività di ricerca stabilite. La sua attuazione sarà delegata ad un Comitato Direttivo (Steering Committee) costituito dal Magnifico Rettore del Politecnico di Bari, dal Direttore Tecnico ed Amministratore Delegato di Bosch-Tecnologie Diesel e dal Direttore Sviluppo ed Amministratore Delegato di Bosch-Centro Studi Componenti per Veicoli. 
La partecipazione al Comitato non potrà avvenire a mezzo di delegati e sarà validamente costituito solo se rappresentato nella sua interezza. Il Comitato si avvarrà di una organizzazione alla quale verrà delegata l’operatività dei progetti identificati, costituita da manager e tecnici aziendali (per Bosch TDIT e CVIT) e docenti universitari (per Poliba).
Attraverso la definizione di progetti condivisi di partnership, in cui ricerca, innovazione e formazione, strettamente legate al contesto economico e produttivo territoriale, si realizzeranno le sinergie auspicate tra università e imprese che, a loro volta, consentiranno di generare le eccellenze nelle aree di ricerca e formazione sui temi di frontiera.
Compito del costituendo steering committee è tracciare le Road Map delle attività di ricerca congiunte per determinare il giusto substrato di fertilità per la nascita delle grandi azioni industriali. “Tecnologie meccaniche per applicazioni automotive”, “Joint Lab”,“Tecnologie e sistemi elettrici per il trasporto”, “Automazione ed IT per la mobilità”, “Summer School”, “Industry 4.0”, “azioni per il lean management”, sono alcune delle linee Strategiche 2017-2018.
Le dichiarazioni. Nell’incontro, il Rettore del Politecnico, Eugenio Di Sciascio ha tenuto a precisare che “la strategia del Politecnico è favorire la ricerca scientifica di eccellenza e creare le opportunità per trasferire rapidamente l’innovazione tecnologica, che della ricerca è il risultato, al mondo produttivo. Ogni iniziativa che rientra in questa strategia, nella quale siamo fortemente impegnati, punta a far incontrare le linee di sviluppo del territorio regionale con quelle internazionali. La migliore espressione di questa politica è il rapporto, sempre più stretto, di collaborazione con il mondo produttivo, del quale il sistema Bosch è un interprete autorevole”.
Il Direttore Tecnico e amministratore delegato dello stabilimento Bosch di Bari, Martin Bogen ha sottolineato che “investire sulla tecnologia è il nostro focus e la nostra strategia principale. Puntare sulle nuove tecnologie segnerà il nostro stesso futuro e quello delle generazioni a venire”.
Antonio Arvizzigno, Amministratore Delegato e Direttore Tecnico del Centro studi componenti per veicoli Spa ha ribadito che “dopo un anno di scouting, vogliamo arricchire ulteriormente la strategia che lega la sede Bosch di Bari e il Politecnico in questo connubio vincente. La parola chiave è connectivity legata a progetti nell’ambito della sensoristica.  Vogliamo che il focus non si rivolga solo al settore dell’automotive, ma anche allo sviluppo di nuovi progetti che siano fortemente legati al nostro territorio”.
Mentre il Direttore Commerciale e Amministratore Delegato, Uwe Mang ha aggiunto che “i progetti già in atto con il Politecnico e gli ottimi rapporti di collaborazione sono una vera ricchezza per entrambi e sono certo che questo sodalizio continuerà a portare ottimi risultati e una sempre maggiore diffusione di know-how”.
I precedenti. Come si ricorderà, il Politecnico, nel 2016, ha avviato una collaborazione con il Centro Studi Componenti per Veicoli S.p.A., per lo sviluppo di sistemi innovativi e nuove architetture per applicazioni nell’ambito della mobilità sostenibile e la realizzazione di un laboratorio denominato “More Electric Transportation” (MET).
Con Bosch-Tecnologie Diesel invece, il Poliba ha da tempo attivato collaborazioni hot-spot nell’ambito di iniziative molteplici, quali attività di studi e ricerca, consulenze e collaborazioni in attività anche di didattica e/o tirocini (per questi ultimi è in atto, dal 2012 e per entrambe le società di Bosch, una convenzione per tirocini di formazione ed orientamento al fine di accogliere tesisti e stagisti).
Le azioni poste in essere fino ad oggi hanno però risposto solo ad esigenze specifiche, individuate caso per caso. Con tale accordo il Politecnico ha inteso potenziare la collaborazione con i soggetti privati come Bosch, operanti sul territorio nell’ottica di favorire la cooperazione nell’ambito di progetti di ricerca in partnership di interesse comune.
La presentazione completa degli accordi, sono stati presentati e sottoscritti ieri, 11 aprile, presso la sede Bosch di Modugno, dai firmatari: Martin Bogen, Direttore tecnico ed Amministratore Delegato, Uwe Mang, Direttore commerciale ed Amministratore Delegato di Bosch- Tecnologie Diesel S.p.A., Antonio Arvizzigno, Direttore ed Amministratore Delegato di CVIT e Eugenio Di Sciascio, Rettore del Politecnico di Bari.

Comunicato stampa.

A Ferrara. Premio Internazionale di Restauro Architettonico “Domus Restauro e Conservazione”

Gli autori sono sei neo laureati in architettura del Politecnico di Bari

 

Bari, 27 marzo 2017 – Il progetto di restauro e di nuova destinazione d’uso del Castello normanno di Ginosa (Taranto), oggetto della tesi di laurea di sei neo laureati in architettura del Politecnico di Bari, raccoglie premi e riconoscimenti: dalla scorsa settimana (22 marzo) il suo palmares si è arricchito della Medaglia d’Oro attribuita dalla commissione del Premio Internazionale di Restauro Architettonico “Domus Restauro e Conservazione Fassa Bortolo”, sesta edizione.
Nel 2016, la tesi premiata, aveva conseguito appositi riconoscimenti in occasione del Premio di Architettura e Cultura Urbana dell’Università di Camerino (MC) e in Spagna, dall’Università di Vallalolid, in occasione del Premio Internacional de Proyectos sobre Patrimonio cultural para estudiantes de Arcquitectura AR&PA. 
Gli autori sono sei neo-architetti laureatesi nel 2016 al Politecnico di Bari: Antonio Albanese (Fasano), Federica Allegretti (Monopoli), Carla Castellana (Putignano), Angela Colamonico, Federica Fiorio (Bitonto), Martino Marasciulo; Relatrice del laboratorio di tesi di laurea: prof. Rossella de Cadilhac del Politecnico di Bari.
Il Premio Domus Restauro e Conservazione Fassa Bortolo, si è concluso dopo la valutazione da parte della giuria di 90 progetti candidati. L’iniziativa, curata dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara e l’Azienda Fassa S.r.l. ha selezionato e premiato a Ferrara, presso la locale università, i lavori provenienti da Tesi di Laurea, Master, Dottorato o Specializzazione, che abbiano saputo interpretare in modo consapevole i princìpi conservativi nei quali la comunità scientifica si riconosce, anche ricorrendo a forme espressive contemporanee. 
Dopo la selezione sono state assegnate tre medaglie d’oro ex-aequo a: Politecnico di Bari, Università “G. D’annunzio”, Chieti-Pescara e Università IUAV di Venezia; tre medaglie d’argento ex-aequo: Università di Bologna (due lavori); Università di Napoli “Federico II” e cinque menzioni d’onore, tra le quali figura anche un’altra tesi di laurea in architettura del Politecnico di Bari. 
In riferimento alla tesi sul restauro del Castello normanno di Ginosa, premiata con la medaglia d’Oro, nel verbale della giuria si legge: “La tesi sviluppa un progetto di restauro assai complesso proponendo una rigorosa metodologia d’intervento puntualmente rappresentata in tutte le sue fasi e alle diverse scale di approccio, dal contesto territoriale, al dettaglio architettonico. Valorizzano il lavoro l’ottimo livello del rilievo architettonico, il riferimento e la lettura della struttura morfologica del contesto territoriale, la puntuale analisi del degrado, la lettura dei dissesti strutturali e gli interventi di consolidamento materico-strutturali previsti, sempre attenti al criterio del ‘minimo intervento’, aspetto centrale nell’ambito dell’intero lavoro. Di notevole interesse, nella valutazione del progetto, è la nuova destinazione d’uso prevista che esalta il valore delle preesistenze senza alterare il significato dell’architettura e i suoi caratteri di autenticità”.  
Il castello normanno di Ginosa, edificato attorno all’XI° secolo è inagibile dal 2014 a seguito dell’alluvione che coinvolse la città. “Il progetto realizzato dai neo-laureati – dice la coordinatrice del laboratorio di tesi, Rossella de Cadilhac - in sintonia con l’antica spazialità ed in accordo con le risorse locali, i bisogni e le aspettative della collettività di Ginosa, propone con interventi minimi di trasformare il Castello in un luogo esperienziale con finalità ludico-didattiche dove relazionare il gioco con le discipline dell’arte, della scienza e dell’archeologia. Il progetto di restauro, nel restituire gli ambienti del palazzo, ne valorizza i caratteri identitari e crea le condizioni per accogliere un museo anticonvenzionale, dove l’esperienza ludica, il divertimento, l’emozione e l’intrattenimento diventano un formidabile strumento educativo non solo per il mondo dell’infanzia ma anche per il pubblico adulto, dove i percorsi e le aree tematiche, pur offrendo la possibilità di scoprire e sperimentare il gioco in piena autonomia, favoriscono meccanismi di interazione sociale fra i diversi fruitori”.

Comunicato stampa. 

Vita universitaria. Iniziative e servizi per degli studenti. Novità, da lunedì, 27 marzo.

Bari, 24 marzo 2017 – Da lunedì, 27 marzo, gli studenti del Politecnico di Bari potranno usufruire dello spazio attrezzato per lo studio, denominato, “Student Center” sino alle ore 24.00 di tutti i giorni feriali (il sabato fino alle ore 14:00).
La novità non ha precedenti. Essa amplifica il successo riscontrato tra gli studenti per un miglior uso di spazi e orari dedicati allo studio e attua un prolungamento del servizio, tuttora in corso, limitato fino alle ore 20:00.
Gli studenti potranno accedere alla struttura, sita nel campus universitario, nella fascia serale, dall’ingresso principale di via Orabona e da quello pedonale di via re David. Dalle 20:30 alle 24:00 l’accesso sarà consentito solo dall’ingresso/uscita di via re David.
I nuovi orari resteranno in vigore sino al prossimo 29 luglio, vigilia della pausa estiva di agosto. Lo “Student Center”, inaugurato il 29 aprile 2014, rappresenta un esempio di edilizia sostenibile e di servizio efficiente e moderno dedicato agli studenti per lo studio individuale e di gruppo. Esso si sviluppa su due piani all’interno dei quali sono disponibili 244 postazioni attrezzate per lo studio (148 al primo piano per lo studio individuale, 96 al secondo per i lavori di gruppo), con accesso WiFi alle risorse telematiche della rete.
La piena fruibilità dello Student Center è una delle possibilità offerte alla popolazione studentesca, in aggiunta ad altri servizi che completano l’offerta.
Palestra. Poligym è la palestra ubicata nel cuore pulsante del Campus Universitario, attrezzata e riservata agli studenti e ai dipendenti del poliba, docenti e non. Essa è attiva e a disposizione degli iscritti, dalle ore 14:00 alle 21:00, dal lunedì al venerdì. La struttura, inaugurata l’8 giugno 2015, in collaborazione con il CUS Bari, offre la possibilità di frequentare nelle diverse fasce orarie un programma di attività di fitness con la supervisione di istruttori qualificati del CUS Bari. Per la sua realizzazione il Politecnico ha reso disponibile e attrezzato un apposito ambiente completo di servizi igienici, docce e spogliatoi. Ubicata a piano terra, nei pressi della piazzetta coperta, conta 140 mq per le attività ginniche e altri 70 per i servizi di supporto (informazioni@cusbari.it).
Trasporto studenti. Un servizio per il trasporto personalizzato degli studenti diversamente abili del Politecnico è stato reso disponibile dallo scorso 13 dicembre 2016. Sono infatti, due i pulmini appositamente attrezzati messi a disposizione degli studenti con limitata capacità motoria. Per la fruizione del servizio è sufficiente contattare i riferimenti: carmelita.casamassima@poliba.it – 080.5962215.
Webradio Frequenza Libera. Il più antico e longevo mezzo di comunicazione del mondo, la radio, opera e trasmette con tecnologie innovative (la rete internet) dal Poliba, grazie ad un progetto di studenti di ingegneria ed architettura, dando voce a tutta la popolazione universitaria. Nell’ambito delle sue attività, la webradio di ateneo “Frequenza Libera”, ascoltabile da qualsiasi dispositivo connettendosi all’indirizzo www.frequenzalibera.it, presenterà dal prossimo 29 marzo, ogni mercoledì, un ciclo di incontri seminariali settimanali, dedicati al mondo dell’informazione e della comunicazione ai quali interverranno i rappresentanti dei due settori. Gli incontri sono previsti nel campus universitario in collaborazione con l’ufficio stampa del Politecnico.
Illuminazione e sicurezza. Il nuovo assetto funzionale del Campus universitario concepito dal Politecnico e in corso di attuazione mira sempre più ad un maggior utilizzo e frequentazione del campus universitario in fasce orarie più estese.  Per queste ragioni, il Politecnico ha posto in essere parallelamente alle attività, in parte descritte, azioni che consentissero di elevare la percezione ed il livello di sicurezza della comunità universitaria. E pertanto, si è ritenuto indispensabile progettare e porre in atto (congiuntamente ad un innovativo ed efficiente sistema di illuminazione a led dell’intero Campus) un sofisticato sistema di videosorveglianza, “Poliba control center” basato su telecamere IP ad alta risoluzione, poste tanto negli spazi esterni, quanto nelle zone interne di maggior transito. Ciò, oltre ad aumentare la sicurezza degli utenti delle strutture, mira anche a: rilevare e ricostruire atti vandalici e di danneggiamento delle strutture di proprietà del Politecnico di Bari; dissuadere i fruitori delle aree e/o soggetti estranei da comportamenti contrari all’ordinamento giuridico o da atti di teppismo; tutelare il patrimonio presente nei vari edifici e plessi universitari; responsabilizzare coloro che accedono agli immobili del Politecnico.
Il Rettore. “Tra i diritti fondamentali proposti nella nostra Costituzione – sottolinea il Rettore del Poliba, Eugenio Di Sciascio - sono declinati con fermezza quelli relativi al diritto allo studio e all’istruzione. Traendo ispirazione proprio da questa evidenza, mi piace ricordare, innanzitutto a me stesso, come ogni azioni del nostro Politecnico è tesa a sancire che il diritto allo studio ed alla vita dello Studente è una priorità assoluta. La nostra Università ha assunto, da tre anni ormai, un impegno chiaro e deciso, orientato ad attuare nuovi e migliori servizi offerti alla popolazione degli Studenti, in termini di fruibilità degli spazi, della loro sicurezza e della loro vivibilità. Quest’ultima azione intrapresa ritengo sia l’evidenza che il nostro percorso, nel solco tracciato, è in itinere tanto oggi quanto domani”.

Comunicato stampa.

Accademia dei Georgofili. Domani, ore 17:00, presso il Museo della Fotografia del Poliba

Bari, 14 febbraio 2017 – La prima rivoluzione. Il 1700 è il secolo del cambiamento epocale, irreversibile: dalla filosofia alla tecnologia. L’Illuminismo, straordinario movimento di pensiero e di cultura s’impone in Europa e favorisce nella seconda metà le rivoluzioni: da quella politica della Francia del 1789 a quella industriale-tecnologica, la prima.  E così la macchina a vapore, messa a punto da James Watt tra il 1760 e il 1781, diventa il simbolo di un cambiamento radicale che si rafforza nei decenni successivi con altri contributi della scienza: locomotiva (1814); vaporetto e prima traversata dell’Atlantico (1819); ferrovia (1825).  Per un secolo resta circoscritta solo in una parte d’Europa: Inghilterra, Belgio, Francia, Germania. In Italia (del nord) si affaccia nella seconda metà dell’ottocento.

La seconda rivoluzione. Nel frattempo le invenzioni e le applicazioni cambiano la produzione e la società del tempo. Attorno al 1880, l’applicazione dell’elettricità avvia un processo di produzione di macchine di nuova generazione (elettriche) e più tardi, 1900, il motore a combustione interna (automobili) favorisce l’espansione dei trasporti e delle infrastrutture. E’ l’avvento della seconda rivoluzione industriale. Votata ad una espansione planetaria della produzione, culmina nella prima guerra mondiale.

La terza rivoluzione. Il dopoguerra, del secondo conflitto mondiale, avvia nuovi processi sociali e tecnologici. La globalizzazione diventa sempre più reale grazie alle nuove soluzioni e applicazioni che l’elettronica, la telematica e l’informatica offrono. Sono questi i campi su cui maggiormente si incentra la terza rivoluzione industriale. Queste discipline subiscono un continuo, rapido sviluppo e diffusione sul mercato al punto da determinare forti modificazioni a livello tecnologico-economico-sociale con impatti notevoli sugli stili di vita della popolazione dei paesi occidentali. È con il loro sviluppo che parallelamente nasce e si afferma nella società anche il settore terziario (servizi). La radio, la televisione e soprattutto l'invenzione del personal computer (1975), un apparecchio rivoluzionario di dimensioni via via più piccole, consente una impennata culturale straordinaria i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti.

La quarta rivoluzione. Ma all’orizzonte una nuova rivoluzione, la quarta, è già pronta a ricevere il testimone del presente. L’evoluzione dei sistemi informatici e l’avvento della rete internet; l’interazione tra sistemi fisici e digitali; l’analisi di grandi masse dati ed il loro adattamento alla reali necessità, consentono, già oggi, l’utilizzo di macchine intelligenti interconnesse fra di loro attraverso una rete dati globale. Sicché sono almeno tre gli ingredienti che caratterizzano la quarta rivoluzione: big data (potenza di elaborazione grandi masse dati); open data (condivisione dati); internet of things (interconnessione e gestione di sistemi attraverso una rete globale).

Il Piano Nazionale Industria 4.0. In questo contesto, il Piano Nazionale Industria 4.0, favorisce e persegue l’attuazione della “nuova rivoluzione” in molteplici campi, tra cui l’agricoltura, settore fondamentale, da sempre. In questa opera di attuazione e rinnovamento nazionale, il Politecnico di Bari, su richiesta del Governo, è fortemente impegnato allo sviluppo di sinergie con soggetti pubblici-privati per lo sviluppo del territorio. In Puglia il settore dell’agroalimentare è una delle voci strategiche più importanti per produzione di ricchezza e altrettanto alto è l’interesse ad un sviluppo e ammodernamento industriale del settore, anche attraverso progetti mirati.

Agricoltura 4.0 è la declinazione della quarta rivoluzione industriale in ambito agrifood mirata a garantire alle future generazioni cibo sufficiente a sfamare la popolazione mondiale in costante crescita (Food Security) in modo sano e sicuro (Food Safety), attraverso la scelta di tecnologie sostenibili che consentano di ridurre input chimici (fertilizzanti e fitofarmaci) preservando risorse naturali (acqua, energia e superfice terrestre occupata da foreste).

L’evento. Su questi temi: tecnologia-agricoltura, la sezione Sud-Est dell’Accademia dei Georgofili, la più antica istituzione pubblica al mondo (fondata a Firenze nel 1753) dedita alle scienze e alle loro applicazioni all’agricoltura, alla tutela dell'ambiente, del territorio agricolo e allo sviluppo del mondo rurale, ha organizzato, in collaborazione con il Politecnico di Bari, un incontro di informazione e aggiornamento nel corso del quale saranno presentate le attività, le collaborazioni, i progetti, le prospettive del settore agroalimentare pugliese. In particolare, l’evento, organizzato dal Prof. Riccardo Amirante, vedrà la presentazione e l’introduzione di Vittorio Marzi, Presidente Accademia dei Georgofili sezione Sud-est, seguiranno la relazione del di Eugenio Di Sciascio, Rettore del Politecnico di Bari, su “Le nuove tecnologie per le sfide del prossimo futuro: l’Agricoltura 4.0” a cui farà seguito quella di Luigi Trotta, dirigente della sezione competitività delle Filiere Agroalimentari della Regione Puglia, su “La Puglia che verrà. La roadmap regionale per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico nel settore agroalimentare”.

L’evento si svolgerà domani, mercoledì, 15 febbraio, ore 17:00, presso il Museo della Fotografia del Politecnico (campus universitario).

Comunicato stampa.

High Tech. La cerimonia alla presenza della Ministra, Fedeli e dei vertici aziendali di “Leonardo”

Bari, 7 febbraio 2017 – La qualità della proposta progettuale dedicata alle innovative tecnologie elettriche applicate al settore aeronautico a propulsione ibrida (elettrica-combustibili tradizionali), ha superato tutte le altre giunte dall’Italia e dall’estero al concorso “Premio internazionale Innovazione 2016”, indetto da “Leonardo Company”, ex Finmeccanica.
Una qualificata e attenta giuria (presidente, il rettore del Politecnico di Milano), ha attribuito il primo posto assoluto, a Pierluigi Sidella, neo laureato del Politecnico di Bari in Ingegneria Elettrica.
Il lavoro, presentato al concorso nel settembre 2016, trova origine nella tesi di laurea (relatori: Cupertino, Monopoli) e nell’esperienza condotta nel laboratorio Energy Factory Bari (Avio Aero–Politecnico di Bari).
I contenuti. Lo studio, dal titolo, Convertitore a basse perdite di commutazione per l'alimentazione di motori elettrici trifase ad alta velocità per applicazioni aeronautiche”, propone innovative soluzioni per la realizzazione di apposite schede elettroniche di potenza per fornire energia ad apparati per il volo aereo. L’innovazione consiste principalmente nella ricerca di soluzioni per la riduzione dei pesi dei dispositivi per la propulsione che, nel volo, determinano conseguenti risparmi energetici-economici.
Il vincitore. Pierluigi Sidella, 25 anni, nato a Sammichele di Bari, dopo la maturità, conseguita presso il Liceo Scientifico “Ricciotto Canudo" di Gioia del Colle, si forma presso il Politecnico di Bari dove completa i suoi studi universitari. Dapprima consegue la laurea triennale in Ingegneria Elettrica e successivamente, giugno 2016, quella magistrale. Una borsa di studio post-laurea semestrale gli consente di frequentare il Laboratorio Energy Factory Bari per approfondire gli studi. Il primo posto gli consentirà di valutare una proposta di stage presso una delle aziende, in Italia o all’estero, di Leonardo Company” (che potrebbe tradursi in una successiva qualificata assunzione) e di ritirare il premio in danaro di 2000 euro.
Il rettore poliba. "Questo premio ci fa particolarmente piacere perché oltre l'attestato al merito del giovane studioso che l'ha meritato, rappresenta la conferma che il rapporto, sempre più stretto con le imprese, è un investimento strategico per tutto il Politecnico. L'interesse di una realtà come Leonardo nei confronti del lavoro di un nostro neolaureato, dimostra come sia vincente, in un mercato sempre più globalizzato e competitivo, il valore aggiunto di contesti all'avanguardia quali sono i laboratori misti, pubblico-privato. Proprio con l'Energy Factory Bari - conclude il rettore, Eugenio Di Sciascio - abbiamo avviato questo modello di collaborazione scientifica, che oggi stiamo via via estendendo agli altri settori- chiave dell'industria, con grandi prospettive per i nostri giovani".
Il Premio Innovazione Leonardo 2016. E’ uno degli appuntamenti più attesi per esplorare le nuove frontiere dell’alta tecnologia.  Sono stati quasi 700 i progetti presentati dai dipendenti del Gruppo e pervenuti da tutti i siti di Leonardo in Italia, in UK e nel resto del mondo. Circa 5.000 i contatti generati sulla piattaforma on-line dedicata al Premio per i Giovani i cui vincitori (tre nella categoria studenti/neolaureati, tre in quella dottorandi).
Il Premio Innovazione, è una iniziativa che coinvolge da più di dieci anni i dipendenti del Gruppo in tutto il mondo e, per il secondo anno consecutivo, i giovani universitari. I vincitori sono stati premiati a Roma nei giorni scorsi, nel corso di una cerimonia alla presenza della Ministra dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli dal Presidente di Leonardo Company, Giovanni De Gennaro e dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale, Mauro Moretti.

Comunicato stampa.

Il progetto, oggetto della premiata tesi laurea, è lo studio più approfondito finora realizzato sul monumento ginosino e potrà costituire un utile riferimento scientifico per l’intervento di restauro a cui sono chiamati alla collaborazione: Comune di Ginosa, Soprintendenza, Politecnico

Bari, 30 gennaio 2017 - Il cuore è Normanno, essenziale, funzionale, militare. Ha scrutato l’orizzonte, ha sfidato gli assedi e gli assalti, ha dato protezione agli abitanti dell’intorno e della gravina sottostante.

Alta 15 m, su base quadrata (9 x 11 m), suddivisa su quattro livelli e con uno spessore murario costante di quasi 2 m per tutta l’altezza, domina, su una lingua di terra, dal primo gradino della murgia del sud-ovest, la sottostante piana che si fonde col mare, da Taranto a Metaponto.

E’ il simbolo di una città. E’ la Torre normanna di Ginosa (il Castello), edificata attorno al 1100, su un pianoro delimitato da una profonda gravina, a 240 m sul livello del mare. La sua storia, complessa e affascinante, attraversa le vicende di dieci secoli, così accennati.

 

Le origini. La Torre si arricchisce nelle dominazioni successive, sveva e angioina (XIII-XV), di altre opere architettoniche murarie difensive e assume l’aspetto tipico del Castello medioevale. L’introduzione delle armi da fuoco, che coincide con l’avvento degli aragonesi (1442), e l’evoluzione delle tecniche offensive, comporta nuovi adattamenti difensivi e ampliamenti. Il monumento modifica ancora la sua identità architettonica nel 1586 quando Gianbattista Doria, inizia la sua trasformazione. Il castello diventa, tra il 1600 e il 1800, palazzo marchesale, residenza del signore proprietario. Sul finire del 1800 e i successivi passaggi di proprietà e frazionamento il castello si modifica ancora: sopraelevazioni e manomissioni trasformano la struttura da residenza palaziale a complesso residenziale con la suddivisione del monumento in più nuclei abitativi. La fine del ‘900 segna l’abbandono degli ultimi residenti (1998). I castello diventa completamente di proprietà comunale tra il 2009 e il 2013.

Cronaca. Nonostante alcuni lavori di restauro tra il 2009-2011, un sinistro presagio si concretizza sul finire del 2013: è il 7 ottobre, un nubifragio, con epicentro Ginosa, investe l’arco Jonico. I danni a persone e cose sono gravi. Il dissesto idrogeologico che ne consegue, obbliga nei mesi seguenti e fino al febbario 2014 all’inagibilità di parte dell’abitato e del Castello.

La tesi di laurea e il progetto di restauro. Un laboratorio di laurea in Restauro architettonico, nell’ambiro del corso di architettura del Politecnico di Bari e dell’accordo quadro tra questo Ateneo, (Dipartimento DICAR), e il Comune di Ginosa, ha consentito a sei laureandi: Antonio Albanese (Locorotondo), Federica Allegretti (Monopoli), Carla Castellana (Putignano), Angela Colamonico (Santeramo), Federica Fiorio (Bitonto), Martino Marasciulo (Fasano), con il supporto di diversi docenti del poliba (relatrice, prof.ssa Rossella de Cadilhac), di approndire il caso-studio e approdare ad un progetto: “Il Castello normanno di Ginosa. Progetto di salvaguardia e valorizzazione di una memoria”. Il lavoro si compone di tre volumi: Storico-progettuale (463 pagine); Rilievi e disegni; Fotografico.

La conoscenza storico-strutturale del monumento - si legge - è il presupposto fondamentale, sia ai fini della stabilità del complesso fortificato, che per la scelta di un efficace e al tempo stesso rispettoso intervento di restauro che tenga conto della successione delle stratificazioni storiche. Il progetto si suddivide essenzialmente in due parti conseguenziali: la prima, mira ad assicurare la stabilità del Castello con interventi di riabilitazione strutturale e messa in sicurezza; la seconda, contempla la nuova destinazione funzionale, compatibile, rispettosa e utile alla collettività locale.

Nella convinzione che il Castello di Ginosa possa diventare un catalizzatore socio-culturale e uno strumento di promozione e valorizzazione del territorio, dopo attente analisi, il progetto propone di trasformare il Castello in un luogo esperienziale con finalità ludico-didattiche, interattivo, in cui si relazionano il gioco con le discipline dell’arte, della scienza e dell’archeologia.

Riconoscimento internazionale. Il lavoro di tesi, presentato al concorso Internazionale dedicato ai progetti sui beni culturali, riservato agli studenti di architettura, indetto dalla Escuela Técnica Superior de Architettura dell’Università di Valladolid (Spagna), ha conseguito un apposito riconoscimento con Segnalazione di Merito e diritto di pubblicazione a cura della università iberica e del Ministero della Cultura e del Turismo della Junta de Castilla y León.

Dichiarazioni e prospettive. Il riconoscimento ottenuto e la completezza del lavoro potrebbero trovare prossima concreta applicazione. Così il Sindaco di Ginosa, Vito Parisi: “E’ un lavoro di indubbia qualità scientifica. Finora nessuno studio di restauro sul Castello di Ginosa è stato condotto in modo così approfondito. Manca solo il dato contabile! Credo comunque che possa concretamente offrire una importante opportunità di conoscenza per i necessari interventi sul più importante monumento della città, in collaborazione con la Soprintendenza di competenza e il Politecnico”.

Sulla tesi premiata si sofferma anche il Direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce, Taranto, Maria Piccarreta: Indubbiamente un plauso va ai neo-laureati in architettura del Politecnico per il lavoro svolto e il riconoscimento ottenuto. Questa Soprintendenza ha ottenuto dal Ministero dei Beni Culturali, e dispone, di 100.000 euro per i più urgenti interventi di restauro del Castello di Ginosa. A breve effettuerò una ricognizione sul monumento per constatare lo stato di fatto, anche a seguito della recente emergenza-neve che ha coinvolto la città. E’ auspicabile e opportuna – conclude - una collaborazione tra Soprintendenza, Comune di Ginosa, Politecnico per attuare un programma d’intervento condiviso”.

Viva soddisfazione esprime il Rettore del Politecnico, Eugenio Di Sciascio che così commenta e augura: “I riconoscimenti e le attestazioni dirette e indirette ricevute dai nostri neo-laureati testimoniano, anche su scala internazionale, la qualità degli studi che il nostro Politecnico garantisce valorizzando le indubbie qualità dei giovani allievi. Sottolineano l’attenzione che il Politecnico ha nei confronti del territorio pugliese e delle istituzioni pubbliche locali in quell’opera indispensabile di servizio e di supporto allo sviluppo. Auspico che il lavoro di qualità svolto dai nostri neo architetti possa trovare ulteriori soddisfazioni anche sul piano applicativo nell’ambito di una sinergica collaborazione con l’Amministrazione comunale di Ginosa, la Soprintendenza, la Regione Puglia”.

Didattica & Ricerca. Istituita nel 2015 in collaborazione con la prestigiosa, “Association ouvrière des compagnons du devoir et du tour de France”

Bari, 23 dicembre 2016 - Simon Lechelon francese di La Rochelle e Paul Vergonjeanne, suo collega di Antony, cittadina alle porte di Parigi, sono i primi diplomati del Corso di Perfezionamento CESAR di Alta Formazione Applicata all’Architettura e Restauro del Politecnico di Bari.
Il Corso, di durata annuale, ha l’obiettivo di creare e perfezionare, un profilo professionale intermedio tra le maestranze specializzate, che operano nell’ambito del cantiere di restauro e nuova architettura in pietra, e gli architetti che si occupano del progetto di restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico. 
Istituito, nello scorso anno accademico 2015-16 nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Dipartimento DICAR del Politecnico di Bari, il Corso CESAR” (dal francese Cours de Enseignement Supérieur en Architecture et Restauration), coordinato dal prof. Giuseppe Fallacara, fornisce i principi di base del restauro dei monumenti e della progettazione architettonica in pietra da taglio attraverso varie discipline: Restauro dell’antico e anastilosi; Rilievo dell’antico; Tecnologie e tecniche costruttive dell’antico; Stereotomia e Progettazione in pietra e legno; Modellazione Parametrica Cad/Cam e infine, Stage in azienda. Inoltre, sono previste lezioni relative alla storia e alle tecniche della stereotomia dalle origini ad oggi, con l’analisi di progetti di architetture stereotomiche analizzate dal punto di vista della tecnica di costruzione. L’argomento si completa con l’insegnamento delle tecniche di modellazione 3D parametrico-variazionale e l’utilizzo di macchine a controllo numerico computerizzato, macchine a prototipazione rapida e robotica per la fabbricazione.
Le attività pratiche di stage aziendali rappresentano il vero punto di forza di CESAR, durante le quali si invera il passaggio della teoria alla pratica secondo le regole dell’arte. Gli stage si svolgono prevalentemente presso la Romeo s.r.l. di Trani, azienda partner dell’iniziativa, e sono propedeutici alla elaborazione del “capolavoro” che ogni singolo candidato realizza per la relativa prova finale.
Così è stato anche per i due neo-diplomati (perfezionandi), componenti del “Compagnon du Devoir”, antica e prestigiosa istituzione senza scopo di lucro per la formazione dei giovani e la promozione dei mestieri risalente alle arti e corporazioni della Francia medioevale, sopravvissuta ai secoli, riconosciuta dall’UNESCO nel 2010.
Simon Lechelon ha costruito, in scala 1:3, una porzione di una famosa e singolare scala a chiocciola con volta elicoidale la cui realizzazione presenta virtuosismi architettonici singolari. Dalle forme straordinariamente complesse, di età federiciana, la scala è presente nella torre est del Castello di Maniace a Siracusa.
Paul Vergonjeanne, in occasione di Matera 2019, rifacendosi ad una proposta progettuale di realizzazione di un Teatro all’aperto, Acoustic Shell, dedicato principalmente a concerti e manifestazioni all’aperto, ha costruito, sempre in scala 1:3, una porzione dell’arco di scena. L’acoustic shell nasce da un complesso studio Acustico con lo scopo di unire armoniosamente la modernità alla tradizione e di dare alla pietra, simbolo di Matera, una nuova forma, una nuova identità e una nuova funzione.
Nel percorso didattico, ai due allievi d’oltralpe, si è unito anche un uditore, Francesco Brunetti di Mola di Bari. L’esperienza presso il Politecnico gli ha consentito di realizzare, “Lamina”, la Scala elicoidale in pietra lamellare, recentemente presentata al Salone specializzato internazionale,  Marmomac di Verona.
“Solo studiando e praticando le discipline teoriche e tecniche della tradizione costruttiva – dice il prof. Fallacara - è possibile comprendere un monumento architettonico e immaginare una architettura contemporanea o futura fatta ancora di materiali naturali.
“Le problematiche del restauro della pietra, in una Regione così ricca di testimonianze monumentali, rendono infatti più che mai attuale una figura di artigiano “colto”, in grado di operare nel settore” –
aggiunge la prof.ssa Monica Livadiotti, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico. “La Puglia – conclude - con la sua tradizione nella lavorazione della pietra da taglio, potrebbe effettivamente prestarsi ad instaurare e consolidare anche in Italia una tradizione simile a quella dei Compagnons francesi, restauratori di grandi cattedrali, costruttori di storia”.

Comunicato stampa.

Ricerca scientifica. Ancora più efficace l’adroterapia per la cura delle neoplasie non operabili
Al progetto, finanziato con un PRIN e coordinato dall'Università di Pisa, hanno partecipato il Politecnico di Bari, le Università di Torino e di Roma "La Sapienza", l'INFN e il CNAO di Pavia

Bari, 20 dicembre 2016 - È stato testato per la prima volta su un paziente l'innovativo sistema di imaging INSIDE (“Innovative Solution for Dosimetry in Hadronthreapy”) sviluppato per rendere ancora più efficace l’adroterapia, terapia oncologica avanzata che cura i tumori non operabili e resistenti alla radioterapia tradizionale con fasci di protoni e ioni carbonio generati da acceleratori di particelle. INSIDE è frutto di un progetto di ricerca che è stato coordinato dall'Università di Pisa in collaborazione con il Politecnico di Bari, gli Atenei di Torino e di Roma "La Sapienza", l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e, per la fase sperimentale, con il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) di Pavia dove si è svolto il test sul paziente.
INSIDE è un sistema di monitoraggio innovativo, basato sulla tecnologia dei rivelatori, capace di fotografare ciò che avviene nel paziente durante il trattamento. In adroterapia, infatti, le cellule tumorali vengono irraggiate con fasci di particelle cariche (protoni o ioni) emessi da un acceleratore. Questa tecnica di altissima precisione consente di minimizzare il danno prodotto ai tessuti sani circostanti. INSIDE misura con un brevissimo scarto temporale la profondità di penetrazione nel tessuto dei fasci di particelle cariche durante il trattamento e consente di verificare che sia in accordo con il valore desiderato.
Nel dettaglio il progetto, finanziato con un PRIN di un milione di euro nel triennio 2013-2016, ha realizzato un sistema di imaging bi-modale, con uno scanner per la Tomografia a Emissione di Positroni (PET) e un tracciatore di particelle cariche in grado di funzionare durante l'erogazione del fascio di trattamento di tumori del distretto testa-collo.
Dopo la sua costruzione nel febbraio 2016 presso l’INFN di Torino, il prototipo è stato installato al CNAO di Pavia, l’unico centro in Italia (e il quinto al mondo) per il trattamento di tumori mediante fasci di protoni e ioni carbonio, con cui è stato sottoscritto un accordo scientifico finalizzato alla sperimentazione dello scanner. A oggi, nel mondo, ci sono in totale 10 acceleratori impiegati nel trattamento dei tumori con adroterapia con ioni carbonio, le particelle più pesanti e “distruttive” per le cellule tumorali: 5 in Giappone, 2 in Cina e 3 in Europa. Solo 5, tra cui il CNAO di Pavia, sono in grado di utilizzare sia gli ioni carbonio che i protoni a seconda delle necessità cliniche. Alcuni giorni fa, il sistema PET è stato testato per la prima volta durante il trattamento di un paziente affetto da tumore alle ghiandole lacrimali, con risultati molto promettenti.
Il progetto INSIDE - la cui descrizione dettagliata è disponibile all'indirizzo: http://131.114.131.146/insidewiki/- è stato coordinato da Maria Giuseppina Bisogni, dell'Università di Pisa. Le unità di ricerca sono state coordinate da Piergiorgio Cerello, dell’INFN e Università di Torino, Vincenzo Patera, dell’Università "La Sapienza" di Roma, Francesco Corsi del Politecnico di Bari, Giuseppe Battistoni, dell’INFN di Milano, e Sandro Rossi per il CNAO.
“L’impiego clinico di INSIDE – secondo la professoressa Maria Giuseppina Bisogni, dell'Università di Pisa - potrà permettere la verifica in tempo reale della qualità dei trattamenti in adroterapia, aumentandone così la sicurezza e l’efficacia". “Questa tecnologia - ha aggiunto Piergiorgio Cerello dell’INFN di Torino - rappresenta un eccellente esempio di integrazione tra rivelatori per il medical imaging, sviluppati per la diagnostica, e l’adroterapia, nata dalla fisica degli acceleratori”.
Il Politecnico di Bari – dice Francesco Corsi, ordinario di Elettronica – ha contribuito nel progetto, allo sviluppo dell’elettronica di front-end (interfaccia) per i rivelatori di fotoni gamma”.  Il prof. Corsi, coordinatore del gruppo di ricerca del Poliba al progetto si è avvalso della collaborazione del prof. Cristoforo Marzocca, e dei ricercatori, Gianvito Matarrese e Fabio Ciciriello.
“INSIDE – infine, secondo Mario Ciocca, responsabile Fisica Medica della Fondazione CNAO - è un sistema che si sta dimostrando affidabile, accurato e non invasivo nel verificare in tempo reale sui nostri pazienti la corrispondenza tra la dose pianificata e quella effettivamente erogata. È un ulteriore salto in avanti in termini di sicurezza e qualità dei trattamenti con adroterapia”.

Comunicato stampa.

Agricoltura. Domani a Giovinazzo, in frantoio, la prova pubblica dimostrativa
L’innovazione messa a punto dal Politecnico e dall’Università di Bari con la collaborazione di diverse aziende pugliesi si è potuta realizzare grazie al Progetto “Perform Tech” finanziato dalla Regione Puglia

Bari, 5 dicembre 2106 – L’olio extravergine d’oliva e la Puglia, un binomio imprescindibile, antico. La Puglia arcaica con i suoi frantoi ipogei, leader per il commercio dell’olio in Europa sin dal 1400 con i porti di Gallipoli, Monopoli, Molfetta. La Puglia sempre in primo piano, in tempi più recenti, con i sistemi meccanizzati di estrazione del 900. La Puglia destinata a conservare il primato per quantità e soprattutto per qualità, oggi e nel futuro, con una nuova tecnologia, già disponibile, tutta made in Puglia.
Gli studi, il progetto e la realizzazione del primo impianto per una diversa estrazione dell’Extra Vergine d’Oliva sono stati messi a punto dal Politecnico di Bari, dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” in collaborazione con diverse aziende pugliesi (MBL Solutions, Auriga, DE.OL., Olearia Pazienza e Promis Biotech, Frantoio “Tre Colonne”) e ai Distretti “Tecnologico Agroalimentare Regionale” e “Produttivo della Meccanica Pugliese” grazie al sostegno del Progetto PERFORM TECH, dalla Regione Puglia per un investimento in ricerca pari a 2 milioni di euro.
L’idea innovativa dei ricercatori pugliesi, trasformatasi in nuova tecnologia, sfrutta essenzialmente e congiuntamente due fattori: l’impatto degli ultrasuoni con la pasta franta delle olive e lo scambio termico. Ciò consente di migliorare la qualità del prodotto Extra Vergine estratto rispetto a quanto la tecnologia tradizionale disponibile oggi può ottenere e nel contempo offre ai frantoi una migliore efficienza per l’estrazione dell’olio con risparmio di tempi. “È un grande passo tecnologico in avanti per uno dei settori trainanti dell’agro alimentare Pugliese. L’impiego degli ultrasuoni è la nuova grande rivoluzione impiantistica dopo l’introduzione dei sistemi continui, avvenuta più di 30 anni fa”, sostiene uno degli autori del progetto, il prof. Riccardo Amirante del Politecnico di Bari. “I vantaggi dell’impiego degli ultrasuoni nel processo di estrazione riguardano anche la qualità del prodotto: l’olio estratto presenta un contenuto di molecole ad azione salutistica superiore rispetto al prodotto tradizionale, conservando tutti i pregi organolettici di un alimento di alta qualità” aggiunge la prof. Maria Lisa Clodoveo dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
L’impianto sperimentale progettato e realizzato dai ricercatori pugliesi sarà testato pubblicamente domani, 6 dicembre, ore 10.30, presso l’azienda agricola e partner di progetto, “Le Tre Colonne” di Giovinazzo (Cda Caldarola o Trinità s.n. S.P. 107).

Il programma della giornata pubblica dimostrativa prevede gli interventi di:
- Prof. Riccardo Amirante, Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management – Politecnico di Bari
- Prof.ssa Maria Lisa Clodoveo, Dipartimento di Scienze agro-ambientali e territoriali – Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
- Prof. Carlo Franchini, Dipartimento di Farmacia - Scienze del Farmaco - Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
12:30 Dibattito.

Comunicato stampa.

SIRA Giovani 2016. Restauro dell’Architettura, premiati 13 neo laureati del Poliba
Dopo il restauro i possibili utilizzi: da polo per albergo diffuso a centri di produzione cinematografica

Bari, 1 dicembre 2016 – Due menzioni speciali sono state attribuite dalla giuria del Concorso Nazionale Sira Giovani 2016, dedicato al Restauro dell’Architettura in Italia e nel Mondo, a due tesi di laurea di 13 neo-architetti del Politecnico di Bari. Le ricerche riguardano i progetti di restauro e riuso dei Castelli di Tutino-Tricase (Lecce) e Massafra (Taranto).
I distinti lavori scientifici, condotti dai due gruppi di laureandi con il supporto di un folto numero di docenti del Poliba e il coordinamento della prof. Rossella de Cadilhac, docente di Restauro Architettonico, hanno significativamente contribuito alla conoscenza di beni complessi come i due castelli pugliesi, ma soprattutto, hanno realizzato una proposta progettuale volta alla tutela e alla valorizzazione mediante un nuovo uso sulla base delle individuate esigenze dei rispettivi contesti territoriali.
La conoscenza della loro storia e dei cambiamenti architettonici avvenuti nel tempo si sono dimostrati essenziali per procedere ad un progetto completo di restauro.
Il Castello di Tutino a Tricase, non costituisce soltanto un esempio di architettura fortificata in Terra d’Otranto ma rappresenta una testimonianza di quel processo, verificatosi in Puglia tra Cinquecento e Seicento, di trasformazione di antichi fortilizi in palazzi baronali, una volta perse le funzioni difensive per cui erano sorti.
Il rispetto di questa doppia anima, assieme alle ulteriori diverse identità che il monumento ha assunto nel corso della sua vita, a seconda dell’uso che di questo se n’e fatto nel tempo, è stato per i laureandi: Annalisa Grato (Turi), Lucia Antonia Muscogiuri (San Pancrazio Salentino), Federica Alberga (Bitonto), Matteo Ciavarella (Noicattaro), Antonio Filippo Losito (Gioia del Colle), Pierluca Capurso (Gioia del Colle), Alessandra Ponzetta (Adelfia), il punto fisso da cui partire in fase di progetto, per portare a nuova vita l’edificio senza dimenticare i suoi legami con la storia e la memoria del luogo.
Sorto in continuità all’attuale città di Tricase, probabilmente come semplice quadrilatero difensivo nel periodo normanno (XII), sul castello di Tutino si hanno notizie certe solo nel 1444, durante la dominazione Aragonese. Il manufatto nel tempo ha cambiato sembianze per mutate esigenze. Da struttura militare difensiva si è trasformato in residenza baronale nel XVI secolo. Un lento e inesorabile declino lo degrada a rango di masseria e infine viene adattato a opificio del tabacco. Dagli anni ’70 è in abbandono. Per circa tre secoli è di proprietà dei Gallone, Principi di Tricase. Viene acquistato dagli Imperiali di Francavilla Fontana e infine, ad inizio ‘900, dagli attuali proprietari, Caputo. Il progetto di restauro mira contestualmente alla salvaguardia del bene e all’individuazione di un suo nuovo utilizzo condiviso. La filosofia di base è quella di adattare possibili opportunità o esigenze di quella comunità o di quell’area geografica all’architettura del castello e non il contrario, come avvenuto finora.
Gettare un ponte fra gli interessi del soggetto privato e il soddisfacimento delle aspettative e dei bisogni della collettività potrebbe aprire la strada infatti ad una cooperazione fra l’ente pubblico, nella fattispecie il comune di Tricase, ed il privato con la conseguente possibilità di usufruire di incentivi economici indispensabili al restauro del bene architettonico, sostengono i neo architetti.
L’idea di insediare nel centro storico di Tutino un albergo diffuso, a tema turistico-culturale e cinematografico, di cui il castello diventa il polo attrattore, è supportata dagli esiti di un’indagine socio-economica condotta dagli autori; ciò consentirebbe la promozione e la valorizzazione non solo della città, ma di un più ampio contesto territoriale, quello del Capo di Leuca, attraverso la riscoperta delle tradizioni locali, veicolata dalla cultura eno-gastronomica e dall’arte cinematografica.
Tale prospettiva ha incontrato il favore del proprietario del castello, l’avv. Gustavo Caputo, il quale essendo socio fondatore, insieme al regista Edoardo Winspeare Guicciardi, di una casa di produzione cinematografica locale, la Saietta film, ha accolto con convinzione il progetto di rifunzionalizzazione del complesso fortificato, che prevede, oltre alla sede di produzione della casa cinematografica, un punto di accoglienza ed un’attività di ristorazione per gli ospiti dell’albergo diffuso.
Il Castello di Massafra è indissolubilmente legato al contesto ambientale di cui è parte integrante. Fenomeni franosi hanno compromesso l’antico rapporto fra il castello e le sottostanti case-grotta, di cui rimangono solo alcune tracce, anticamente adibite ad alloggi delle guarnigioni.
Lo stato di degrado in cui versa gran parte del castello, il suo precario stato di conservazione, il preoccupante quadro fessurativo, le manomissioni anche recenti cui è stato sottoposto hanno suggerito ai laureandi: Maria Anna de Palma (Molfetta), Silvia Manginelli (Bisceglie), Francesco Cardone (Triggiano), Giuseppe De Marinis Gallo (Modugno), Davide De Leo (Terlizzi), Tiziana de Gennaro (Molfetta), lo spunto per un progetto complessivo, unitario e coerente, che, nel riammettere il complesso architettonico nel circuito della fruizione, in linea con le strategie comunali orientate alla conservazione del proprio patrimonio architettonico, ne rispetti il carattere identitario valorizzando le proprie vocazioni funzionali.
L’interrogativo sulla nuova destinazione d’uso, che è condizione essenziale per la sopravvivenza di un’architettura, è stato risolto con la ricerca di una funzione che fosse compatibile con le vocazioni del monumento, dunque, rispettosa dell’antico impianto e di tutte le stratificazioni, ma al tempo stesso realmente utile alla collettività massafrese. 
Da una puntuale indagine socio-economica sono emersi dati fondamentali che hanno permesso di orientare il progetto di riuso all’interno di un più vasto programma di promozione e valorizzazione del territorio, all’interno del quale il castello svolge un ruolo strategico, ed i cui punti di forza sono le risorse storiche, architettoniche, paesaggistiche, culturali in particolare cinematografiche. Non è un caso che Massafra sia stata più volte selezionata come set cinematografico di film d’autore.
La consolidata tradizione culturale legata alla cinematografia è comprovata dall’ampio consenso raccolto in seguito a manifestazioni periodiche, quali festival e rassegne dedicati al cinema, promosse dalle numerose quanto vitali associazioni culturali del luogo; ed è confermata dalla presenza di collezionisti privati di lungometraggi e cortometraggi ben disposti a donare i propri archivi costituiti da circa 2000 pellicole all’amministrazione comunale di Massafra con lo scopo di renderle fruibili ad un ampio pubblico.
Da queste considerazioni nasce l’idea progettuale, d’indubbia originalità, volta a rifunzionalizzare il Castello attribuendogli il ruolo di polo cinematografico, unico in tutto il sud Italia, capace di valorizzare la città ed il suo territorio. A ciò si unirebbe la ricostruzione dell’insediamento delle case-grotta crollate nel 1985 e la loro rifunzionalizzazione in Bed&Breakfast. Ciò, se da un lato rinsalderebbe gli antichi legami anche funzionali con il castello, dall’altro ricucirebbe un tessuto lacerato dai crolli restituendo alla memoria collettiva quell’unità di immagine perfettamente integrata con il paesaggio naturale che è elemento distintivo della città di Massafra.

Comunicato stampa. 

INTBAU Excellence Award 2016. Vincitore nella categoria Talenti Emergenti
Pugliese di Taranto, 32 anni, ex studente di architettura e docente a contratto del Politecnico di Bari, è stato ricevuto dal Principe Carlo d’Inghilterra presso la residenza privata di Clarence House

Bari, 25 novembre 2016 – Ubaldo Occhinegro, 32 anni, pugliese di Taranto, studente di architettura, architetto, dottore di ricerca, docente a contratto del Politecnico di Bari, è vincitore dell’INTBAU (International Network for Traditional Architecture and Urbanism), Excellence Award 2016, per la categoria Talenti Emergenti.
Il riconoscimento gli è stato attribuito, la scorsa settimana a Londra, presso la prestigiosa Royal Society of Arts, in occasione del Congresso Mondiale INTBAU, per il suo lavoro di ricerca dottorale dedicato ai castelli Federiciani nel Sud Italia.
La ricerca è stata condotta nel Politecnico di Bari, Dipartimento DICAR, nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica per i Paesi del Mediterraneo (XXIV ciclo – relatore, prof. Claudio D'Amato Guerrieri).
Gli studi di Occhinegro, si incentrano sull'esame architettonico dell'architettura Sveva in Italia Meridionale, e, principalmente, sugli aspetti progettuali e costruttivi dei castelli e palazzi di Federico II realizzati in Puglia e Sicilia tra il 1230 ed il 1250. 
In particolare, dalla ricerca sui castelli Federiciani, scaturisce una nuova ipotesi sulla funzione di Castel Del Monte, elaborata assieme al prof. Giuseppe Fallacara del Politecnico di Bari, presentata ufficialmente nel 2014 presso il Parlamento Europeo di Bruxelles ed oggetto di due monografie. Tale ricerca, che ha riacceso i riflettori sul tema del fine e uso del Castello pugliese, così diverso e unico al Mondo, ha portato al primo Congresso Interdisciplinare su Castel del Monte, tenutosi presso il Dipartimento DICAR del Poliba nel 2015 con la partecipazione ed i contributi di 30 accademici di varie nazionalità.
Nelle motivazioni del premio si legge, "La ricerca ed i virtuosistici disegni progettuali di Ubaldo (Occhinegro) catalogano le tipologie e le tecniche costruttive dei castelli militari e residenziali costruiti nel Sud Italia dall’Imperatore Federico II Hoenstaufen tra il 1220 ed il 1250. Questi castelli rappresentano una fusione unica di stili architettonici differenti. Il progetto presentato si configura come un indispensabile report sulla condizione attuale di queste fabbriche ed un utile ricostruzione grafica di ciò che è scomparso e rappresenta inoltre un lavoro dai grandi meriti artistici. La giuria ha premiato l’eccezionale abilità grafica di Ubaldo comparando il suo lavoro a quello di Piranesi; un lavoro che contribuisce ad arricchire la conoscenza degli aspetti tecnologici, innovativi ed ingegneristici."
L’INTBAU Excellence Awards quest’anno ha premiato quattro categorie: nuova costruzione; design urbano; l'impegno della comunità; talenti emergenti.
I vincitori del premio hanno avuto l’onore infine, di essere ricevuti dal Principe Carlo d'Inghilterra, fondatore della Prince Foundation e di INTBAU, presso la Dimora Reale di Clarence House. In questa occasione Sua Maestà ha elogiato i vincitori dell’Excellence Award discutendo con interesse su ognuno dei progetti esposti. La prossima edizione 2017 del congresso internazionale INTBAU si terrà in Italia, a Milano.

Comunicato stampa.

La nuova sede del Distretto Produttivo delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica “La Nuova Energia” presso il Politecnico di Bari

Bari, 11 novembre 2016 – Il Distretto Produttivo Pugliese delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica “La Nuova Energia” avrà la sua nuova sede presso le strutture del Politecnico di Bari.
La richiesta avanzata dal Presidente del Distretto Produttivo, Giuseppe Bratta al Rettore del Politecnico di Bari, Eugenio Di Sciascio è stata accolta all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione del Poliba.
L’iniziativa è sinergica e strategica ai fini di dare maggior impulso al settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica ed è in linea di continuità agli intenti contenuti nel protocollo d’intesa triennale sottoscritto da entrambe le parti il 4 luglio scorso.
“Il Politecnico di Bari – commenta il Rettore, Eugenio Di Sciascio -  ha da tempo avviato un virtuoso processo di potenziamento della collaborazione con i soggetti pubblici e privati operanti sul territorio, nell’ottica di favorire la cooperazione nell’ambito di progetti di sviluppo di interesse comune per creare nuclei di alta competenza e specializzazione. L’operazione di accoglienza del Distretto Produttivo Pugliese delle Energie Rinnovabili e dell'Efficienza Energetica nel nostro Ateneo prosegue il solco tracciato e rafforza ulteriormente le capacità tecnico scientifiche nel campo dell’energetica, già in essere all’interno della nostra Università”.
Il Distretto e il Politecnico intendono in questo modo promuovere con più forza l’innovazione e gli investimenti in Ricerca e Sviluppo in materia di sostenibilità e di energie rinnovabili al fine di sostenere e generare processi di sviluppo sul territorio pugliese e di rilancio dell’economia regionale e nazionale. Molti degli obiettivi del Distretto infatti, coincidono con quelli del Politecnico, in primis la capacità di fare sistema.
«Dopo la firma del protocollo, la vicinanza fisica rappresenta una ulteriore opportunità per cogliere congiuntamente e con tempestività le opportunità legate al trasferimento tecnologico e all’industria 4.0, di cui i temi energetici rappresentano uno dei pilastri, - aggiunge Giuseppe Bratta, Presidente del Distretto La Nuova Energia. L’insediamento del Distretto presso il Politecnico – continua - è la conseguenza naturale del processo virtuoso di potenziamento del rapporto tra soggetti pubblici e privati presenti sul territorio da tempo avviato dal Politecnico di Bari e sposato dal Distretto che rappresento. L’obiettivo comune è quello di favorire la cooperazione nell’ambito di progetti di sviluppo interessanti per entrambi e creare nuclei di alta competenza e specializzazione, dando atto al protocollo sottoscritto a luglio».
In Puglia, il sole e le altre risorse peculiari, non restano solo una attrazione turistica, ma possono diventare una immensa opportunità energetica. Ed è proprio la vocazione energetica che ha permesso e favorito la nascita del nuovo Distretto regionale delle Energie Rinnovabili, riconosciuto dalla Regione Puglia con la legge regionale n.23/2007. Come noto, la Puglia presenta un surplus di produzione di energia elettrica, ossia produce più elettricità di quella richiesta dal suo territorio. Nel contempo, è tra le regioni italiane che hanno maggiori risorse energetiche rinnovabili, che derivano soprattutto dall’irraggiamento solare e dal vento. Il potenziale complessivo di queste risorse è pari alla gran parte della energia elettrica necessaria alla regione, per cui appare ovvia la necessità di indirizzare la politica energetica regionale in tale direzione. Forte di questo vantaggio competitivo, la Puglia può svolgere un ruolo trainante nella produzione, nello sviluppo e nelle applicazioni delle fonti rinnovabili agganciando la propria economia al sole e al vento, purché nel pieno rispetto del proprio paesaggio, e di cui gode in abbondanza da sempre e che nella sua storia ne hanno sorretto la quantità e la qualità dell’agricoltura e la qualità della vita.
La sede operativa del Distretto presso il Politecnico rappresenta un concreto tassello sinergico di sviluppo e cooperazione scientifica di settore.

Comunicato stampa