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Comunicati stampa 2021

Comunicati Stampa

Ricerca & Ambiente. Il progetto europeo Interreg “AweS0Me” vede coinvolto il Politecnico di Bari 

L'iniziativa, finanziata dall'UE, mira a promuovere buone pratiche e lo studio di nuove soluzioni ecocompatibili di economia circolare per la trasformazione degli scarti agricoli in materiali da costruzione ad alte prestazioni

Bari, 27 marzo 2021 - “AweS0Me”, ovvero “Agricultural Waste as Sustainable 0 km building Material” (Scarti agricoli come materiali edili sostenibili a km zero) è un progetto europeo Interreg che coinvolge Italia-Albania-Montenegro e i suoi rappresentanti: CONFIMI, l'Associazione imprenditori italiani in Albania (capofila), il Politecnico di Bari, il Centro per l’innovazione e l’Imprenditorialità “Tehnopolis” del Montenegro e il GAL Molise “Verso il 2000”. 
Lo scopo primario del progetto è quello di promuovere l’utilizzo degli scarti agricoli (potature ma anche scarti di lavorazioni industriali agricole) per la realizzazione di materiali termoisolanti (ad esempio, pannelli) da impiegare per l’efficientamento energetico degli edifici.
Contestualmente il progetto mira ad aumentare la consapevolezza dell’esistenza di materiali edili totalmente sostenibili ottenuti da scarti agricoli, favorendo lo sviluppo di nuovi prodotti, nell’ottica dell’economica circolare, che uniscano al basso impatto ambientale eccellenti prestazioni termoisolanti. 
Inoltre, la disponibilità degli scarti agricoli a distanze contenute e sostanzialmente a km zero, genererebbe la riduzione dell’impatto ambientale legato al trasporto e l’abbattimento dei costi energetici di produzione. Non solo, ulteriori vantaggi ambientali deriverebbero dal sottrarre gli scarti agli usuali processi di smaltimento, basati, nella maggior parte dei casi, sulla loro combustione in campo (con relative emissioni di carbonio), in favore di un processo di riciclo. Solo in Puglia, ad esempio, la raccolta differenziata della frazione verde ammonta a circa 10.775 tonnellate (ISPRA, 2019). Ciò delinea una forte potenzialità sull'uso di tali materiali naturali.
Per favorire l'uso di tali scarti, uniti alle buone pratiche, il progetto promuoverà dei workshop di autocostruzione dei componenti e dei laboratori pilota, aperti al pubblico, in cui saranno impiegate e testate soluzioni tecniche basate sull’impiego di materiali bio-compatibili, allo scopo di dimostrarne le prestazioni per il raggiungimento degli standard energetici nazionali ed internazionali. Ciò favorirà l'obiettivo finale del progetto: la costituzione di un network di stakeholders pubblici e privati, con particolare riferimento alle Pubbliche Amministrazioni delle aree di Programma, per la condivisione di linee guida per la promozione della sostenibilità e l’impiego dei rifiuti agricoli in ambito edilizio. 
L'iniziativa Interreg, promossa e sostenuta dall'UE, sarà presentata, martedi, 30 marzo 2021, ore 15.30. L'evento potrà essere seguito connettendosi al link pubblico: tinyurl.com/awes0meinterreg
La scheda. Il progetto “AweS0Me” è finanziato dall'UE, nell’ambito del secondo bando del Programma Interreg IPA CBC Italia-Albania-Montenegro 2014 - 2020 – Targeted Asse 3, “Protezione dell’ambiente, gestione dei rischi strategia a basse emissioni di carbonio”, Obiettivo specifico prioritario del programma “3.2 Promuovere pratiche e strumenti innovativi per ridurre le emissioni di carbonio e migliorare l’efficienza energetica nel settore pubblico”, con un budget totale di 706.936,09 €. 

Comunicato stampa. 

Architettura. Il progetto di un insediamento, di classe ibrida, sulla superficie marziana

Sei studenti del Politecnico di Bari, di cui due di Sarajevo, si laureano in architettura con un progetto di ricerca su un primo insediamento dell'uomo su Marte  

Bari, 16 marzo 2021 - Anno 2066. Località: Hellas Planitia, emisfero sud. Dall'alto la base, geometricamente ordinata in più gruppi di costruzioni a forma di uova puntate verso l'alto, propone un villaggio a blocchi distanziati con tanto di vie di comunicazione sulle quali si muovono alcuni rover. Più in la alcune rampe di lancio e atterraggio. All'esterno, la temperatura scende repentinamente sotto lo zero di molti gradi. La luce obliqua del Sole attraversa una atmosfera sottile che colora tutto di rossastro. Da qui la Terra è un punto luminoso nello spazio, come tanti altri, lontano non meno di 55 milioni di km. Benventuti su Marte, benvenuti a “Hive Mars”.
Sembra fantascienza e invece la visione ha tutti i presupposti per una ipotesi scientifica  accreditata: la realizzazione di uno dei primi insediamenti umani sul pianeta rosso. Lo racconta e lo spiega una tesi di laurea in architettura, “Hive Mars: progetto di un insediamento, di classe ibrida, sulla superficie marziana”, questo il titolo, nata nel Politecnico di Bari, nel Laboratorio di Tesi di Progettazione Architettonica del Dipartimento di Ingegneria civile e dell'Architettura. E' la prima in Italia, dedicata alla Space Architecture. 
Hive Mars (alveare marziano), questo è il nome del villaggio marziano, deriva dalla conformazione geologica del sottosuolo ‘’a nido d’ape’’ del luogo prescelto, “Hellas Planitia’’; dal principio di aggregazione dei moduli abitativi che riprendono la figura geometrica esagonale, tipica di un alveare, e nel principio fondativo del design dei rovers automatizzati che si ispira agli insetti terrestri, in particolare alle api. 
Al progetto di tesi di laurea si sono dedicati sei studenti del Politecnico di Bari: Alessandro Angione di Molfetta (BA), Federica Buono, Valenzano (BA), Ivana Fuscello e Isabella Paradiso, Andria (BT), Mirha Vlahovljak e Hana Zečević di Sarajevo (Bosnia ed Erzegovina). Relatore: prof. Giuseppe Fallacara. Correlatore: arch. Vittorio Netti – Poliba. In particolare, Mirha Vlahovljak e Hana Zečević, provenienti dall'Università di Sarajevo hanno scelto di proseguire e concludere il loro percorso accademico come studentesse del Politecnico di Bari, dopo aver trascorso due anni da studentesse Erasmus del corso di laurea in architettura. 
L'idea di base dei neo dottori in architettura deriva dall'utilizzo delle risorse e dei materiali (regolite) presenti su Marte. Ciò infatti, rappresenta la capacità fondamentale per la progettazione e costruzione di strutture permanenti e semipermanenti sul pianeta rosso, ma anche sulla Luna. Il team denominato “Archimars”, nel lavoro di tesi, propone un progetto fattibile, permanente ed autosufficiente, per un avamposto ibrido di classe 2 (strutture al di fuori della superfice) e classe 3 (integrato con elementi gonfiabili e solidi prefabbricati, sia per elementi pressurizzati che per infrastrutture). 
La tesi di laurea esplora il concetto di integrazione di strutture prefabbricate e abilitate per creare un'infrastruttura scalabile in grado di supportare la vita umana in superficie. L'esercizio accademico ipotizza una data ponderata per vedere l'opera in fase di allestimento: 2066, tenuto conto che la prima missione spaziale dell'uomo su Marte è prefigurabile attorno al 2030.
Per ridurre i costi di missione e il carico di lancio dalla Terra – e scritto nella tesi - diversi roverautomatizzati prepareranno l'area del sito prima dell'arrivo dell'equipaggio. Dopo la fase di esplorazione del sito i robot di superficie automatizzati procederanno con la raccolta del materiale, la lavorazione e la costruzione delle principali infrastrutture, comprese le piste e le strade. Il primo nucleo di habitat è composto da tre cupole autoportanti e interconnesse, costruite con regolite marziana mediante produzione additiva, e dotate di un nucleo gonfiabile e pressurizzato che ospita i Sistemi di controllo ambientale e di supporto vitale (ECLSS) preintegrati e l'infrastruttura interna. Uno skylighttronco-piramidale,  posto sulla sommità del nucleo prefabbricato, garantisce la giusta quantità di luce naturale proteggendo l'habitat interno dalle radiazioni e dagli impatti dei micro-meteoriti.
Sulla tesi di laurea è prevista la pubblicazione di un libro e il canale YouTube ‘’Archimars’’ vuol favorire la conoscenza e il dibattito sulla Space architecture su scala internazionale.  

Comunicato stampa. 

NASA Jet Propulsion Laboratory. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali

Evento, fuori programma, dell'iniziativa, “Rediscovering the space”, il Poliba incontra gli specialisti dello spazio 

Bari, 10 marzo 2021 – Sabato, 6 marzo 2021, fondo del cratere “Jezero”: il robot, il rover “Perseverance”, della missione “Mars 2020”, percorre 6,5 metri in 33 minuti. L'evento avviene ad oltre 55 milioni di chilometri, dopo un viaggio di 8 mesi. Il robot, delle dimensioni di un auto, ha inviato sulla Terra l'impronta delle sue ruote lasciate sul suolo marziano. E' il primo test-drive per il rover della NASA e per i suoi ingegneri è un vero successo, una pietra miliare del progetto. Il robot nel prosieguo del programma spaziale favorirà gli obiettivi primari della missione, ovvero studiare l'abitabilità di Marte, investigare sul suo passato, cercare tracce di vita biologica, definire il clima, preparare le future missioni umane che si prefigurano attorno al 2030.
Su ciò e sul tema dell'esplorazione marziana il Dottorato di Ricerca interateneo in Ingegneria e Scienze Aerospaziali - Politecnico di Bari - Università di Bari “Aldo Moro” in collaborazione con la NASA Jet Propulsion Laboratory hanno  organizzato un apposito seminario dal titolo, “Esplorazione marziana: sistemi robotici alla scoperta del pianeta rosso”.  
L'evento rappresenta un fuori programma dell'iniziativa “Rediscovering the Space. Challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors”. Iniziativa in corso, con cadenza quindicinale, che punta a coinvolgere temi, esperienze, persone di spicco di settore coinvolte a vario titolo sulla “risorsa” spazio.
Il seminario, in programma venerdì, 12 marzo, ore 17.30, presenterà alcuni aspetti scientifici e ingegneristici del sistema robotico sviluppato presso il NASA-JPL (Jet Propulsion Laboratory) per esplorare e studiare il pianeta rosso. Per l'occasione interverranno alcuni degli italiani che al JPL hanno svolto un ruolo fondamentale nella progettazione, simulazione, test e funzionamento di queste incredibili macchine. 
La dott.ssa Cinzia Zuffada, Associate Chief Scientist del JPL e Presidente dell'ISSNAF (Italian Scientists and Scholars in North America Foundation), aprirà l’evento con una sintesi delle opportunità di ricerca degli studenti italiani negli Stati Uniti. 
Cinzia Zuffada, laureata in Ingegneria Elettronica presso l'Università di Pavia, ha un ruolo chiave nella pianificazione strategica della ricerca e sviluppo in ambito scientifico e tecnologico al JPL e nella gestione degli investimenti istituzionali interni in R&S. Inoltre, supervisiona una serie di programmi per supportare le collaborazioni tra JPL e la comunità accademica. E’ presidente della “Italian Scientists and Scholars in North America Foundation” (ISSNAF), un'organizzazione no-profit, la cui missione è connettere, potenziare e celebrare la diaspora intellettuale italiana in Nord America, in rappresentanza di oltre 3000 studiosi, ricercatori e tecnologi in Nord America. Ha ricevuto il “Magellan Award for Outstanding Senior Management” presso JPL, la “NASA Medal for Outstanding Leadership”, il Cavalierato al Merito della Repubblica Italiana e il premio alla carriera dal Collegio Ghislieri di Pavia.
Alessandro Buscicchio, JPL Robotics Electrical Engineer, presenterà una panoramica delle missioni Mars2020 e Mars Sample Return e il suo contributo alla campagna di test del rover Perseverance. La robotica ha consentito l'esplorazione e lo studio scientifico del pianeta rosso. Questo seminario presenta il Mars2020 Perseverance Rover, il Sample and Caching System e la missione Mars Sample Return.
Alessandro Buscicchio ha conseguito la laurea in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Bari e in Ingegneria Meccatronica presso il Politecnico di Torino. Attualmente è dottorando in Ingegneria e Scienze Aerospaziali presso il Politecnico di Bari. Dal 2015 lavora presso JPL come Robotics Electrical Engineer e ha contribuito allo sviluppo di diversi progetti di ricerca e volo: PUFFER (Pop-Up Flat Folding Explorer Robot), CADRE (Cooperative Autonomous Distributed Robotic Exploration), DARPA SubTerranean challenge , Mars2020 SCS (Sample and Caching System) e Mars Sample Return.
Paolo Bellutta condividerà i suoi 15 anni di esperienza come pilota di molti rover marziani del JPL. Movimentare un veicolo su un altro pianeta dove la comunicazione interattiva non è possibile è ancora un misto di ragionamento scientifico ed esperienza pratica. La modellazione del suolo marziano è ancora agli inizi e spesso questo porta a eventi inaspettati. Scopri come gli operatori affrontano il rischio e l'incertezza.
Paolo Bellutta è nato a Rovereto (TN). Lavora per JPL da più di 20 anni, 15 dei quali guidando rover su Marte. Ha una vasta esperienza nella guida su terreni molto complessi e ha ricoperto ruoli chiave in diverse anomalie del rover. Ha partecipato alla selezione del sito di atterraggio del Mars Science Laboratory, dove ha modellato i costi di attraversabilità. Ha sviluppato da zero MARCO (Mars Analysis and Routing with Cost Optimization) uno strumento per valutare numericamente la difficoltà del terreno e trovare il percorso meno costoso tra gli obiettivi scientifici.
Infine, Stefano Cappucci, JPL Thermal Engineer, parlerà del suo ruolo di responsabile del sistema termico per la missione Mars Helicopter. L’elicottero marziano Ingenuity è una dimostrazione tecnologica condotta durante la missione Mars 2020. L'obiettivo principale della missione è quello di realizzare diversi voli di 90 secondi, dimostrando la fattibilità di un volo con un mezzo più pesante dell'aria su Marte, e catturare immagini nella luce visibile tramite telecamere. Il lavoro presentato è relativo al progetto e test di un sistema di controllo termico per l'elicottero, al fine di mantenere ogni componente entro i limiti di temperatura consentiti e sopravvivere al duro ambiente di Marte.
Stefano Cappucci si è laureato in ingegneria aerospaziale presso il Politecnico di Torino. È “thermal fluid system engineer“ presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA. Stefano ha iniziato il suo percorso al JPL nel 2017 e ha lavorato a diversi progetti di volo della NASA come Mars2020, NISAR e Mars Helicopter. Fa anche parte del team “thermal technology “al JPL, dove si occupa dell’avanzamento della tecnologia in ambito termico per l'esplorazione spaziale. Attualmente è responsbile del sistema termico per la missione Mars Helicopter. 

L'evento potrà essere seguito attraverso la piattaforma Cisco Webex http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_JPL oppure sul canale Youtube Poliba.
Coordinatore evento: prof. Marco Donato de Tullio – PoliBA. Organizzatore: dott. Alessandro Buscicchio  - PoliBA.

Comunicato stampa.

Pensare l'architetturaLa lezione di uno dei più grandi architetti italiani al Poliba

Da mercoledì, 10 marzo, il primo, di nove incontri monografici, dedicati all'architettura

Bari, 8 marzo 2021 – Gli appassionati di architettura, i cultori della materia, e soprattutto gli studenti di architettura non possono perdere l'occasione di ascoltare il pensiero di uno dei più grandi maestri viventi dell'architettura moderna italiana, Franco Purini. “L’architettura – sostiene Purini - è la forma fisica e insieme simbolica delle società e nello stesso tempo la società stessa è il prodotto primario dell’architettura”. L'architetto e docente universitario sarà il primo ospite del ciclo di incontri (ne sono previsti nove), “Pensare l'architettura”, organizzati dal Politecnico di Bari - Dipartimento di Scienze dell'ingegneria civile e dell'architettura. 
“L'architettura e il ruolo dell'architetto” sarà il tema che Purini svilupperà nel corso dell'incontro previsto per mercoledì, 10 marzo, ore 15,30. L'evento potrà essere seguito attraverso la piattaforma CiscoWebex e il canale YouTube del Politecnico di Bari. 
Il relatore. Franco Purini, nasce nel 1941 a Isola del Liri (FR).  Si laurea in Architettura a Roma nel 1971, con Ludovico Quaroni, mentre frequenta contemporaneamente l’ambiente artistico romano e gli studi, prima di Maurizio Sacripanti, poi, di Gino Pollini e di Vittorio Gregotti. Già Professore ordinario di Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura “Valle Giulia” dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", ha insegnato a Reggio Calabria, Ascoli Piceno, Milano, Venezia. Ha tenuto lezioni e conferenze nei maggiori Paesi del mondo. Tra i principali riconoscimenti: il Premio Internazionale "Controcampo Culturale" del 1980, il "Leone di Pietra" alla Biennale di Venezia del 1985, il "Premio Nazionale Inarch" del 1991, il Premio "Grotta di Tiberio" del 2003, il Premio "Sebetia Ter" del 2008. Accademico di San Luca dal 1989, e Accademico delle Arti del Disegno di Firenze dal 2000, ha ricevuto nel 2013 la Medaglia d’Oro dalla Presidenza della Repubblica e, nel 2015, la nomina di Professore Emerito.
Nel 1966 fonda, con Laura Thermes, lo “Studio Purini-Thermes” dando vita a un lungo e produttivo sodalizio segnato da un’intensa attività progettuale fortemente votata alla sperimentazione ed espressa in un numero consistente di progetti di concorso e di committenze, in parte realizzate. I suoi scritti sono apparsi sulle principali riviste internazionali e i suoi disegni e progetti, celebrati nelle principali mostre di architettura.

 

Comunicato stampa. 

Automotive. Il Poliba e VW Zentrum Bari sottoscrivono un accordo quadro di collaborazione

Bari, 27 febbraio 2021 - Il modello futuro delle case automobilistiche non sarà più basato sul paradigma dell’auto di proprietà bensì sul concetto di servizio di mobilità (Mobility as a Service) che vedrà sempre più presenti nuovi modelli di business per i servizi di mobilità, come ad esempio il car sharing o il nolo a lungo termine o, in generale, la fornitura di un servizio di spostamento on demand. Questi temi sono di interesse sia del tessuto produttivo che della ricerca nel tentativo di individuare le innovazioni tecnologiche e organizzative per supportare il comparto automotive in questa fase di transizione verso il modello della post-car society. Con queste premesse trova sintonia l'accordo quadro di collaborazione scientifica che il Politecnico di Bari e VW Zentrum Bari hanno sottoscritto ieri, 26 febbraio presso la sede del rettorato.
Il Politecnico di Bari e VW Zentrum Bari, rappresentati dal Rettore, prof. Francesco Cupertino e dal dott. Giuseppe Moramarco, intendono, con questo accordo e per i prossimi due anni, rinnovabili, promuovere il tema della mobilità sostenibile attraverso attività ed eventi divulgativi, tirocini e tesi di laurea oltre a possibili interazioni a livello di ricerca e didattica.
Da subito, VW Zentrum finanzierà quattro borse-premi di studio destinate a studenti dei corsi di laurea magistrale del Politecnico che intenderanno svolgere una tesi di laurea in materia di mobilità sostenibile. Un apposito bando, di prossima pubblicazione, indicherà tempi e modalità. Gli studenti interessati dovranno proporre il tema che si impegneranno ad affrontare nella tesi di laurea e che verrà valutato da una commissione.
L'accordo Poliba-VW Zentrum, consentirà il coinvolgimento anche della casa madre tedesca, Wolksvagen che si è dichiarata interessata alla collaborazione con il Poliba.
Responsabili scientifici della convenzione sono: per il Politecnico di Bari il prof. Michele Ottomanelli, mentre per la Zentrum Bari il dott. Fabrizio Resta.

Bari, 25 febbraio 2021 – Snam, tra le principali aziende di infrastrutture energetiche al mondo, ha donato al Politecnico di Bari sei borse di studio di durata triennale e magistrale da assegnare a giovani studentesse iscritte alla facoltà di Ingegneria dell’ateneo nell’anno accademico 2020/21.
L’iniziativa rientra nell’impegno di Snam in favore della parità di genere ed è finalizzata ad avvicinare le ragazze allo studio delle discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). I corsi di studio, selezionati dal Politecnico di Bari, hanno rilevato una presenza femminile inferiore al 20% sul totale delle iscrizioni negli ultimi tre anni accademici.
Secondo dati Save the Children, oggi in Italia solo il 16,5% delle studentesse sceglie di laurearsi in discipline scientifiche e tecnologiche, e solo il 5% delle quindicenni aspira a studiarle. In generale, soltanto uno studente STEM su 4 è donna, valore che diminuisce ulteriormente nelle facoltà più in linea con i profili richiesti dal mondo professionale (dati Osservatorio Fondazione Deloitte).
In questo contesto, la scuola e l’università rappresentano preziose leve per la diffusione di una cultura delle pari opportunità e per la lotta al gender gap. La collaborazione con il Politecnico di Bari segue di pochi mesi la donazione di altre tre borse di studio per studentesse STEM da parte di Snam al Politecnico di Milano.
“La parità di genere è per noi innanzitutto una questione di cultura. Come unico Politecnico del Sud Italia, siamo molto impegnati in attività di informazione e orientamento sui nostri corsi di laurea e le prospettive di lavoro; al continuo investimento in nuovi servizi e strutture che garantiscano uguali opportunità di accesso e, soprattutto, ad incentivare sempre il merito – ha dichiarato il Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino –. Ben vengano, quindi, le iniziative come questa di Snam, che premiano le migliori studentesse in ambiti di studio nei quali c’è bisogno di aumentare la presenza femminile. Nonostante i numeri, ancora insufficienti, il trend degli ultimi anni è in aumento e puntiamo a farlo crescere ulteriormente nei prossimi anni, in vista delle grandi sfide tecnologiche che ci attendono”. 
“Le discipline e le competenze STEM saranno centrali in gran parte dei mestieri del futuro – ha dichiarato Marco Alverà, amministratore delegato di Snam – e sono strategiche per accelerare processi quali la digitalizzazione e la transizione ecologica. Creare sinergie tra il mondo dell’impresa e quello dell’istruzione, dell’università e della ricerca può contribuire in modo significativo alla promozione dell’equilibrio di genere. Iniziative come quella avviata con il Politecnico di Bari rientrano nell’impegno di Snam per favorire una maggiore presenza femminile nelle facoltà scientifiche”.
La collaborazione fa inoltre seguito a un accordo di ricerca e sviluppo firmato da Snam e dal Politecnico di Bari nel 2020 e finalizzato alla realizzazione di un innovativo prototipo di rete energetica autonoma a idrogeno verde.
A partire da oggi, attraverso il portale informatico dell’università, è possibile presentare la domanda di partecipazione al bando  http://www.poliba.it/it/didattica/borse-di-studio/bando-di-concorso-studentesse-stem per l’assegnazione delle borse di studio, che resterà aperto fino al 31 marzo 2021. Le vincitrici, selezionate secondo criteri di merito, saranno premiate nel corso di una cerimonia ufficiale.

Per ulteriori informazioni

Contatti Politecnico di Bari  
Ufficio Stampa: 320 1710528                                                          
ufficiostampa@poliba.it    
Sito internet: www.poliba.it 

Contatti Snam
Ufficio stampa : Tel. +39 02 3703727
ufficio.stampa@snam.it
Sito internet: www.snam.it   

Ambiente & Ricerca. Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature-Scientific Reports”  

E' la prima ricerca multidisciplinare che propone un modello concettuale del sistema marino contaminato di indirizzo per la gestione del rischio ambientale e per la scelta di soluzioni di mitigazione sostenibili. Le concentrazioni dei contaminanti, le ragioni della loro distribuzione e la loro disponibilità a muoversi sono alcuni punti nodali della ricerca, volta a fornire le basi scientifiche per gli interventi di messa in sicurezza e risanamento ambientale più sostenibili

Bari, 23 febbraio 2021 - I risultati della prima ricerca multidisciplinare dedicata al recupero ambientale del Mar Piccolo di Taranto sono stati pubblicati il 17 febbraio sulla prestigiosa rivista internazionale, «Nature - Scientific Reports».
Le attività scientifiche, durate tre anni, hanno rappresentato l'azione corale del Politecnico di Bari (Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica e Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell'Informazione), dell'Università “Aldo Moro” di Bari (Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali e Dipartimento di Biologia) e del CNR (IRSA, sedi di Taranto e Bari), e sono state coordinate e sostenute dal Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto (2014-2020), coautore dell’articolo con alcuni componenti del suo staff.
Il contributo scientifico, dal titolo, “A geo-chemo-mechanical study of a highly polluted marine system (Taranto, Italy) for the enhancement of the conceptual site model” (Uno studio geo-chemo-meccanico di un sistema fortemente contaminato - Mar Piccolo Taranto, Italia - per la definizione di un avanzato Modello Concettuale di Sito), racchiuso in 53 pagine, presenta i risultati scientifici del lavoro dell'ampio gruppo di ricercatori di diverse aree scientifiche, e identifica un modello di indirizzo per la gestione del rischio ambientale.
Il lavoro, infatti, presenta una diagnosi avanzata delle condizioni di contaminazione del Mar Piccolo, sito di interesse nazionale (SIN), di elevata complessità ambientale e sede di dinamiche di mobilità dei contaminanti che sono fonte di pericolo per la società civile e di degrado del pregiato ecosistema che il sito ospita.
L’elevato tenore scientifico dei risultati dello studio è stato riconosciuto dall’importante rivista scientifica internazionale del Gruppo Nature, “Nature - Scientific Reports”, che li ha pubblicati; Sci Rep 11, 4017 (2021).  www.nature.com/articles/s41598-021-82879-w
Il Mar Piccolo, oggetto delle attività di ricerca, è infatti, il cuore pulsante dell’Area di crisi ambientale di Taranto, una delle più grandi d’Europa. Questo sito, che rappresenta un unicum nel suo genere per la compresenza di una riserva naturale di specie protette, di attività di coltivazione di mitili, di strutture di manutenzione navale e di una base navale strategica, è stato aggredito negli ultimi decenni da alte concentrazioni di metalli pesanti e di contaminanti organici.
Nell’ottica di una gestione sostenibile, è stata condotta, dal 2014 al 2017, un’attività diagnostica metodologicamente innovativa, in quanto multiscalare e fortemente multidisciplinare, per l’oggettivazione della distribuzione nei sedimenti di contaminanti potenzialmente tossici e della loro disponibilità alla migrazione verso diverse matrici ambientali.
I risultati del lavoro rappresentano un benchmark nel campo di studi scientifici finalizzati alla messa in sicurezza di siti contaminati complessi, di cui il Mar Piccolo di Taranto rappresenta uno straordinario laboratorio a cielo aperto. Infatti, da un punto di vista tecnico—scientifico, è stato utilizzato un approccio innovativo rispetto a quello delle indagini tradizionali per i siti contaminati, in cui viene solitamente svolta una caratterizzazione chimica dei contaminanti nei sedimenti e nella colonna d'acqua, che ne permette la conoscenza in termini solo di concentrazione e distribuzione. La metodologia adottata in questo studio è stata invece volta a caratterizzare anche tutti i fattori del sistema che possono condizionare la mobilità del contaminante, con l'obiettivo di stimare in che termini esso possa passare da una all'altra delle matrici ambientali del sistema, fra cui quella biologica, diventando fonte di danno per l'uomo. Infatti, la previsione del danno che un contaminante può indurre, dunque del rischio da contaminazione di un sito, deve includere non solo la conoscenza della concentrazione e della distribuzione del contaminante, ma anche la stima del suo destino nel tempo.
Per perseguire questo obiettivo, sono state condotte indagini multidisciplinari, integrando diverse competenze per caratterizzare tutte le grandezze, sia fisiche che chimiche, che influenzano la mobilità dei contaminanti. Si è così giunti a valutare le concentrazioni dei contaminanti, le ragioni della loro distribuzione e la loro disponibilità a muoversi, nonché le fonti di mobilità su cui basare l’identificazione degli interventi di messa in sicurezza più sostenibili
La nuova strategia di indagine ha evidenziato l'origine litogenica di alcuni dei metalli pesanti presenti nei sedimenti e la necessità di rivisitare i limiti normativi del sito, sulla base della variabilità geochimica sito-specifica. È stata inoltre verificata la bassissima consistenza dei sedimenti superficiali, anche connessa alla presenza di grandi quantità di materia organica, evidenziando la propensione dei sedimenti a subire processi di rimaneggiamento e risospensione che incidono sul rischio e condizionano la progettazione delle soluzioni di mitigazione. Il modello del sito ha messo in luce, altresì, l'influenza della contaminazione sulle proprietà idro-meccaniche dei sedimenti, trascurate prima d’ora nelle proposte di misure di mitigazione del rischio.
I risultati ottenuti dimostrano quanto le misure di mitigazione siano calibrabili nell’ottica della sostenibilità (Sustainable Development Goals – SDGs - Agenda 2030 delle Nazioni Unite) se viene preventivamente acquisita una conoscenza esaustiva dei processi attivi nel sistema, che possono coinvolgere le diverse forme di contaminazione.
I risultati prodotti, e in parte discussi nella pubblicazione, sono altresì stati messi a base della procedura innovativa per l’instaurazione di un partenariato per l’innovazione, ai sensi dell’art. 65 D.Lgs. n 50/2016, da aggiudicare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 95 del D.Lgs. n. 50/2016, per l’Affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva e della realizzazione degli interventi di risanamento ambientale e messa in sicurezza dei sedimenti nelle aree prioritarie del Mar Piccolo di Taranto, Primo seno, mediante dimostrazione tecnologica (importo complessivo dell’appalto presunto € 32.276.250,00).

Ecco chi sono gli autori dell’articolo pubblicato su “Nature - Scientific Reports”

Per il Politecnico di Bari, i Professori Federica Cotecchia, Claudia Vitone e Michele Notarnicola, i Dottori Matilda Mali e Francesca Sollecito, e diversi altri autori afferenti al DICATECh e al DEI.
Per l’Università di Bari, i Professori Giuseppe Mastronuzzi, Massimo Moretti, Emanuela Schingaro e Agata Siniscalchi e diversi ricercatori del DISTEGEO, ed il prof. Angelo Tursi ed alcuni ricercatori del Dipartimento di Biologia.
Per il CNR-IRSA (sedi di Bari e Taranto), i Dottori Vito Felice Uricchio, Giuseppe Mascolo, Nicola Cardellicchio, Antonella Di Leo e diversi ricercatori.
Inoltre, sono autori dell’articolo alcuni membri dello staff del Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto (2014-2020), dott.ssa Vera Corbelli, che, quale coordinatrice dell’intero studio, è ultimo autore dell’articolo.

Comunicato stampa.

Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali

Ospite e relatore, Giuseppe Cataldo, Lead Mission & Instrument Systems Engineer - NASA Goddard Space Flight Center

Bari, 22 febbario 2021 -  Destò meraviglia al Doge di Venezia, Leonardo Donati quando nell'agosto 1609 Galileo Galilei lo invitò a “vedere da vicino le cose lontane” attraverso un nuovo strumento da lui messo a punto. A  quello  strumento venne attribuito il nome di telescopio da Giovanni Demisiani nel 1611 in occasione dell’ingresso di Galilei nell’Accademia dei Lincei.
Da allora tanta strada è stata fatta. Occhi sempre più potenti, puntati verso l'alto, hanno scrutato le profondità del cielo consentendo agli scienziati di svelare molti dei misteri dell'universo. 
A questi strumenti, al loro uso per le missioni spaziali, è dedicato il quarto incontro, “Telescopi spaziali: nuovi occhi per esplorare l'universo”. L'evento è una iniziativa del Dottorato di Ricerca interateneo Poliba-Uniba in Ingegneria e Scienze Aerospaziali ed è previsto dalla rassegna in corso dedicata allo spazio, “Rediscovering the Space”.
Al seminario, in programma domani, martedì, 23 febbraio, ore 17,00, parteciperà Giuseppe Cataldo, Lead Mission & Instrument Systems Engineer - NASA Goddard Space Flight Center.
Nell'incontro verranno presentate le attuali missioni in ambito astrofisico, sia operative che in fase di sviluppo, con particolare enfasi sul Telescopio spaziale James Webb. In particolare, verranno descritte le sfide ingegneristiche legate alla costruzione del più potente telescopio spaziale mai realizzato fino ad oggi. Il seminario si concluderà con una panoramica sulle sfide future per l'astronomia e l'astrofisica.
L'evento potrà essere seguito collegandosi su: 
http://bit.ly/Re discoveringTheSpace_february_23 
http://bit.ly/Youtube_Poliba.
Coordinatore: prof. Marco Donato de Tullio, PoliBA. Moderatore: prof. Francesco Loparco, UniBA.

Il relatore.
Giuseppe Cataldo, di origine tarantina, è ingegnere capo della missione EXCLAIM della NASA e della telecamera nel vicino infrarosso per il telescopio PRIME, di cui ha la responsabilità tecnica e per cui gestisce due gruppi di circa 65 persone. L'esperienza di Cataldo riguarda la progettazione e l’ottimizzazione di sistemi spaziali per l'astronomia e l'astrofisica, nonché la modellazione di sistemi complessi, alla grande scala e multidisciplinari. Ha lavorato per diverse missioni, inclusa quella relativa al telescopio spaziale James Webb. Nel 2017, grazie ai suoi contributi al Webb Telescope, ha ricevuto la “Early Career Public Achievement Medal” e il “Group Achievement Award”.
Giuseppe Cataldo è entrato a far parte della NASA nel 2009, fortemente sponsorizzato dall'Agenzia spaziale europea (ESA), come uno dei due studenti europei selezionati per la NASA Academy, il principale programma di leadership della NASA per studenti di talento. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca presso il Massachusetts Institute of Technology e ha conseguito diversi titoli presso ISAE-SUPAERO, Politecnico di Milano e Torino.

Comunicato stampa.

 

ESA_Lab@PoliBa. La tavola rotonda è in programma, lunedì, 22 febbraio, ore 17.30            

Bari, 19 febbraio 2021 - Il ruolo delle politiche di cooperazione, le pratiche di trasferimento tecnologico, le strategie di open innovation, il ruolo dei venture capital e del private financing, i nuovi modelli e dinamiche di business che stanno caratterizzando la space economy, il contesto nazionale, saranno oggetto di confronto della tavola rotonda, “Nuove Dinamiche Imprenditoriali nella Space Economy: un Focus sull'Italia”.
L'evento, organizzato nell’ambito delle attività dell’ESA_Lab@PoliBa, il laboratorio nato dalla collaborazione tra l'Ente Spaziale Europeo (ESA) e il Politecnico di Bari, è in programma, lunedì, 22 febbraio, ore 17.30, sulla piattaforma Webex, https://poliba.webex.com/poliba/onstage/g.php?MTID=eac42f6dae6efac71b961d09775c9f06d  e sul canale youtube poliba, http://bit.ly/Youtube_Poliba
L'iniziativa vuole discutere, attraverso il coinvolgimento di esperti del settore, sui principali cambiamenti che stanno caratterizzando le dinamiche imprenditoriali della cosiddetta New Space Economy.
La tavola rotonda sarà presentata dal rettore, prof. Francesco Cupertino. Interverranno, dott. Giuseppe Acierno (Presidente del Distretto Tecnologico Aerospaziale della Puglia), dott. Anilkumare Dave (Esperto di Trasferimento Tecnologico dell’Agenzia Spaziale Italiana), ing. Luca del Monte (Head of Industrial Policy and SME Division presso l’European Space Agency), dott. Gianluca Dettori (Fondatore e Presidente di Primomiglio SGR), dott.ssa Chiara Pertosa (Presidente di Sitael S.p.A.). Moderatore, prof. Antonio Messeni Petruzzelli, docente di “gestione dell’innovazione” presso il Poliba.

Comunicato stampa.

Al Poliba. Il seminario dell'ing. Matteo Parlamento, capo Stress Unit Ferrari squadra corse

Bari, 14 febbraio 2021 – Nelle auto da Formula 1 tutto è spinto al massimo: la velocità, la tenuta, l'aerodinamica, i dispositivi della vettura, i materiali che la compongono così come i piloti dai nervi d'acciaio che devono essere supportati da una folta schiera, tra progettisti, collaudatori, staff organizzativo-gestionale. Il tutto di altissima qualità con lo sguardo alla massima sicurezza e all'ottimizzazione dei consumi massimi previsti e nell’ambito dei regolamenti. In questo scenario, la Ferrari è il marchio, diventato mito, più conosciuto al mondo; è una eccellenza italiana. I miti però vanno curati, coccolati, coltivati con passione e dedizione per non “invecchiare” mai. Il Cavallino rampante mantiene quell'energia grazie ad uno staff di primissimo piano e, in quel team, alcuni provengono dal Politecnico di Bari.
La Ferrari nella Formula 1. La progettazione strutturale del veicolo è fondamentale. Sul tema è in programma al Poliba un apposito seminario dal titolo, “Esperienze del calcolo strutturale nelle Ferrari di Formula 1”. Relatore d'eccellenza, l'ing. Matteo Parlamento, Head Stress Unit, Ferrari squadra corse Formula 1. L'ing. Parlamento proporrà una panoramica di alcune applicazioni del calcolo strutturale in ambito strutture veicolo di F1. Ciò mostrerà l’importanza di una applicazione di queste tecniche in un ambiente competitivo dove riuscire a portare al limite il design dei componenti, pur garantendo l’affidabilità e la sicurezza, è di primaria importanza. L’applicazione del calcolo strutturale infatti, non può prescindere, per poter dare efficacemente i suoi frutti, dall’essere completata da technical e soft skill più generali che aiutano l’ingegnere progettista a valorizzare il suo contributo alla prestazione della vettura.
Il seminario, organizzato dal Dipartimento di eccellenza di Meccanica, Matematica, Management,  del Poliba, appendice al corso “Costruzione veicoli terresti”, docente prof. Michele Ciavarella, in collaborazione con l'associazione studenti, AUP, si terrà domani, lunedì, 15 febbraio, ore 16,10. L'evento è aperto agli studenti, ex-studenti, docenti, assegnisti e dottorandi del Poliba, ma anche ai fan della Formula 1.
Gli interessati dovranno però, entro le ore ore 16,00 di domani, lunedì, 15 febbraio procedere  alla registrazione con autodichiarazione sulla chat teams (nome, cognome, qualifica) che non faranno foto né video dell’evento, né interviste all’ing. Parlamento dopo l’evento. L'iniziativa inoltre, non sarà possibile condividerla su canali esterni come youtube, etc.  Sarà invece possibile proporre domande tecniche dopo la relazione. Ecco il link per potersi prenotare.

https://teams.microsoft.com/l/channel/19%3ab78ace36c3a54bacb3ea3370317b22a4%40thread.tacv2/Generale?groupId=d27e4c6e-ab65-409a-94a0-7d284bf9054d&tenantId=5b406aab-a1f1-4f13-a7aa-dd573da3d332

Il programma prevede: ore 16.10: Saluto del Magnifico Rettore prof. Francesco Cupertino e del Direttore del Dipartimento di Meccanica Matematica, Management, Giuseppe Carbone. Introduzione, prof. Michele Ciavarella, ordinario del corso in “Costruzione veicoli terrestri”.
Ore 16.30 – 17.30: Webinar, ing. Matteo Parlamento “Esperienze del calcolo strutturale nelle Ferrari di Formula 1”.
Ore 17.30 – 18.30:  discussione tecnica con domande da parte di docenti ricercatori e dottorandi nonché studenti Poliba, sul tema trattato, sul futuro di Ferrari in F1, e su come si può costruire un Curriculum Vitae allettante per poter aspirare a lavorare in Ferrari F1, il sogno di ogni ingegnere meccanico.

Breve curriculum del relatore, ospite del Poliba, ing. Matteo Parlamento, Ferrari Corse
1997-2002: Laurea in Ingegneria Meccanica, indirizzo Veicolo, Università di Modena e Reggio Emilia, 110/L; 2002-2003: Master in Ingegneria del Veicolo, Università di Modena e Reggio Emilia, 110/L; 2003-oggi: Ferrari F1 Racing Team (GeS); 2003-2008:       Engine Structural Engineer; 2008-2012: Structural Engineer, Vehicle Structure Dept.; 2012-2014: Senior Stress Engineer – Car Front End, Vehicle Structure Dept.; 2014-2019:          Head of Stress – Vehicle Structures Manager; 2019-oggi: Head of Structures and Systems Simulation Area.

Ambiente & sviluppo. Sottoscritto l’Accordo quadro di collaborazione scientifica

L’intesa, di medio-lungo periodo, da continuità e forza ad una alleanza strategica. La Puglia sarà un laboratorio privilegiato per sperimentare modelli di sviluppo sostenibile. Il caso Taranto ha dimostrato come il precedente modello di sviluppo sia finito, ma allo stesso tempo rappresenta una grande opportunità per cambiare passo   

Bari, 12 febbraio 2021 - Ricerca scientifica, studi per la prevenzione e la tutela ambientale, soluzioni tecnologiche innovative applicabili presso gli insediamenti produttivi regionali al fine di prevenire e ridurre l’inquinamento, didattica e formazione, borse di studio, tesi di laurea, stage e tirocini formativi per studenti e neo laureati, sono gli ingredienti che caratterizzeranno la collaborazione strategica tra il Politecnico di Bari e l'Arpa Puglia, l'Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell'Ambiente, per i prossimi sei anni.
L'intesa, contenuta in un apposito accordo quadro, è stata sottoscritta questa mattina nella Sala del Consiglio del Poliba dal rettore del Politecnico, Francesco Cupertino e dal direttore generale dell'Arpa Puglia, Vito Bruno.
Sono intervenuti inoltre, i docenti del Poliba: Massimo La Scala, Giovanni Mummolo, Vito Gallo, Umberto Fratino, Nicola Martinelli, e per l'Arpa Puglia il direttore scientifico Vincenzo Campanaro, il direttore del Dipartimento di Taranto, Vittorio Esposito, la dirigente dell’Unità operativa semplice (Uos) Servizio Tecnologie della Sicurezza e Gestione dell’Emergenza Emanuela Laterza, il direttore responsabile del Centro Regionale, Nicola Ungaro e  la responsabile del settore Attività formative, Michela Elia.
Il Politecnico di Bari e l’Arpa, per lo svolgimento delle attività di ricerca, sviluppo tecnologico ed innovazione, intendono attuare, con la firma dell'accordo quadro, forme di collaborazione sempre più aderenti alle esigenze del territorio regionale con particolare riferimento alle problematiche ambientali degli insediamenti industriali presenti in Puglia.
Il Poliba, che ha tra i propri fini istituzionali la formazione, la ricerca, il trasferimento tecnologico al sistema socio-economico del territorio favorirà e potenzierà tale collaborazione anche attraverso progetti di ricerca in partnership nazionali ed internazionali. In particolare Politecnico e Arpa Puglia prevedono iniziative di ricerca di base ed applicata sugli elementi dell’ambiente fisico sui fenomeni di inquinamento, sulle condizioni generali di rischio ambientale nel corretto uso delle risorse naturali e sulle forme di tutela dell’ecosistema.
«Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti – commenta il rettore del Politecnico, Francesco Cupertino – in cui la tecnologia e l’innovazione avranno un ruolo sempre più determinante nella società e la Puglia è una regione ricchissima di risorse, un laboratorio privilegiato per sperimentare modelli di sviluppo sostenibile. Il caso Taranto – aggiunge il rettore – ha dimostrato drammaticamente come il precedente modello di sviluppo sia finito, ma allo stesso tempo rappresenta una grande opportunità per chi ha imparato la lezione e vuole cambiare passo. Per queste ragioni – conclude Cupertino – collaboriamo con Arpa Puglia, un punto di riferimento per la tutela dell’ambiente nel Territorio, intorno al quale potremo aggregare istituzioni, enti, imprese e associazioni che condividono gli stessi obiettivi e che hanno compreso il valore di un ecosistema fondato sull’innovazione».
L'accordo quadro, a cui seguiranno specifici accordi attuativi su materie di studio e progetti, instaura un rapporto di collaborazione strategico di lungo termine, rinnovabile, nel quale le attività condotte dal Politecnico di Bari si integreranno con le corrispondenti attività e servizi erogati dall’Arpa dedicate soprattutto alla prevenzione e tutela ambientale, alla salute dei cittadini, al corretto uso delle risorse naturali e tutela dell'eco-sistema.
Questa iniziativa – ha dichiarato Vito Bruno, direttore generale di Arpa Puglia -  rientra nell'ambito delle attività promosse dalla Direzione generale dell'Agenzia, per consolidare e rafforzare la capacità di fare sistema con soggetti pubblici della ricerca così da integrare la funzione tipica di controllo dell’Agenzia con l’attività di studio e ricerca orientate verso tecnologie innovative finalizzate al monitoraggio delle varie matrici ambientali. Un’Arpa rinnovata e proattiva nella transizione verso la sostenibilità, proiettata verso nuovi traguardi, in sinergia con il Politecnico di Bari”.

La collaborazione scientifica tra Politecnico e Arpa consentirà anche di riversare le esperienze maturate al Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (Snpa) del quale l’Arpa Puglia è parte integrante.

Comunicato stampa.

Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali Poliba-Uniba
In programma domani, 9 febbraio, ore 16,30, il terzo seminario dedicato spazio.  Ospite e relatore, Giulio Avanzini, ordinario di Meccanica del Volo e Progetto di Aeromobili a Unisalento

Bari, 8 febbraio 2021 - L’uso dell'energia elettrica da fonti rinnovabili per la propulsione di veicoli aerei e spaziali è una delle sfide tecnologiche del XXI° secolo. 
Nell’ambito del volo atmosferico, piccoli droni a propulsione elettrica sono ormai una realtà consolidata in molte applicazioni civili e militari, ma la propulsione elettrica può essere una soluzione per decarbonizzare il trasporto aereo?
Nell’ambito delle applicazioni spaziali, propulsori elettrici a bassa spinta sono ormai utilizzati in diverse missioni, il loro impiego rende il progetto di missione molto più complesso e, per quanto riguarda il controllo di assetto, un sistema basato solo su attuatori elettrici pone diversi problemi. Rover mossi da motori alimentati da batterie ricaricate con pannelli solari hanno lavorato con successo per anni sulla superficie di Marte, ma lo sviluppo di veicoli di grandi dimensioni per il trasporto di grandi pesi (magari dei primi astronauti su Marte!) risulta decisamente più complesso.
Giulio Avanzini, ordinario di meccanica del volo e progettazione di aeromobili presso l'Università del Salento, si occupa da tempo di trasporto aereo e mezzi spaziali.  
Il prof. Avanzini sarà ospite e relatore del terzo seminario del programma, “Rediscovering the Space - challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors”, iniziativa organizzata e curata dal Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali Poliba-Uniba. Partendo proprio dalle sue esperienze e dalle sue attività di ricerca, il seminario evidenzierà le sfide da vincere per arrivare a elettrificare su larga scala il trasporto aereo e i mezzi spaziali, sottolineando come siano necessari cambiamenti radicali delle configurazioni, lo sviluppo di nuovi metodi di dimensionamento e progetto, e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche nuove per batterie e pannelli solari. Al tempo stesso saranno sottolineati i vantaggi (per ora solo potenziali) non solo in termini di riduzione della carbon footprint che una “rivoluzione elettrica” porterebbe con sé.
L'iniziativa è in programma domani, 9 febbraio, ore 16,30 sulla piattaforma http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_february_9 e disponibile anche sul canale youtube del Poliba, http://bit.ly/Youtube_Poliba
Moderatore, prof. Giuseppe Pascazio (Poliba). Coordinatore, prof. Marco Donato de Tullio (Poliba).

Il relatore. Giulio Avanzini insegna Meccanica e Dinamica del Volo e Progetto di Aeromobili presso l’Università del Salento. Consegue la Laurea in Ingegneria Aeronautica con lode e il Dottorato di Ricerca in Meccanica Teorica e Applicata presso l’Università di Roma La Sapienza. Nel 1997 diventa tecnologo presso l’Istituto Nazionale per Studi ed Esperimenti in Architettura Navale (INSEAN-CNR) e poi, nel 1998, ricercatore in Meccanica del Volo presso il Politecnico di Torino. Dal 2011 è professore ordinario di Meccanica del Volo dell’ateneo salentino. Fra il 2004 e il 2012 trascorre diversi semestri come visiting professor alla Glasgow University, in Scozia, dove ha insegnato dinamica del volo spaziale, e alla University of Illinois at Urbana-Champaign, USA, come docente di dinamica del volo dei velivoli flessibili. All’inizio della carriera i suoi interessi di ricerca erano focalizzati sull’applicazione di metodi di analisi non-lineare e tecniche di simulazione inversa alla dinamica del volo di velivoli ad alte prestazioni. Ha poi studiato la dinamica e il controllo di velivoli ad ala rotante e problemi legati al controllo di assetto di satelliti, soprattutto in condizioni di attuazione ridondante o incompleta. Ha fornito contributi per modellizzazione, progetto e controllo di droni in configurazioni non convenzionali, per lo studio del volo in formazione di satelliti (soprattutto per formazioni tethered) e problemi fondamentali dell’Astrodinamica. In questo ambito ha derivato la prima soluzione del problema orbitale alle condizioni al contorno (il problema di Lambert) in termini di parametri orbitali classici. I suoi interessi di ricerca includono ora veicoli autonomi sottomarini, le prestazioni e il dimensionamento di velivoli elettici e a motorizzazione ibrida e la propulsione elettrica nello spazio.

Comunuicato stampa.

 

 

 

 

Ambiente & Risorse. Il Politecnico di Bari partner del progetto europeo

Anche la Puglia. Un team di ricercatori del Poliba studia la falda profonda dell'acquifero salentino per sviluppare metodi innovativi di valutazione del rischio di salinizzazione degli acquiferi costieri

Bari, 5 febbraio 2021 – Fino alla metà del secolo scorso, gli agricoltori pugliesi, testimoniavano il passaggio delle stagioni scrutando più il cielo, che non il sottosuolo. L'interpretazione, frutto dell'esperienza, riguardava le previsioni meteorologiche prossime. Sicché un inverno piovoso o siccitoso poteva costituire ricchezza o povertà per i campi e i raccolti, oltre che per la disponibilità di riserve idriche per uso civile. 
In Puglia, e in particolare nel Salento, con un clima mediterraneo e un sottosuolo carsico, la disponibilità dell'acqua ha costituito da sempre una priorità. Le acque delle falde superficiali captate da pozzi scavati a mano sin dal XVI° secolo (trozze), assieme a quelle derivanti dal recupero delle precipitazioni, hanno rappresentato per lungo tempo l’unica forma di approvvigionamento idrico per le colture e per i fabbisogni delle popolazioni.
Dagli anni sessanta il progresso tecnologico dei sistemi di trivellazione ha favorito processi di trasformazione dell’agricoltura e dell’economia regionali inducendo una domanda idrica crescente sulle acque sotterranee pugliesi, con conseguente sovra-sfruttamento anche da parte di un numero indefinito di pozzi abusivi. Negli acquiferi carsici (Gargano, Murgia, Salento), in parte o totalmente costieri, il sovrasfruttamento ha provocato il richiamo d’acque salate d’origine marina, causando la progressiva salinizzazione delle acque sotterranee. Tale fenomeno, che è limitato alle fasce costiere nel Gargano e nella Murgia, ha invece interessato la quasi totalità del territorio del Salento. Infatti, in questa area, l’abnorme proliferazione di pozzi trivellati in falda profonda e l’adozione di condizioni d’esercizio determinanti forti depressioni dinamiche hanno favorito un progressivo e diffuso aumento della salinità delle acque. Ciò che accade in Puglia, e più in particolare nel Salento, non rappresenta un fenomeno isolato, ma interessa l'intero Mediterraneo.  
“La salinizzazione delle acque sotterranee negli acquiferi costieri del Mediterraneo si è deteriorata profondamente negli ultimi decenni, non solo a causa dell’incessante pressione antropica ma anche per l’ulteriore sovrapporsi degli effetti del cambio climatico. Il disturbo degli equilibri naturali di tali acquiferi comporta riduzione delle riserve idriche sotterranee d’acqua dolce, mobilizzazione di acque salate prima isolate rispetto al deflusso attivo, attivazione di cortocircuiti nel trasporto degli inquinanti e modifica della qualità̀ del trasporto verso i mari”, afferma la prof.ssa Maria Dolores Fidelibus del Politecnico di Bari, responsabile scientifico del progetto MEDSAL - ”Salinization of critical groundwater reserves in coastal Mediterranean areas: Identification, Risk Assessment and Sustainable Management with the use of integrated modelling and smart ICT tools”.              
Il progetto, avviato a fine settembre 2019 e di durata triennale, è finanziato dall’UE nell’ambito del programma PRIMA 2018 (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) per un valore complessivo pari a 1.390.000 mila euro, di cui 240.000 al Poliba. MEDSAL vede coinvolti 8 partner di 6 nazioni: Soil and Water Resources Institute, Hellenic Agricultural Organization (Grecia, coordinatore), Politecnico di Bari (Italia), Center for Research and Technology (Grecia), Information Technologies Institute (Grecia), Technische Hockschule Lübeck (Germania), Cyprus University of Technology (Cipro); Faculty of Science of Tunis (Tunisia), Mersin University (Turchia). 
L’obiettivo del progetto MEDSAL è sviluppare un quadro integrato per il monitoraggio, la protezione e la gestione delle riserve di acque sotterranee costiere soggette a intrusione marina e altre fonti di salinizzazione. Il progetto prevede attività di campo in 5 acquiferi costieri del Mediterraneo (Boufichia–Tunisia, Rodhope-Grecia, Salento-Italia, Samos-Grecia, e Mersin-Turchia), diversi per dimensioni, caratteristiche climatiche, geologiche e pressioni antropiche.
Il team del Politecnico di Bari, che fa capo al Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica, ha selezionato quale area di studio l’acquifero carbonatico carsico costiero del Salento, sede della cosiddetta “falda profonda”. La numerosità e la tipologia dei dati storici di monitoraggio, la tipologia delle Rete di Monitoraggio e le caratteristiche di complessità fanno sì che l’acquifero mesozoico del Salento abbia un ruolo chiave di riferimento nell’ambito dell’intero progetto. 
MEDSAL ambisce ad avere un impatto rilevante sulle pratiche di gestione della quantità e della qualità delle risorse idriche sotterranee attraverso l’identificazione e la definizione di strategie e misure adeguate alla protezione dal fenomeno di salinizzazione delle falde acquifere costiere. Le attività di progetto mirano a fornire criteri di riconoscimento dei vari tipi di salinizzazione delle acque sotterranee applicando metodi innovativi, con attenzione ai territori con scarsa quantità di dati e anche ad ambienti carsici complessi. Questi risultati saranno raggiunti attraverso un‘integrazione di dati isotopici, idro-geochimici e ambientali, con modelli di flusso e di trasporto delle acque sotterranee e di geostatistica avanzata. Si cercherà di sfruttare il potenziale dell'intelligenza artificiale e dei metodi di Deep Learning al fine di migliorare la rilevazione di pattern in dati idro-geochimici e isotopici multi-dimensionali. Ciò permetterà di valutare il rischio dovuto alla salinizzazione delle acque sotterranee, oltre ad elaborare piani di gestione del rischio su misura basandosi sulle previsioni di salinizzazione e sugli scenari del cambiamento climatico. I risultati del progetto MEDSAL saranno disponibili su una piattaforma pubblica WebGIS, utile per il monitoraggio, l'allerta, il supporto decisionale e la gestione delle risorse idriche sotterranee costiere dell’area del Mediterraneo.
“Le risorse idriche sotterranee di questi acquiferi sono a tutt’oggi una risorsa molto importante anche ai fini del soddisfacimento della domanda idropotabile e vanno adeguatamente protette”- sostiene la prof.ssa Gabriella Balacco del Poliba, co-responsabile scientifico. 
Intanto, il Poliba ha già dato avvio ad alcune attività di campo. Tra queste, quelle per il monitoraggio periodico della zona di transizione tra acque dolci e salate nell’acquifero salentino attraverso profili di temperatura e conducibilità elettrica.
Alcuni pozzi di monitoraggio (pozzi-spia) della Rete di Monitoraggio regionale, messi a disposizione del Poliba dalla Regione Puglia, sono unici nel panorama mediterraneo perché raggiungono le acque salate sotterranee. Nel mese di luglio 2020, in un pozzo-spia ubicato nel territorio comunale di San Pancrazio Salentino sono state installate una sonda dotata di sensori di pressione e temperatura in acqua dolce e due sonde, ciascuna con sensori di temperatura e conducibilità elettrica, in corrispondenza della sommità e della parte più depressa dell’interfaccia salina; queste sonde saranno in opera per tutta la durata del progetto. I dati raccolti presso tale stazione di monitoraggio saranno utili per la definizione di un innovativo approccio metodologico riguardo la tridimensionalità dei processi di salinizzazione.
Nell’autunno 2020, il team di ricerca del Politecnico ha anche realizzato un primo campionamento delle acque sotterranee su 25 pozzi appartenenti alla Rete di Monitoraggio del Salento; un secondo campionamento è previsto per la primavera del 2021. Su tali campioni saranno condotte analisi chimiche e isotopiche. I risultati di progetto, in considerazione del valore che rivestono le opere di captazione di acque sotterranee destinate all’uso potabile, supporteranno e favoriranno i contenuti della Direttiva CE/2000/60, che, con inizio nell’anno 2000, indica l’orizzonte temporale del 2024 per la definizione completa di uno “Schema di Protezione delle Acque Sotterranee”. 

Urbanistica. Lo ha deciso l'assemblea dei soci lo scorso 29 gennaio

Subentra nell'incarico al prof. Valentino Castellani, già Sindaco di Torino

 

Bari, 3 febbraio 2021 – Il prof. Nicola Martinelli, ordinario di Urbanistica presso il DICAR – Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari è il nuovo Presidente dell'associazione nazionale, “Urban@it - Centro nazionale di studi per le politiche urbane”. Lo ha deciso l'Assemblea dei Soci lo scorso 29 gennaio. Subentra nell'incarico al prof. Valentino Castellani, già Sindaco di Torino.
Costituita nel 2014, sede a Bologna, “Urban@it – Centro nazionale di studi per le politiche urbane”, è un’associazione composta da 16 Università italiane: Università di Bologna, Politecnico di Milano, Università Milano Bicocca, Università Luigi Bocconi di Milano, Università Iuav di Venezia, Università di Firenze, Università La Sapienza di Roma, Università Roma Tre, Università Federico II di Napoli, Politecnico di Bari, Politecnico di Torino, Università della Basilicata, Università Aldo Moro di Bari, Gran Sasso Science institute, Università di Genova, Università di Torino e dalla Società Italiana degli Urbanisti (SIU).
Mission. Il Centro si candida – dice il prof. Martinelli - a costruire e consolidare un rapporto forte e di reciproca alimentazione tra il mondo della ricerca, delle istituzioni, della produttività e della cittadinanza attiva attorno al tema delle politiche urbane. Esso aspira a qualificarsi come centro qualificato al servizio delle città e della pubblica amministrazione, proponendosi di convogliare la ricerca, universitaria e non, al fine di alimentare programmaticamente l’innovazione nelle politiche pubbliche.
La Puglia. “Urban@it” è attualmente impegnata nel territorio regionale in qualità di consulente scientifico con il Progetto di Adisu Puglia, “Puglia regione universitaria: studiare e vivere in città accoglienti e sostenibili”. Il Progetto prevede che i quattro Atenei Pugliesi: Poliba, Uniba, Unisal, Unifg, approfondiscano dei temi di ricerca osservandoli a partire dalla realtà delle città universitarie pugliesi al fine di ricostruire il rapporto università e città in tema di Diritto allo Studio e proporre, nel concreto azioni, politiche e progetti tra quelli di competenza dell’Assessorato regionale all’Istruzione e dell’Adisu. 
Urban@it, inoltre, con l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile (ASviS) è impegnato per la realizzazione del progetto “Strategie sostenibili per un’Agenda metropolitana” con la Città Metropolitana di Bari (progetto finanziato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).
Attività editoriale. Urban@it, pubblica da 2015 ogni anno un “Rapporto” dedicato alle città. Il prossimo 6 marzo sarà pubblicato il VI° Rapporto dal titolo: “Le città protagoniste dello sviluppo sostenibile”. Curato da Nicola Martinelli, Edoardo Croci e Mariavaleria Mininni, sarà presentato a Bari, proseguendo un calendario di presentazioni avviato a Bologna e che proseguirà a Venezia, Taranto, Ancona, Milano, Roma.
Il prof. Martinelli, nel corso del suo mandato, sarà affiancato dall’arch. Mariella Annese, docente a contratto di Urbanistica presso il Dicar del Poliba, in qualità di Direttrice esecutiva.

Comunicato stampa.

Rediscovering the Space. Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali Poliba-Uniba

Giuseppe Acierno, Fondatore e Presidente del Distretto Tecnologico Aerospaziale pugliese, ospite e relatore al Poliba 

Bari, 25 gennaio 2021 – “Il sistema aerospaziale pugliese: sfide e strategie” è il tema del secondo appuntamento di gennaio con l'aerospazio contenuto nel programma, “Rediscovering the Space - challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors”.
L'evento, in programma, domani, 26 gennaio, ore 17.00, online, evidenzia il forte impegno del Politecnico per il settore aerospaziale attraverso il Dottorato di ricerca interateneo in “Ingegneria e Scienze Aerospaziali” Poliba-Uniba e punta a coinvolgere temi, esperienze, persone di spicco di settore coinvolte a vario titolo sulla “risorsa” spazio. 
Dopo l'incontro d'esordio dello scorso 12 gennaio con Gianluca Dettori, Fondatore e Presidente di Primomiglio SGR, il secondo seminario (dei 14 previsti), in lingua inglese, vede la partecipazione di Giuseppe Acierno, presidente e fondatore del Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA) pugliese.
Nell’ultimo decennio il Distretto Aerospaziale ha messo in campo una strategia di rafforzamento e crescita delle capacità del sistema aerospaziale pugliese concentrandosi ed operando per creare le condizioni per aumentare il tasso di innovazione e di tecnologia nei prodotti e servizi delle imprese pugliesi. E, a distanza di 10 anni, il Distretto può fotografare un sistema aerospaziale pugliese dotato di una propria e rinnovata identità industriale, non più concentrata sulle sole costruzioni e manutenzioni aeronautiche, oltreché un crescente e robusto ecosistema della ricerca e dell’innovazione frutto di una vincente collaborazione tra accademia ed industria. L’avvento della new space economy da un lato e lo sviluppo del digitale e dell’automazione dall’altro costituiscono oggi una straordinaria opportunità di ulteriore crescita e valorizzazione della strategia messa in campo dal DTA al servizio della Puglia e del Paese.
Il relatore. Giuseppe Acierno, laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna e specializzato in relazioni internazionali presso la SIOI di Roma, ha ricoperto negli anni numerosi ruoli e svolto diverse funzioni in società pubbliche e private italiane oltreché in enti pubblici. Nel campo aerospaziale ha maturato esperienze diffuse: dalla amministrazione di società di gestione di infrastrutture aeroportuali all’amministrazione di società quotata per la gestione e controllo del traffico aereo, dalla fondazione e guida  del Cluster tecnologico nazionale aerospaziale, alla guida e direzione di società pubblico-private. 
E’ Presidente fondatore e, dal 2018, Direttore generale del Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA) scarl, componente dell’organo di Governo distrettuale del CTNA (Cluster Tecnologico Nazionale dell’Aerospazio), Presidente altresì del distretto produttivo aerospaziale, già amministratore Unico di Aeroporti di Puglia SPA e componente del CdA di ENAV spa.
Coordinatore dell'incontro, prof. Marco Donato de Tullio, Poliba. Moderatore: prof. Francesco Giordano, Uniba.
“Rediscovering the Space, challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors” è un ciclo di seminari, in lingua inglese, in programma da gennaio a luglio prossimi, focalizzati su diversi aspetti scientifici, tecnologici, economici e sociali del settore aerospaziale. Essi vogliono essere fonte di ispirazione e stimolo per i nuovi dottorandi degli atenei baresi, ma anche per studenti e docenti stranieri e un'occasione di aggiornamento sulle relative tematiche per le aziende ed enti del territorio coinvolti.

L'evento potrà essere seguito collegandosi ai seguenti indirizzi: http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_january_26

http://bit.ly/Youtube_Poliba

Comunicato stampa.