Studio di fattibilità per l’integrazione degli studi propedeutici per la predisposizione del piano stralcio della dinamica delle coste
Per affrontare in modo organico la difesa delle coste la Regione Puglia ha affidò all'Autorità di Bacino della Puglia (AdBP) la realizzazione di uno:
L'AdBP, con apposita Convenzione, ha affidato a strutture universitarie territoriali lo studio sugli interventi sulle coste basse, nello specifico al Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica – Laboratorio di Ricerca e Sperimentazione per la Difesa delle Coste - del Politecnico di Bari. A sua volta esso si è avvalso delle competenze specifiche del Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione dell'Università del Salento.
La Convenzione è stata firmata il 27.04.2009, mentre lo studio è statoconsegnato il 31.8.2010.
Lo studio eseguito sulla base delle conoscenze disponibili al 2008 e delle possibili evoluzioni future dei litorali sabbiosi, individua per ogni Unità Fisiografica i Possibili Interventi, le Tipologie di Opere e le Azioni di Monitoraggio più idonee.
Da evidenziare che è stato possibile condurre lo studio grazie alle conoscenze acquisite sino al 2008 dalla Regione Puglia attraverso i diversi studi e monitoraggi condotti negli anni sulle coste pugliesi.
In data 29.11.2010 il Comitato Tecnico dell'AdBP ha deliberato:
Alcune considerazioni:
nel passato su molti tratti delle coste italiane l’esecuzione degli interventi di protezione è avvenuta per lo più senza tener conto delle dinamiche delle Unità Fisiografiche di appartenenza, ma piuttosto tenendo conto dei limiti amministrativi di competenza dell’ente esecutore.
Tale approccio, e l’urgenza delle esecuzione, spesso non hanno favorito il buon esito degli interventi. Molti sono i casi di interventi di protezione che, oltre a presentare costi rilevanti, non hanno fornito i risultati attesi.
Negli anni è emersa la necessità di progettare e programmare gli interventi non con singole opere, ma con un sistema integrato di opere in modo da conservare l'integrità dell'intera Unità Fisiografica, oppure verificando, puntualmente, l'influenza delle singole opere sui tratti sovraflutto e sottoflutto nell'Unità Fisiografica mediante studi con modello fisico e/o numerico. Infatti, un'opera di protezione limitata a un breve tratto di litorale in erosione, se non ben progettata, può aggravare i fenomeni erosivi in atto o addirittura innescarne di nuovi sui tratti adiacenti non protetti.
Alcune regioni (quali Liguria, Lazio, Toscana, Marche, Emilia Romagna), sia per la densità delle opere di difesa molto elevata che per gli stimoli derivanti dalle Direttive della Comunità Europea stanno procedendo alla riqualificazione delle opere di difesa e degli interventi di ripascimento, da realizzare o presenti, secondo un metodo non più caotico e improvvisato, ma studiato adeguatamente per tratti unitari di litorale e coordinato con tutte le altre componenti descrittive di un ambiente costiero (caratteristiche climatiche, qualità dei centri rivieraschi, parametri naturalistici e paesaggistici ecc.), ossia secondo i principali dettami della Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC).
Il litorale, monitorato dal 2005 al 2009 (Progetto "Monitoraggio POR PUGLIA 2003 - 2006". Termine delle attività dicembre 2009) mostra un consistente deficit sedimentario causato principalmente dalla antropizzazione della fascia costiera.
Densità delle costruzioni oltre il 1980 (Dati Istat)
Interventi auspicati:
A tal fine, sarebbe opportuno che la Regione Puglia individuasse giacimenti di sabbia strategici.
Lungo il litorale, caratterizzato da consistenti sistemi dunali, l'erosione è solo in parte dovuta all'antropizzazione, la quale non ha interessato direttamente la fascia costiera.
Essa è da attribuire principalmente:
(In alcuni tratti dal 1970 al 2005 si sono avuti arretramenti superiori a 100 m)
Densità delle costruzioni 1945 – 1960 (Dati Istat)
Densità delle costruzioni oltre il 1980 (Dati Istat)
Dal 2005 al 2008 la linea di costa, salvo le normali fluttuazioni stagionali, è risultata abbastanza stabile. Arretramenti si sono avuti a causa delle mareggiate del dicembre 2008 - gennaio 2009 e gennaio 2010.
Nella situazione critica in cui si trova la fascia costiera occorrerebbe:
Per quanto riguarda gli interventi immediati, tra le azioni consigliate, vi è il rafforzamento della resistenza delle zone costiere naturali, ovvero, le spiagge libere, le spiagge dunose, le lagune e i laghi collegati al mare. Infatti, esse assorbono le mareggiate e costituiscono un habitat prezioso per variegate specie vegetali ed animali.
Le opere di difesa tradizionali e non, che occorre realizzare, devono essere progettate valutando compiutamente il loro effetto sulla dinamica dei sedimenti nell'Unità Fisiografica, in modo da evitare che esse inneschino processi erosivi in litorali adiacenti.