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Comunicati stampa 2025

Ricerca MICS. L’ADI Design Index 2025 seleziona il progetto dei ricercatori del Politecnico
La proposta si candida al Compasso d’Oro 2026 assieme alle altre 343 candidature. Oltre cento divani e poltrone selezionati dalla piattaforma

Bari, 10 novembre 2025 – La Puglia è tra le regioni leader a livello mondiale per la produzione di salotti nonostante le altalenanti recenti crisi di mercato. Il distretto dell’imbottito pugliese è una delle più importanti eccellenze del territorio, geograficamente collocato a ridosso della Murgia, tra le province di Bari e Matera.
Sono i maestri artigiani della tappezzeria e della falegnameria che negli anni ‘50 per un mercato locale, favoriscono la produzione di divani e poltrone
Negli anni ‘70 e ‘80, l’introduzione di processi industriali, prodotti standardizzati e materiali di elevata qualità, come la pelle, unito ad un design di gusto internazionale determinano un successo mondiale. Il boom è tra gli anni '90 e 2000 con oltre l'80% della produzione destinata all'estero.  Export in flessione negli anni 2010. Nel 2024, -12%. Nonostante le sfide dovute ai cambiamenti economici e commerciali, il comparto resta un pilastro dell'economia regionale.
Per guadagnare terreno e rimanere competitive le aziende sono chiamate ad investire sempre più in design Made in Italy e innovazione. In questa direzione si pone il progetto, “Sofa Value Chain”, una bussola e strumento di orientamento per il settore. Con sembianze di piattaforma interattiva che raccoglie e offre una lettura sistematica dei prodotti imbottiti del Made in Italy, capace di ottimizzare i processi di produzione ma anche di supportare designer e aziende nell’esplorare soluzioni sostenibili di nuovi prodotti del settore, allineati alle caratteristiche di economia circolare. 
La qualità della proposta progettuale per innovazione funzionale è stata selezionata da ADI Design Index (Associazione per il Disegno Industriale) per l’edizione 2025 e figura tra i 344 migliori progetti del design italiano contemporaneo che raccontano la qualità, la ricerca e la varietà del sistema produttivo e culturale del Paese.
La presentazione dei progetti è avvenuta a Milano, presso la sede dell'Adi Design Museum, lo scorso 15 ottobre. Tale selezione rappresenta, il primo passo verso il prestigioso Premio Compasso d’Oro 2026 (giugno), il più prestigioso riconoscimento della qualità produttiva e progettuale di beni, servizi, processi e sistemi del design italiano. 
Tracce di storia. Il progetto "Sofa Value Chain. Tool interattivo della tassonomia critica del prodotto imbottito Made in Italy", è nato all'interno delle attività di ricerca svolte per il MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, un partenariato esteso che coinvolge il Politecnico di Bari ed è finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU nell’ambito del PNRR. La ricerca ha riguardato lo Spoke 7 del MICS, Modelli di business innovativi e orientati al consumatore per catene di approvvigionamento resilienti e circolari (coordinatrice prof.ssa Ilaria Giannoccaro). 
Con questo fine, il gruppo di ricerca del progetto “7.5, Cultural Value Chains” del Poliba così composto: Annalisa Di Roma, coordinatrice, Alessandra Scarcelli, Anna Christiana Maiorano, Piera Losciale, ha avviato dal 2023 una estesa analisi del mondo dei prodotti imbottiti che caratterizza la produzione di uno dei distretti produttivi più importanti della regione, a partire da quei modelli più rappresentativi e di successo che hanno definito la storia del design Made in Italy degli ultimi 80 anni. La raccolta di una mole di informazioni molto diversificate fra loro, consentono di connettere tra loro aspetti storici, tecnici e socioculturali.
I dati spaziano dalle specifiche tecniche relative alle dimensioni, ai materiali, alle lavorazioni manifatturiere, alle meccaniche che ne consentono la modularità, la trasformabilità, le tecnologie e i sistemi di comfort implementati, fino ai disegni di progetto e alle immagini storiche di repertorio, di lavorazione e commerciali, che raccontano di una cultura dell'abitare in via di trasformazione. 
L'idea del progetto è stata quella di sistematizzare questi dati attraverso la costruzione di una piattaforma digitale, un archivio accessibile e fruibile in modo intuitivo, con l'obiettivo di rendere disponibili le informazioni e consentire lo studio e l'analisi di quegli elementi che hanno reso questa tipologia di prodotto, l'imbottito, uno dei simboli più riconosciuti del Made in Italy, presente nei musei più importanti di tutto il mondo.
La qualità dei materiali, la cura nei dettagli, l'innovazione tecnica, la ricerca del comfort, oltre agli innegabili valori estetici, sono solo alcuni degli aspetti che emergono dalla comparazione degli oltre cento divani e poltrone che la piattaforma consente di rilevare ed apprezzare. La piattaforma premiata semplifica la comunicazione lungo la filiera, ottimizza i processi e supporta designer e aziende nell’esplorare soluzioni sostenibili e circolari.

Comunicato stampa.

Istituto Italiano dei Castelli. XXVIII Premio di Laurea sulle Architetture Fortificate
All’edizione 2025 hanno partecipato 24 tesi di ricerca di tutta Italia. Oltre a quella vincitrice anche una tesi Poliba tra quelle “segnalate”. Il Castello, emblema della città, è il luogo della memoria della comunità brindisina. Il Progetto punta a ricreare percorsi di collegamento del castello con la città, una piena valorizzazione e fruibilità del monumento. La collaborazione con la Marina Militare

Bari, 29 ottobre 2025 – Successo e Primo Premio nazionale per cinque neoarchitetti del Politecnico di Bari. La loro tesi di laurea, dedicata alla conservazione, restauro e valorizzazione del Castello Svevo-aragonese di Brindisi è risultata vincitrice alla XXVIII edizione del Premio di laurea “Architetture Fortificate”. La Commissione del concorso, bandito dal prestigioso Istituto Italiano dei Castelli, organizzazione internazionale riconosciuta da Unesco, Consiglio d’Europa, Europa Nostra, ha misurato la “qualità” delle 24 proposte pervenute da tutta Italia.
Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato lo scorso 18 ottobre a Udine, presso l’università, in una apposita cerimonia ai laureati del Corso di Laurea Magistrale in Architettura: Francesca Strippoli e Gabriele Liddo di Andria, Grazia Chiarello di Corsano, Astro Ferrante di Sannicandro di Bari, Roberta Lamorgese di Capurso, autori della tesi: “Architetture fortificate in Terra d'Otranto. Il Castello Grande di Brindisi”La tesi di ricerca è stata sviluppata nel Laboratorio di Laurea in Restauro coordinato dal prof. Rossella de Cadilhac, relatrice.
Nella graduatoria finale, oltre al Poliba, figurano al secondo posto, ex equo, i neo laureati delle Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara e dell’Università IUAV di Venezia. Terza posizione per l’Università Ca' Foscari di Venezia. Ai premiati si aggiungono quattro tesi meritevoli di menzione: tra queste quella di Valentina Dell’Olio del Poliba, su “L’isola di Sant’Andrea a Loppio. Il progetto topografico nei luoghi dell’antico”.
Il Castello grande di Brindisi. Il lavoro di ricerca dei premiati Poliba sul Castello Svevo di Brindisi (castello grande o di terra) si sviluppa in un percorso raccolto in un volume (la tesi) di circa trecento pagine. Fondamentale, prima di ogni ipotesi d’intervento, risulta il certosino lavoro di ricostruzione storica del monumento che nel corso dei secoli ha accumulato numerose stratificazioni d’intervento, modifiche, secondo le necessità e gli accadimenti politici-militari. Nelle prime 65 pagine si traccia un percorso che contempla le varie fasi storiche: periodo pre-normanno e normanno (prima e oltre l’anno 1000), svevo, angioino, aragonese, Viceregno di Spagna sino al 1800 e alla seconda guerra mondiale. 
Tale ricognizione storica è stata sostenuta da una conoscenza diretta attraverso il rilievo architettonico con la fattiva collaborazione della Marina Militare che, presso il Castello Svevo di Brindisi, dal 1909, ha il suo presidio. Oggi è sede di Comando di Divisione e della Brigata San Marco. 
Con le informazioni acquisite lo studio affronta questioni complesse fortemente interrelate: l’urgenza di salvaguardare una testimonianza storica e artistica di indubbio valore ma ad alta vulnerabilità; il bisogno di restituire al Castello l’unità perduta; l’esigenza di aprire il luogo alla fruizione pubblica, senza con ciò interferire con le attività della Marina Militare che custodisce il bene; il desiderio di valorizzare un simbolo della memoria collettiva. 
Su tali esigenze gli autori, guidati dalla relatrice, sviluppano i nodi progettuali che ruotano attorno alla conservazione della materia antica e dei segni delle stratificazioni storiche, della stabilità e sicurezza strutturale, della ri-significazione dell’intero Castello, della delicata accessibilità ad un’opera la quale è nata per essere impenetrabile, inespugnabile, inattaccabile.  “Il Castello - sostengono i giovani architetti- è l’emblema della città, ha una forte carica simbolica ed è il luogo della memoria della comunità brindisina”. 
Il Castello è nato come presidio militare a difesa della città di Brindisi, ma anche luogo di rappresentazione del potere imperiale di Federico II, si sostiene nella tesi. Il nucleo originario costituito da un recinto a pianta trapezoidale con un portico addossato al lato interno, sette torri e fossato anulare, nel tempo è stato sottoposto a continue trasformazioni dovendo rispondere al mutare delle esigenze. 
Il primo ampliamento risale al periodo angioino quando si decide di rafforzare le cortine con muri a scarpa sopraelevando le torri. Una sostanziale trasformazione viene documentata nel periodo aragonese, quando il fossato svevo viene chiuso realizzando ambienti voltati, cimate due torri angolari del nucleo svevo, eseguita una cortina, scavato un nuovo fossato. Durante il vicereame spagnolo (1500-1600) si decide di potenziare il fronte sul mare con la realizzazione di due bastioni (il baluardo di Ponente – detto della Campanella – e il baluardo di Levante), sopraelevare le cortine interna ed esterna, cimare le torri circolari del nucleo svevo, riconfigurare la piazza d’armi con l’incremento volumetrico, rafforzare un tratto della cinta urbana. 
Con la trasformazione in penitenziario durante il periodo napoleonico, quando si assiste ad una progressiva dismissione della cinta urbana, il Castello viene sottoposto a lavori di adattamento, i quali comportano una ridistribuzione interna, la costruzione di altri volumi. Nei primi anni del Novecento il Castello viene trasformato in caserma quando passa sotto il controllo del Genio Militare per la Regia Marina. Vengono sopraelevati i bracci sui lati di terra, realizzati lavori urgenti di utilità militare in concomitanza con lo scoppio della prima guerra mondiale. Negli anni Cinquanta del novecento il Castello diventa la sede amministrativa della Marina Militare che avvia lavori di risanamento e ristrutturazione con modifiche della distribuzione interna. 
Tutte le stratificazioni hanno modificato il nucleo originario reinterpretandolo continuamente ponendo innumerevoli interrogativi, primo fra tutti la conservazione e la valorizzazione delle stratificazioni storiche. 
Molte questioni vengono indagate sia su scala urbana che architettonica dai ragazzi del Poliba. Analizzando il rapporto fra il Castello e il tessuto urbano si è osservato come nel tempo sia venuta meno la connessione fra il Castello, baluardo difensivo della città, e la cinta fortificata, della quale permangono solo alcune tracce, posta a sua difesa. Ed è in virtù di queste osservazioni che si sono formulate linee di indirizzo allo scopo di riannodare le relazioni perdute attraverso tre itinerari. 
I tre itinerari. Il primo, denominato “Brindisi Fortificata”, propone la scoperta delle antiche mura e del fossato di Brindisi, costruiti tra l’età Aragonese e quella spagnola. Il secondo, “Brindisi Archeologica”, guida alla esplorazione Brindisi, partendo dalle Rovine Romane. Il terzo, “Brindisi Portuale” si sviluppa lungo i due seni del porto interno e racconta il profondo legame della città con il mare, la sua storia recente e il ruolo strategico di Brindisi, capitale d’Italia dal settembre 1943 al febbraio 1944. 
Sul piano architettonico il progetto focalizza l’attenzione sul complesso fortificato e in particolare sul tratto residuo del fossato urbano posto a Sud-Ovest nel punto di innesto con il fossato del Castello, ad esso collegato attraverso un passaggio in galleria. 
Il progetto intende attribuire al fossato residuale il ruolo di elemento di mediazione fra Castello e città, inserendolo all’interno di un itinerario di fruizione pubblica, luogo di passaggio dal Castello alla città e viceversa, ma anche luogo dello stare, luogo dell’intrattenimento. Vengono assunti come dati di partenza la geometria del luogo, i caratteri orografici, le tracce murarie superstiti della cinta più interna assieme al percorso di ronda e, non ultime, le stratificazioni storiche che hanno modificato la fisionomia del luogo. Tutte componenti che entrano a far parte integrante del progetto teso a collegare fisicamente e visivamente il Castello alla città. Prende così forma un percorso da passeggio attraverso un ponte in acciaio e legno che crea un collegamento fra il piano della città e la parte alta del fossato. A fronte della complessità e della molteplicità delle problematiche in gioco, viene messa a punto un’idea strategica sottesa ad un progetto di restauro che punta ad una complessiva valorizzazione del Castello attraverso percorsi di visita indipendenti con l’obiettivo di accompagnare il visitatore alla scoperta e comprensione di spazi pluristratificati dalla quota del fossato, a quella della piazza d’armi dove avere la possibilità di accedere alle grandi sale destinate a spazi museali, fino al livello delle terrazze in copertura.
1° Premio. “Architetture fortificate in Terra d'Otranto. Il Castello Grande di Brindisi”
Il giudizio della Commissione
La tesi, frutto di una efficace collaborazione di gruppo, parte da un’accurata e approfondita lettura del Castello Grande di Brindisi, con particolare attenzione alle trasformazioni formali e funzionali delle strutture, alla loro relazione con il contesto territoriale, alle tecniche costruttive e alle condizioni di conservazione del complesso a tutt’oggi proprietà della Marina Militare Italiana. Le ben delineate proposte progettuali sono coerenti con le premesse di studio e mirano al recupero dell’unitarietà del complesso e ad una fruizione ampliata di uno dei monumenti simbolo della memoria collettiva di Brindisi”. 
Tutte le tesi ammesse alla XXVIII edizione del concorso 2025 saranno citate sul sito ufficiale dell’Istituto Italiano dei Castelli (istitutoitalianocastelli.it)

Comunicato stampa.

Design. Da venerdì, 24 ottobre il VII° Convegno Nazionale al Politecnico di Bari

Bari, 20 ottobre 2025 – Il Design è progetto, di beni materiali e immateriali. Progettare significa conoscere. Per potersi trovare sulla linea di frontiera, è necessario attingere ad una cultura a tutto tondo: scientifica e umanistica per trovare infine, una sintesi creativa. L’interpretazione della storia è un mezzo per tale sintesi nell’intento di coniugare funzionalità, significato ed estetica. Anche i contrasti, le antimonie, possono costituire fonte d’ispirazione. E proprio su un interrogativo: “Storia di Prodotto o Storia di Contesti? Le antinomie (contrasti) utili alla storia del design”, convergeranno le relazioni del VII Convegno Nazionale AIS/Design - Associazione Italiana Storici del Design che dal 2009 promuove la cultura e il progresso degli studi di storia del design in Italia. 
Proprio da Sud, per la prima volta in Puglia, al Politecnico, prende corpo l’esigenza di confrontarsi a livello nazionale su una storia del fare design che sappia guardare a differenti modelli di sviluppo, che sappia vedere e conoscere contesti produttivi più complessi e meno omologati rispetto a quelli che sino ad ora la stessa storia del design ha indagato, contesti di cui il Mezzogiorno più di altri luoghi si fa portavoce.
L’iniziativa, organizzata dal Poliba (referenti proff. Carullo, Cristallo, Pastore) e da AIS/Design, con i patrocini di CUID (Conferenza Universitaria Italiana del Design), SID (Società Italiana di Design), ADI (Associazione per il Disegno Industriale), AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva), è in programma venerdì, 24 e sabato, 25 ottobre, presso l’aula magna “Domus Sapientiae” delDipartimento di Architettura, Costruzione, Design (ArCoD) del Politecnico (campus universitario).
Il convegno ospiterà 26 paper, distribuiti tra 42 relatori di 12 università italiane. Esso consentirà di riflettere su due piani di lettura integrati e paralleli che attraversano il dibattito storico del design: da una parte ciò che si raccoglie intorno all’identità dei prodotti che attraversano i processi industrializzati; dall’altra, un design inteso come contesto nelle sue declinazioni inerenti idee, pratiche e ambienti. 
Nella contemporaneità di una complessa transizione culturale e sociale, confrontarsi sulle contradizioni reali o apparenti di prodotto e contesto, all’interno dei saperi storici del design, equivale a esplorare i ruoli della ricerca e della formazione, non tanto per manifestare l’ampiezza disciplinare del design, ma soprattutto per considerare che l’indagine storica rappresenta la premessa per comprendere il futuro nel quale le esperienze progettuali avranno oltre al naturale compito di dare risposte ai bisogni emergenti, sempre più quello di intuirli e rivelarli.
Il convegno, consente a docenti e i ricercatori del Poliba di sottolineare e sostenere una “cultura del progetto” in continuità con il recente rinnovamento degli ordinamenti dei corsi di studi presenti nell’ateneo: corso di laurea triennale in “Design” e corso magistrale in “Design per il contesto culturale e produttivo”. Corsi che hanno come obiettivo la formazione di designer in grado di coniugare con capacità critica i saperi della cultura umanistica e della cultura tecnico-scientifica, in tutte le fasi di ideazione, sviluppo e realizzazione di artefatti.
Il programma. 24 ottobre, Aula Magna “Domus Sapientiae”, Dipartimento di Architettura, Costruzione, Design – campus universitario.
Ore 9,30. Saluti istituzionali: Umberto Fratino, Rettore Politecnico di Bari; Francesco Defilippis Direttore Dipartimento di Architettura, Costruzione, Design Poliba; Maddalena Dalla Mura, Presidente AIS/ Design; Francesca Tosi, Presidente CUID; Lorenzo Imbesi, Presidente SID. 
Ore 10,15. Introduzione: Rossana Carullo, Vincenzo Cristallo, Monica Pastore, Politecnico di Bari. Seguono sessione e relazioni.
Le università che saranno presenti: Politecnico di Bari, Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Università di Roma la Sapienza, Università di Firenze, IUAV di Venezia, Università di Palermo, Università di Napoli Federico II, Università di Ferrara, Università della Campania, Università di Camerino, Libera Università di Bolzano.

Comunicato stampa.

RESTART- Spoke 2. Workshop e presentazione, mercoledì, 8 ottobre, ore 10,00 

Polo d’eccellenza, è unico nel Sud Italia. Il laboratorio è dedicato all’integrazione delle reti terrestri e non terrestri. Possibili applicazioni: copertura aree remote, gestione operazioni d’emergenza, monitoraggio ambientale, prevenzione catastrofi, logistica avanzata con droni. Valore investito: 2,5 milioni

Bari, 6 ottobre 2025 – I risultati raggiunti dallo Spoke 2 (coordinatore Politecnico di Bari) del programma nazionale RESTART “RESearch and innovation on future Telecommunications systems and networks, to make Italy more smart” (2023-2025) saranno presentati al Politecnico di Bari mercoledì, 8 ottobre, ore 10,00, in un dedicato workshop: “Bridging the Future through Terrestrial and Non-Terrestrial Networks and Services”.
L’evento è in programma presso lo “Spazio Oplà” del Poliba, nel campus universitario.
RESTART, come si ricorderà, è il più importante programma di ricerca e sviluppo pubblico mai realizzato in Italia nel settore delle telecomunicazioni. Finanziato dall’Unione Europea con 116 milioni di euro, nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), conta 8 Spoke.
Fiore all’occhiello del lavoro di ricerca condotto dal Poliba nell’ambito dello Spoke 2 di sua competenza è il laboratorio sperimentale “iTNT-NS” (Integrated Terrestrial and Non-Terrestrial Networks and Services Lab).
2,5 milioni di euro. Il laboratorio, avviato nel 2023, ad inizio del programma nazionale RESTART, con un investimento di 2,5 milioni di euro, rappresenta oggi un polo d’eccellenza unico nel Sud Italia e tra i pochi in Europa a concentrarsi sull'integrazione di reti terrestri e non terrestri di telecomunicazioni.
Caratteristiche. Dotato di attrezzature all’avanguardia, tra cui emulatore di canale satellitare, workstation ad alte prestazioni, infrastrutture di rete, droni con voliera dedicata, camera anecoica, antenne, dispositivi programmabili e hardware per sistemi T/NT, il laboratorio qualifica Bari hub strategico per la ricerca verso il 6G.
Presentazione. Cuore del workshop sarà la presentazione del nuovo laboratorio, “iTNT-NS”, unito ad alcune dimostrazioni delle attività, tra cui Emulazione di reti integrate terrestri e non terrestri, Internet of Drones & 5G and Beyond. 
Il laboratorio del Poliba consolida Bari come hub strategico per la ricerca verso il 6G, destinato a garantire una connettività grazie all’integrazione di reti terrestri e non terrestri. Questa evoluzione tecnologica abiliterà servizi e applicazioni come la copertura di aree remote, la gestione di operazioni in emergenza, il monitoraggio ambientale per prevenire catastrofi e la logistica avanzata tramite droni.
Parallelamente, il workshop offrirà un momento di confronto tra università, centri di ricerca nazionali e imprese per condividere i risultati raggiunti dai progetti dello Spoke 2.
Programma. Mercoledì, 8 ottobre, ore 10,00, Spazi “Oplà”, Campus universitario.
Saluti e presentazione workshop. Luigi Alfredo Grieco, Coordinatore Spoke 2 e PI ITA NTN 
Nicola Blefari Melazzi, Presidente Fondazione RESTART 
Presentazione dei progetti ITA NTN, Net4Future, ARCADIA Simone Morosi, Vice PI ITA NTN Ilenia Tinnirello, PI Net4Future Ernestina Cianca, PI ARCADIA.
Consegna Diplomi Short Master RESTART “Management of Terrestrial and Non-Terrestrial Network Infrastructures" 

Ore 11,45. Presentazione del Laboratorio di Spoke 2 iTNT-NS, Giuseppe Piro, Co-responsabile scientifico iTNT-NS lab e visita al laboratorio con demo live a cura dei ricercatori e dottorandi del Poliba.

Comunicato stampa.

 

La nota. Umberto Fratino scrive alla comunità del Poliba all’inizio del suo mandato 2025-2031
Mi avvicino a questo ruolo con entusiasmo e consapevolezza attraverso dedizione, empatia e spirito di servizio. Sarà un Rettorato aperto, trasparente e attento ai bisogni e alle aspirazioni di ciascuno

Bari, 1 ottobre 2025 – Ad inizio del suo mandato, 2025-2031, del nuovo anno accademico 2025-26 e del primo giorno da Rettore, Umberto Fratino ha voluto salutare la comunità del Politecnico con una nota inviata a docenti, dottorandi di ricerca, studenti; assegnisti di ricerca, personale tecnico amministrativo-bibliotecario.
“Poliba Chronicle” pubblica il testo inviato dal neo Rettore questa mattina. “Con grande emozione e senso di responsabilità mi rivolgo a voi all’inizio del mio mandato come Rettore del Politecnico di Bari.Desidero innanzitutto ringraziare tutta la Comunità Accademica per la fiducia che mi è stata accordata. Per me è un grande onore poter guidare il nostro Ateneo, un’istituzione che conosco, amo e che è profondamente parte del mio percorso umano e professionale. Mi avvicino a questo ruolo con entusiasmo e con la consapevolezza delle responsabilità che comporta. Ma soprattutto con il desiderio di costruire insieme: ascoltando, dialogando, valorizzando ciò che già funziona e lavorando, con fiducia, su ciò che può essere migliorato. Cercherò di svolgere il mio ruolo con dedizione, empatia e spirito di servizio, ben sapendo quanto il Politecnico sia ricco di competenze, energia, idee, e soprattutto di persone straordinarie. Solo attraverso la partecipazione attiva di tutti: docenti, personale tecnico-amministrativo, ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti, potremo affrontare con successo le sfide che ci attendono. Il nostro Politecnico è un luogo di conoscenza, innovazione e relazioni umane: è da questi valori che desidero partire per costruire, insieme, un presente solido e un futuro ambizioso. Sono convinto che, con coralità e spirito aperto e collaborativo, potremo continuare a far crescere il nostro Ateneo, rendendolo sempre più inclusivo, internazionale e capace di affrontare le sfide che il presente ci pone. Nel ringraziare Francesco (Cupertino) per il lavoro svolto, colgo l’occasione per rinnovare la mia disponibilità al dialogo e alla collaborazione. Il Rettorato sarà aperto, trasparente e attento ai bisogni e alle aspirazioni di ciascuno. Nei prossimi mesi ci sarà modo di incontrarci, confrontarci e lavorare fianco a fianco. Stringendovi idealmente tutti in un grande e caloroso abbraccio collettivo, Vi rinnovo il mio grazie”.

Comunicato stampa.

Didattica. Dopo il Senato Accademico il si anche del Consiglio di Amministrazione

La prova di selezione è prevista a dicembre

Bari, 23 settembre 2025 – La proposta del Senato Accademico (17 settembre), di favorire l’accesso al Politecnico di Bari degli studenti dell’area medica per l’anno accademico 2025-26 è stata ratificata oggi, 23 settembre dal Consiglio di Amministrazione. 
Prioritariamente l’invito riguarda il corso di laurea in Ingegneria dei Sistemi Medicali, più affine ai corsi di laurea dell’area medica, ma il provvedimento non esclude l’immatricolazione anche agli altri corsi del Poliba sulla base dei posti residui che si renderanno liberi. 
Il corso di Ingegneria dei sistemi medicali, che si avvale della collaborazione didattica del corso di medicina dell’Università di Bari, e che integra tecnologia e salute, sarà appositamente potenziato con altri 100 posti riservati agli studenti, che supereranno il semestre filtro dei corsi di area medica: Medicina, Odontoiatria, Veterinaria. Questi si aggiungeranno ai 250 previsti per l’anno accademico che prenderà il via il prossimo 1° ottobre per un totale di 350 posti.
Il superamento del semestre filtro sarà riconosciuto come prova di accesso ai corsi di laurea in Ingegneria del Politecnico di Bari. Inoltre, agli studenti provenienti dall’area medica saranno riconosciuti i crediti formativi universitari (CFU) già maturati nel semestre filtro per chimica, biologia, fisica, mentre le tasse già versate per il semestre filtro saranno detratte dai contributi dovuti al Politecnico (eccetto ADISU e bollo).
Per favorire il nuovo ingresso al Politecnico, saranno attivati percorsi di accoglienza e orientamento nell’intento di accompagnare i nuovi studenti e ridurre il rischio di abbandono. La selezione sarà effettuata in deroga alle procedure per l’ammissione ai corsi di laurea del Politecnico attraverso l’attivazione di un concorso straordinario previsto nel mese di dicembre, con graduatoria basata sul punteggio conseguito nella graduatoria nazionale degli ammessi ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in area medica.
L’iniziativa si pone con l’intento strategico di rafforzare il ruolo del Politecnico di Bari nel territorio nel settore della formazione universitaria anche attraverso strategie mirate come risposta alle difficoltà del numero programmato in area medica, offrendo un percorso alternativo e coerente a quegli studenti che hanno comunque competenze e motivazioni di ambito biomedico, riorientando le loro scelte verso altri corsi STEM offerti dal Politecnico. Infatti, a fronte di circa 3000 iscrizioni al semestre filtro attivato dall’Università di Bari, i posti disponibili sono poco più di 400. Inevitabilmente a conclusione delle procedure di immatricolazione presso Uniba, si determinerà un esubero di domanda di formazione che potrà essere soddisfatta, solo in parte, dai corsi affini attivati dallo stesso Ateneo barese: Professioni sanitarie, Farmacia, Biotecnologie, ecc.. La restante parte potrebbe alimentare fenomeni di dispersione universitaria. Il Corso di laurea in Ingegneria dei Sistemi Medicali si pone con coerenza negli ambiti disciplinari dell’area biomedica ed è perfettamente idoneo ad accogliere tale esubero di domanda di formazione.
«Con questa iniziativa – dice il Rettore, Francesco Cupertino – vogliamo offrire un’alternativa concreta a quegli studenti che hanno dimostrato impegno e motivazione in ambito biomedico, evitando fenomeni di dispersione e valorizzando competenze che possono trovare piena realizzazione anche nell’ingegneria. Il futuro della salute ha bisogno anche di ingegneri!»

Comunicato stampa.

Il Senato Accademico. Dal 22 settembre, con l’inizio del nuovo anno accademico 2025-26

Contrarietà all’uso della guerra, vicinanza e solidarietà del Politecnico di Bari alla popolazione civile di Gaza

Bari, 19 settembre 2025 – Considerato il perdurare del conflitto in Palestina e il drammatico acuirsi dell’azione militare nella striscia di Gaza, dove un numero sempre più elevato di vittime innocenti, in particolare tra la popolazione civile, sta pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, sofferenze e privazioni, il Politecnico di Bari ritiene di non poter restare indifferente. Lo afferma una nota del Senato Accademico d’ateneo.
Nel solco dei principi sanciti dalla Costituzione italiana, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali – continua - e in coerenza con i valori che ispirano la missione educativa e civile dell’università, il Senato accademico a proposto a tutti i docenti del Politecnico di Bari di aprire la prima lezione di ciascun corso di studi per l’anno accademico 2025/2026 in programma dal prossimo lunedì, 22 settembre, con un minuto di silenzio.
Tale gesto simbolico intende rappresentare – sostiene il Senato Accademico - una ferma contrarietà all’uso della guerra come strumento politico, una testimonianza di vicinanza e solidarietà alla popolazione civile di Gaza, costretta a vivere in condizioni disumane e un richiamo all’importanza del ruolo delle istituzioni educative come custodi di memoria, coscienza e responsabilità collettiva.
Il minuto di silenzio potrà essere accompagnato, a discrezione del docente, da una breve riflessione sul valore della pace, e della dignità umana.

Comunicato stampa.

 

XVII convegno AITEM. L’Associazione Italiana delle Tecnologie Manifatturiere al Politecnico di Bari

Altre tematiche di maggior interesse scientifico: progettazione, ottimizzazione ed ingegnerizzazione dei processi, studio trasformazione dei materiali per la fabbricazione di beni. Record di iscritti, 250 e memorie scientifiche, circa 100. L’Italia è il secondo paese manifatturiero d’Europa con il 14% del PIL. L’intervista.

Bari, 18 settembre 2025 – L’accademia ed il mondo dell’industria al Poliba per AITEM 2025, appuntamento scientifico biennale dell’Associazione Italiana delle Tecnologie Manifatturiere XVII° edizione. E’ accaduto la scorsa settimana, dal 9 al 12 settembre, al Poliba. Si è trattato di un bis, dopo 24 anni e la V° edizione del 2001 che ha inteso sugellare la qualità dei contributi scientifici offerti dai ricercatori del Politecnico e della Puglia per la crescita del settore delle tecnologie manifatturiere.    
L’evento nazionale ha visto la partecipazione di oltre 250 studiosi e ricercatori per circa 100 relazioni già pubblicate su temi e ricerche dedicate alle tecnologie ed ai sistemi di produzione, oggi fondamentali nei progetti di ricerca PNRR per lo sviluppo del Paese. L’iniziativa ha onorato la memoria del prof. Attilio Alto, uomo di punta del mondo culturale Pugliese, primo Rettore del Politecnico. 
La XVII edizione di AITEM è stata curata dai proff. Luigi Maria Galantucci, Presidente onorario del Comitato organizzatore e Michele Dassisti, Coordinatore del Comitato organizzatore.
“Poliba Chronicle”, a conclusione dell’evento scientifico, ha incontrato il prof. Galantucci, Presidente onorario, docente di “Tecnologie e Sistemi di Lavorazione” presso il Dipartimento di Meccanica, Matematica, Management. L’intervista sintetizza e offre una prospettiva ricca di spunti in un settore, quello delle tecnologie manifatturiere, in rapida evoluzione, condizionato e accelerato dalle potenzialità che offre una intelligenza artificiale sempre più spinta.           

Prof. Galantucci, quale bilancio si può trarre dal XVII Convegno dell’Associazione Italiana delle Tecnologie Manifatturiere?
“Il bilancio è estremamente positivo per l’elevatissima qualità dei lavori scientifici presentati e perché questo Convegno ha costituito un luogo privilegiato di incontro e confronto fra gli studiosi italiani, e di collaborazione fra l’accademia ed il mondo dell’industria. Il Convegno ha battuto tutti i record di partecipazione in temini quantitativi come presenze e qualitativi come livello della produzione scientifica. Il contenuto dei lavori è stato già pubblicato in campo internazionale all’apertura del Convegno: si tratta di un libro, edito da Springer Nature, dedicato alle ricerche dei giovani ricercatori presentate in sessione plenaria e ai “White Papers” sulle tematiche emergenti; il secondo libro invece è stato pubblicato dall’editore Material Research Forum nella collana “Materials Research Proceedings”, e contiene le ricerche presentate nelle sessioni parallele e le tematiche Work in Progress”. 

Quali settori o applicazioni sono stati oggetto del Convegno? 
“L’Italia è il secondo paese manifatturiero d’Europa e la manifattura contribuisce con il 14% al nostro PIL. Il Convegno ha coperto le tecnologie di punta nei più importanti settori della manifattura: aerospazio, automobile, biomedicale, robotica, mobilità sostenibile e beni di consumo. Le tematiche più importati sono state sicuramente: Additive Manufacturing e Reverse Engineering; progettazione, ottimizzazione e industrializzazione dei processi; studio delle tecnologie di trasformazione dei materiali; tecnologie di assemblaggio, disassemblaggio ed economia circolare; ingegneria della qualità e metrologia industriale; sistemi manifatturieri e sostenibilità dei prodotti”.

Quali ambiti sono emersi con maggiori prospettive di sviluppo sulla base delle relazioni presentate?
“Il settore che oggi riscuote il maggior interesse nella ricerca scientifica in campo manifatturiero è senz’altro la Fabbricazione Additiva (stampa 3d) con le numerosissime tecnologie di trattamento, di monitoraggio e la crescente varietà di materiali trattabili, dai polimeri ai metalli, ai compositi rinforzati. In ordine di importanza a seguire vediamo la progettazione, ottimizzazione ed ingegnerizzazione dei processi, e quindi lo studio della trasformazione dei materiali ai fini della fabbricazione di beni”.

L’intelligenza artificiale, quale il suo ruolo in questo campo, e in quali settori soprattutto?
“L’Intelligenza Artificiale è stato uno dei temi di punta: abbiamo voluto dedicare il primo dei keynote offerti ai convegnisti a “La intelligenza artificiale per il futuro della ricerca”, tema trattato dal prof. Roberto Bellotti (Direttore Dipartimento Interuniversitario di Fisica, Università degli Studi di Bari - Aldo Moro – Politecnico di Bari); un altro keynote più tecnologico è stato incentrato su “Tecnologia Laser avanzata, automazione ed intelligenza artificiale per lo sviluppo delle tecnologie Additive per metallo”, offerto dall’ing. Paolo Calefati (Amministratore Delegato di Prima Additive S.r.l.), ma anche il terzo keynote, illustrato dal dott. Giuseppe Acierno (Presidente e Direttore Generale del Distretto Tecnologico Aerospaziale S.C. a r.l.) “Prospettive e sfide future dell'aerospazio: il caso Puglia” ha contenuto spunti legati alla AI. La nostra associazione scientifica AITEM ha inoltre attivato negli ultimi due anni degli specifici ‘Osservatori’, che hanno illustrato lo stato dell’arte sugli “Impatti dell'Intelligenza Artificiale nel settore manifatturiero” e sulla “Sostenibilità nei processi e nei sistemi manifatturieri”.

Il Politecnico di Bari nel campo delle tecnologie e della produzione come è collocato rispetto ad altre aree nazionali?
“Attualmente la nostra scuola di Tecnologie Manifatturiere può contare su 22 colleghi: nel Politecnico di Bari, nell’Università di Foggia ed in quella della Basilicata. E’ il 3° gruppo di tecnologi più numeroso in Italia, dopo gli altri due Politecnici, su di un totale di 41 Atenei italiani con 242 docenti del settore”.

La V edizione del Convegno AITEM si tenne a Bari, al Politecnico, 24 anni fa. Che significato assume questo ritorno al Poliba?
“Quando nella Assemblea di Brescia nel 1999, all’indomani della scomparsa del prof. Attilio Alto, unico Ordinario di Tecnologie, proponemmo di svolgere il V Convegno Scientifico biennale a Bari, per ricordare il prof. Alto, la risposta fu unanime, e sentimmo allora intorno a noi quel calore e quella amicizia che ci ha aiutati e stimolati in un momento molto triste e duro per la nostra scuola. 
La stessa sensibilità e calore l’abbiamo avvertita in risposta alla nostra proposta di tenere, 24 anni dopo, il XVII Convegno a Bari, alla soglia del mio commiato dal servizio attivo quale Professore Ordinario Decano di Tecnologie nel Politecnico di Bari”.

Il Politecnico di Bari che contributo offre al settore tecnologico in chiave di ricerca applicata e in che ambito?
“Il ruolo che ha la ricerca e lo studio nel campo delle Tecnologie Manifatturiere è ormai chiaro a tutti, in termini di importanza per l’innovazione, lo sviluppo e la crescita dell’industria e dell’economia, cioè del territorio. Il nostro Politecnico ha riconosciuto questo settore come uno di quelli più strategici, pensando spazi per l’insegnamento e la ricerca, e investendo importanti risorse in questa direzione. Siamo stati i primi a realizzare già dal 2000 un laboratorio di Additive Manufacturing e Reverse Engineering nel Sud, fra i primi in Italia, grazie ad un piano triennale di sviluppo 1998-2000, approvato dall’allora MURST. La scuola di “Tecnologie e Sistemi di Lavorazione” del Politecnico di Bari, ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti nazionali e internazionali, con una elevatissima qualità della produzione scientifica ed ha contribuito in modo significativo ad ottenere, per due volte il riconoscimento MUR per il Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management, quale Dipartimento di Eccellenza.

Una grande innovazione introdotta nel Convegno di Bari dal prof. Michele Dassisti, è stata una speciale sessione dedicata al ‘Companies Talk’ moderata da Franco Canna, giornalista. E’ stato un momento di confronto tra fornitori di tecnologie abilitanti e industrie manifatturiere, molte delle quali attivamente presenti nel territorio pugliese al fine di favorire e rafforzare la collaborazione fra enti di ricerca e industria sui temi che oggi più stanno interessando il settore manifatturiero, includendo smartness e sostenibilità”.

Il Convegno AITEM ha inteso onorare, come già accennato, la memoria del prof. Attilio Alto, professore di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione, primo Rettore del Politecnico….
“Attilio Alto è stato un uomo eccezionale, aveva visione, carisma, allegria. Rettore di tre Università diverse: Università di Bari, Politecnico di Bari, Università di San Marino, fautore del concetto della Università a rete nel territorio, avviò i corsi universitari anche a Foggia e Taranto. A noi ha regalato un sogno, ha fondato il Politecnico di Bari, ed il compito di farlo crescere e diventare ciò che tutti oggi possono riconoscere. Ci ha lasciato il compito di trasformare quel sogno in realtà: una bellissima avventura ed una eredità sfidante. Possiamo affermare che tutto ciò che di positivo è stato realizzato in questi decenni nella scuola di tecnologia barese è frutto diretto o indiretto della lungimiranza del Prof. Alto: tutti noi ne siamo orgogliosi e riconoscenti!”

L’AITEM, in breve. L’Associazione Italiana delle Tecnologie Manifatturiere dal 1992 rappresenta il punto di riferimento culturale e professionale sulle tecnologie e sui processi di produzione innovativi per l’industria. Nata originariamente come associazione esclusivamente accademica si è evoluta e ha incluso la collaborazione con l’industria e l’attenzione ai ricercatori più giovani. La qualità della ricerca espressa, la riflessione continua sulla didattica erogata, l’attenzione maniacale per l’innovazione ne fa una delle associazioni scientifiche di riferimento operanti in Italia.Presidente, prof. Luca Settineri, Polito. www.aitem.org

Leonardo Legrottaglie.

 

ATI, triennio 2026-2028. A Benevento, in occasione dell’80° Congresso Nazionale

Bari, 16 settembre 2025 – Dopo 24 anni la Presidenza dell’ATI, storica e prestigiosa Associazione della Termotecnica Italiana, torna a Bari, al Politecnico. 
Riccardo Amirante, ordinario di Macchine e Sistemi per l’Energia e l’Ambiente presso il Poliba, Dipartimento di Meccanica, Matematica, Management, è il nuovo Presidente per il triennio 2026-2028. 
E’ stato eletto, per acclamazione a Benevento, in occasione dell’80° Congresso Nazionale dell’Associazione, tenutasi presso l’Università del Sannio. 
Amirante, 56 anni, si propone nel solco profondo tracciato dall’impegno del prof. Umberto Ruggiero, Presidente generale dell’ATI dal 1993 al 2001 e successivamente, dal 2002, Presidente generale onorario. A tal riguardo dice, “non posso non ricordare l'azione lungimirante e appassionata del prof. Umberto Ruggiero, Rettore del Politecnico di Bari e Presidente ATI e considerare i suoi preziosi insegnamenti per continuare a rafforzare l'azione dell'Associazione, il dialogo tra università e industria, la valorizzazione dei giovani talenti, la promozione della ricerca di eccellenza e la sua ricaduta concreta sul sistema Paese”. 
Aggiunge sulla prospettiva del suo mandato: “in un contesto storico in cui le questioni energetiche mondiali e nazionali sono sempre più determinanti, intendo rafforzare il contributo ai decisori politici con competenza anche attraverso gli strumenti consolidati come la prestigiosa rivista ‘La Termotecnica’, il Congresso annuale, l’azione dei presidenti delle sezioni regionali.
Il neo Presidente Amirante, succederà dal 1° gennaio 2026 al prof. Livio De Santoli dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Comunicato stampa.

Architettura & Design. Un gruppo di ricerca Politecnico di Bari al Marmomac di Verona

All’evento internazionale, 23-26 settembre, dedicato al settore lapideo, la sezione culturale, Marmomac Meets Academies 2025, sarà curata dal prof. Giuseppe Fallacara

Bari, 15 settembre 2025 – Il Politecnico di Bari sarà presente alla 59° edizione del “Marmomac”, manifestazione internazionale dedicata alla pietra naturale: dal prodotto grezzo alla lavorazione più evoluta, sino all’espressione artistica. 
L’evento, in programma a Verona dal 23 al 26 settembre, proporrà una sezione culturale “The Plus Theatre”, all’interno della quale sarà presente lo spazio “Marmomac Meets Academies” che sarà curato dal prof. Giuseppe Fallacara, ordinario in Progettazione Architettonica presso il Dipartimento ArCoD del Poliba.
Meets Academies porrà al centro del dibattito il tema della sperimentazione progettuale e costruttiva del materiale litico con il coinvolgimento di oltre 15 università, nazionali e internazionali, istituti di ricerca e aziende. L’iniziativa si tradurrà, come intero anno di lavoro Poliba, nella mostra “Fabula Litica: La Foresta Incantata”. Intesa come metafora della ricerca scientifica, cercherà di condurre il visitatore ad immergersi in un racconto fantastico, tra tradizione e innovazione. Il rapporto tra favola e ricerca scientifica può sembrare, a prima vista, molto distante. Entrambe però, rispondono al bisogno umano di conoscere, capire e dare un senso alla realtà. Le favole accendono la curiosità e l’immaginazione, che sono anche le basi della scoperta scientifica.
Più di venti, tra docenti e ricercatori di università italiane ed estere racconteranno la propria esperienza progettuale nel settore della pietra. Il gruppo di ricerca del Poliba, guidato da Fallacara, presenterà 14 opere litiche, realizzate con il contributo di aziende del territorio. Il cuore dell’installazione sarà una suggestiva scultura in pietra, ispirata al celebre Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, raffigurante una figura femminile che richiamerà la storia della Bella addormentata nel bosco. La Fanciulla velata sarà collocata sotto una maestosa struttura ad albero. Tre di questi alberi, imponenti e mutuamente intrecciati, simbolizzeranno un dialogo perpetuo tra le forme e materiali naturali e le tecniche costruttive emergenti. Realizzati in acciaio rivestito di sottile pietra radica, cavata nella città di Alberobello, la struttura arboriforme intenderà collegare i principi di innovazione e legame con la tradizione. Dinnanzi alla foresta litica sarà posto un “tappeto volante”, impreziosito di luminose decorazioni di onice e tanti oggetti fantastici frutto della ricerca e della sperimentazione costruttiva. La proposta Poliba vuole essere una fiaba scolpita, dove ogni dettaglio invita il visitatore a riflettere sul potenziale narrativo della pietra, capace di tramandare storie millenarie e ispirare scenari futuri. 
Al Marmomac Meets Academies 2025, oltre ai prototipi litici, saranno protagonisti i giovani creativi, appartenenti alle scuole di Architettura, Industrial Design, Accademia delle Belle Arti e Ingegneria delle varie università italiane ed estere con i propri progetti per il mondo dell’architettura e del design.
La squadra del Poliba designers al Marmomac Meets Academies 2025: Giuseppe Fallacara, Sara D’Adamo, Maria Giovanna Pansini, Dario Costantino, Francesco Ciriello, Clara Rosa Romano, Marco Massafra, Adriana Valentini, Clelia Santovito. 
Le aziende affiliate: Màrlux Marmi, Bianco Cave, FabLab Poliba, Vertico, Stilmarmo, B&Y, Mastropasqua Marmo, StilMarmo S.r.l., Tarricone Prefabbricati di Tarricone, Francesco, Gioia Marmi, Marlè, Germinario Marmi, Otnas Studio, Pimar Italian Limestone, Archi-Med.
I numeri del Marmomac 2025: 59ª edizione; 1.400 espositori; 54 Paesi; 13 padiglioni; 8 aree espositive.

Comunicato stampa.

SIDRA 2025. Ordinario di Automatica al Politecnico di Bari, è stata eletta a Perugia

Bari, 9 settembre 2025 - Mariagrazia Dotoli, docente ordinario di Automatica al Politecnico di Bari, è stata eletta Presidente della Società Italiana Docenti e Ricercatori in Automatica (SIDRA) per il prossimo triennio 2025-2028. Succede, dal 1° ottobre, al prof. Sauro Longhi dell’Università Politecnica delle Marche.
SIDRA, fondata nel 2006, rappresenta il punto di riferimento per i docenti e i ricercatori italiani del settore scientifico-disciplinare di Automatica (IINF/04). La società coordina le attività della comunità accademica italiana attraverso iniziative di ampio respiro: convegni, scuola di dottorato, formazione, attività di networking, premi per i giovani ricercatori. Negli anni ha contribuito a rendere più competitiva la ricerca italiana in un settore chiave per la transizione tecnologica, con ricadute su: mobilità, energia, robotica, città intelligenti.
L’elezione della prof.ssa Dotoli alla Presidenza di SIDRA è avvenuta nel corso dell’evento “Automatica.it 2025”, il tradizionale appuntamento nazionale che ogni anno riunisce la comunità italiana dell’automatica, tenutosi a Perugia-Assisi (3-5 settembre).
Insieme a Dotoli guideranno la società i consiglieri: Maide Bucolo (Università di Catania), Alberto Leva (Politecnico di Milano), Andrea Monteriù (Università Politecnica delle Marche), Lucia Pallottino (Università di Pisa).
Mariagrazia Dotoli ricopre già altri incarichi di rilievo nell’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), la più grande associazione mondiale di ingegneria. E’ Vice President for Membership and Student Activities della IEEE Systems, Man, and Cybernetics Society e membro dell’Administrative Committee della IEEE Robotics and Automation Society.
Il suo curriculum scientifico annovera oltre 300 pubblicazioni e il riconoscimento di IEEE Fellow, una delle massime onorificenze nell’ingegneria. È Senior Editor di IEEE Transactions on Automation Science and Engineering. E’ stata Prorettrice alla ricerca presso il Poliba e fondatrice e coordinatrice del Dottorato di Ricerca Industria 4.0 e del Dottorato Nazionale di Ricerca Autonomous Systems.
La nomina di una docente del Poliba alla guida di SIDRA rappresenta un riconoscimento importante al ruolo che il Politecnico di Bari e la comunità scientifica pugliese hanno nel contribuire in maniera determinante alla crescita di un settore strategico per l’innovazione tecnologica e lo sviluppo sostenibile del Paese come quello dell’automatica.

Comunicato stampa.

 

 

Ricerca scientifica. A Bari da lunedì,1 al 5 settembre 130 specialisti di tutto il mondo 
L’evento è organizzato da: Politecnico di Bari, IEEE Magnetics Society, IEEE Nanotechnolgy Council, Associazione Italiana di Magnetismo e NEST, Network 4 Energy Sustainable Transition 

Bari, 29 agosto 2025 – Ricerca scientifica e tecnologia si evolvono con una rapidità senza precedenti. Il magnetismo, branca della fisica che studia le capacità naturali o indotte di quei materiali (magneti) di attrarre o respingere materiali ferrosi, si distingue come un campo di ricerca in grado di offrire strumenti innovativi sia per migliorare la salute delle persone sia per affrontare le sfide della sostenibilità energetica e dell’intelligenza artificiale. 
Nanoparticelle magnetiche possono essere usate in ambito biomedicale per veicolare farmaci in modo preciso o per attaccare e distruggere cellule tumorali; nanodispositivi magnetici possono servire non solo a recuperare energia termica, meccanica, o elettromagnetica dispersa (energy harvesting) favorendo la transizione verso un futuro “green”, ma anche per sostenere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) per la soluzione di problemi di ottimizzazione complessa (pianificazione di turni di lavoro, ottimizzazione delle rotte degli aerei, logistica aziendale, ecc..), grazie alle loro rapidità, non-volatilità ed efficienza.
Questo e altro, occuperanno la cinque giorni, dall’1 al 5 settembre prossimi, di “Trends in Magnetism 2025”, le nuove frontiere del magnetismo. Il forum internazionale multidisciplinare in programma a Bari, presso il Teatro Petruzzelli, Circolo Unione, sarà dedicato ai più recenti progressi nel campo del magnetismo e sue applicazioni. 
La tappa pugliese, quarta edizione di “Trends in Magnetism”, dopo Cefalù (2021), Venezia (2022), Roma (2023), sottolinea il ruolo del Politecnico di Bari quale punto di riferimento per la ricerca internazionale in questo settore. 
L’evento, organizzato dal Politecnico di Bari (referenti dell’iniziativa: proff: Mario Carpentieri, Riccardo Tomasello), dall’IEEE Magnetics Society, dall’IEEE Nanotechnolgy Council, dall’Associazione Italiana di Magnetismo, si inserisce nel quadro delle attività di NEST – Network 4 Energy Sustainable Transition, uno dei 14 partenariati estesi selezionati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) con l’obiettivo di finanziare progetti di ricerca nazionali e promuovere la loro partecipazione alle catene di valore dedicate agli “Scenari Energetici del futuro” (sotto-tematica 2.a “Energie verdi del futuro”, finanziato da UE – NextGenerationEU – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, PNRR – Missione 4 Componente 2, Investimento 1.3). 
L’iniziativa scientifica rappresenta un’occasione unica di confronto non solo tra i maggiori esperti a livello mondiale e i giovani ricercatori, ma anche tra università e mondo dell’impresa. Il programma scientifico prevede la presenza di circa 130 iscritti, provenienti da tutta Europa, Cina, Giappone, Africa, USA e l’intervento di oltre 30 studiosi internazionali, considerati tra i più importanti studiosi mondiali del magnetismo.
Questo è il programma di lunedì, 1° settembre, ore 9,00, Teatro Petruzzelli, Circolo Unione. 

Interventi di presentazione: 
Mario Carpentieri , co-Chair, Politecnico di Bari
Riccardo Tomasello , co-Chair, Politecnico di Bari
Umberto Fratino, neo Rettore eletto Politecnico di Bari
Francesco Prudenzano , Direttore del Dipartimento di Elettronica e dell’Informazione, Politecnico di Bari
Gabriella Scapicchio , Fondazione NEST
Giovanni Finocchio , Petaspin Association e Università di Messina

Comunicato stampa.

Ricerca news. Presentati a Palazzo Madama i risultati del Progetto CO-SMART
Le nuove identità: imbottiture sedili auto, cruscotti, pannelli isolanti sportelli, biolubrificanti, biocarburanti ad alta prestazione, agganci per le cinture di sicurezza, fibre di nylon. Il contributo alla ricerca del Politecnico di Bari

Bari, 1 agosto 2025 – Sul riuso di biomasse di scarto e rifiuti inquinanti sono mobilitate università, centri di ricerche, risorse, progetti, in Italia e all’estero. Il Progetto CO-SMART (COmmunicating Sustainability: innovations in MAterial Recycling and new production Technologies for the automotive sector) a cui fanno capo: Politecnico di Bari, Università di Pisa, Università di Bologna, Università Politecnica delle Marche, è dedito alla divulgazione e diffusione dei risultati ottenuti da questi progetti di ricerca, per accelerarne le possibili applicazioni su larga scala in un’ottica di decarbonizzazione, tutela ambientale ed economia circolare.
I brillanti risultati conseguiti dai progetti: ECO-FRIEND, REOBTAIN, BOOSTER, SUSTAINED e AMATEVI, sono stati presentati da Co-Smart a Roma, presso Palazzo Madama, sede del Senato, lo scorso 17 luglio. Per il Poliba sono intervenute la prof.ssa Maria Michela Dell’Anna, DICATECh; la dott.ssa Ester D’Accardi, DMMM che ha illustrato le attività svolte dal Politecnico di Bari.
Olio alimentare esausto. Il progetto Eco-Friend (ECO-FRIENDly Thermal Control: Innovative Automotive Interiors with Biobased PCM-Loaded Foams), ha come obiettivo la riduzione al minimo dell’uso di risorse naturali, la produzione di rifiuti e le emissioni nocive. Seguendo tale approccio, ricerche e sperimentazioni sono approdate ad importanti risultati scientifici sul riutilizzo dell’olio alimentare vegetale da cucina esausto (olio di frittura non più commestibile), che, come noto, è notevolmente inquinante per laghi, fiumi, mari. Un solo litro di olio sversato nel lavandino domestico, infatti, può contaminare fino a un milione di litri d'acqua! L’olio versato è in grado di formare una pellicola che ne impedisce l'ossigenazione, con conseguenze sulla vita acquatica. 
Poliolo e Polimeri flessibili. I ricercatori sono riusciti a convertire tale olio vegetale esausto in una sostanza chiamata, poliolo, utile per produrre polimeri flessibili. Tali polimeri possono sostituire i poliuretani convenzionali di origine fossile in uso e costituire materia prima secondaria per applicazioninell’industria automobilistica. Questi polimeri innovativi, preparati presso il Politecnico di Bari e l’Università di Pisa, e caratterizzati sia presso il Poliba che nelle altre Università partner, sono materiali composti per l’80% da elementi di origine vegetale, riciclata e sono capaci di resistere bene alla pressione e di tornare facilmente alla forma iniziale. Inoltre, all’interno di questi polimeri porosi sono state inserite delle microcapsule (chiamate “phase change material”, PCM), derivate dall’olio di cucina esausto, capaci di assorbire e rilasciare calore in modo controllato, migliorando così il comfort termico dell’abitacolo durante la guida. 
Applicazioni. Le caratteristiche di tali polimeri flessibili risultano ottimali e ben sostituiscono i poliuretani tradizionali per la realizzazione di imbottiture di sedili auto, cruscotti, pannelli isolanti degli sportelli.
Biolubrificanti e biocarburanti. L’Olio alimentare vegetale esausto può diventare anche altro tipo di risorsa. Nel progetto, REOBTAIN (Reusing Exhausted vegetable oils for lubricating Bolts and Threaded ioints in the Automotive Industry), il Politecnico di Bari e l’Università di Pisa hanno messo a punto due procedure complementari per trasformare l’olio da cucina esausto in diversi tipi di biolubrificanti, che si sono dimostrati molto stabili, resistenti al calore e altamente performanti. Tali biolubrificanti possono sostituire i lubrificanti di origine fossile nei motori e nei macchinari, soprattutto per quanto riguarda il serraggio dei bulloni. 
Inoltre, sempre presso il Poliba, si è ottimizzato un processo sostenibile che converte l’olio da cucina esausto in biocarburanti ad alta prestazione (gasolio). Normalmente per far avvenire questa conversione si utilizza idrossido di sodio, che è una sostanza relativamente costosa, caustica, irritante ed inquinante. La novità del nuovo processo consiste nel sostituire l’idrossido di sodio con gli scarti (olii minerali esausti) delle industrie per la produzione dell’acciaio. In questa maniera tali scarti industriali diventano risorsa nell’ottica dell’economia circolare ed evitano i costi di smaltimento.
Reti da pesca dismesse. Il progetto SUSTAINED si è interessato invece del riuso delle reti da pesca dismesse. Anche qui il Politecnico assieme alle altre Università di CO-SMART ha approntato un sistema per ottenere dei componenti innovativi per le automobili, quali gli agganci per le cinture di sicurezza. Le prove di resistenza su tali componenti normalmente soggetti a forti sollecitazioni hanno confermato che questo nuovo materiale non solo regge il confronto con quelli convenzionali, ma in alcuni casi garantisce addirittura prestazioni migliori, superando i test previsti da grandi case automobilistiche come Stellantis.
Le reti da pesca dismesse sono state valorizzate dalle università anche nel progetto AMATEVI. I ricercatori hanno creato da esse nuovi tessuti tecnici per rivestimenti automotive (sedili) partendo proprio dal loro riciclo. Alle reti, trasformate in fibre di nylon, attraverso una tecnica avanzata, sono poi stati applicati agenti antibatterici, in grado di limitare la crescita dei microrganismi.
Al progetto CO-SMART partecipano il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica per la parte chimico-ambientale e il Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management per lo sviluppo di metodi di caratterizzazione meccanica, termica, nonché dei test sulle prestazioni dei materiali innovativi, sui biolubrificanti e biocarburanti. Entrambi Poliba.
I docenti e giovani ricercatori Poliba coinvolti in CO-SMART sono: Maria Michela Dell'Anna (DICATECh, coordinatrice dell’unità Poliba), Piero Mastrorilli (DICATECh), Francesca Derobertis (DICATECh), Umberto Galietti (DMMM), Ester D'Accardi (DMMM), Davide Palumbo (DMMM).
CO-SMART è uno dei progetti strategici di Flagship Linea A, nell’ambito delle azioni svolte dal Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST) finanziato dal MUR con fondi PNRR M4C2 I1.4. Il MOST è organizzato in 14 Spoke tematici ed affronta diverse direttrici della mobilità sostenibile. CO-SMART mira a divulgare i risultati ottenuti nello Spoke 11 e Spoke 14. Il programma MOST coinvolge 24 università italiane, CNR, 24 grandi imprese nazionali per un investimento complessivo di circa 380 milioni di euro.

Comunicato stampa. 

Studenti Poliba. Roberto Carriero e DOmenico Marinelli sono i primi due laureati

Tema di laurea: uso dell’Intelligenza artificiale per il riconoscimento automatico di programmi informatici dannosi. P-tech è un progetto internazionale formativo che avvicina scuola superiore, università e mondo del lavoro. Promosso negli Stati Uniti da IBM e attivo in Italia nella la sede jonica del Poliba

Bari, 22 luglio 2025 – Roberto Carriero di Taranto e Domenico Marinelli di San Giorgio Jonico, entrambi classe 2003, sono i primi due laureati in “Ingegneria Informatica e dell’Automazione”, del percorso formativo triennale internazionale, P-Tech. 
Il P-Tech (Pathways in Technology Early College High School) è un progetto nato e promosso negli Stati Uniti da IBM. Successivamente esportato in molti altri Paesi mira ad integrare scuola superiore, università e mondo del lavoro. Quello attivato nella sede di Taranto del Politecnico, il primo in Italia, intende contribuire allo sviluppo della sede tarantina del Poliba e favorire le prospettive professionali dei circa cento studenti (oltre 30 studenti all’anno) che hanno scelto di aderire al progetto internazionale.
Il P-Tech a Taranto è nato dalla collaborazione tra il Politecnico di Bari, l’Assessorato alla Formazione e al Lavoro della Regione Puglia, Intesa Sanpaolo, Enel, le aziende del Gruppo Angel, l’Associazione dell’Ordine degli Ingegneri di Taranto e Confindustria Taranto nel 2019. Al progetto hanno aderito diverse scuole superiori del territorio: l’I.I.S.S. “Maria Pia”, l’I.I.S.S. “Pacinotti”, l’I.I.S.S. “Righi”, il Liceo “Battaglini”, l’ITCS “Pitagora”, il Liceo “Archita” e il Liceo “Moscati”. Il percorso didattico è cominciato con l’anno accademico 2022-23.
I due neolaureati, Carriero e Marinelli, per arrivare alla laurea hanno seguito un percorso d’accesso parallelo a quello tradizionale. Il test di ammissione è stato sostituito da attività formative IBM (24 CFU) integrate ed erogate nel tradizionale percorso scolastico della scuola superiore durante il triennio scolastico (terzo-quinto). Carriero presso l'I.T.T. "A. Pacinotti" di Taranto (Istituto Tecnico Tecnologico - Indirizzo Informatica e Telecomunicazioni, articolazione Informatica); Marinelli presso l'IISS "Augusto Righi" di Taranto, istituto tecnico - industriale, indirizzo Informatica e Telecomunicazioni.
Agli studi del triennio e relativi esami di Ingegneria è seguito il lavoro della tesi. Coordinati dal prof. Carmelo Ardito, Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell'Informazione Poliba (DEI), hanno concretizzato i loro interessi di ricerca nelle rispettive tesi di laurea dedicate all’uso dell’Intelligenza Artificiale per il riconoscimento automatico dei malware, ovvero di quei programmi informatici dannosi che possono compromettere dati e sistemi. Le loro ricerche si sono concentrate su come insegnare a un sistema intelligente a distinguere in modo autonomo un software legittimo da uno potenzialmente pericoloso, contribuendo così allo sviluppo di strumenti sempre più efficaci per la protezione dei dispositivi e delle reti informatiche. 
La discussione delle tesi è avvenuta lo scorso 14 luglio a Taranto. Alla seduta di laurea ha partecipato anche l’ing. Gaetano Scioscia di IBM, che ha sottolineato come «questo risultato rappresenti un importante traguardo per tutto il progetto P-Tech in Italia, a dimostrazione di come la collaborazione tra pubblico e privato possa produrre percorsi formativi realmente efficaci e orientati all’occupabilità dei giovani». Concetto condiviso dal prof. Fedelucio Narducci, coordinatore del Corso di Studi in Ingegneria Informatica e dell’Automazione del Poliba, secondo cui “rappresenta un segnale forte dell’impatto positivo che un modello formativo integrato può avere sul territorio e sulla crescita dei nostri studenti e studentesse”.
Intanto, i due neolaureati tarantini non si fermano a questo primo brillante risultato e preannunciano di immatricolarsi al Politecnico di Bari, al corso di Laurea Magistrale in Informatica, percorso Artificial Intelligence e Data Science. In bocca al Lupo! 

Comunicato stampa.

Dove risiedono gli studenti? 
Carriero:
 vive a Taranto e ha frequentato l'I.T.T. "A. Pacinotti" di Taranto (Istituto Tecnico Tecnologico - Indirizzo Informatica e Telecomunicazioni, articolazione Informatica). 
Marinelli: vive a San Giorgio Ionico in provincia di Taranto e ho frequentato l'IISS "Augusto Righi" di Taranto, istituto tecnico - industriale, indirizzo Informatica e Telecomunicazioni.

Quanti sono gli studenti iscritti al P-Tech?
Contiamo attualmente circa 100 iscritti, essendosi immatricolati, nei tre anni a.a. precedenti: 37, 30, 36 studenti

Riconoscimenti. L'Associazione Internazionale per l'Ingegneria e la Ricerca Idro-Ambientale

Temi di ricerca: moto ondoso e vegetazione: effetti sull’erosione costiera; plastiche e microplastiche in ambiente acquatico: studi sulle condizioni ambientali che favoriscono l’accumulo. La sperimentazione nel grande Laboratorio di Ingegneria Costiera del Politecnico (LIC)

Bari, 18 luglio 2025 - Michele Mossa, docente di Idraulica del Poliba, dipartimento DICATECh, è il vincitore del prestigioso 10° Premio alla Carriera “M. Selim Yalin”. 
Il riconoscimento internazionale, edizione 2025, gli è stato attribuito dall’Associazione Internazionale per l'Ingegneria e la Ricerca Idro-Ambientale (IAHR) a Singapore (23-27 giugno), in occasione del 41° Congresso Mondiale dedicato al tema, "Ingegneria idrica innovativa per lo sviluppo sostenibile".
Il premio al prof. Mossa, ordinario di “Idraulica”, gli è stato attribuito per “i suoi contributi innovativi nel campo dell’ecoidraulica, in particolare nelle interazioni tra onde e vegetazione, e della sua leadership a livello globale nella promozione di pratiche sostenibili di ingegneria idraulica attraverso la ricerca, l’educazione e la collaborazione interdisciplinare."
Il Premio alla Carriera “M. Selim Yalin” viene conferito dal 2006, con cadenza biennale, dall’IAHR (fondata nel 1935), a coloro, la cui ricerca sperimentale, teorica o numerica ha prodotto contributi significativi e duraturi alla comprensione della fisica dei fenomeni e /o dei processi nella scienza o nell'ingegneria idraulica e che ha dimostrato eccezionali capacità nell'insegnamento e nella supervisione universitaria.
L’intervista. Prof. Mossa, il premio alla carriera “M. Selim Yalin” dello HIAR, è un importante riconoscimento ai suoi contributi innovativi di ricerca nel campo dell’Ecoidraulica. Studi che suggeriscono la promozione di pratiche sostenibili di ingegneria idraulica. Se l’aspettava?
Con profonda emozione ho accolto la notizia del conferimento del premio, fino ad oggi assegnato a soli nove studiosi nel campo della meccanica dei fluidi. La notizia mi è stata comunicata attraverso una lettera ufficiale che mi invitava anche a partecipare al convegno biennale IAHR, a Singapore. Un riconoscimento che sento di voler condividere con tutto il gruppo di idraulica del Poliba che ho l’onore di coordinare.
Il riconoscimento è riconducibile agli studi sull’ecoidraulica. Ci spieghi meglio.
L’Ecoidraulica è una disciplina interdisciplinare che integra i principi dell’ingegneria idraulica con le conoscenze dell’ecologia per analizzare, progettare e gestire i sistemi acquatici in modo sostenibile. Il suo obiettivo principale è quello di conciliare le esigenze degli ecosistemi acquatici con le attività umane che modificano il regime dei corsi d’acqua, come le opere idrauliche, la gestione dei sedimenti, la produzione di energia idroelettrica o la difesa del suolo.
E lei affronta due importanti e attualissimi temi. Il primo riguarda le relazioni tra moto ondoso e vegetazione e i riflessi che si determinano sull’erosione costiere. Tema globale, molto sentito in Puglia con circa 800 km di costa. In che modo la vegetazione, può difendere, o almeno rallentare il fenomeno erosivo? 
Sto coordinando un gruppo di lavoro di IAHR e UNESCO per la redazione di un white paper sull’ecoidraulica e tra le frontiere più innovative dell’ecoidraulica ci sono le Soluzioni Basate sulla Natura (Nature-Based Solutions), un approccio sostenibile e multifunzionale che sfrutta i processi naturali per affrontare sfide ambientali, sociali ed economiche. Questi interventi, ispirati al funzionamento degli ecosistemi, offrono risposte resilienti e a basso impatto, capaci di integrarsi armoniosamente con il territorio. Nel campo della protezione delle coste, le NBS stanno conquistando sempre più spazio come alternative o complementi “verdi” alle tradizionali opere di ingegneria, come dighe e frangiflutti. A differenza delle infrastrutture “cementizie”, queste soluzioni non solo riducono i rischi legati alle dinamiche litoranee, ma tutelano anche la biodiversità e generano benefici ambientali duraturi. Uno degli ambiti più interessanti riguarda la riduzione dell’energia delle onde, il cosiddetto wave damping. Qui, elementi naturali o seminaturali vengono utilizzati per dissipare l’energia meccanica delle onde attraverso fenomeni come attrito, turbolenza e resistenza al moto, oltre alla flessibilità di piante e vegetazione. Numerosi esempi dimostrano l’efficacia di queste soluzioni: le foreste di mangrovie, le barriere coralline, naturali o artificiali, riducono l’altezza delle onde grazie alla rifrazione e alla rottura anticipata; quelle artificiali, realizzate con materiali naturali o riciclati, aiutano anche a ripristinare funzioni ecologiche compromesse. Le praterie sommerse di fanerogame marine, come la Posidonia oceanica, svolgono un ruolo chiave: le loro foglie e rizomi creano attrito e turbolenza, rallentando la propagazione delle onde verso la costa. Allo stesso modo, le foreste di mangrovie e la vegetazione palustre, con le loro intricate radici, smorzano l’energia ondosa e contrastano l’erosione. Le dune costiere, sia naturali sia rigenerate, agiscono come barriere fisiche efficaci nell’assorbire e dissipare l’energia delle onde. Infine, le zone umide costiere, offrono un’ulteriore difesa grazie alla loro morfologia dolce e alla densità della vegetazione, che rallentano e attenuano il moto ondoso. In sintesi, le Soluzioni Basate sulla Natura rappresentano un nuovo paradigma per la protezione delle coste: non solo rafforzano la resilienza dei litorali di fronte a eventi estremi e all’innalzamento del mare, ma contribuiscono anche alla conservazione degli ecosistemi, alla valorizzazione del paesaggio e al miglioramento della qualità della vita delle comunità costiere.
Plastica. Secondo tema rilevante e di grande impatto. Oggi, in quota emergenza, è la diffusione negli ambienti acquatici (mare, laghi, fiumi) delle plastiche e della conseguente degradazione in micro (inferiori a 5 mm) e nano (inferiori a 1 micrometro) particelle. Che soluzioni si ipotizzano?
La comprensione dei meccanismi di dispersione di micro e nanoplastiche in ambiente marino, influenzati dalle dinamiche ondose e correntizie, è essenziale per una valutazione accurata dell’impatto ambientale e per l’elaborazione di strategie di mitigazione efficaci. Presso il LIC (Laboratorio di Ingegneria Costiera) avvieremo studi sperimentali in canali d’onda e simulazioni numeriche per analizzare i processi di risospensione, trasporto e deposizione di queste particelle, considerando parametri idrodinamici quali velocità e direzione delle correnti, frequenza e altezza delle onde, nonché proprietà fisiche delle plastiche. Questi studi permettono di identificare le condizioni ambientali che favoriscono l'accumulo di plastiche in aree a bassa energia, come baie ed estuari, e sono fondamentali per ottimizzare le tecniche di recupero. Tra queste, l’utilizzo di aggreganti ecocompatibili, naturali o sintetici biodegradabili, consente di promuovere la formazione di agglomerati di dimensioni maggiori, più facilmente rimovibili tramite processi di filtrazione o sedimentazione. L’interdisciplinarietà del tema emerge anche nei potenziali effetti tossicologici delle micro e nanoplastiche sulla salute umana, inclusa la possibile associazione con malattie neurodegenerative quali l’Alzheimer, un campo ancora in fase di approfondimento. A tal proposito, è in programma presso il Politecnico di Bari, in collaborazione con CNR e IIT, una scuola specialistica sulla nanomedicina che affronterà anche le implicazioni ambientali di queste problematiche.
Annunciata intanto, la sede del prossimo congresso mondiale, il 42°, dell'Associazione Internazionale per l'Ingegneria e la Ricerca Idro-Ambientale (IAHR): si terrà in Italia, a Bari, dal 28 giugno al 2 luglio 2027.

Comunicato stampa.