Esecuzione della sperimentazione su modello fisico 3D di alcune opere per la protezione del tratto di costa Porto di Carrara - Fiume Frigido - Fosso Poveromo - Fiume Versilia
Il progetto è stato frutto di una convenzione tra la Provincia di Massa Carrara e il CPR - Consorzio Pisa Ricerche.
Il problema dell'equilibrio del litorale compreso tra il Porto di Carrara ed il fiume Versilia è stato oggetto di diversi studi tra i quali, di recente, nel luglio 2001, del "Progetto preliminare per il riequilibrio del litorale del Comune di Massa" commissionato dal Comune al CPR ed elaborato dai proff. Aminti e Pranzini dell'Università di Firenze.
Nel progetto il litorale oggetto dell'intervento è stato diviso in quattro tratti:
Considerando la lunghezza del litorale in esame è stato impossibile effettuare una simulazione con Modello Fisico, con idonea scala, di tutto il tratto.
In accordo con i dirigenti della Provincia e con i consulenti, proff. Aminti e Pranzini, per la sistemazione del primo tratto si sono eseguite prove su un Modello Fisico Bidimensionale (2D), presso l'Università di Firenze, traendo indicazioni utili alla progettazione.
Per la sistemazione del secondo tratto, ossia quello protetto da pennelli, date le particolari caratteristiche dell'intervento progettuale, è stato realizzato, presso il Laboratorio di Ricerca e Sperimentazione per la Difesa delle Coste del Politecnico di Bari, un Modello Fisico Tridimensionale (3D).
Il secondo tratto era protetto da 14 pennelli emersi, con una lunghezza compresa fra 120 e 150 m e distanti tra loro mediamente 150 m. La gran parte dei pennelli è stata realizzata nel periodo 1980-1983. Le estremità lato mare erano unite da scogliere sommerse molto danneggiate.
In accordo con i dirigenti della Provincia e con i consulenti, al fine di ottimizzare il tempo e il numero delle prove, anche per questo tratto sono state eseguite prove preliminari su Modello Fisico Bidimensionale, presso l'Università di Firenze, con l'obbiettivo di verificare la stabilità del materiale da impiegare per realizzare la barriera sommersa prima di eseguire le prove sul Modello Fisico 3D.
Attraverso il Modello Fisico 3D sono state verificate due Ipotesi Progettuali:
Durante le simulazioni in vasca della 1a Ipotesi Progettuale i dirigenti della Provincia con i consulenti, proff. Aminti e Pranzini, al fine di verificare una soluzione ambientalmente più compatibile, hanno ritenuto opportuno simulare una 2a Ipotesi Progettuale nella quale al punto 3 invece di realizzare la nuova barriera sommersa, con ghiaia o materiale grossolano, si prevedeva:
Il Modello 3D è stato realizzato in analogia di Froude, in scala indistorta 1:30.
Sono stati simulati circa 900 m dei 2700 m del tratto di costa con mareggiate provenienti da:
Per la simulazione del trasporto solido è stata adottata l'analogia di Dean, che comporta la conservazione del parametro H/(wT), con H e T altezza e periodo dell'onda significativa e w velocità di caduta della sabbia.
Per riprodurre il comportamento ripascitivo ed erosivo è stata adottata una sabbia silicea con D50 = 0.139 mm.
La realizzazione del modello 3D
Per lo studio della 1a Ipotesi Progettuale è stata stipulata una Convenzione tra il Politecnico di Bari e la Provincia di Massa Carrara.
Sul modello sono state effettuate le seguenti prove:
In totale nel modello sono stati inviati 194 attacchi ondosi, che corrispondono a circa 1.063 ore nel modello e a 45 giorni di mareggiate nel prototipo.
Per lo studio della 2a Ipotesi Progettuale fu stipulata una Convenzione Aggiuntiva tra il Politecnico di Bari e la Provincia di Massa Carrara
Per la seconda configurazione progettuale è stata rimossa la scogliera sommersa realizzata con sassi sostituendola con una realizzata con geotubi, in queste condizioni sono state eseguite:
In generale, per ogni Gruppo di prova nel Modello Fisico 3D sono stati riprodotte mareggiate tipiche del paraggio o attacchi ondosi singoli. Gli "stati mare" sono stati riprodotti con spettro di tipo JONSWAP.
Le opere realizzate a tale scopo sono state:
Le opere realizzate determinano i seguenti effetti positivi:
Nelle varie prove eseguite i massi impiegati per realizzare i setti sommersi e i sassi della scogliera sono risultati stabili.
La risalita del moto ondoso verso il lungomare è ridotta rispetto alle condizioni attuali.
Le opere realizzate determinano i seguenti effetti negativi:
L'immagine mette in risalto la presenza dell'acqua che individua la fossa di erosione al piede della scogliera e la successione di barre e fosse, di minore altezza, verso il largo
Le opere realizzate a tale scopo sono state:
Le opere realizzate a tale scopo sono state:
Questo intervento ha dimostrato di migliorare notevolmente la qualità ambientale in quanto si crea la continuità fra due vasche attigue e quindi maggiori scambi di acqua
Le numerose prove eseguite con ondazioni da 15° hanno confermato che le opere realizzate determinano i seguenti effetti positivi:
L'immagine mostra che la risalita del moto ondoso dopo il ripascimento è ulteriormente ridotta
Le numerose prove eseguite con ondazioni da 15° hanno confermato che le opere realizzate determinano i seguenti effetti negativi:
Sono state successivamente eseguite delle prove specifiche per verificare l'efficacia dei setti sommersi, in particolare:
L'analisi dei profili ha evidenziato che i setti oltre a trattenere meglio il trasporto longitudinale conferiscono una conformazione più regolare ai fondali nella zona off-shore alla barriera sommersa.
Nelle prove con ondazioni da 0° i profili nella zona delle celle continuano ad essere stabili, mentre nella zona offshore si ha un tendenza erosiva in prossimità della barriera sommersa.
Le elaborazioni indicano che la profondità media della fossa di erosione con ondazioni da 0° è di 0,237 m rispetto al livello medio mare, ossia 7,11 m nel prototipo, mentre con attacchi ondosi da 15° era 0,257 m, ossia 7,71 m nel prototipo, perciò, la fossa di erosione con ondazioni da 0° diminuisce, ma non in modo sensibile.
Tale risultato indicherebbe che l'approfondimento della fossa, a seguito di una singola mareggiata proveniente da 0° o da 15°, sia legato maggiormente alle correnti di ritorno, piuttosto che al trasporto longitudinale.
Le numerose prove eseguite con ondazioni da 0° e 15° hanno confermato che le opere realizzate determinano i seguenti effetti positivi:
Le numerose prove eseguite con ondazioni da 0° e 15° hanno confermato che le opere realizzate determinano i seguenti effetti negativi:
Dalle analisi granulometriche del materiale depositato tra i sassi della scogliera risulta che il materiale più sottile portato in sospensione sedimenta sulla berma della scogliera diminuendo, quindi, la permeabilità.
Per la seconda configurazione progettuale è stata rimossa la scogliera sommersa realizzata con sassi sostituendola con una realizzata con geotubi
La struttura di protezione realizzata con i geotubi, pur presentando un meccanismo dissipativo diverso rispetto alla barriera sommersa con sassi, ha un effetto praticamente simile a quest'ultima in termini di trasmissione del moto ondoso e di set-up all'interno della zona protetta.
In particolare, si è verifica erosione nella zona tra i geotubi e l'esistente scogliera sommersa lasciata libera per la posa in opera in sicurezza dei geotubi; tale fenomeno, per il quale il materiale eroso è trasportato verso il largo e nei vuoti tra i geotubi, si è stabilizzato fin dai primi attacchi ondosi.
Nella zona off-shore vicino alle strutture è confermata la formazione della fossa di erosione, con profondità massima media paragonabile nelle due ipotesi progettuali.
L'elevata riflessione dei geotubi ha causato la formazione di ondulazioni pronunciate del fondale.
Al termine delle prove la profondità media delle fosse di erosione ha raggiunto il valore di 261 mm (ossia 7,83 m nel prototipo), valore molto prossimo a quello che misurato con le prove con la barriera sommersa con sassi (257 mm, ossia, 7,71 m nel prototipo); inoltre, quando sono state inviate ondazioni da 15° le profondità massime di escavazioni diminuiscono passando dalla zona della cella 1 a quella della cella 5 a causa dell'effetto del trasporto longitudinale diretto a sud.
Nella zona off-shore lontana dalle strutture la dinamica del trasporto solido non varia molto con le due ipotesi progettuali. Con ondazioni da 15° le intense correnti longitudinali determinano notevoli trasporti verso sud, come nelle prove precedenti.
Le prove hanno evidenziato che la risalita del moto ondoso sulla spiaggia libera sotto l'azione di un attacco con tempo di ritorno di cinquanta anni, è minore quando è impiegata la barriera sommersa realizzata con geotubi e che, comunque, ambedue le tipologie di opere creano un piccolo tratto con criticità nella zona della cella 2.
Per quel che concerne la stabilità dei geotubi, si formano delle escavazioni localizzate non trascurabili alle estremità, degli stessi nella prima fila verso off-shore e on-shore.
In particolare, si constata che se nelle tre file i geotubi vengono messi in opera con le estremità allineate queste escavazioni sono maggiori e possono far perdere l'orizzontalità ad elementi della prima fila sul lato off-shore. Le prove hanno, anche, evidenziato che le instabilità, sulla prima fila off-shore sono meno frequenti disponendo gli elementi sfalsati rispetto ai bordi.
Infine, le prove hanno evidenziato il riempimento con sabbia, proveniente dall'area tra la scogliera sommersa e la prima fila posta on-shore ai geotubi, dei vuoti tra gli elementi.